Intervista di Luciano Capone
(da Libero, 12 ottobre 2013, pagina 1-14)
Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, due giornalisti cattolici, hanno rotto l’unanimismo mediatico favorevole a Papa Francesco con un articolo su Il Foglio dal titolo «Questo Papa non ci piace». I due hanno mosso dure, ma precise critiche ad alcune prese di posizione e agli strappi del Pontefice, pagando le opinioni espresse con un’epurazione da Radio Maria, emittente dove da 10 anni conducevano trasmissioni sulla bioetica e sul Vangelo.
Partiamo dall’articolo, cos’ha fatto e detto il Papa che non piace a due giornalisti cattolici?
«Ci sono due aspetti problematici: la forma e i contenuti. Francesco ha assunto comportamenti e uno stile che portano alla dissoluzione del pontificato nella sua struttura formale, e che tendono a ridurre il papa a uno dei vescovi, e non al “dolce Cristo in terra” di cui parlava Santa Caterina. Sul piano dei contenuti, nelle interviste a Civiltà cattolica e a Repubblica ci sono non solo ambiguità ma oggettivi errori filosofici e dottrinali. Parliamoci da giornalisti, stiamo dibattendo sul classico caso di una non notizia. Qui ci sono due cattolici battezzati che ascoltano per mesi quanto dice il papa e, per mesi, si trovano a disagio perché quanto sentono stride evidentemente con quanto sostiene la dottrina. Alla fine, visto che fanno il mestiere di scrivere e commentare, scrivono e commentano. Non lo prevede solo una delle regole base dell’informazione, ma lo prevede anche il diritto canonico. La lettera e l’intervista a Scalfari, l’intervista a Civiltà Cattolica sono solo gli ultimi esempi più eclatanti. Hanno fatto il giro del mondo, hanno fatto gridare alla rivoluzione, hanno lasciato di sasso migliaia e migliaia di fedeli, quindi di anime, e nessuno trova niente da dire? La notizia invece è il coro unanime di osanna che va da certi cattolici conservatori fino a Pannella passando per Enzo Bianchi e Hans Kung».
Avete criticato l’intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari. Non andava bene l’intervista o l’intervistatore?
«La scelta di Eugenio Scalfari è singolare e lascia interdetti molti cattolici. Egli infatti non è solo un laico o un non credente, ma uno storico antagonista del cattolicesimo. La Repubblica è il quotidiano simbolo di quella cultura radical chic che ha fatto di divorzio e aborto le colonne di una nuova società nichilista, nella quale non c’è più posto per Cristo e i sacramenti. Diverso sarebbe stato incontrare in modo riservato Scalfari, e parlare con lui in vista del suo bene. E nella speranza della sua conversione».
Quanto all’intervista del Papa a Civiltà cattolica, dite che le frasi sull’aborto contrappongono dottrina e misericordia. Cosa vuol dire?
«La prima forma di carità è la verità. Il buon medico non nasconde al malato la gravità della sua patologia, affinché si curi. Dio desidera senza sosta di perdonarci, ma pretende il nostro pentimento, il riconoscere che abbiamo peccato. Una Chiesa che tacesse sulla morale per non scontrarsi con il mondo mancherebbe di carità verso i peccatori. È facile dire che trecento morti a Lampedusa sono “una vergogna”. Più difficile dire che trecento bambini abortiti legalmente in Italia ogni giorno sono una vergogna ancor più grande».
Per questo ed altro ve la siete presa con i “normalisti”, i cattolici che, a differenza della stampa laica, non avrebbero visto la rivoluzione rispetto al magistero della Chiesa. Ma cos’è cambiato in realtà?
«Ce la siamo presa con quelli che abbiamo definito normalisti per un motivo molto semplice. Questi signori, da sei mesi, non fanno che mettere pezze agli svarioni di papa Francesco. Sulla coscienza, su etica e bioetica, sulla vita religiosa. Fatta salva la buona fede e le buone intenzioni, producono un danno tremendo perché, dicendo che tutto è normale e che non c’è nulla di nuovo, iniettando dosi di cattolicità là dove non ci sono, finiscono per far passare per cattoliche le affermazioni nude e crude del papa. Si illudono, poveretti, di essere mediaticamente più forti di Bergoglio e pensano che le loro correzioni arrivino al destinatario. Ma non hanno capito proprio niente di che cosa è la macchina massmediatica. contemporanea. Non sono loro a correggere il papa, è il papa a fagocitare loro».
Ma se il papa farebbe addirittura affermazioni non cattoliche, perché i normalisti fanno finta di non vedere tutto ciò?
