Dall’ufficio di Pastorale per il Matrimonio e la Famiglia, Alla Caritas, all’Azione Cattolica (e tanti altri), tutti insieme appassionatamente per presentare il libro “L’amore omosessuale” =========
di Patrizia Fermani
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Roma chiama, la diocesi di Vicenza risponde. È’ alleato affidabile e servizievole. Da anni prepara il proprio fedele pubblico al nuovo corso del cattolicesimo, con i lussureggianti festival biblici aperti sui larghi orizzonti del pensiero debole ben rappresentato, facendo un nome a caso, da Michela Marzano. Molto significativo quello del 2013 intitolato “Fede e Libertà”, che riguardava propriamente la libertà dalla fede.
Ora la diocesi di Vicenza gioca di anticipo sul Sinodo della famiglia che qualche preoccupazione pare darla a Roma per una partita, contro l’ala conservatrice, che sembrava dovesse essere vinta già al primo tempo e forse dovrà essere giocata fino ai supplementari. Ecco allora questa alacre diocesi periferica che oltre ai festival biblici ora sponsorizza anche la pubblicazione di un libro dal titolo eloquente: ”L’amore omosessuale” (CLICCA QUI per leggere l’invito con l’elenco completo degli sponsorizzatori e dei relatori). È evidente, anche indipendentemente dal contenuto di questo manufatto steso a quattro mani, come già il titolo intenda trasmettere un’idea sublimata proprio di quel fenomeno omosessuale che per la Chiesa fino a poco tempo stava sotto il segno del peccato. Qui invece sembra si voglia subito suggerire non solo l’idea di una normalità del fenomeno, ma anche quella di un suo aspetto edificante. Infatti per affrontare il fenomeno dell’omosessualità dal punto di vista religioso, si fa solitamente riferimento alle inclinazioni, agli istinti, o addirittura alla devianza, alludendo alle forze che allontanano l’individuo dall’ obbedienza alla ragione naturale e al disegno della creazione. Invece con l’amore si sposta tutto sul piano delle facoltà superiori dell’uomo.
L’amore può essere considerato come sentimento individuale, o come legame reciproco e può declinarsi secondo forme, contenuti e significati diversi, ma impegna comunque il piano elevato dei sentimenti che coinvolgono la ragione. L’amore coniugale, quello materno e paterno, quello filiale, aderiscono comunque ad un progetto della natura che l’uomo può servire più meno bene a seconda delle proprie capacità e del proprio impegno personale, ma in un modo certamente più elevato ed elaborato di quanto richieda la biologia. Non per nulla dell’amore dell’uomo si interessava soprattutto la poesia prima che intervenisse la psicoanalisi. Di questa nuova sublimazione tra poesia e io profondo il libro sembra dunque farsi garante non solo col titolo, ma anche con la illustrazione di copertina, dove figurano poeticamente appaiati due graziosi alberelli uguali in piena e leggera fioritura. Una raffigurazione idilliaca degna dei riferimenti botanici presenti nella poesia di Saffo e lontana ormai mille miglia dal senso dei “mal protesi nervi” di cui parlava Dante che conosceva bene la teologia cristiana.
Ma l’interesse degli organizzatori è tutt’altro che letterario. E a fugare ogni dubbio sulle loro intenzioni promozionali, ecco una nota esplicativa nella locandina di presentazione del libro, scritta nello stile del perfetto ecclesialese cattoprogressista, involuto più per ipocrisia spontanea che per turgore speculativo, e che merita una lettura attenta.
