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DISCORSO DEL SANTO PADRE PIO X AI FEDELI CONVENUTI A ROMA IN
OCCASIONE DEL XVI CENTENARIO DELLA PROMULGAZIONE DELL’EDITTO DI COSTANTINO
Domenica, 23 febbraio 1913
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La vostra presenza, o figli diletti, Ci ricolma di grande letizia, perché se in ogni parte del mondo cattolico si commemora la ricorrenza sedici volte centenaria del riconoscimento e della tutela della libertà, che Gesù Cristo ha dato alla sua Chiesa, era ben giusto che a dar prova della loro esultanza e della loro devozione alla Cattedra di Pietro fossero fra i primi i non degeneri figli di coloro, che primi gustarono i frutti dell’ Editto salutare. Facciamo pertanto con voi i Nostri rallegramenti, perché con questo atto dimostrate lo spirito da cui siete animati e il voto vostro che ritorni quel tempo in cui era concesso alla Chiesa di poter godere quella libertà, che le è necessaria per esercitare fruttuosamente il suo ministero a bene delle anime e della società. Perché è ben doloroso che, mentre ringraziamo la divina Provvidenza per aver chiamato Costantino dalle tenebre del Gentilesimo onde erigesse templi ed altari a quella Religione, che i suoi antecessori per tre secoli tentarono sterminare; restituisse ai cristiani i beni usurpati, e desse al cristianesimo piena libertà religiosa: noi in tanto vantato progresso di civiltà e in tanta luce di scienza dobbiamo per la Chiesa reclamare indarno anche dai Governi cristiani quella libertà, che essi medesimi riconoscono, o dovrebbero riconoscere, necessaria allo svolgimento della sua azione soprannaturale sulla terra.
La Chiesa, questa grande società religiosa degli uomini, che vivono nella stessa fede e nello stesso amore sotto la guida suprema del Romano Pontefice, ha uno scopo superiore e ben distinto da quello delle società civili, che tendono a raggiungere quaggiù il benessere temporale, mentre essa ha di mira la perfezione delle anime per l’eternità. La Chiesa è un regno, che non conosce altro padrone che Dio ed ha una missione tanto alta. che sorpassa ogni limite, e forma di tutti i popoli d’ogni lingua e d’ogni nazione una sola famiglia; non si può quindi nemmeno supporre che il regno delle anime sia soggetto a quello dei corpi, che l’eternità divenga strumento del tempo, che Dio stesso divenga schiavo dell’uomo.
Gesù Cristo infatti, il Figlio eterno del Padre, cui fu dato ogni potere in cielo ed in terra, ha imposto ai primi ministri della Chiesa, gli Apostoli, questa missione : come mandò me il Padre, anch’io mando voi (IOAN. XX, 21). – Andate dunque; istruite tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo; insegnando loro di osservare tutto quello che vi ho comandato. Ed ecco ch’io sono con voi sino alla consumazione dei secoli (MATTH. XXVIII, 19-20).
Dunque la Chiesa ha da Dio stesso la missione d’insegnare, e la sua parola deve pervenire alla conoscenza di tutti senza ostacoli che la arrestino, e senza imposizioni che la frenino. Poiché non disse Cristo : la vostra parola sia rivolta ai poveri, agli ignoranti, alle turbe ; ma a tutti senza distinzione, perché voi nell’ordine spirituale siete superiori a tutte le sovranità della terra. La Chiesa ha la missione di governare le anime e di amministrare i Sacramenti; e quindi, come nessun altro per nessun motivo può pretendere di penetrare nel Santuario, essa ha il dovere d’insorgere contro chiunque con arbitrarie ingerenze o ingiuste usurpazioni pretenda di invadere il suo campo. La Chiesa ha la missione d’insegnare l’osservanza dei precetti e di esortare alla pratica dei consigli evangelici, e guai a chiunque insegnasse il contrario, portando nella società il disordine e la confusione. La Chiesa ha il diritto di possedere, perché è una società di uomini e non di angeli, ed ha bisogno dei beni materiali ad essa pervenuti dalla pietà dei fedeli, e ne conserva il legittimo possesso per l’adempimento dei suoi ministeri, per l’esercizio esteriore del culto, per la costruzione dei templi, per le opere di carità, che le sono affidate e per vivere e perpetuarsi fino alla consumazione dei secoli.