«Perché al centro del problema c’è niente meno che il Papa. Giustamente i cattolici lo considerano la guida della Chiesa nella storia, e non vorrebbero mai doverlo criticare. Per intenderci: se l’intervista a Civiltà Cattolica fosse stata rilasciata da un teologo o perfino da un vescovo, sarebbe stata contestata nelle molte parti che non quadrano».
Ma, interviste a parte, avete criticato anche l’interpretazione che il Papa dà del Concilio Vaticano II. Non è una critica troppo forte?
«Ci atteniamo ai fatti: con il Vaticano II la Chiesa dichiara apertamente di volersi aprire al mondo e di rispondere alle sue aspettative. Un capovolgimento che in questi decenni ha prodotto i suoi risultati: i seminari si sono svuotati, in molti di essi si insegnano dottrine non cattoliche, e in cattedra si mettono, come volle Carlo Maria Martini, i non credenti».
Imputate a Bergoglio anche l’eccessivo feeling con i mass media. Non pensate invece che stia rafforzando l’immagine della Chiesa?
«Qui la risposta è sempre quella di McLuhan: i media creano una finzione che diventa un facsimile del Corpo Mistico, e lui la chiama “un’assordante manifestazione dell’anticristo”».
Ma ieri il Papa nella sua predica ha insistito sul fatto che il Diavolo è una realtà e non una metafora, dicendo che “Chi non è con Gesù, è contro Gesù, non ci sono atteggiamenti a metà”. Non è in contraddizione con la vostra immagine di “Papa progressista”?
«In questi mesi Papa Francesco ha detto molte cose cattoliche. Ma questo è normale: è il Papa. Ma nel nostro articolo abbiamo messo a confronto quanto dice sulla coscienza papa Francesco e quanto nel 1993 ha scritto papa Giovanni Paolo II nell’enciclica “Veritatis splendor”. Ebbene, uno dice esattamente il contrario dell’altro e pensiamo che nessun contorcimento della mente più contorta possa dire che, in fondo, sono la stessa cosa. Fino a oggi, nessuno è entrato nel merito di quanto abbiamo scritto. Nessuno ha trovato da ridire su una sola riga. Un gentile signore ci ha anche invitato pubblicamente ad andare a confessarci. Ma lo sa, questo signore, che ci è capitato di dire queste cose in confessione e di sentirci dire dal confessore che la pensa allo stesso modo, ma non lo può dire a nessuno? E dovrebbe sapere, questo signore, quante lettere e telefonate abbiamo ricevuto da cattolici che non ne potevano più e ci ringraziano per quanto abbiamo scritto».
Queste considerazioni vi sono costate l’epurazione da Radio Maria. Era una decisione che potevano evitare o l’avevate messa in conto prima di esporvi?
«Ci avevamo pensato, ma non era possibile tacere oltre. Eravamo amici di padre Livio Fanzaga prima di questa vicenda e lo siamo anche adesso. Lui è il direttore della radio e lui stabilisce la linea editoriale. Se questa linea prevede che il papa non si possa criticare neanche se parla di calcio, evidentemente due come noi sono fuori posto. Ma ci permettiamo anche di dire che questa linea proprio non la condividiamo. Non si può soffocare l’intelligenza e non si possono censurare a priori domande più che legittime. Questo non fa bene al mondo cattolico e non fa bene alla Chiesa. Se c’è qualche cosa che lascia l’amaro in bocca è che, dopo dieci anni di collaborazione, la telefonata sia arrivata due ore dopo l’uscita dell’articolo, senza neanche un momento per pensarci. Dieci anni in cui abbiamo avuto la libertà di dire tutto quello che ritenevamo opportuno anche su temi scottanti. Ecco, questa immediatezza fa male».
Pensate che la vostra espulsione sia stata decisa altrove?
«Bisognerebbe chiederlo a padre Livio, che è un bravo sacerdote e una persona per bene».
Ma si può stare in una radio cattolica e criticare il Papa?
«Certo che sì, a patto che le critiche non siano contrarie alla dottrina della Chiesa. Se Paolo di Tarso non avesse criticato il primo papa, oggi noi cattolici saremmo tutti circoncisi, perché San Pietro voleva stabilire questa norma. Se Santa Caterina non avesse rimbrottato i papi, oggi Avignone sarebbe ancora la sede del papato».
Il Papa ha dialogato con tantissime persone, anche con diversi atei militanti, vi aspettate una sua telefonata? Che voglia ascoltare le ragioni di due cattolici intransigenti e che magari intervenire per ridarvi la trasmissione in radio?
