Il sinodo delle periferie sessuali e le regole della democrazia. A proposito delle aggressioni alle sentinelle in piedi  –  di Patrizia Fermani

… il problema è veramente solo quello delle regole della democrazia? O non è vero piuttosto che chi non riconosce altra norma sopra di sé all’infuori della propria libertà non sarà mai neppure in grado di rispettare le regole della convivenza? Se non andiamo al cuore del problema e non guardiamo alla realtà delle cose, non avremo mai neppure la possibilità di contrastare  il sopruso e il sopruso vincerà comunque.

di Patrizia Fermani

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zzaggrssMonsignor Negri, mentre è in corso il Sinodo delle periferie sessuali, ha tenuto su “La Bussola quotidiana” una veemente orazione in difesa della democrazia liberale (clicca qui).

L’occasione l’hanno offerta le aggressioni subite in più parti di Italia dalle pacifiche sentinelle in piedi  per mano degli eterni sessantottini aggiornati nella nuova versione omosex, rappresentanti dell’unica specie animale che si sottrae alle leggi della evoluzione darwiniana.

Come è noto le sentinelle manifestano soprattutto contro le aspirazioni matrimoniali dei lesbosodomiti, difendendo l’unicità della famiglia naturale. Che non è volere la luna ma soltanto reclamare l’evidenza secondo ragione senza scomodare la religione.

Ma noi viviamo sotto il regime  della dittatura omocomunista e scalfariana, anche’essa versione aggiornata del glorioso e obsoleto comunismo d’antan che però era almeno orgogliosamente ortodosso in fatto di costumi sessuali. Una dittatura assistita oggi apertamente dalla benevolenza vaticana, che può sempre contare su una piazza adibita al lavoro sporco.  Così  gli aggressori allevati  in eterno equilibrio tra tracotanza e piagnisteo, appaiono ai cantori di Largo Fochetti come la meglio gioventù, a fronte di quella inerme degli aggrediti.  E contro tanta tracotanza che sconvolge ancora una volta le famose regole democratiche, ecco scendere in campo giustamente l’Arcivescovo di Ferrara e Comacchio.

Un discorso forte il suo, consolante  per tutti quelli che si sentono stretti dal sopruso quotidiano sinistramente rivestito dei paramenti della democrazia e che di fronte alla inerzia collettiva misurano la propria impotenza.

 Sennonché l’invettiva si è fermata alla procedura e non ha sfiorato i contenuti. Non  è stato premesso nulla  sulla evidenza di una causa che dovrebbe essere abbracciata da chiunque abbia conservato un barlume di ragione.  Anzi, per prima cosa è stata vantata con soddisfazione “la possibilità che in un paese come il nostro possano coesistere concezioni della vita, e quindi della vita morale e delle attività sessuali diverse, senza che l’una debba  necessariamente escludere l’altra”.  Che, detta così, suona  come una apertura di credito illimitata ad ogni concezione “morale” e alle relative manifestazioni pratiche.  Certo, questa compatibilità può essere  garantita dallo Stato, realizzarsi  sul piano dell’ordine pubblico, ma la cosa non ci dice nulla sul valore intrinseco, in termini di bene  e di male delle diverse “concezioni morali”,  cioè se con questa compatibilità apparente provvisoriamente legalizzata sia  garantita anche la salute della società.  E tanto meno ci può convincere ad esempio, per rimanere in tema, che può essere comunque consentito insegnare alla scuola materna  il bello dell’omoerotismo, perché poi a casa i genitori sono ( ancora) liberi di offrire al pargoletto un diverso “modello culturale” in omaggio al pluralismo delle idee. Senza contare che anche questo equilibrio aberrante è  in realtà del tutto illusorio. Perché prima o poi sarà pubblicamente riprovato e poi punito chi oserà esercitare una libertà dissonante da quella omologata , in quanto  le nostre famose democrazie sono in realtà la forma mascherata del potere ideologico mediaticamente indotto, sono cioè la forma più oppressiva perché inafferrabile della dittatura delle idee.

 Ma   l’Arcivescovo si è preoccupato di premettere alle sue sacrosante rimostranze, che il diavolo e l’acqua santa possono combinarsi bene, perché il mondo è grande, c’è posto per tutti, e tutti possono convivere sotto una corretta lettura delle norme costituzionali. Evidentemente di altre norme non occorre curarsi. Tutto fa brodo e la storia della macina al collo di chi scandalizza i piccoli, che il Cristo predicava, è roba buona per società meno evolute.

