“In lotta contro il Maligno”: questo il titolo dell’ultimo libro di Don Marcello Stanzione, pubblicato dalle Edizioni Segno di Udine.
di Alfonso Maraffa
.
Scegliere consapevolmente di essere cristiani significa scegliere consapevolmente di essere in guerra. Ovviamente si tratta di una guerra spirituale. Facendo scorrere il calendario, poi, pare proprio che il mestiere delle armi sia una via privilegiata per la santità.
A partire da san Michele arcangelo, principe delle milizie celesti, raffigurato con la spada in mano, vittorioso sull’angelo ribelle Lucifero; per continuare con san Sebastiano, ufficiale dei pretoriani, guardia scelta di Diocleziano; san Giorgio, colui che sconfisse il drago e liberò la fanciulla; santa Giovanna d’Arco, la punzella d’Orléans; san Francesco d’Assisi, dalla vita cavalleresca, che affidava i frati mormoratori alle cure di fra Giovanni, il “pugilatore di Firenze”, e che partì insieme ai crociati per convertire il sultano; l’imperatore Carlo Magno, fondatore del Sacro Romano Impero; san Galgano, che confisse la sua spada nella roccia sul monte Siepi, venerando in essa la croce…San Bernardo di Chiaravalle (1090 – 1153) scrisse, verso il 1135 l’opera De laude novae militiae ad Milites Templi, L’elogio della nuova cavalleria, dedicato all’Ordine Templare, la congregazione di monaci guerrieri nata con lo scopo di proteggere i pellegrini diretti al Santo Sepolcro. Santa Caterina da Siena (1347 – 1380), esortando il papa a lasciare la corte di Avignone per tornare a Roma, scriveva: “Siatemi uomo virile e non timoroso”. Sant’Ignazio di Loyola (1491 – 1556), uomo d’arme, istituisce la Compagnia di Gesù seguendo pure un modello militare – cavalleresco.
Pio XI (1922 – 1939), nella lettera apostolica Meditantibus nobis con la quale ricorda Ignazio di Loyola e Francesco Saverio nel terzo centenario della loro canonizzazione, mette a fuoco il carattere marziale della santità del primo. Scrive infatti: “Fornito dunque di animo così temprato per natura e per educazione, non appena illuminato da Dio si sentì chiamato a promuovere la gloria divina e la salute delle anime, con tutta la fiamma del suo cuore ardente si arruolò sotto le bandiere del Re dei cieli. E volendo inaugurare degnamente la sua nuova vita militare, vegliò tutta una notte in armi presso l’altare della Vergine; e poco dopo, ritiratosi nella grotta di Manresa, apprese dalla stessa Madre di Dio l’arte di combattere le battaglie del Signore, e ricevette come dalla mani di Lei quel perfetto codice di leggi (che così in verità possiamo chiamarlo) di cui deve far uso ogni buon soldato di Gesù Cristo. Alludiamo agli Eserciti Spirituali che, secondo la tradizione, furono ispirati dal cielo ad Ignazio”. Il sacerdote teatino Lorenzo Scupoli (1530 – 1610) intitolò il suo ritratto religioso, considerato un classico della formazione ascetica, Combattimento spirituale. In esso lo Scupoli prescrive quattro “armi” (la differenza di sé, la confidenza in Dio, l’esercizio e l’orazione) da utilizzare in modo strategico. Santa Teresina del Bambino Gesù (1873 – 1897), morta a soli 24 anni nel Carmelo di Lisieux, in Francia, così si rivolgeva a Gesù: “O mio Sposo divino, morrò nelle tue braccia cantando, sul campo di battaglia, con l’arma in pugno!”. San Josemarìa Escrivà de Balaguer (1902 – 1975), fondatore dell’Opus Dei, considerava fondamentali, per il cammino spirituale, la virilità e l’audacia. Ecco alcuni esempi tratti dai suoi scritti: “Non dire: “Sono fatto così…sono cose del mio carattere”. Sono cose della tua mancanza di carattere: sii uomo – esto vir; “Sii forte. – Sii virile. – Sii uomo. – E poi … sii angelo”, “Non mi piacciono i vostri eufemismi: la vigliaccheria la chiamate prudenza”; “Non essere così fiacco, molle”. “E’ ormai ora di respingere quella strana compassione che senti di te stesso”; “La soluzione è questa: innanzitutto, raccomandarli a Dio e riparare”; poi .. affrontarli virilmente e impiegare “l’apostolato delle parolacce”. “La prossima volta te ne dirò all’orecchio un certo repertorio”.
Comunque la vera battaglia del cristiano è, come ci ricorda pure san Paolo, contro il potere tenebroso del maligno. Nel testo edito dalla Segno, don Marcello Stanzione tocca anche temi poco trattati come quello degli spiriti malvagi territoriali e delle anime vaganti. In appendice, il sacerdote salernitano ha riportato numerose preghiere di liberazione, di grande utilità contro il potere delle tenebre.
3 commenti su ““In lotta contro il maligno”, di Don Marcello Stanzione – recensione di Alfonso Maraffa”
http://www.giornalone.it/prima_pagina_libero/
questo ottimo libro, dovrebbe essere letto dal “tenebroso” Omissis…
sottotitolo: Gli spiriti tenebrosi e noi.
Chi l’avrebbe mai detto: l’unico paese in cui si fa la Guerra contro il mondo e le sue perversioni pare sia rimasto la Russia, dove la corte suprema ha avuto il coraggio di mettere al bando i testimoni di geova tacciandoli di estremismo e, n.b., confiscandone tutti i beni. Prego affinchè questo esempio, unitamente alla lettura del libro di Don Stanzione che acquisterò, sia come una doccia gelata per tanti nostri ecclesiastici ed altrettanti cattolici anestetizzati: che faccia riprender in mano a ciascuno di noi, a seconda del proprio ruolo, le “sante armi”.