«Pensiamo che sia molto meglio che il Papa si dedichi al suo ministero: confermare il suo gregge nella vera fede, far tornare i cattolici a conoscere i catechismo e la dottrina, e operare affinché i lontani si convertano».
14 commenti su “Intervista ad Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro – di Luciano Capone”
seguo e apprezzo le trasmissioni curate da padre Fenzaga, che ha permesso l’uscita dal ghetto di alcuni scrittori cattolici altrimenti condannati al silenzio (la prof. Pellicciari, il prof. De Mattei, il prof. Palmaro, il prof. Gnocchi ecc.) tuttavia nutro dubbi su alcune concessioni a
la Valtorta (scrittrice di una “biografia mal critta” di Gesù e messa all’Indice con tale motivazione (motivazione confermata dal card. Ratzinger)
le veggenti di Medjugorje persone disapprovate dal vescovo di Mostar
la paoplatria
la fiducia accordata a Socci, nobile autore non indenne da scivolate sconcertanti
il licenziamento in tronco di Gnocchi e Palmaro rafforza i miei dubbi
Caro Vassallo, condivido tutto quello che hai scritto meno quanto riguarda Maria Valtorta, anche se contro di essa si sono espressi persone come Padre Lanzetta e Mons Brunero Gherardini che stimo moltissimo ed anche altri che non è il caso di nominare. Però sta il fatto che Pio XII disse , dopo aver letto, che digitus Dei est hic e permise che fosse pubblicata l’opera senza alcuna aggiunta o commento. Maria Valtorta aveva una cultura medio-bassa ma una capacità di scrittore che Dio in persona conosceva e la usò come Suo scrivano. Come poteva la Valtorta conoscere costumi, usanze, topografia palestinese e storia antica con una precisione sconcertante che è stata utile anche agli archeologi israeliani per scoprire siti come la fortezza di Macheronte o quella di Masada? Basterebbe la citazione che ella fa in un passo dell’ “Evangelo come mi è stato rivelato” che mette in bocca ad uno scriba che chiede superbamente a Gesù se sa che cosa sia lo Sheman Foras. Come poteva la Valtorta conoscere queste due parole come le conosceva, ad esempio, Lutero che su di esse scrisse un trattato? C’è un libro scritto dal canadese Francois Lavere dal titolo “L’enigma Valtorta” che espone alcuni passi ove la Valtorta cita o descrive fatti o luoghi che soltanto, non dico un esperto ma soltanto un contemporaneo di Gesù poteva conoscere, tipo appunto quel termine sul nome ineffabile di Dio che è Sheman Foras. D’altra parte non c’è un rigo della Valtorta che possa essere preso come non ortodosso. Personalmente, mi sono fidato di due persone che mi hanno fatto stare tranquillo sulla Valtorta. il missionario gesuita Padre Fernando Bortone e Mons. Carinci, il santo vescovo morto centenario, che ebbi la fortuna di conoscere, anche se in un’età che non mi consentiva di apprezzarne la santità. Per il resto – cioè l’extra Valtorta- siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Cordialmente. Cesaremaria Glori
Pio XII ci ha regalato anche Bugnini…. congedato alla fine da Paolo VI dopo aver capito il grande errore commesso…. 😉
Piena solidarietà a Gnocchi e Palmaro avete detto solo la verità l’ignoranza o la devianza dottrinale niente poco di meno che del papa è inaccettabile crea un danno incommensurabile io sono disorientata.Proprio per questo siamo in piena polatria se dicesse la verità avrebbe persecuzioni.Noto l’omertà che c’è nella chiesa nessun dottore si straccia le vesti..Nell’intervista a Scalfari ha detto se una donna rompe un matrimonio si risposa e vive in pace siamo in piena eresia grazie e avanti
io mi rifiuto di pregare perchè il Papa non dica eresie questo non è possibile mi rifiuto!
“Ci sono elementi che fanno pensare a un’opera di altissimo valore letterario e di grande aiuto spirituale per tanti (non per tutti, ma per coloro che ne traggono beneficio spirituale); ma di qui concludere sulla sua certa origine soprannaturale è scorretto, fino a quando la competente autorità ecclesiastica non l’abbia espressamente manifestato.”.