Nell’incipit è contenuto il messaggio chiave: l’interesse del libro è dato anzitutto dal fatto che esso si occupa di un tema” al centro del Sinodo”. Anzitutto non è chiaro se questo tema che sarebbe centrale per il Sinodo sia l’omosessualità o l’amore omosessuale. La differenza non sarebbe da poco perché lo “studio” della omosessualità non implica ancora di per sé alcun giudizio di valore sul comportamento omosessuale, non pregiudica cioè la sua valutazione dal punto di vista della dottrina della Chiesa. Quando invece si parla di “amore omosessuale”, viene data per scontata quella sublimazione del rapporto di cui si parlava sopra. Ma in un caso e nell’altro l’affermazione secondo cui il fenomeno omosessuale è un tema al centro del sinodo della famiglia, oltre ad essere falsa è sicuramente tendenziosa. È falsa perché la relatio sinodi, con delusione cocente di qualcuno, e grazie alla ribellione di molti altri, ha relegato il tema al numero 52 dove viene rifiutata energicamente la prospettiva dei famosi matrimoni omosessuali e ci si limita a raccomandare attenzione pastorale per le famiglie in cui ci sono persone con tali inclinazioni nei confronti delle quali deve essere espulso ogni atteggiamento irrispettoso e ostile. È dunque evidente che l’intento è quello di far passare artatamente l’idea, attraverso un riferimento falso, della avvenuta normalizzazione del fenomeno da parte della Chiesa.. E poiché il Sinodo è ufficialmente dedicato alla famiglia il cui modello è per i cristiani unico e irreformabile, il gioco di elevare surrettiziamente la omosessualità a tema centrale del Sinodo sulla famiglia, è solo un modo volgarmente truffaldino per inserire nella famiglia le unioni omosessuali. Siamo di fronte, nella perfetta sincronia con la politica laicista, ad una stessa operazione a tenaglia, quella che si propone di stritolare l’intera società, non senza il contributo di associazioni e alleanze sedicenti cattoliche.
Dice ancora la istruttiva nota di presentazione del libro, che questa è una occasione per esaminare i risultati presinodali (cioè gli esiti dei famosi questionari inviati alle diocesi) che interpellano la nostra Chiesa: il che, tradotto, significa “ dei quali la Chiesa deve prendere atto secondo il principio democratico che, come è noto, costituisce il precomandamento della chiesa postconciliare. Lo scopo è, fuori di metafora, quello indicato dallo stesso Bergoglio : la verità sui fenomeni ancora oggi “controversi e ignoti” (vedi rapporti omosessuali!), deve essere ricercato uscendo ad ascoltare le opinioni che circolano. Insomma la verità per questa nuova chiesa politicamente sensibile, è legata a dinamiche locomotorie. Verità e giudizio non sono tratti dalla Scrittura e dai suoi comandamenti, ma dalle opinioni formatesi dialetticamente. È la chiesa che abdica al proprio compito e lo rimette democraticamente al popolo. Un popolo, oltre tutto, che è stato debitamente manipolato da anni da mezzi di comunicazione telecomandati dai potentati omosessualisti sovranazionali e nazionali che dominano la politica.
Ma non basta. È molto istruttivo analizzare anche la ricchissima messe delle fonti alle quali si rinvia per ogni possibile approfondimento.
Come è ormai noto a tutti la promozione dell’omosessualismo e il suo inserimento in una nuova paideia, ruota ora , oltreché sull’amore che tutto purifica, sulla violenza verso le donne e da ultimo sul gender. Tempo fa si puntava anche sul valore della diversità promossa a risorsa culturale a prescindere, ma essa presenta l’inconveniente di avvalorare per contrasto l’idea della normalità, e di compromettere perciò la pretesa della uguaglianza di trattamento..
L’amore è il ritrovato invece che va bene per tutto e per tutti, e giustificando tutto soddisfa l’esigenza propria della chiesa nuova di abolire il peccato e chiudere definitivamente le porte dell’inferno con quelle del confessionale. Il gender che sostituito al sesso consente una scelta identitaria da opporre alla destinazione naturale, è la trovata che serve a dare una base per così dire “ideale” alla liberazione moderna dalla schiavitù di una natura che non ha più nulla a che vedere col disegno provvidenziale di Dio.
