di Don Marcello Stanzione
“Il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo… Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana!”, leggiamo chiaramente nel Vangelo. Sul diavolo e sulla lotta che i santi hanno dovuto ingaggiare contro di lui è uscito recentemente il libro “ I santi e il demonio”, edito dalla Sugarco, che ho scritto insieme al giornalista Carlo Di Pietro e che sta avendo un buon successo nelle librerie.
Il diavolo esiste. La Sacra Scrittura parla di lui dal primo all’ultimo dei Libri rivelati, dalla Genesi all’Apocalisse. Nella parabola della zizzania il Signore afferma che la cattiva semente, il cui scopo è soffocare il grano, è stata seminata dal “nemico”. Nella parabola del seminatore “viene il maligno e ruba ciò che stato seminato”. Alcuni, con ottimismo superficiale, pensano che il male sia una mera imperfezione accidentale in un mondo che si evolve di continuo verso giorni migliori. Tuttavia la storia dell’uomo ha subito l’influenza del diavolo. Ai nostri giorni vi sono segni di profonda malizia che il solo agire umano non basta a spiegare. Il demonio, in vario modo, causa stragi nell’umanità, pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, “fino all’ultimo giorno”. Pertanto l’azione di satana certamente causa molti danni – di natura spirituale e indirettamente di natura anche fisica – ai singoli e alla società.
L’operato del demonio è misterioso, reale ed efficace. Fin dai primi secoli i cristiani si resero conto di tale attività diabolica. San Pietro così avvertiva i primi cristiani : “Siate temperanti, vigilanti. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede”. Con la venuta di Gesù Cristo il dominio del diavolo è stato spezzato, poiché Egli ci ha liberati dal potere di satana. In virtù dell’opera redentrice di Cristo il demonio può causare vero danno solo a coloro che liberamente lo permettono, consentendo al male e allontanandosi da Dio.
Il Signore si manifesta in molti passi del Vangelo come vincitore del demonio, liberando molti dalla possessione diabolica. La nostra fiducia è riposta in Gesù ed Egli non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Ma il demonio, affinché l’uomo trasgredisca il precetto di Dio, cerca di accecare a poco a poco i cuori di quelli che lo ascoltano, perché si dimentichino del vero Dio e adorino lui. E questo sempre, in mille modi diversi.
Il Signore, però, ci ha dato i mezzi per vincere in tutte le tentazione: nessuno pecca per necessità. Consideriamo a fondo, in questa Quaresima, che cosa ciò significhi. Inoltre, per liberarci dall’influsso diabolico, Dio ha anche messo accanto a noi un Angelo, che ci aiuti e ci protegga. “Ricorri al tuo Angelo Custode nell’ora della prova: egli ti proteggerà contro il demonio e ti porterà sante ispirazioni”. Il demonio è un essere personale, reale e concreto, di natura spirituale e invisibile. A causa del suo peccato si è allontanato da Dio per sempre, “perché il diavolo e gli altri demoni furono creati da Dio naturalmente buoni; ma essi, da sé stessi, si fecero cattivi. E’ il “padre della menzogna”, del peccato, della discordia, della disgrazia, dell’odio e di quanto c’è di cattivo e assurdo in terra. E’ il serpente astuto e invidioso che porta la morte al mondo, il nemico che semina il male nel cuore dell’uomo, l’unico che dobbiamo temere se non siamo vicini a Dio. Il suo unico scopo nel mondo, al quale non ha rinunciato, è la nostra perdizione. E ogni giorno tenterà di perseguire questo scopo attraverso tutti i mezzi a sua disposizione.
Questa “caduta”, che presenta il carattere di rifiuto di Dio con il conseguente stato di “dannazione”, consiste nella libera scelta di quegli spiriti creati, che hanno radicalmente e irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo regno, usurpando i suoi diritti sovrani e tentando di sovvertire l’economia della salvezza e lo stesso ordinamento dell’intero creato. Un riflesso di questo atteggiamento lo si trova nelle parole del tentatore ai progenitori : “Diventerete come Dio” o “come dei”. Così lo spirito maligno tenta di trapiantare nell’uomo l’atteggiamento di relatività, di insubordinazione e di opposizione a Dio, che è diventato quasi la motivazione di tutta la sua esistenza.
