IL METODO DI DIO: LA CHIESA
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Editoriale di “Radicati nella fede” – Anno XI n. 1 – Gennaio 2018
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Un Tradizionalismo individualista è un puro non-senso.
Spieghiamoci subito riguardo al termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.
Ma dicevamo, un tradizionalismo individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.
Qual è il pericolo più grande che corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.
La causa di questa tendenza è ben chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua dura esistenza.
Umanamente si può capire questa reazione, ma resta inaccettabile e va prontamente corretta. Anzi, va colta quale essa è: la più grande tentazione che il demonio possa mettere sulla nostra strada. Ad ogni situazione della vita personale e ad ogni stagione della storia della Chiesa, corrisponde una tentazione; e quella che dobbiamo vincere oggi con le armi di Dio, è quella di far meno della Chiesa stessa.
La chiesa “ufficiale” ti “bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più.
Ma anche questo resta una posizione puramente personale, che rischia di fermarsi ad un individualismo devoto, se non diventa metodo. Ma non può diventare metodo, se non riconosci che la Chiesa è il metodo di Dio. Non è la Chiesa che ha bisogno del tuo amore, ma sei tu che hai assolutamente necessità della Chiesa e hai bisogno di amarla.
La Chiesa è istituita da Gesù Cristo, che mette insieme i suoi discepoli in una comunità visibile, e ne fa la sua presenza nel mondo, il prolungamento della sua presenza nella storia. Come dice P. Calmel, “La Chiesa è inseparabilmente sia mediatrice di salvezza per la sua predicazione, i suoi insegnamenti, la sua gerarchia, sia dimora sacra ove Dio abita grazie alla carità che brucia sempre nel cuore della Chiesa e grazie alla presenza eucaristica del Signore Gesù che nutre questa carità”.
Come non si può diventare cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.
Questo che è vero sempre, perché Dio ha scelto questo modo, questo metodo, per raggiungerci e afferrarci nel tempo, diventa drammaticamente urgente nei tempi di necessità quale il nostro.
Quando la confusione si fa tanta, quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa, dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa comunità sia guidata dall’autorità, che garantisce il legame con la Tradizione, cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.
Occorre non fare da sé, ma “seguire”. Nell’esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci fosse questo seguire?
E su questo non bisogna complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non ti farà mettere in questione il dono della grazia.
All’inizio di un nuovo anno l’invito più urgente è quello di seguire.
Ma chi devo seguire? Devo seguire chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.
Preghiamo che nessuno si perda dentro una personale superbia che si crogiola amaramente nella propria solitudine, perché il metodo è la Chiesa.
11 commenti su “Il metodo di Dio: la Chiesa – Editoriale di “Radicati nella Fede” – gennaio 2018”
È difficile molto difficile seguire chi ti induce nel giudizio ma con l’aiuto di Cristo sarà sempre la Sua Sposa, la Chiesa, a salvarmi seguendola comunque
La Chiesa è la società dei battezzati cristiani-cattolici, questo sta scritto nel catechismo PioX che tutti noi abbiamo imparato, e non deve essere altro. Poi un cristianesimo senza tradizione, cioè senza dei paletti fermi sulla spiritualità e moralità comuni, non serve a niente, sparisce in breve.
Ho letto che si consiglia di recitare, domani 1° gennaio, la preghiera di consacrazione della propria famiglia al Cuore Immacolato di Maria SS.ma, possibilmente dinanzi ad una statua della Madonna; il testo è il seguente:
Consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato di Maria
Vieni, o Maria, e degnati di abitare in questa casa. Come già al tuo Cuore Immacolato fu consacrata la Chiesa e tutto il genere umano, così noi, in perpetuo, affidiamo e consacriamo al tuo Cuore Immacolato la nostra famiglia. Tu che sei Madre della Divina Grazia ottienici di vivere sempre in grazia di Dio e in pace tra noi
Rimani con noi; ti accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi di essere sempre tuoi, in vita, in morte e nell’eternità. Resta con noi come abitasti nella casa di Zaccaria e di Elisabetta; come fosti gioia nella casa degli sposi di Cana; come fosti madre per l’Apostolo Giovanni. Portaci Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Allontana da noi il peccato e ogni male.
In questa casa sii Madre di Grazia, Maestra e Regina. Dispensa a ciascuno di noi le grazie spirituali e materiali…
….. che ci occorrono; specialmente accresci la fede, la speranza, la carità. Suscita tra i nostri cari sante vocazioni.
Sii sempre con noi, nelle gioie e nelle pene, e soprattutto fa’ che un giorni tutti i membri di questa famiglia si trovino con te uniti in Paradiso.”
Quale miglior difesa contro i depistaggi del clero modernista? la barca di Pietro potrà anche essere da loro condotta contro gli scogli dell’incredulità, dell’apostasia, del tradimento di Cristo, ma le nostre famiglie, riparatesi sotto il Manto Santo dell’Immacolata, non saranno sedotte dagli impostori. Buon Anno a tutti, in Cristo e Maria.
Magnifico. Grazie caro Catholicus. Buon anno anche a Lei.
