E così, com’era facile da prevedere, la Corte Suprema britannica ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai genitori del piccolo Alfie per ottenere un riesame del caso. Il verdetto di morte con il quale i giudici hanno dato l’ok ai medici a staccare la spina al bimbo, è dunque ribadito, senza “sé” e senza “ma”, in forza della “legge”. In fondo tutto è stato deciso a tavolino per “il migliore interesse del bambino”.
Nel motivare la loro decisione, i giudici della Corte Suprema del Regno a cui era stato assegnato il caso – Lady Hale, Lord Kerr e Lord Wilson – scrivono che non c’è ragione per “un’ulteriore sospensione dell’ordine della Corte d’Appello” e che l’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool in cui il bambino è ricoverato “deve essere libero di eseguire ciò che è stato stabilito essere nel miglior interesse di Alfie. (…) Questa è la legge di questo paese e nessun ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per i Diritti Umani può o deve cambiarla“.
I giudici, poi, tentano di farsi umani definendo la vicenda di Alfie “un caso disperatamente triste: triste soprattutto per i genitori, ovviamente, che amano il loro piccolo caro bambino e vogliono fare quanto in loro potere per tenerlo in vita, ma anche per le persone che lo hanno tenuto in vita così a lungo, per i dottori e le infermiere che lo hanno assistito all’Alder Hey Hospital”.
È stata inoltre negata la possibilità di un’udienza per dibattere il caso dopo che la Corte d’Appello di Londra aveva già rigettato i nuovi argomenti dei legali della famiglia Evans, che contestavano il sostanziale stato di detenzione in cui si trova Alfie, a cui viene negata la libertà di movimento. In buona sostanza, si nega alla famiglia qualsiasi spostamento in altri ospedali disposti ad accompagnarlo durante il viaggio e, poi, a prenderlo in cura con la propria equipe.
“Avendo considerato le posizioni delle parti ‘sulla carta’ – ha detto un portavoce – la Corte Suprema del Regno Unito ha negato ai genitori la possibilità di un appello”.
Oggi stesso è stato presentato un appello urgente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) fondato sull’articolo 5 della Convenzione dei Diritti Umani dell’Unione Europea, sempre inerente alla libertà di movimento. La CEDU è ora l’unica possibilità per evitare che già lunedì venga tolta la ventilazione ad Alfie. Sì, proprio la CEDU, come dire la massoneria…
Sembra essere rimasta a disposizione l’unica arma della Preghiera, della supplica incessante a Dio affinché, per intercessione della Madonna, “spieghi la Potenza del Suo Braccio” e scaraventi i “potenti” giù dai loro troni. Per questo Reggio-Emilia, domani, 21 aprile, piega la ginocchia pubblicamente al cospetto del Cielo. Un gruppo di fedeli, mossi dall’ardore e della speranza che Dio mai abbandona i Suoi figli, pregheranno dalla Piazza del Duomo fino a raggiungere una piccola chiesa del centro storico dove sarà prevista un’Adorazione Eucaristica accompagnata dal canto delle Litanie dei Santi.
L’appuntamento è per le 19:00 in Piazza Prampolini. Lì, si parlerà per qualche minuto della vicenda di Alfie Evans per poi iniziare il Santo Rosario che accompagnerà fino alla Chiesa di San Giovannino. Siamo tutti invitati a partecipare, anche venendo da lontano e anche rinunciando ad impegni che possono attendere, per questa ultima chiamata alle vere armi: la preghiera, la pietà e la mortificazione che sole possono contrastare i demoni di questo mondo.
7 commenti su “La Corte Suprema britannica nega il nuovo ricorso dei genitori di Alfie. Più che mai è il momento della preghiera – di Cristiano Lugli”
Carissimi di Reggio Emilia e tutti coloro che in Italia stanno pregando e pregheranno domani, mi unisco a voi con tutte le preghiere di suppilica. Volevo segnalare anche quella potentissima da Daniele 9,4-19.
È vero che l’unica arma rimasta è la preghiera, ma siamo sicuri che sarà autorizzato il corteo dalla piazza alla Chiesa dove si pregherà? Perché anche questa negazione bisognerà temere, probabilmente. Sono tempi mai ricordati, il trionfo del demonio. Ma solo finché Dio lo permetterà. Sono così insondabili i sui pensieri.
Sono d’accordo con la Signora Tonietta. Dubito che la Pubbliche Amministrazioni, sempre così timorose di spiacere ai potenti, concedano i permessi necessari. Siamo servi del politicamente corretto di fronte al quale la vita umana perde sempre più importanza. Ma è triste osservare che non siamo uniti neppure nella preghira, visto che tanti strati del cattolicesimo “adulto” approva l’interruzione delle cure per Alfie, così come avvenne per Charlie.
Per Alfie
http://lanuovabq.it/it/rosari-adorazioni-e-veglie-il-popolo-di-dio-in-preghiera
preghiera ed azione.Siamo in mano a pagani adulteri.guerrafondai,sanguinari,nemici di Dio,menzogneri e privi di Amore.Bisogna sguainare le spade !!
La manifestazione va fatta lo stesso. Un permesso negato alla vita è un dovere morale impugnarlo.
Ormai siamo dentro la Dittatura.
Ben presto prenderà tutta l’Europa. L’Italia si sta accodando, vedi esempio l’obbligo dei vaccini…