Ma nei testi consigliati e richiamati ad hoc dalla locandina , la fa da padrone la violenza sulle donne. Un tema che proprio quando sembrava essere stato accantonato per decenza, ha ripreso nuovo vigore in ossequio al precetto marxista leninista secondo cui anche realtà inesistenti a forza di essere ripetute diventano vere e sono poi credute da tutti. Infatti di questo passo scopriremo presto che anche da noi le vedove vengono bruciate vive sulla pira del marito morto. La violenza sulle donne insieme alla restante paccottiglia femminista è di nuovo impiegata come cavallo di battaglia per attivare la lotta di classe contro la virilità e per lanciare con l’invocata ed egualitaria indistinzione sessuale anche la indifferenza della scelta sessuale. .
Quanto basta dunque perché questa presentazione si risolva in un potente strumento propagandistico che ha lo scopo ormai scoperto di spogliare le pratiche omosessuali di ogni connotazione morale negativa e avviare le contigue relazioni nell’alveo di rapporti famigliari, con il concomitante allargamento, del concetto di famiglia. Nel suo insieme la sola locandina che pubblicizza “L’amore omosessuale” per conto della diocesi di Vicenza, contiene un vero e proprio programma politico, una esposizione di intenti, un po’ come la Promissione ducale, il piano di governo della Serenissima che il nuovo Doge stilava per i sudditi. Essa riproduce alla perfezione una parte significativa del piano di governo della nuova chiesa bergogliana. Una chiesa che si allea con i radicali a Roma e con i Soros oltreoceano, in vista di quella perfetta pianificazione famigliare alla quale lo “sviluppo sostenibile”, al centro di una enciclica di cui tutti sentivamo ansiosi la mancanza, potrà conferire il rigor mortis. Ma a chi dovrà rispondere questa chiesa che fu cattolica e che ha cambiato il contenuto del proprio mandato? A potenti sponsor? A quelli che si sono sentiti tanto forti da poter sostituire il comandante in capo?
Tutti ricordano il drammatico commento che il cardinale Ratzinger fece alla via crucis del 2005 e il famoso riferimento alla “sporcizia” nella Chiesa. Di quale sporcizia si trattasse si capiva. E si capiva la preoccupazione per lo scandalo verso i più piccoli che Nostro Signore ha indicato come irredimibile. Ora la musica è tanto cambiata da essersi trasformata in un linguaggio insidioso che offende l’intelligenza mentre cerca di oscurare il senso della fede e della ragione cristiane.
Il Vangelo affidato a questi “nuovi” uomini di Chiesa, ricorda tristemente la storia di Amleto, che viene accompagnato verso l’ Inghilterra dai due “amici” latori della sua condanna a morte. Lo salverà la tempesta che li farà naufragare tutti . Ed è forse proprio soltanto in una tempesta purificatrice che alla fine possiamo cominciare a confidare.
15 commenti su “Il sinodo della chiesa di Vicenza – di Patrizia Fermani”
Articolo tagliente, preciso, purtroppo totalmente condivisibile.
Magistrale la conclusione, cara Patrizia!
Venga presto la purificazione, e i “Tempi nuovi” che la seguiranno. Nostra Signora lo ha promesso. Nostra Signora non promette se poi non mantiene!
Bruno
Vorrei sapere se i fedeli della chiesa di Vicenza sono d’ accordo e quanti pensino di disertare, non dico la messa, ma almeno l’ obolo domenicale.
Caro Ulysse, Lei è sicuro che ci sia una Chiesa a Vicenza?
La Chiesa di Cristo può insegnare solo la dottrina di sempre; se così non avviene vuol dire che a livello umano quella NON è la Chiesa di Cristo ma una contro-Chiesa, anche se avesse al suo interno alcuni alti prelati!
Naturalmente penso e spero che a Vicenza ci siano tanti bravi Sacerdoti di retta dottrina: LORO e SOLO LORO (insieme ai fedeli ancora cattolici) sono la Chiesa di Vicenza!
Credo proprio che abbia ragione, ha fugato ogni dubbio!
Vicenza non è certamente l’unica diocesi in Italia che sta mettendo in atto la pastorale misericordiosa di bergoglio riguardo gli omosessuali. Non parliamo di quello che sta succendo all’estero! Per me la domanda chiave è: siamo sicuri che ci sia una Chiesa CATTOLICA a Roma? Certamente la religione di questi pastori ( n primis il vescovo di Roma) non è cattolica.
