Il papà “gender-friendly” della Danone

Redazione

Più che “Stay Strong” la campagna sarebbe potuta chiamarsi “Stay Tuned” ossia “stai al passo con i tempi” e piegati al folle “gender diktat”.

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zdanone

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Actimel, lo yogurt probiotico della Danone strizza l’occhio al gender. Lo fa attraverso una campagna pubblicitaria con il seguente messaggio: “I tuoi amici non sapranno mai che sei stato reginetta per un giorno”, accompagnato dallo slogan, “#StayStrong papà!”.

La foto parla chiaro: un uomo truccato da donna e con i fermacapelli con accanto una bambina agghindata alla stessa maniera, che fa finta di sorseggiare qualcosa da una tazzina rosa.

L’immagine fa parte della campagna “Stay Strong”  lanciata da Actimel ad aprile con la quale la multinazionale francese aveva annunciato che avrebbe parlato “direttamente agli ‘eroi’ di ogni giorno, ovvero ai consumatori, comunicando messaggi di attitudine positiva per affrontare i momenti di difficoltà quotidiane”.

I responsabili della comunicazione di Danone devono dunque aver pensato che per andare incontro ai gusti e agli “umori” del mercato occorra uscire dal classico stereotipo del “papà maschio” per rappresentare il nuovo papà effeminato in perfetto stile gender. Più che “Stay Strong” la campagna sarebbe potuta chiamarsi “Stay Tuned” ossia “stai al passo con i tempi” e piegati al folle “gender diktat”, rappresentando la “normalità” del “papà reginetta” pur di vendere il tuo prodotto.

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fonte: Osservatorio Gender – Famiglia Domani

10 commenti su “Il papà “gender-friendly” della Danone”

  1. Scusate ma questo è solo un babbo che ha giocato a prendere il thè con la sua bambina e anzi si strizza l’occhio semmai al machismo della compagnia di amici del babbo: la bambina manterrà il segreto e nessuno saprà mai che il babbo si è agghindato e truccato per lei.

  2. Non c’è solo la Danone. C’è la Barilla, Findus e molte altre. Esiste addirittura un’associazione, ispirata dal solito Scalfarotto, che raggruppa le aziende “pro-lgtb” e fa consulenze sul come attuare politiche aziendali omosessualiste. Pubblicità, ma anche campagne interne, corsi obbligatori alla “diversity” per i dipendenti, “carte dei valori” che impongono “rispetto” per l’omosessualità con sostanziali limitazioni al diritto di espressione dei dipendenti, finanziamenti ad associazioni lgtb. Si chiama “Parks”. Fanno consulenze alle aziende sul come essere efficacemente, appunto, “filo-gay”. Ecco la pagina del loro sito che elenca tutti i loro soci: http://www.parksdiversity.eu/cos-e-parks/i-soci/
    Leggete i nomi di queste aziende e poi sappiatevi regolare per i vostri prossimi acquisti. E scrivete alle Direzioni Marketing di queste aziende comunicando la vostra decisione. E sarebbe assai bello se qualche associazione a noi vicina avesse il coraggio di lanciare una campagna pubblica di…

  3. Pienamente d’accordo che, se il consumatore ha un’arma in mano, è quello di boicottare una volta per sempre le aziende produttrici che si piegano all’immoralità.
    Ormai però siamo a un punto tale, a mio avviso, che anche l’azione meritoria ma singola non basta più a contrastare la marea nera.
    Occorrerebbe alzare il livello di resistenza, o scrivendo anche all’azienda per esporre la propria protesta, o meglio ancora associandosi fra gruppi di credenti e avanzare proteste collettive.
    Poi alla fantasia non occorre certo porre limiti quando si tratta di tutelare il bene spirituale, a partire da quello dei nostri figli.

  4. Le pubblicità sono quasi tutte improntate al sesso, alcune scandalose , oppure hanno riferimenti subliminali al Gender come questo. Bisogna boicottarle non comprando più i loro prodotti,soprattutto quelli francesi.

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