Non dirò dove (una diocesi marinara del Centritalia). Non dirò quando (domenica scorsa in ora antimeridiana). Ricognizioni personali: entrato per devozione in un duomo di pregio storico-artistico, oh mirabile visione! Eccomi davanti “La croce di Lampedusa”. Manufatto grezzo assemblato alla bell’e meglio, non piccolo e non grande, di un multicolore indefinito e indefinibile, ovviamente “realizzato con il legno dei barconi dei migranti” come da immancabile didascalia su targhetta d’ottone, evidentemente senza il corpo del Cristo per non turbare con le piaghe di Nostro Signore l’umanitarismo non governativo.
Dietrologie mi spingono a ipotizzare una trovata commerciale di qualche chierico buontempone in combutta con l’artista ignoto, oppure la solita sfacciata propaganda ecclesialmente elettorale. Meditazioni m’inducono a ritenere di trovarmi di fronte a un idolo: il nuovo idolo della nuova religione concentrata sull’oggi, sull’attualità, sulla cronaca, sulla terra e sul mare; incapace d’indicare, roba di una volta, d’indirizzare al cielo.
L’arte sacra (nel suo aureo, divino splendore catechetico e liturgico) è rinvio: innalza gli spiriti, stimola pensieri pii, suscita orazioni ferventi. Sperimentazioni diverse appaiono patetiche. Oltre all’insignificanza spirituale, palesano ignoranza, dubbiosità, abbassamenti: la morte della metafisica, la devastazione dell’ascesi, l’incapacità di “ars celebrandi” per intrinseca natura ritualmente sontuosa, fastosa, regale, dono prezioso a quanto c’è di più prezioso e inestimabile, motivandosi così sacrifici e offerte di popolo per avere chiese abbellite con capolavori a intarsio, a cesello, a scalpello e di materiali nobili, altro che legno nautico marcio di scafi dismessi. Pauperismo cialtrone.
In linea con i piani pastorali degli ultimi anni, mi metto in discussione, comunque. M’interrogo, mi domando se sbaglio io, mi guardo dentro e guardo fuori: l’altare maggiore e i laterali, le navate, l’organo antico. Non vedo un’altra croce fatta con le lacrime dei bambini sottratti brutalmente, ingiustamente alle proprie famiglie. Non vedo la croce con le flebo e i lenzuolini delle oncoematologie pediatriche, né quella con le chemioterapie adulte. Non vedo la croce per le pensioni affamanti dei nostri vecchi e delle nostre vecchie.
Non vedo la croce creata con il sangue delle donne vittime di compagni possessivi, gelosi, violenti; né quella con le denunce (spesso inascoltate) delle vittime di malagiustizia o di preti orchi. Non vedo la croce di lamiere automobilistiche delle intere famiglie sterminate da un ubriaco o drogato al volante o di quelle che in auto ci devono abitare perché non hanno domicilio. Non vedo la croce per le centinaia, migliaia di anime ragazzine perdute ogni sabato sera grazie alla sottocultura dominante dello sballo, dell’orgasmo inevitabile, della verginità e della castità vilipese anche per “culpa in vigilando”, per responsabilità oggettiva di una chiesa che non pensa più a quei corpi e a quelle anime ma soltanto si è incartata dietro al farfugliare migratorio (che pochi considerano geopoliticamente annientamento di paesi, nazioni, popoli, culture) e alle credenze a lei estranee. Non vedo la croce di chi porta la propria croce ogni giorno, con semplicità: padri e madri che compiono il loro sacrosanto dovere quotidiano, fedeli e disciplinati in una cattolicità sviata che premia infedeli e indisciplinati, la rottura con quanto è stato prima, il rinnovamento satanista, la rieducazione mondana.
Non vedo altre croci perché la verità risiede altrove, qui preferiscono non raccontarla: la croce di Cristo è una, una soltanto, e serve tutti quelli che l’adorano. Quella “di Lampedusa” – come il Papa emerito, il lupo vegetariano e i figli concepiti da due maschi o da due femmine – non esiste nella realtà.
5 commenti su “La croce di Lampedusa e le croci dimenticate”
«Quella “di Lampedusa” (…) non esiste nella realtà.» Purtroppo invece esiste, come esiste l’imbroglio politico-diplomatico di migliaia di nonprofughi che non scappano da guerre o fame (se così fosse come li pagano gli scafisti?), ma colonizzano l’Europa. Quella di Lampedusa è la croce dove è appesa la sorte di un continente che – a forza di sostenere il nonpensiero della modernità liquida – si è liquefatto. LJC da Gotham, il Pinguino.
Non vendo nemmeno la croce di arredi dati alle fiamme dagli islamici contro le case dei cristiani in medio-oriente che pure sono profughi, che pure hanno lasciato case e paesi, magari un intarsino di una maniglia… ci poteva pure stare… ma quelli sono cristiani, non profughi!
Fossero solo gli arredi dati alle fiamme in Medio Oriente.
*”Secondo la fatwa,catturare e stuprare le donne alawite o cristiane,non sarebbe contrario ai precetti dell’Islam.Il comandante del battaglione Al Nusra prese Mariam e l’ha violentata,prima del divorzio rituale.Il giorno dopo,la ragazza è stata costretta a contrarre un altro matrimonio islamico con un altro islamista.Questo si è ripetuto per 15 giorni e Mariam è stata violentata da 15 uomini diversi.Alla fine,è stata uccisa.”
Avete visto croci?Avete udito “Je suis Mariam”?Qualche suffraggetta chic del progressismo Holliwoodiano mee too s’è levata?
Prima gli Armeni.Poi gli Ebrei.Ora i Cristiani.
Tutto tace.Arriveranno anche a noi.Non illudiamoci.
Giuseppe
*La tomba di Dio.
Giulio Meotti
Léon Bertoletti: “Quella “di Lampedusa” – come il Papa emerito, il lupo
……………………………vegetariano e i figli concepiti da due maschi o da due
…………………………..femmine – non esiste nella realtà”.
Esiste purtroppo nella fantasia malata di una umanità che – vigliacca al punto d’aver paura matta della Verità – fugge da essa a gambe levate per trovare menzognere parole di conforto nella trappola di uno Stato massonico – detto ‘laico’ per non dare troppo all’occhio – che al Codice penale e civile ha aggiunto il Codice ‘fantasia/sentimento’ ad uso e consumo degli imbecilli! .
Il Mondo è un gran pentolone che ribolle sopra il fuoco alimentato da demoni e con Dio che, da sopra, rimescola il tutto…Prima o poi , questo Tutto salterà per aria…Non c’è nulla da fare, l Apocalisse si avvicina…Spero di sbagliarmi ma siamo troppo stupidi e presuntuosi…Ciau