Insomma, questa rischia di apparire una chiara professione di fede relativista, cioè nichilista e non certo una visione più aderente alla intransigenza evangelica sui principi che rimane scritta a lettere indelebili, anche se la nouvelle vague sinodale condotta da un regista che fa buoni incassi pure in provincia, guarda  alla cassetta e non si cura più né della  qualità dell’opera né della deontologia professionale.

 Del resto quello che inquieta Monsignor Negri è la mancanza del dialogo. E protesta  vigorosamente perché al posto delle parole di condiscendenza reciproca tra chi mette le mine sotto le mura della città e quelli che salteranno per aria, volano le bottigliate e le sassate.   Anzi, egli è disposto a riconoscere che i portatori di eccentrici costumi sessuali, quelli che la Sacra Scrittura aveva esecrato prima di essere sostituita dalla Costituzione e dalle Dichiarazioni universali dei diritti di ogni tipo, sono stati trattati male in passato,  forse proprio a causa di certe intemperanze paoline, e questo può spiegare tanta riottosità verso  il rispetto delle regole democratiche.

Dunque, sodomiti o no, l’importante è convivere dialogando, e disinteressarsi ormai di  tutte le altre norme che la sapienza teologica di Bergoglio ha già abrogato in omaggio alla Storia. Infatti è su questo insegnamento che bisogna essere ora assolutamente intransigenti, dice anche la nuova teologia sinodale. Sull’abbraccio con la Storia ovviamente .

Per riassumere, sembra che ci venga impartita una lezione di grande fede nella democrazia liberale, degna di cultori profondi delle dottrine politiche e di liberali autentici vecchio stampo. Una lezione di sapienza politica e di sagace pragmatismo. Ma  per quanto riguarda la legge naturale e la fede dei padri, abbiamo sentito qualcosa di dissonante, perché evidentemente, les jeux sont faits  e la Chiesa ha abbandonato il campo senza combattere. Con l’alibi della misericordia che apre tutte le vie di fuga e l’usbergo della Costituzione che a differenza del Corano può anche essere interpretata a piacere. Meglio attenersi alle questioni procedurali con le quali non ci si compromette. Per i principi e le regole dell’etica cristiana, il cielo può attendere e tutto va rimandato alla fine dei tempi.

 Ma intanto il problema è veramente solo quello delle regole della democrazia? O non è vero piuttosto che chi non riconosce altra norma sopra di sé all’infuori della propria libertà non sarà mai neppure in grado di rispettare le regole della convivenza? Se non andiamo al cuore del problema e non guardiamo alla realtà delle cose, non avremo mai neppure la possibilità di contrastare  il sopruso e il sopruso vincerà comunque.

Di questo ormai ci si dimentica stranamente anche quando si crede di combattere mezzi e modi della democrazia fasulla.  Il sopruso in forma democratica ha messo solidissime radici proprio perché chi aveva il compito di combatterne le menzogne ha preferito la ritirata strategica. Così, ora che anche la lotta per i principi è stata abbandonata in ossequio alle  nuove apostasie del cattolicesimo,   le armi per combattere la dittatura globale atea e libertaria non troveranno neppure lo spazio minimo per essere impugnate. Con la benedizione della nuova Chiesa democratica e liberale, e opportunamente misericordiosa.

16 commenti su “Il sinodo delle periferie sessuali e le regole della democrazia. A proposito delle aggressioni alle sentinelle in piedi  –  di Patrizia Fermani”

  1. Il suo articolo mi pare ingiusto. Di sicuro saprà che monsignor Negri più volte è intervenuto con proposizioni chiare e tempismo record, a differenza di molti altri.
    Se iniziamo a sparare anche sulle gambe che ci sorreggono, siamo messi bene.

    1. patrizia fermani

      D’accordo sui meriti di Monsignor Negri. Ma che vale costruire la diga e insieme fare il forellino fatale? Che non è neppure un forellino, se è da lì che si incanala tutta l’acqua.. Se una causa vale l’altra, allora non ha senso neppure combattere una guerra di questa portata e con questa sproporzione di forze dovuta proprio allo sfuocamento progressivo del messaggio cristiano.