E questi diritti sono così sacri che la Chiesa ha sentito sempre il dovere di sostenerli e difenderli, ben sapendo che, se cedesse per poco alle pretensioni dei suoi nemici, verrebbe meno al mandato ricevuto dal Cielo e cadrebbe nella apostasia. Perciò la storia ci segnala una serie di proteste e rivendicazioni fatte dalla Chiesa contro quanti volevano renderla schiava. La sua prima parola al Giudaismo, detta da Pietro e dagli altri Apostoli: Bisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini (Act. V, 29), questa sublime parola fu ripetuta sempre dai loro successori e si ripeterà fino alla fine del mondo, fosse pure per confermarla con un battesimo di sangue.
E di questo sono così persuasi i nostri stessi avversari, che ripetono a parole, esservi all’ombra della loro bandiera ogni sorta di libertà; infatti però la libertà, o meglio la licenza, è per tutti, ma non la libertà per la Chiesa. Libertà per ognuno di professare il proprio culto, di manifestare i propri sistemi ; ma non per il cattolico, come tale, che è fatto segno a persecuzioni e dileggi, e non promosso, o privato di quegli offici, a cui ha sacro diritto. Libertà d’insegnamento; ma soggetta al monopolio dei Governi, che permettono nelle scuole la propagazione e la difesa di ogni sistema e di ogni errore ; e proibiscono perfino ai bambini lo studio del Catechismo. Libertà di stampa, e quindi libertà al giornalismo più iroso d’insinuare in onta alle leggi altre forme di governo, di aizzare a sedizione le plebi, di fomentare odi e inimicizie, d’impedire cogli scioperi il benessere degli operai e la vita tranquilla dei cittadini, di vituperare le cose più sacre e le persone più venerande ; ma non al giornalismo cattolico, che difendendo i diritti della Chiesa e propugnando i principi della verità e della giustizia, dev’essere sorvegliato, richiamato al dovere e fatto segno a tutti come avverso alle libere istituzioni, e nemico della patria. A tutte le associazioni anche più sovversive la libertà di pubbliche e clamorose dimostrazioni ; ma le processioni cattoliche non escano dalle Chiese, perché provocano i partiti contrari, sconvolgono l’ordine pubblico e disturbano i pacifici cittadini. Libertà di ministero per tutti, scismatici e dissidenti; ma pei cattolici solo allora che i ministri della Chiesa non abbiano nel paese, cui sono mandati, anche un solo prepotente, il quale s’imponga al Governo, che ne impedisce l’ingresso e l’esercizio. Libertà di possesso per tutti; ma non per la Chiesa e per gli Ordini religiosi, i cui beni con arbitraria violenza sono manomessi, convertiti e dati dai Governi alle laiche istituzioni.
Questa, come voi ben conoscete, è la libertà di cui gode la Chiesa anche in paesi cattolici ! E quindi abbiamo ben ragione di consolarci con voi, che la reclamate lottando per essa nel campo di azione che vi è finora concesso. Coraggio adunque, o figli diletti ; quanto più la Chiesa è osteggiata da ogni parte, quanto più le false massime dell’errore e del pervertimento morale infettano l’aria dei loro miasmi pestiferi, tanto maggiori meriti vi sarà dato acquistare dinanzi a Dio, se farete ogni sforzo per evitare il contagio e non vi lascerete smuovere da alcune delle vostre convinzioni, rimanendo fedeli alla Chiesa.
E con la vostra fermezza darete opera a ben fruttuoso apostolato, persuadendo avversari e dissidenti, che la libertà della Chiesa provvederà mirabilmente alla salute e alla tranquillità dei popoli, perché esercitando il magistero divinamente affidatole, conserverà intatti e in vigore i principi di verità e di giustizia, sui quali poggia ogni ordine e dai quali germogliano la pace, l’onestà ed ogni civile cultura. In questa lotta non potranno certo mancarvi difficoltà, molestie e fatiche : guardatevi però dal perdervi di animo, perché vi sosterrà nella pugna il Signore, apportandovi copioso soccorso di celesti favori.
E di questi sia caparra la Benedizione Apostolica, che dall’intimo del cuore impartiamo a voi e a tutti i cari vostri. – Benediciamo poi con tutte le indulgenze gli oggetti, che portate con voi, ed accordiamo ai Parroci e ai Superiori degli Istituti e ai Confessori delle Comunità Religiose la facoltà d’impartire per una volta la Benedizione Apostolica, coll’Indulgenza plenaria per tutti i confessati e comunicati.
Benedictio Dei Omnipotentis Patris et Filii et Spiritus Sancti descendat super vos, et maneat semper.
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