Ogni giorno che passa,con i suoi eventi più o meno comprensibili al momento,con i martellamenti interminabili per convincerci tutti che nessuno può esser certo di esser Carlo,quando potrebbe ben esser Carla e che Carlo e Giovanni, come Carla e Giulia se si amano davvero,che bella famiglia fanno;con le nuove proposte educative che finalmente a chi ha tre anni aprono le frontiere del sesso (che diamine,non siamo mica più al tempo del diluvio…);coi ricorrenti inviti ad essere educati e dignitosi e togliere il disturbo quando ammalandoci facciamo schifo, che tanto chi sulla barca di quell’antico Pescatore non si decide a salire preferendo intrattenimenti telefonici quanto meno originali, su certi argomenti non apre bocca; insomma, ogni giorno che passa, a chi ancora non s’è annacquato il cervello viene sempre più da chiedersi: può durare un mondo così? E veramente si conclude con amarezza,con infinita amarezza che è “soltanto in una tempesta purificatrice che alla fine possiamo cominciare a confidare”.
Vicenza la prima città d’Italia che alla XIII secolo aveva già il Culto all’Immacolata Concezione. Vicenza che ebbe il coraggio di cacciare tutti gli aguzzini e strozzini insediatisi nella città e che per questo fondò il Monte di Pietà. Vicenza che dal dopoguerra grazie ai “liberatori ” si è insediata la loro prima loggia massonica militare d’Italia. Vicenza la città più militarizzata d’Europa. Vicenza dove non a caso è apparsa la Madonna sul Monte Berico…Vicenza quella vera non può essere d’accordo con “l’amore omosessuale”. Vicenza torna in te stessa, vicentini resistete siate forti e Semper Fidelis…..
Il problema non è assolutamente “Vicenza”, cara Giustina.
Il problema è l’establishment clericale – organizzato dalla immancabile Libreria San Paolo e proliferato in branche come il “Coordinamento delle teologhe italiane” e “La parola – Associazione culturale e di solidarietà”, il cui logo mostra “il Libro” (parola di chi??) tinto di Arcobaleno, che si sfoglia per “fare cultura” e “attuare la solidarietà” (scacciando l’impresentabile Carità).
Si può fare il parallelo con l’azione del vescovo giansenista di Pistoia Scipione de’ Ricci (fine 1700, educato dai Gesuiti: sempre la stessa epoca e gli stessi protagonisti !!), che volle “riformare la sua(??) Chiesa” tramite un Sinodo. Quando perse l’appoggio del Potere (il Granduca di Toscana) fu cacciato dal popolo. Sovente ne ha parlato Pucci Cipriani.
Illuminati in abito talare e Illuminati di Corte, che cercavano di “far capire al popolo cattolico quale fosse il suo bene”: esattamente come oggi
Ma infatti caro Raffaele, non ho assolutamente voluto dire che il problema è Vicenza. Ho sottolineato invece come quella città fu assolutamente ed unicamente devota all’Immacolata già secoli prima che fosse dichiarato il Dogma. Segno inequivocabile di dove si trovi tanto bene e devozione li si sia annidato il grande male vestito da establishment clericale e altro. Vicenza dal II dopoguerra è ostaggio dei “liberatori” che del territorio hanno fatto scempio e dunque arte cultura tradizioni e memoria a punirla anche del suo coraggio nell’aver scacciato gli aguzzini che la ammorbavano. Questi poi son ritornati più vendicativi che mai. L’America è stata assegnata alla discendenza di Sem. Per capire la storia vera si deve necessariamente rivedere la divisione della terra postdiluviana e chi furono i primi invasori del globo ossia le peggiori discendenze di Cam e di Sem . I semiti sono anche cinesi indiani e tutti gli arabi e i camiti sono africani marocco ecc. Il NWO vuole nascondere le prove di ciò.