Padre Serafino Lanzetta (oggi allontanato da Firenze in seguito allo stravolgimento nel suo Ordine) a proposito dell’ “Evangelo come mi è stato rivelato” della Valtorta, in “Il giudizio cattolico”, 13 dicembre 2012
…carissimi Palmaro e Gnocchi, sempre con riguardo dovuto attendo i vostri futuri lavori ma lasciate che vi suggerisca una cosa: prendersela con Padre Livio non è giusto. Voi conoscevate fin dalla sua fondazione la linea editoriale (termine scarno e riduttivo che sostituisce parole come “missione” ed “obbedienza concreta” alla Chiesa e al Santo Padre), è sempre stata quella e con la stessa “linea” sono notevolmente cresciuti in modo esponenziale di anno in anno da quando sono iniziate le apparizioni della Madonna a Medjugorje, entrando così nelle case di milioni di fedeli di tutto il mondo. Se non ci fosse Radio Maria sarebbe una gravissima perdita per tutti noi cattolici, sinceramente spero che voi possiate ritornare alla Radio ma sposando la missione che questa Radio ha delineato da sempre. Radio Maria è un dono della Madre del Signore, non ci potete far niente… è così. Punto. Con questo nessuno vi vieta di continuare la vostra disputa ma non lamentatevi delle conseguenze non tutti la pensano come voi. Non commento il paragone che citate di San Paolo e Santa Caterina, ma una parola permettetemela a proposito del “dolce Cristo (quando era) in Terra” : voi mi ricordate tutte quelle narrazioni ove Egli seppe di creare scandalo tra i sapienti standosene tra i peccatori e i miseri invece che tra i sommi sacerdoti, rinnovò la Parola ma rispettò la Vecchia, ma non fu capito… nemmeno dai suoi…
Pace e bene.
Gnocchi e Palmaro sono persone perbene, devote, serie. Sono dei cattolici veri, ce ne fossero come loro. Condivido in ampia parte il loro pensiero e questa intervista è servita a chiarire meglio, ove ce ne fosse bisogno, il loro argomentare, che non fa una piega. Del resto, se il mondo applaude “troppo” il Papa, fossi nel Papa mi preoccuperei, perché vuol dire che non si è più quella “pietra di inciampo”, quel “segno di contraddizione” che si deve essere. Resto però ancora dell’avviso che il titolo del loro articolo è stata una scelta un po’ infelice, che definirei “temeraria”, perché secondo me sembra porre in discussione il fatto che comunque la storia è saldamente nelle mani di Dio. Un saluto con amicizia!
Condivido totalmente quanto affermano G&P, tuttavia mi chiedo se c’era proprio bisogno di scriverlo su un giornale. A stanare infatti la ambigua posizione di papa F ci sono i fatti come la “fuga in avanti” della diocesi di Friburgo. Che fa ora? Gli corre dietro (concedendo i sacramenti ai divorziati risposati) o applica la dottrina? Una preghiera per G&P e per PF.
Gentile Alessandro Gnocchi, ci siamo conosciuti a Venezia e come allora le riformulo la mia stima e apprezzamento, e solidarietà per questa ennesima “incomprensione”…. così la voglio chiamare perché ci ritroviamo oramai a non poter più parlare liberamente….
Io sono fra quelle persone che cercano di “arrampicarsi sugli specchi” (così mi dicono coloro che mi conoscono) pur di far quadrare quanto il Papa dice con la dottrina cattolica…. non sempre ci riesco attribuendo a me, evidentemente, una grave carenza delle cose anziché attribuire al Papa forse ciò che non ha detto 😉
Vede, il problema spesse volte nasce da ciò che riferiscono i Media e su quello che dicono si spendono alla fine migliaia di parole e di scritti che, a mio parere, continuano nell’errore e nell’ambiguità perché, il fatto che il Papa non dica una cosa letteralmente non significa che sostiene il contrario…
Condivido con lei però la questione sulla coscienza…. 🙁 mi spiego meglio:
nell’intervista a Civiltà Cattolica la frase sulla coscienza è più comprensibile mentre diventa una capriola quello stesso riferimento fatto però nell’intervista a Scalfari e ancora in modo differente nella Lettera a Scalfari 😉
Ecco perché parlo di “incomprensione”…. in tre brevi interventi del Papa sulla coscienza, quello nell’intervista è sconcertante…. è completamente il contrario di ciò che dice Giovanni Paolo II nella sua enciclica Veritatis Splendor, e fin anche un adolescente delle medie lo capirebbe leggendo….
