Gilbert Keith Chetserton, Il poeta e i pazzi, Fuorilinea, pagine 308, 18 euro.
Gabriel Gale, l’investigatore poeta e pittore creato da Gilbert Chesterton nel 1929 è tornato. Ci ha pensato – meritoriamente – a ripubblicarlo una piccola ma intraprendente casa editrice, Fuorilinea, con il titolo Il poeta e i pazzi.
Gabriel Gale, pittore e poeta, nonché investigatore assolutamente dilettante, è un personaggio chestertoniano quanto pochi altri: Chesterton ci dice che gli era avvenuto di risolvere parecchi misteri, ma si trattava per lo più di quei misteri che interessano i mistici. Accadde tuttavia che una volta o due fosse obbligato a scendere dalle nuvole del misticismo per immergersi nell’atmosfera intensamente viva di un delitto e riuscì talvolta a dimostrare che un apparente delitto era un suicidio, talaltra a dimostrare che un suicidio era invece un delitto; talora si occupò anche di cose meno gravi quali la scoperta di un falso o di una frode.
Ma la sua partecipazione alle indagini non era di solito che il frutto di una coincidenza, poteva derivare dal fatto che un avvenimento toccasse casualmente qualche punto verso il quale la sua fantasia, sempre interessata ai movimenti ed agli stati d’animo, lo guidava; oppure essa gli dimostrava come aveva guidato altri al di là dei confini della legalità. Nella maggioranza dei casi riuscì a dimostrare che i moventi del furto o del delitto sono perfettamente logici e persino convenzionali.
“Giunto alla maggiore età, aveva ereditato i piccoli debiti e le modeste rendite di un gentiluomo di campagna piuttosto sfortunato. Ma benché cresciuto nella tradizione dei piccoli proprietari non era tipo da non possedere, specie a quell’età, opinioni personali estranee a quella tradizione. Giovanissimo ancora, era politicamente l’esatto opposto di quel che dovrebbe essere un proprietario di terre, e cioè era molto rivoluzionario e, dato il luogo, quasi anarchico. Interveniva in favore dei cacciatori di frodo e degli zingari; indirizzava ai giornali lunghe lettere che i redattori giudicavano troppo eloquenti per essere adatte alla pubblicazione. Denunciava la magistratura della contea in controversie che avrebbero poi dovuto venir giudicare imparzialmente dagli stessi magistrati della contea. Avendo alla fine scoperto con grandissimo stupore che tutte le autorità gli erano contrarie e sembrava fossero in grado di controllare lealmente ogni possibile mezzo di espressione a sua disposizione, ideò un nuovo metodo del tutto personale, il quale procurò a lui un grande spasso, e alle autorità locali non poche seccature. Si diede cioè a impiegare il talento per il disegno che sapeva di possedere, e insieme un altro talento di cui era meno consapevole che gli permetteva di indovinare i pensieri delle persone che avvicinava e di capire in breve tempo le loro più intime caratteristiche spirituali”.
Naturalmente questa capacità di scrutare nell’animo umano e di metterlo a nudo di fronte all’interessato stesso viene considerata follia. Di fronte a due medici che forti del loro metodo razionalista e pseudo-scientifico intendono valutarlo, Gabriel risponde, con semplicità disarmante: “Credete davvero che esista qualche ragione per la quale voi siate adatti a stendere una relazione sul mio stato mentale più di quanto sia io in grado di descrivere il vostro? Non potete certo conoscermi più di quanto io non conosca voi; anzi neppure la metà di quanto io vi conosca. Non sapete che un pittore di ritratti deve saper valutare le persone a prima vista esattamente come un medico? E io so farlo molto meglio di voi perché in questo campo ho un’abilità speciale. Ecco la ragione per la quale so dipingere quelle figure sui muri, e le vostre persone le saprei disegnare grandi come case. Io so quello che vi sta in fondo al pensiero, dottor Simeon Wolfe: un caos di eccezioni senza nessuna regola. Voi trovate anormale ogni cosa perché non sapete comprendere la normalità. Voi riuscireste a dichiarare pazzo chiunque; in quanto poi al perché desiderate in maniera speciale di provare che io sia pazzo questo è un altro svantaggio dell’ateismo, perché non credete che niente vi potrà colpire per punirvi del vile tradimento a cui vi siete oggi venduto”.
Gabriel, come detto, era stato creato da Chesterton nel 1929, dopo il suo ingresso definitivo nella chiesa cattolica, ed è la figura ultima del suo “pantheon” di investigatori, ovvero di cercatori di Verità. La vita come enigma è il senso del Libro di Giobbe, definito da Chesterton, che vi aveva trovato ristoro e salvezza nella crisi terribile degli anni giovanili come il più grande poema religioso dell’umanità.
Enigma, o mistero, non nel senso di qualcosa di ignoto, di in conoscibile, di assurdo, ma come, contrariamente a come solitamente viene posta la questione, una risposta che attende una domanda, una domanda posta nel modo giusto, come quella che deve rivolgere il cercatore del Santo Graal al custode del sacro calice. Chesterton notava che in Giobbe l’affermazione che convince il dubbioso non è l’immagine dell’ordinata bontà del creato, quale l’aveva raffigurata la religiosità rigorosamente razionale del diciottesimo secolo, bensì la descrizione della sua immensa e arcana irrazionalità. E la sorpresa stupita di fronte a un Dio che supera incommensurabilmente i nostri calcoli e le nostre previsioni intellettuali è all’origine dell’atto di fede: “Non è vero che il volgo preferisce la letteratura mediocre alle opere di gran pregio, né che ama i racconti polizieschi perché sono letteratura di infimo grado. (..) Bisogna riconoscere che numerosi racconti polizieschi traboccano di crimini eccezionali, proprio come un dramma di Shakespeare. (…) Non solo il racconto poliziesco è una forma d’arte perfettamente legittima, ma presenta certi vantaggi ben definiti e reali come strumento del benessere pubblico.” E ancora: “Il primo pregio fondamentale del racconto poliziesco consiste nel fatto che rappresenta il più antico, nonché l’unico genere di letteratura popolare in cui sia espressa una qualche consapevolezza della poesia della vita moderna”.
L’investigatore è il moderno eroe che viva la sua Iliade nei meandri delle strade della città. Era inevitabile che sorgesse una letteratura popolare che tenesse conto delle possibilità romantiche offerte dalla città moderna. I racconti polizieschi possono essere sobri e confortanti come le ballate di Robin Hood. Il romanzo poliziesco sottrae all’oblio il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle trasgressioni e la più romantica delle sommosse
Gabriel Gale è un cavaliere cristiano che combatte contro l’assuefazione dell’anima, contro ogni accidia spirituale si rivolgono i grandi personaggi indagatori di Chesterton più che contro la stessa malvagità, che in fondo non ne è che una conseguenza.