Il demonio è la prima causa del male, dei turbamenti e delle spaccature che si verificano nelle famiglie e nella società. “Supponete, per esempio”, dice il cardinale Newman, “che sulle strade di una popolosa città cada improvvisamente l’oscurità; potete immaginare, senza che ve lo descriva, il rumore e il tumulto che si verificherebbero. Passanti, carrozze, carretti, cavalli, tutti nel caos. Così è la situazione del mondo. Lo spirito maligno che agisce sui figli dell’incredulità, il dio di questo mondo, come dice san Paolo, ha reso ciechi coloro che non credono, che si trovano così costretti a litigare e discutere perché hanno smarrito la strada; e discutono uno contro l’altro, dicendo uno una cosa, l’altro un’altra, perché non vedono”. Il demonio, quando tenta, usa l’inganno: infatti non può che proporre falsi beni e una felicità fittizia, che si muta poi sempre in solitudine e amarezza. Al di fuori di Dio non esistono, né possono esistere, il bene e la felicità veri. Fuori di Dio ci sono solo l’oscurità, il vuoto e la tristezza più grandi.
Il potere del demonio è, però, limitato: anch’esso è sotto il dominio e la sovranità di Dio, che è l’unico Signore dell’universo. Il demonio non può penetrare nella nostra intimità se noi non vogliamo (e neppure l’angelo). “E’ certo che gli spiriti immondi possono conoscere la natura dei nostri pensieri, ma al di fuori, attraverso congetture che si fondano su segni sensibili, come possono essere le nostre disposizioni, le parole che diciamo, le occupazioni alle quali ci vedono più inclinati. Non possono però conoscere quei pensieri che non sono ancora usciti dal segreto delle nostre anime. L’accoglienza d’accettazione o di ripulsa che noi riserviamo agli stessi pensieri che essi ci suggeriscono, non la conoscono nell’essenza dell’anima nostra; la conoscono invece attraverso i movimenti dell’uomo esteriore e attraverso gli indizi che lasciamo scorgere”.
Il demonio non può violentare la nostra libertà per inclinarla al male. “E’ chiaro dunque che nessuno può essere ingannato dal demonio, se prima non gli ha voluto dare il consenso della sua volontà”. Il santo Curato d’Ars dice che “il demonio è un grosso cane incatenato che importuna, che fa molto rumore ma che morde solo coloro che gli si avvicinano troppo”. Per questo l’anima che deve vincerne la forza non potrà fare senza ricorre alle preghiere, come del resto non potrà intenderne gli inganni senza umiltà e mortificazione”.
La vita di Gesù è stata riassunta negli Atti degli Apostoli con queste parole: “Passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”. E san Giovanni, parlando del motivo dell’Incarnazione, spiega: “Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo”. Cristo è il vero vincitore del demonio: “Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori”, dirà Gesù nell’Ultima Cena, poche ore prima della Passione. Dio “decise di entrare in maniera nuova e definitiva nella storia umana, inviando il suo Figlio a noi con un corpo simile al nostro, per sottrarre a suo mezzo gli uomini dal potere delle tenebre e del demonio”.
Il demonio, però, continua a detenere un certo potere sul mondo, nella misura in cui gli uomini rifiutano i frutti della Redenzione. Ha potere su coloro che, in un modo o nell’altro, si donano volontariamente a lui, preferendo il regno delle tenebre al regno della grazia. Per questo non dobbiamo meravigliarci nell’assistere, in tante circostanze, al fatto che il male trionfi nel mondo, e che la giustizia venga lesa. Ci deve dare molta fiducia la consapevolezza che il Signore ci ha lasciato molti mezzi per vincere e per vivere nel mondo con la pace e l’allegria di un buon cristiano. Fra tali mezzi ci sono: l’orazione, la mortificazione, l’accostarsi con frequenza all’Eucarestia e alla Confessione, e la devozione alla Vergine: insieme alla Madonna siamo sempre al sicuro. Anche l’uso dell’acqua benedetta è un’efficace protezione contro l’influsso del diavolo: “Mi chiedi perché ti raccomando sempre, con tanto impegno, l’uso quotidiano dell’acqua benedetta. – Potrei darti molte ragioni. Ti basterà sicuramente questa della Santa di Avila: “Da nulla fuggono i demoni, e per non far ritorno, più che dell’acqua benedetta”. Giovanni Paolo II ci esortava a pregare più coscienti di quello che diciamo nell’ultima petizione del Padre nostro: “Fa che non soccombiamo alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno. Fa, o Signore, che non cadiamo nell’infedeltà a cui ci seduce colui che è stato infedele fin dall’inizio”.
In questi giorni di Quaresima ci impegneremo a essere sempre più fedeli a ciò che Dio ci chiede: ciò comproverà che al “Non serviam” del demonio vogliamo contrapporre il nostro personale “Serviam”: ti servirò, Signore.