  2. “la possibilità che in un paese come il nostro possano coesistere concezioni della vita, e quindi della vita morale e delle attività sessuali diverse, senza che l’una debba necessariamente escludere l’altra”. A me, cattolico praticante, questa affermazione, da parte di un Arcivescovo della Chiesa, appare veramente sconcertante. Io credo che coloro che affrontano Dio in tal modo (ovvero ormai la maggioranza dei paesi occidentali) debbano essere compatiti, poiché il giudizio divino sarà per loro inflessibile. Nondimeno, è veramente preoccupante la prospettiva che incombe sui nostri bambini (insegnamento scolastico omosessuale, teoria del gender, adozione a coppie gay e lesbiche) e per loro bisogna combattere. Inoltre, come si permettono i sindaci italiani di registrare “matrimoni” omossessuali, quando nel nostro paese ancora (per quanto?) tale aberrante unione non è consentita dalla legge? Stanno emulando i giudici della Consulta che “inventano” leggi non esistenti. Colpi di Stato!

    1. Sconcertante è un termine molto gentile, TROPPO gentile….
      Perché quanto sta avvenendo riguardo ai bambini è descritto perfettamente
      da lei, e cioè è diabolico.

    2. L’espressione “attività sessuale” è presa dal lessico sinistrese e a me fa digrignare i denti. Aver persuaso la gente comune che non si può stare nella vita senza una attività sessuale adeguata e soddisfacente è assolutamente contrario all’etica cristiana, almeno lo credevo prima di leggere questo articolo.

  3. Ma cosa ce ne importa della democrazia liberale, dei suoi valori e delle sue regole? Niente! A noi sta a cuore la Verità! Lo Stato che dà pari diritti a Verità ed errore, è pessimo.

  4. “non è vero piuttosto che chi non riconosce altra norma sopra di sé all’infuori della propria libertà non sarà mai neppure in grado di rispettare le regole della convivenza? Se non andiamo al cuore del problema e non guardiamo alla realtà delle cose, non avremo mai neppure la possibilità di contrastare il sopruso e il sopruso vincerà comunque.”
    In effetti mi mancava qualcosa, pur apprezzando mons. Negri che, un po’ come Alfano, sembra difendere il codice della strada mentre circolano ed esplodono le auto-bomba… Grazie Patrizia Fermani, spesso perfino chi legge RC riesce a sonnecchiare! E sveglia, mons. Negri! Il suo munus la dota, come molte polizie locali, anche di armi da fuoco, non solo di palette di plastica rosse e verdi!

  5. I meriti di Monsignor Negri non credo siano in discussione da parte della signora Fermani però anche a me l’articolo sugli attacchi alle Sentinelle in piedi mi avevea deluso mi è sembrato senza forza e senza sostanza ingredienti di cui solitamente Monsignor Negri infarcisce i suoi puntuali e coraggiosi interventi
    I mei complimenti per l’articolo che con coraggio va al nocciolo della questione

  6. Carissima, Ella scrive: “Ma noi viviamo sotto il regime della dittatura omocomunista e scalfariana, anch’essa versione aggiornata del glorioso e obsoleto comunismo d’antan che però era almeno orgogliosamente *ortodosso* in fatto di costumi sessuali”. In effetti gli stalinisti si vantavano del loro puritanesimo, che veniva esaltato rispetto alla “prostituzione a orologeria” del divorzio facile che rimproverano agli Americani. Quando un capo cadeva in disgrazia, prima di ogni altra accusa, gli si attribuivano intemperanze sessuali. Sartre e persino PASOLINI accusavano i fascisti di pederastia. Però, più si scoprono i fatti, più si vede che era in gran parte ipocrisia. La vita se la godevano anche i signori del potere proletario. Però, il fatto che reputavano utile darsi arie di questo genere, comunque depone a loro favore.

  7. Concordo completamente con questo eccellente articolo!
    “La possibilità che in un paese come il nostro possano coesistere concezioni della vita, e quindi della vita morale e delle attività sessuali diverse, senza che l’una debba necessariamente escludere l’altra”: quindi accettiamo anche pedofili, incestuosi e necrofili?
    Si devono difendere soltanto le immutabili Leggi di Dio: tutte le leggi umane (anche se democratiche) incompatibili con esse sono abominevoli e da rifiutare!

  8. Invito i commentatori a leggere l’ottimo intervento di Monsignor Negri prima di commentare. L’articolo di Patrizia Fermani è fuorviante quando afferma che “le sentinelle manifestano soprattutto contro le aspirazioni matrimoniali dei lesbosodomiti, difendendo l’unicità della famiglia naturale”. Non è così. Le sentinelle manifestano in primo luogo contro un disegno di legge che vorrebbe istituire un reato per le opinioni, qualcosa di raccapricciante in democrazia. Per questo manifestano anche non credenti e persone di buona volontà. In questo senso Mons. Negri ha parlato di diverse concezioni di vita: egli intende dire che è assurdo voler dichiarare reato la difesa di “una” concezione di vita, quale che sia, dal momento che in democrazia possono convivere tutte. Non sta parlando da un punto di vista religioso, ma civile.

