Ho avuto la fortuna di essere amico di Mario Palmaro, e di questa amicizia conservo il ricordo di tanti incontri e tante conversazioni. C’è un’altra cosa che mi rimane di Mario, e sono i suoi libri. Mario ha scritto molto, in proprio e in società con l’amico Alessandro Gnocchi. Credo di avere tutti i libri che ha scritto. Vorrei quindi ricordare quello che mi colpì di più. Un parere molto soggettivo. Non so se rappresenti l’opera migliore, o più fortunata, ma per me resta il libro più significativo. Parlo di La Bella Addormentata. Un libro pubblicato nel 2011, quindi agli sgoccioli del pontificato ratzingeriano. Credo si tratti di una delle più lucide analisi della crisi della Chiesa mai scritte.
Mario e Sandro ci descrivono quello che è accaduto dopo il Concilio Vaticano II, risalendo alle origini del fenomeno dell’apostasia soft, silenziosa, in atto da tempo. Dove sono nate e come sono finite le idee che guidarono il Concilio, come si sviluppò la “mitologia” postconciliare, fino ad arrivare al declino della Verità e all’oscuramento della Croce.
Questo libro, ripeto, illuminante e stimolante, aveva però qualcosa di più rispetto ad altre analisi storiche e teologiche, e lo si intuiva dallo stesso titolo, apparentemente un po’ buffo, con quel richiamo alla celebre fiaba. Era un libro arricchito dalla virtù della Speranza. La speranza che questo tunnel possa terminare, e si possa tornare alla luce. La speranza che la Bella Addormentata, che è naturalmente la Chiesa, possa finalmente risvegliarsi.
Con quella suggestiva ipotesi conclusiva, che è di una attualità incredibile: che il Principe che può risvegliare la Bella Addormentata sia il popolo dei fedeli. Non tanto quello o quell’altro cardinale. Direi a commento che con la spaventosa crisi sacerdotale ed episcopale che è in atto che non c’è proprio alcun prelato della Provvidenza da attendere. Tocca ai fedeli, ciascuno singolarmente. E il libro di Mario & Sandro finiva proprio con queste parole: “Tocca a ciascun cattolico dare ogni giorno quel bacio alla Bella Addormentata, se veramente la ama”.
Posso dire che Mario lo ha fatto davvero, fino all’ultimo giorno della sua vita. Ora tocca a noi.
1 commento su “Il mio amico Mario Palmaro, uomo della Speranza – di Paolo Gulisano”
Molto bello, grazie! Ho letto a suo tempo il libro “La bella addormentata”, lo rileggerò.