Il “premier” Topolino e il giudizio dell’elettore – di Piero Nicola

… fermiamoci qui un momento, sui capitali stranieri investiti nel Bel Paese. Il fenomeno è già in atto da tempo e promette di continuare sulla stessa strada… È ovvio che lo straniero fa anzitutto i suoi interessi di straniero, o di mondialista, il che è lo stesso. Perciò, alla fine, il danno è certo… A tale proposito, ecco che Topolino marcia al fianco dei difensori dell’immigrazione selvaggia, che crea disordine civile, delinquenza, e dobbiamo ringraziare soltanto Dio se finora non ci ha contagiato con le gravi epidemie africane o asiatiche.

 di Piero Nicola

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rnsmrkL’elettore è colui che, investito della sovranità popolare, ha facoltà di scegliere il partito e l’uomo politico che conduca il Paese, che ne regga le sorti per il meglio. E allora voglio mettermi in questi panni augusti e responsabili, e pormi quesiti capitali e darvi risposte fatali, elettorali.

  Si dirà che il cittadino ha soltanto il diritto-dovere di eleggere, di accordare la fiducia a questo o a quel rappresentante, non ha una funzione di legislatore o di governante che entra nel merito delle questioni. Ma non è un argomento sofistico? Almeno nelle grandi linee, il cittadino, per scegliere il rappresentante al parlamento, dovrebbe avere un’idea della politica che costui dovrà attuare, del modo con cui risolverà i maggiori problemi da risolvere.

  Il preambolo intende giustificare le osservazioni che sto per esporre sul programma legislativo che il primo ministro Matteo Renzi ha delineato per la salvezza della condizione socio-economica italiana. Osservazioni fatte in un’ottica spicciola, di buon senso qualunque.

  A prima vista, il governo di Topolino reca una enorme palla al piede: il ministro dell’economia Padoan. Egli, provenendo dalla dirigenza dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) legata all’alta finanza mondiale, coerentemente, si dimostra un ferreo tutore del rigorismo finanziario, cioè del mantenimento dei conti pubblici in regola, cioè della conduzione delle finanze statali già operata da Monti e da Letta. D’altronde, lo stesso Topolino sostiene – e non solo a parole – che tale austerità ha fatto compiere all’Italia salutari sacrifici, che ne stiamo cogliendo i frutti, avendo acquistato credito presso i mercati e gli investitori internazionali.

  Fermiamoci qui un momento, sui capitali stranieri investiti nel Bel Paese. Il fenomeno è già in atto da tempo e promette di continuare sulla stessa strada. A occhio e croce, il bilancio è stato passivo. Si sono vendute aziende e industrie importanti, svenduti gioielli produttivi dello Stato, col risultato che molte di queste imprese sono state chiuse, sia perché trasferite in altri paesi dove i costi della manodopera sono inferiori, sia per eliminare così un concorrente pregiudizievole. È ovvio che lo straniero fa anzitutto i suoi interessi di straniero, o di mondialista, il che è lo stesso. Perciò, alla fine, il danno è certo: vuoi perché la nostra manodopera sarà sempre più cara di quella dei paesi che sfruttano i loro operai e impiegati, vuoi perché, dove da noi comanda un anglosassone, un oltramontano, un russo o un senza patria, la nostra civiltà ne soffre molto.

  A tale proposito, ecco che Topolino marcia al fianco dei difensori dell’immigrazione selvaggia, che crea disordine civile, delinquenza, e dobbiamo ringraziare soltanto Dio se finora non ci ha contagiato con le gravi epidemie africane o asiatiche.

  Tornando ai problemi della manodopera e della flessibilità delle assunzioni e dei licenziamenti, Renzi si è preoccupato di aumentare quest’ultima con un decreto, criticato dai sindacati e che lascia alquanto apatici gli imprenditori, i quali si aspettano ben altre misure favorevoli alla produzione.

  Bene, un maggior liberismo nei contratti di lavoro servirà a poco per attrarre i capitali che vanno alla busca e per risollevare gli imprenditori nostrani, mentre l’insicurezza è a detrimento della famiglia: l’ultimo istituto che possa ancora tenere in piedi la società.

  La famosa spending rewiev, il taglio alla spesa pubblica. – È questo espediente, la frana del programma renziano, infatti approvato dai commissari europei e dagli statisti della stupida Europa che si crede astuta, mentre fa di tutto per disintegrarsi, nazione per nazione. Siccome il mezzo principale per risollevare l’economia e il lavoro risiede nella produzione, ossia nei consumi, e la soluzione del problema è urgentissima, i tagli della spesa sono una sciocchezza, vanificheranno gli altri provvedimenti. Sarà inutile aver messo gli 80 euro nelle buste-paga per aumentare le compere e far lavorare le industrie se, dall’altra parte, la spesa diminuisce di altrettanto. Eppure Topolino e il suo ministro dell’economia mondialista hanno legato a filo doppio spending rewiev e detrazioni fiscali per i dipendenti: dai ricavi della prima dipendono le seconde. Già, i conti dello stato devono restare in ordine, il tetto del 3% resta intoccabile, anzi bisogna restare più sotto dovendo ridurre il debito pubblico. Quando gli Usa sfondano il tetto e la rotativa che stampa dollari lavora giorno e notte! Ma non vorrei stancare con la solita solfa.