    1. Anch’io l’ho intesa così. Se si legge bene “tutta” la frase, di cui la signora Firmani ha trascritto solo una parte, si comprende che Negri si riferiva all’azione portata avanti dalle Sentinelle. In quel momento non esprimeva giudizi personali, non ha «vantato con soddisfazione» nulla. Il comunicato è chiaramente di condanna per le aggressioni contro le sentinelle, non ha altro scopo. Anche per quanto riguarda il dialogo, Negri ha affermato che «la capacità di dialogo può esserci dove esiste un rispetto reciproco delle varie posizioni senza la volontà egemonica da parte di nessuno». Mi sembra condivisibile.
      Lucio

    2. patrizia fermani

      Di fronte ad una macchina da guerra come quella messa in campo internazionale e ora nazionale dalle potentissime organizzazioni che mirano a polverizzare i legami famigliari e con essi la società intera per ottenere una moltitudine di ominidi alienati da manovrare a piacimento, un disegno di legge sgangherato come lo Scalfarotto è lo specchietto per le allodole che serve a creare la “questione omosessuale”. La legge nascerebbe incostituzionale se fosse approvata. ma anche in sua mancanza la macchina da guerra che sta elevando l’omosessualità a valore da imporre ai bambini “perché a 14 anni è già tardi”, come ha detto in una conferenza all’ordine degli avvocati di Padova una esponente del movimenti forensi omosex, va avanti a marce forzate nel vuoto del pensiero collettivo. Ho ritenuto di attribuire alle sentinelle un intento più assiologicamente orientato per non mortificarne gli intenti che mi augurerei fossero un pò meno ristretti di quelli da Lei indicati.

      1. Le sto dicendo che impostando così la questione sta facendo il gioco dei violenti che hanno aggredito le Sentinelle. Questa gente ha solo vantaggi quando si parla di contrasto alle unioni omosessuali, così continuano a vestirsi da vittime e ad accusare gli altri di bigottismo. È tanto vero quanto affermo che nei tg “amici” si parla solo di matrimonio omosessuale e mai del ddl che mira ad introdurre il reato. La realtà è un’altra. Questi aggressori vogliono sovvertire l’ordine democratico e le libertà fondamentali dei cittadini – prima tra tutte la libertà di espressione. Se fossimo TUTTI compatti nello smascherali, non avrebbero alcun paravento e la questione si sgonfierebbe in 3 minuti. Poi lo voglio vedere chi è così intelligente da impegnare il Parlamento sui matrimoni gay con la disoccupazione al 50% e gli italiani che emigrano in massa.

  9. patrizia fermani

    la libertà di manifestare il proprio pensiero non può essere slegata dai contenuti che ne determinano anche il limite. come è nel caso dei reati che offendono l’onore delle persone. Anni fa un tribunale del Lazio assolse l’autore di vignette pornografiche che avevano come protagonista Giovanni Paolo II ma a nessuno viene in mente che non si sia tratto di una sentenza aberrante. la difesa della libertà di manifestazione messa in campo senza riferimento ai valori che coinvolge diventa un involucro vuoto pericoloso e capace di innestare l’effetto boomerang. la battaglia o è sui contenuti o non è. Se si perde di vista questo come criterio prioritario, qualunque rivendicazione di libertà per la libertà, in un regime che è già di totalitarismo ideologico, è capace di confortare la coscienza di qualcuno ma non ha nessuna possibilità di svegliare il pachiderma di una società narcotizzata dal politichese televisivo, giornalistico e ora persino ecclesiale.

    1. patrizia fermani

      Che il ridurre la questione alla libertà di manifestazione del pensiero sia giocare la carta sbagliata, come già cercavo di spiegare ieri, lo dimostra in modo esemplare il fatto che la procura di Roma ha archiviato il caso, perchè il fatto non costituisce reato, della diffusione al liceo giulio cesare del libro che conteneva pagine evidentemente oscene e relative ad un rapporto omosessuale. Paradossalmente Anche se non si parlasse più per assurdo di reati di omofobia(dico per assurdo perché certamente prima o poi qualche cosa in materia verrà approvata) la più oscena propaganda dell’omosessualità potrà sempre essere fatta ricadere sotto il diritto alla libera manifestazione del pensiero o alla libertà di educazione ed essi saranno utilizzati proprio contro chi crede di difendersi invocandoli a proprio vantaggio.
      Su questo piano la battaglia, non ancorata ai principi, ai valori in gioco, è persa perché inutile.o persino dannosa

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