Allora le proporrei quanto segue: perché non si fa fare un incontro con Papa Francesco? 🙂 Non sto scherzando…. le risposte che potrebbe dare a lei, sono sicura che potrebbero tornare utili anche a tutti noi 😉
Ho seguito, tanto per capirci, la diretta di Porta a Porta con Bruno Vespa e Padre Spadaro proprio sull’intervista e c’era anche Messori il quale mi è apparso molto imbarazzo su alcune risposte a riguardo di una certa spaccatura, in tema liturgico, fra Bergoglio e Ratzinger ….
Padre Spadaro direi che è stato in gamba per ribadire, invece una certa continuità, ma…. si capiva comunque sia la difficoltà di farsi capire…
Ad un certo punto Bruno Vespa, poco prima della chiusura, ha chiesto conferma a Padre Spadaro all’incirca con queste parole:
“insomma, padre Spadaro, prima di chiudere, vogliamo chiarire però ai nostri telespettatori che il Papa non sta cambiando la dottrina? Perchè con questa intervista e quella concessa a Scalfari di Repubblica, sa meglio di me che sembra per molti scontato che la rivoluzione di Papa Francesco convergerà nell’abolizione di alcune dottrine come la comunione ai divorziati, una specie di indulto per chi ha abortito e si è rifatto una famiglia, un tacito consenso ai matrimoni gay e così via…. cosa rispondiamo a queste persone?”
Padre Spadaro era imbarazzato e non sapeva da dove cominciare, e Messori era taciturno che si passava la mano sulla fronte….
Poi padre Spadaro ha detto: “…. adesso è un pò complesso spiegare tutta l’intervista, ma basta avere dei punti fermi già detti dal Papa quali per esempio il ricorso al Catechismo per sapere cosa insegna la Chiesa e che ciò che insegna e che ha insegnato è fuori discussione. Il Papa vuole andare alla radice dei problemi ed affrontarli non partendo dalla dottrina ma dall’incontro con il malato….”
qui è stato interrotto perchè la trasmissione era finita …
Lo comprendo, non è facile, il Papa non parla chiaro in tema dottrinale, come è chiaro invece in campo devozionale ….. 😉
Se lei riuscisse ad avere un incontro con il Papa sarebbe un aiuto per tutti….
ad maiora!
Caro prof.Vassallo, mi stupisce che lei citi de Mattei,autore di destra e fondamentalista cristiano legato alla TFP, fondatore del centro culturale Lepanto. La Tfp di Plinio correa de Oliveira non e’ certamente cattolica come hanno riconosciuto i lefebvriani la conferenza episcopale del Brasile.
Penso che stiamo facendo, tutti insieme, il gioco di Satana che si propone un’unica cosa: la confusione e la divisione. Se tacessimo un po’ e pregassimo un po’ di più lo Spirito Santo che illumini i passi della Chiesa e quindi di tutti coloro che la componiamo dal Papa e non da ultima me? Gesù come agirebbe? A me colpisce sempre il suo silenzio!!! Eppure avrebbe potuto dire… tante cose perchè ben conosceva i cuori. Ma Lui taceva. Ci ha detto che con la misura con cui giudichiamo saremo giudicati: ci crediamo? E allora non sarebbe meglio far silenzio? Correggere chi sbaglia, certo è carità fraterna, ma Gesù ci ha insegnato di farlo con amore e discrezione non sui giornali o attraverso qualunque mezzo multimediatico. Fralelli miei, pensiamoci!!!
Sostengo Radio Maria e sono vicino a Padre Livio. Concordo con molte idee espresse da Gnocchi e Palmaro, la cui intervista peraltro non ho letto in originale. Papa Bergoglio dice cose mportanti, ma sta creando notevole confusione nei fedeli. Rimpiango la chiarezza di Papa Benedetto.
… ma perché da seguaci di Gesù non ci mettiamo con il capo chino e diciamo Gesù Confido in Te e nel Tuo Santo Spirito!!! Siamo noi i primi a creare confusione … pensate a quale scompiglio e confusione ha creato Cristo … Lui stesso dice … “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione” ….”certo non voleva la divisione. Ma l’annuncio della verità di cui Gesù di Nazareth era il Messia diventò motivo di molta divisione tra i giudei. Nella stessa famiglia o comunità, alcuni erano a favore ed altri radicalmente contro. In questo senso, la Buona Novella di Gesù era realmente una fonte di divisione, un “segno di contraddizione” (Lc 2,34) ” vi esorto quindi a fare nostra questa regola «La spada dello spirito, che è la Parola di Dio, abiti in abbondanza nella vostra bocca e nei vostri cuori, e tutte le cose che dovete fare, fatele nel nome del Signore».” Costituzioni Carmelitane (n. 82)
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