Non sapevo della straordinaria antichità della devozione vicentina all’Immacolata – la più preziosa, lo sappiamo dagli avvenimenti del XIX secolo.
So invece, dalle mie visite a Vicenza (cuore geografico del Veneto,fra l’altro), che la città ha un volto morale particolarmente limpido e poetico – malgrado la durezza dei tempi.
Cara Patrizia, è tutto ottimo quello che ha scritto, ma mi trovo costretto a dissentire da Lei su di un particolare: Lei parla di “uomini di Chiesa” ma io credo che così facendo saremo sconfitti: chi non è con Cristo è CONTRO di Cristo e ormai i lupi stanno giocando a carte scoperte: quegli individui sono UOMINI DI SATANA e non appartengono più alla Chiesa di Cristo perché sono incorsi nell’anatema di San Paolo!
Ricordiamocelo anche per un eventuale Sinodo dall’esito eretico: non credo che sia cattolico parlarne riferendosi ad un Sinodo ed a dei Padri Sinodali: se si aprirà all’abominio, anche solo a livello pastorale, dovremo chiamarli CONCILIABOLO e FALSI PASTORI: non dobbiamo concedere più nulla a che si è prefisso di distruggere la Chiesa, neppure i titoli che spetterebbero loro in condizioni normali!
Caro Diego, mi rendo conto che a quella espressione mancavano le virgolette che Lei giustamente aggiunge. Ma mancavano proprio perché dal mio punto di vista, che poi mi pare coincida perfettamente col Suo, le davo per sottintese. Infatti le virgolette stanno a significare la dissociazione tra il significato delle parole e l’oggetto concreto cui esse si riferiscono. : nel nostro caso la dissociazione tra il ruolo formalmente ricoperto e l’operato concreto di determinati soggetti, dissociazione che appare evidente al di là di ogni ragionevole dubbio. D’altra parte il “tradimento” sta proprio nel fatto che il ruolo continua ad essere ricoperto formalmente da chi lo contraddice con le opere e con le intenzioni e quindi l’indicazione del ruolo nel nostro caso serve anche a mettere in luce la contraddizione, non certo a mitigarla…In ogni caso concordo sulla necessità di prepararci ad una nuova terminologia, .adeguata alla realtà delle cose….. . .
sono d’accordo, ormai la scissione, lo scisma è in atto, tra la vera Chiesa Cattolica fedele a Cristo e ai suoi Comandamenti ( il Resto fedele che nelle Scritture sarà perseguitato ma non perirà) e questa nuova chiesa mondialista filo-massonica, fatta da uomini un tempo ordinati sacerdoti, ora traditori del loro minister…e poi la massa degli indecisi e incauti sacerdoti e laici che non hanno ancora capito o NON VOGLIONO capire la situazione. Avanti con coraggio, fedeli a Cristo Salvatore! W CRISTO RE!!!
A proposito dell’ “Amore Omosessuale”, considerato tema (e non peccato) per la teología pastorale sviluppata a Vicenza, informo di un film prodotto in Cile – “El bosque de Karadima” e che racconta con verace durezza, la storia del sacerdote omosessuale Karadima, per anni considerato “il santino” della parrocchia di avenida el Bosque in Santiago. L’omosessaultà di questo sconcertante sacerdote è stata oggetto di due procedimenti giudiziari: uno civile ed uno ecclesiastico, a conclusione dei quali, al sacerdote inquisito, giudicato colpevole, è stato imposto dal Vaticano un ritiro vitalizio in isolamento di preghiera e il sollevamento da ogni attività pastorale e sacerdotale. Karadima era un sacerdote di orientamento conservatore. E` evidente che a Vicenza invece si pratica la “teología della liberazione”, che una ex spia romena, ha dichiarato d’essere stata preparata e diffusa dal comunismo soviético, all’epoca di Krusciov. Lo ha denunciato in questi giorni una Web cristiana dell’America…
Se fosse tutto vero chi ha permesso quel libro è fuori dalla Chiesa Cattolica secondo me