  Vengo al decisionismo renziano. Stupefacente, clamoroso! Ammirevole? Guardiamo bene. Prendiamo la faccenda del senato da cambiare. Togliere l’intoppo della duplice approvazione delle leggi e altre remore collegate, sembra una cosa buona. Ma i venti senatori eletti dal Capo dello stato, che senso hanno? Si capisce che Forza Italia li abbia visti come il fumo negli occhi. E si poteva evitare benissimo tale punto della riforma. Le spiegazioni sono due: o re Giorgio l’ha voluto, o si è voluto costringere Berlusconi alla trattativa: “Ti tolgo i venti senatori eletti dal Presidente della Repubblica e tu mi permetti di posporre l’approvazione della legge elettorale (l’Italicum) all’approvazione della riforma del senato (che richiede svariati mesi)”, così come pretende il Nuovo Centrodestra di Alfano & C.

  A proposito di re Giorgio, europeista intransigente e in accordo con la finanza internazionale. Topolino e lui sono culo e camicia, come si suol dire. Se sommiamo a ciò le proteste di concordanza manifestate verso i capoccia di Bruxelles, l’Angela Merkel, il Barack Obama e il David Cameron, sembra proprio che Renzino abbia fatto la frittata.

  Perciò alle prossime elezioni europee non voterò in modo da sostenerlo. Farò tutto il contrario.

5 commenti su “Il “premier” Topolino e il giudizio dell’elettore – di Piero Nicola”

  1. Piero Vassallo

    Caro Piero, stiamo assistendo a una rapprersentazione surrealista. Credo sia inutile cercare il significato dell’attività politica in corso. Il vecchio Godot è al Quirinale, Topolino a Palazzo Chigi, la germanica Marozia è alle porte. Siamo al VI Canto del Purgatorio. Le malattie terzomondiali sono già in libera circolazione. I topi ballano e la cocaina naviga nelle fogne. Siamo in mano dei mentecatti. Affettuosi saluti, e complimenti per il tuo prezioso lavoro, piero

  2. Luigi Maria Ventola

    Dal momento che per settant’anni abbiamo lasciato mano libera a questi furfanti venditori di fumo, adesso non possiamo lamentarci dello stato in cui è ridotta la nostra nazione. Stiamo semplicemente pagando per il nostro disinteresse verso la res publica e per la nostra ignavia. Delitto e castigo…..

  3. Noi cattolici siamo rassegnati allo sfacelo. Ma perchè dobbiamo sempre soggiacere a politicastri che per farsi eleggere sbandierano cattolicità da tutti i pori della pelle, vanno a messa, si fanno fotografare con questo o quel prelato, e poi , e poi niente , sono come quelli di prima. Falsi e bugiardi. Il loro preprogramma governativo dovrebbe chiamarsi : ” Il Bugiardone “. O abbiamo l’unto del signore con la cerniera facile,o il mangiatore di mortadella , o la supercattolica pluridivorziata,o il divoratore di italiani accompagnato dalla signora piagnistei, o..o..o..Una banda di atei,senza morale, senza rispetto. Massa di burocrati, affamatori del nostro popolo. Cattolici scendete in politica! Anzi salite in politica ! Togliete l’osso di bocca ai cani che stanno divorando le nostre vite. Giovani un po’ di coraggio, non possiamo stare sempre al balcone a guardare quelli che ci stanno razziando le pecore, e poi andare a chiamare gli stessi razziatori, che per l’occasione hanno cambiato il vestito, perchè prendano i ladri, verrano da noi e ci riempiranno di botte.

  4. Giuliano da Montefalco

    cara maria, sono convinto che sia necessaria la discesa in campo di un movimento costituito da cattolici non finti. Ma prima di agire in politica occorre: a. rivendicare la filosofia del senso comune (quindi sostenere la meritoria azione di mons. Antonio Livi); b. uscire dall’illusione entrista (ovvero comprendere che pdl ncd ln e schegge destre fanno entrare cani e porci pur di ragranellare voti da spendere al tavolo degli sprechi; c. elaborare un programma serio e credibile; d. formare una classe dirigente puntando sui giovani; e. trovare i mezzi (soldi onesti) indispensabili all’azione politica. Pio XII diceva “non è l’ora del lamento ma dell’azione”. Ma l’azione comincia dal pensiero: il volere (l’azione di conseguenza) dipende dal sapere.

  5. Beh, per quanto riguarda le malattie importate dall’immigrazione, basta andare a leggere le statistiche sanitarie per accorgersi che la tubercolosi è ritornata in auge, insieme ad epatite ed altre cose belle!
    Secondo il mio parere non c’è tanto bisogno di partito di cattolici visto che i cattolici veri ormai sono proprio pochini, pochini !
    Quanto un partito di persone moralmente degne e coerenti almeno.
    Il partito “cattolico” che ci ha governato per 50 anni era gestito da personaggi che tutto avevano fuorchè il cattolicesimo; del resto quelli che ora si definiscono tali, e sono politici, vengono proprio dalla Dc di vergognosa memoria !
    Non ci fu mai partito così sibillino e manovratore come la Dc ! Se gli altri partiti della fu Prima Repubblica avevano una linea chiara , pur se accettabile o meno dal cattolico, la Dc aveva la linea del “furbo più che si può” e gli utlimi residui rappresentanti estinti ne erano l’incarnazione perenne…
    Se poi arrivasse il pertito dei cattolici, sarebbe schierato con vescovi e cardinali che ben poco hanno di cattolico, ma molto di modernista; quindi guai a noi ancor peggio ! Altrochè la 194 approvata col voto Dc, vi sarebbero matrimoni gay, droga a gogò, scuole liberiste con manualetti sessuali per l’infanzia , tutto con approvazione ecclesiastica e di partito (e ci siamo quasi…).
    Preghiamo che il Signore ci liberi dal Male e da questi politici terribili che purtroppo rappresentano la maggior parte degli italiani senza coscienza. Ma non noi !

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