Il 7 luglio, nella chiesa di S. Marta in Genova centro, è stato recitato il S. Rosario in riparazione dello scandalo del “gay-pride”, che si era svolto il 1° luglio.
di Luigi Bruno Torre
.
La città di Genova ha di recente purtroppo dovuto subire altra edizione dello scandaloso (anche per alcune presenze del mondo tra virgolette “cattolico”, pecore del Gregge in grave libera uscita) e cosiddetto Gay pride (stavolta col nome “Che genere di Pride”) ovvero l’orripilante e blasfema e depravante manifestazione, ahinoi pubblica e clamorosa, di ostentazione delle unioni e della carnalità omosessuale (rectius sodomitica), ossia del tremendo peccato contro natura. Quel peccato che secondo la grande Senese, in parole dettele da Gesù stesso, “dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori …”.
Sabato 1° luglio 2017 (privo purtroppo di una di quelle a volte benvenute grandinate del secolo…), infatti, lo sciagurato e depravante corteo si è al solito festozolfosamente incamminato in un tratto del centro città, tra le trafficate zone di Principe fino alla centralissima De Ferrari con l’aggiunta del Porto Antico.
Il Serpente, si sa, offre velenosissimi e falsissimi pretesti di “festa” o “carnevalata” e la strada è stata al solito larga e comoda, ma l’infamia morale, l’obiettivo sfregio all’Ordine naturale voluto dal Creatore e l’offesa grave a Dio, alla Sua Dottrina alla Sua Morale (oltre che al Buon senso ed al Bene comune), sono stati e rimasti e pesanti come macigni sulla Superba che pure aveva ed ha Maria Regina Januae Civitatis.
Ora però, pochi giorni dopo, un gruppetto di fedeli ed amici genovesi (tra cui alcuni della locale sezione della Generazione Famiglia-Manif P.T. e di altri gruppi o sodalizi) senza perdersi d’animo, a buona imitazione di Comitati già esordienti in altre città non solo del nord Italia, hanno, in pochi giorni se non ore, dato vita ad iniziativa di riparazione pubblica a tentativo ed implorazione della Misericordia del Signore onde almeno contenere i danni per la comunità di Genova ed i genovesi di suddetta orgogliosamente diabolica manifestazione.
Venerdì 7 luglio, unendo ed in occasione della celebrazione del primo venerdì del mese alle ore 13,30 nella centrale ed artistica Chiesa di Santa Marta – liturgia che dalla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù del giugno 2009 in poi riunisce ogni mese molti fedeli e gruppi oranti e raccolti grazie allo zelo degli organizzatori ed alla sollecitudine pastorale del Rettore Mons. Galletti e con la partecipazione, nella solennità del venerdì 23.6.2017, del Card. Bagnasco – si è recitato, nella mezz’ora precedente, il Santo Rosario in dichiarata riparazione del “Gay Pride” seguito dalle splendide Litanie del Sacro Cuore, preghiera che ha visto nutrita partecipazione di fedeli e poi nette, forti, luminose e cattoliche parole di Mons. Galletti.
Nello spirito di profonda devozione in onore del Sacro Cuore di Gesù, nonché della figura e vicenda e di quanto privatamente rivelato, promesso e richiesto a S. Margherita Maria Alacoque dal Cristo Amorevole, è stato ben naturale e doveroso pensare proprio alla dichiarazione/richiesta fatta alla Santa da Nostro Signore nel giugno del 1675, a lei mostrandosi con il petto squarciato: “Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini … e per contraccambio ricevo dalla maggior parte irriverenze e sacrilegi … almeno tu dammi il piacere di supplire alla loro ingratitudine tanto quanto ne sarai capace”.
A noi la Buona Battaglia, a Dio la Vittoria sul peccato e sulla morte, questi direttamente fomentati dall’abominio contro natura, per di più favorito ed ostentato!
6 commenti su “Il S. Rosario di riparazione per il “gay-pride” di Genova – di Luigi Bruno Torre”
Anche io, alla notizia di ogni gay pride, mi auguro che in quella città scoppi un bel temporale che, senza provocare danni o allagamenti, provochi un fuggi – fuggi generale e distrugga i camuffamenti, i maquillages e le pagliacciate varie di quel popolo. Ma non succede mai purtroppo.Come sono cattiva!
Condivido, gentile Carla. Non Tua “cattiveria”… sulle in effetti stranamente spesso mancanti “precipitazioni atmosferiche”, … trattandosi anzi della ben probabile pervagante coda del Maligno …
Soltanto New Orleans subì una devastante alluvione subito dopo un importante gay pride locale!
Io credo che queste, sia pur doverose celebrazioni, fatte sette giorni dopo il gay-pride lascino il tempo che trovano; l’opinione pubblica, la gente ormai ha
“metabolizzato” quello che è successo e chi si è visto, si è visto. Queste riparazioni vanno organizzate in contemporanea all’altra per avere una certa efficacia sul morale dei fedeli; in realtà il gay-pride era stato programmato da tempo e perciò c’era tutto il tempo per organizzare la “contro-manifestazione”, stanando anche le autorità religiose della città.
Come ha spiegato il comitato Scopelli, queste iniziative hanno prima di tutto un valore soprannaturale, quindi la prima preoccupazione non è che “lascino o non lascino il tempo che trovano” presso le persone: di certo “non lasciano il tempo che trovano” presso Nostro Signore. Sodoma avrebbe potuto salvarsi se ci fosse stato un manipolo di persone timorate di Dio. Come minimo, queste persone oggi pregano in riparazione.
Detto questo, il modello è quello di Reggio Emilia: processione pubblica possibilmente lo stesso giorno. Se non ovunque si è riusciti allo stesso modo, intanto si è iniziato e poi si terrà conto dell’esperienza per migliorare alla prossima occasione. Perché è chiaro che questo giro di “gay pride” non sarà l’ultimo e non è la sola cosa che richiede riparazioni. Questo infausto periodo storico dovrà concludersi con la gente che in massa chiede perdono a Dio per il rifiuto globale che le nostre società hanno espresso nei Suoi confronti e per lo stato in cui la maggioranza dei cattolici ha lasciato ridurre la Chiesa. Oggi stiamo gettando il seme in questa…
Senior 58, chissà perché, paradossalmente, mi fa venire in mente la miope e sciagurata “scelta religiosa” dell’Azione Cattolica (e più in generale e sociopoliticamente forse peggio, della Democrazia Cristiana). Separare gli ambiti soprannaturale ed umano, fidarsi dei soli mezzi umani, pensare che basti la visibilità mediatica o giornalistica e in definitiva non fidarsi di Dio. Sono d’accordissimo che bisogna rimettere Dio e la Dottrina Sociale Cristiana al centro della società, della cives., della polis, della legge, della cultura, delle istituzioni … Ma deve sapere, da un lato che l’aspetto umano o mediatico-culturale è solo una piccola faccia del grande prisma e dall’altro che la preghiera può fermare, e storicamente ha fermato, le guerre, e 6 giorni di tempo di fronte al Signore ed alla Sua onnipotenza nulla sono, nulla sminuiscono …