L’individualismo è una tentazione, è verissimo. Ed è anche una tentazione quella di confluire in movimenti e gruppi che ci rassicurino, che diano visibilità alla nostra sete di bene, rinunciando a farci sentire in seno alla Chiesa. Ma la setta che eclissa la nostra Santa Madre conta proprio su questo: che ci separiamo, che ci creiamo il nostro gruppetto, che la lasciamo imperversare impunemente nel dare scandalo ai fedeli, nel disonorare la Chiesa e nell’offendere Dio. Tocca a noi tutti, in quanto Cattolici, farci sentire. Dobbiamo trovare il modo di far comprendere ai nostri fratelli che non vogliamo una riserva indiana in cui compiacerci del latino o delle belle funzioni, ma che chiediamo ai nostri Pastori di ridarci quella Chiesa che dal Concilio ci hanno negato, sostituendola con una grottesca parodia. E per farlo, il primo passo è l’esempio di una vita coerente, nella Grazia di Dio. La Comunione dei Santi non è altro che questo, con l’aiuto di chi ci ha preceduto in Cielo. Che Dio ci conceda di vedere l’alba in cui questo avverrà.
Baronio: “Tocca a noi tutti, in quanto Cattolici, farci sentire. Dobbiamo trovare il modo di far comprendere ai nostri fratelli
…………….che non vogliamo una riserva in cui compiacerci del latino o delle belle funzioni, ma che chiediamo ai nostri
…………….Pastori di ridarci quella Chiesa che dal Concilio ci hanno negato, sostituendola con una grottesca parodia”……
Non Le sembra, caro il nostro Baronio, che la Chiesa che dobbiamo chiedere ai nostri Pastori sia esattamente quella che – in quel lontanissimo Conclave del 1958 – è rimasta vedova del Suo Vero, Autentico Papa? E non Le sembra anche che – come avviene con un qualsiasi corpo umano deprivato della sua testa – la Chiesa deprivata del Suo Papa rimanga nella impossibilità fisiologica di continuare a parlare, a pensare, ad agire e ad esserci? La preghiera che noi rivolgiamo ai nostri Pastori, quindi, altra non può essere che quella di RIDARE, prestissimo, alla nostra Chiesa il Suo Vero, Autentico Papa Cattolico!!!
Splendido editoriale!
Non capisco bene il senso dell articolo. Come mai capisco bene discorsi che rimangono nella teoria e non scendono mai nella pratica. Non sono di certo una cima di intellettuale. L idea che sta alla base dell articolo è sicuramente vera e buona, ma in questi tempi non è attuabile. Non si può oggi frequentare la parrocchia o la chiesa” ufficiale” soprattutto per chi, come me, ha figli. Semplicemente perché il nostro dovere di stato è tramandare la fede( non più difenderla in parrocchia visto che la battaglia è persa da decenni). E per tramandare la fede è necessario che i nostri figli crescano in un ambiente cattolico. Sicuramente non in parrocchia. Poi sarà Dio a pensare alla sua Chiesa e quando sarà tempo di riconquistarla coloro che hanno custodito il tesoro della fede sapranno come rimettere le cose al loro posto. É alla protezione dei bastioni “tradizionalisti”che nasceranno coloro che raccoglieranno le macerie della chiesa e la riedificheranno. A ognuno il suo compito a seconda dei doni che Dio gli ha dato.
L’individualismo non è certo una cosa buona in termini di fede, nè è cosa buona restare soli, ma è altrettanto da scartare l’ipotesi di fare comunella con chi di fede ne ha una falsa e sbagliata. E’ sempre questione di priorità. Se si accetta il principio che pur di non restare soli si può diventare qualunque cosa, allora si diventa quello che sono diventati gli altri.
Questa metodica di accettazione supina e da ogni costo è anch’essa una tentazione e può portare all’errore e alla perdizione.
Continuare a voler stare per forza con qualcuno, quando si è di fatto rimasti soli, non ci fa cercare il giusto e il vero magari lontano da noi ma ci fa rinunciare alla retta fede
oppure cedere al compromesso.
La vera Chiesa non bastona chi è nel giusto e neppure chi sbaglia, ma cerca di correggere l’errante e confermare il giusto.
Una chiesa che sistematicamente bastona i giusti e premia i malvagi non è di Cristo, non è affatto e non può essere questo il metodo della Chiesa.
Meglio soli che male accompagnati si diceva un tempo e vale sempre.
“Come non si può diventare cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.”
Tutto vero se vivessimo ancora negli anni 50 del secolo scorso. Ma qualcuno mi può aiutare. Io sono un “cristiano bambino” e penso che questo bell’editoriale valga per la Chiesa e le parrocchie dove si insegna la Vera Dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo, ma praticamente, come si fa ad andare ad una messa o confessarsi o prendere i Santi Sacramenti in una parrocchia dove si parla continuamente del “povero migrante” e lutero riabilitato e dove il “pastore” é diventato lupo? Se continuiamo a frequentare gli zoppi impareremo a zoppicare. E se tecnicamente non si può frequentare una vera parrocchia Cattolica per motivi di distanza che cosa dobbiamo fare noi piccoli fedeli che siamo già ogni giorno alle prese con le nostre incombenze materiali? Da più di 50anni ci dicono che dobbiamo rimanere saldi nella chiesa, anche se questa sbaglia e intanto milioni di anime si sono perse e si stanno perdendo.