Cronache da un’Italia di cui andare fieri: il rendiconto di quello che gli Alpini in congedo hanno fatto nel 2015 a favore di qualsiasi prossimo bisognoso.
di Giovanni Lugaresi
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E’ “un resoconto incredibile”, il Libro Verde della Solidarietà: “straordinario nei numeri e nei contenuti. Dietro alle somme in danaro raccolte e donate, dietro alle ore di lavoro, si nasconde un mondo silenzioso che guarda agli altri prima che a se stesso. Uomini con il cappello con la penna nera che, senza indugio, rispondono alle esigenze delle proprie comunità, senza chiedersi chi avrebbe dovuto farlo, ma semplicemente con un ‘presente!’ quando qualcuno chiama”.
In queste espressioni del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero c’è la sintesi del “Libro verde della Solidarietà” riferito a quello che gli Alpini in congedo hanno fatto nel 2015 a favore di un qualsiasi prossimo bisognoso: comunità, associazioni, enti benefici, più alpini in armi, eccetera.
Sintesi di motivazioni, di sentimenti, di una generosità dimostrata non a parole, ma nei e con i fatti.
E l’altra sintesi, quella dei “fatti”, appunto, è questa: totale delle somme raccolte e donate euro 5.769.932,57; ore di lavoro prestato gratuitamente 2.105.565.
Monetizzando poi quelle ore, a 27,52 euro l’una, vien fuori un totale di 57.945.148,80.
Complessivamente, quindi, la solidarietà degli Alpini nel 2015 ammonta ad euro 63.715.081,37 – sì, avete letto bene! E quello 0,37 è emblematico della precisione, della esattezza dei conti che fanno le Penne Nere.
I settori di intervento solidale sono stati i seguenti: Alpini in armi, Anziani, Banco Alimentare, Comunità, Enti Benefici, Manifestazioni Patriottiche, Missioni, Parrocchie, Scuole e Giovani.
Tutte le sezioni nelle quali si articola l’Ana hanno fornito i dati richiesti dal Centro Studi del sodalizio delle Penne Nere, ma non tutti i gruppi aderenti alle sezioni medesime hanno trasmesso i “loro numeri della solidarietà”, essendo dell’opinione che non devono essere pubblicizzati – è giusto così, insomma.
Opinione tutt’altro che peregrina, per così dire, ma a parere di chi scrive è bene che in questa Italia in cui prosperano gli egoisti, i ladri, le truffe, il malaffare, a tutti i livelli, si sappia che ci sono altre persone (di un’altra Italia, evidentemente), dei galantuomini che si preoccupano e si occupano di chiunque abbia bisogno, all’insegna dell’evangelico: domandate e vi sarà dato.
Non a caso, il presidente Sebastiano Favero ha richiamato, nella presentazione del Libro Verde della Solidarietà, il terribile evento di quarant’anni fa, quando il Friuli venne colpito dal terremoto, e le Penne Nere si mobilitarono per portare soccorso alle popolazioni, e quindi per la ricostruzione.
Fu, fra l’altro, l’avvio di un impegno dell’Ana su quello che chi scrive ha definito “il fronte della solidarietà”, lungo, sconfinato, perché dalle varie regioni italiane, si è ampliato all’Europa e a tutto il mondo.
E un’altra osservazione faremo per inciso a proposito di questi italiani onesti e generosi.
Proprio dopo il terremoto in Friuli, all’Ana il governo degli Stati Uniti d’America affidò il contributo di solidarietà per le popolazioni colpite: 43 milioni di dollari (70 miliardi di lire all’epoca), consapevole, evidentemente, che a quelle mani, magari callose e brutte, non sarebbe rimasto appiccicato nemmeno un centesimo, perché erano… mani di Alpini.
La credibilità, e dunque l’affidabilità, delle Penne Nere erano evidentemente ben note anche Oltreoceano se si preferivano gli Alpini al governo nazionale o a qualsiasi altra istituzione -organizzazione!
Ma torniamo al bilancio della solidarietà scarpona datato 2015, entrando in qualche particolare delle tante sezioni. Quella più numerosa è stata anche la più generosa: Bergamo. Infatti, i suoi alpini hanno prestato lavoro gratuito per 299.854 ore e raccolto, quindi donato, una somma di euro 1.032.773.
La sezione di Trento, dal canto suo, 141.457 ore di lavoro ed euro 472.305,81; quindi, Brescia: 129.325 ore di lavoro ed euro 558.998, e Verona: 77.911 ore di lavoro ed euro 286.158, eccetera eccetera…
Ecco, per dirla ancora con il presidente nazionale Sebastiano Favero, “questi sono gli Alpini, quelli che amano il gusto delle cose semplici, che risolvono i problemi con gesti semplici. Essi si offrono senza pretese per l’immenso piacere di dare”.
“All’Adunata di Asti, quest’anno, la Sezione di Intra ha portato in sfilata uno striscione che credo riassuma molto bene la nostra natura, il nostro modo di essere: ‘Noi ci siamo sempre’. Siamo una certezza di cui questo nostro paese ha enormemente bisogno”.
Non c’è dubbio; possono dirselo, e dirlo agli italiani, in primis a chi ci governa, che loro sono una certezza per tutti, perché, appunto, loro ci sono – sempre!
3 commenti su “Il Libro Verde della Solidarietà – di Giovanni Lugaresi”
Ammirevoli oltre ogni espressione! Gli Alpini sono sempre stati così|
Quarant’anni fa il terremoto del Friuli: mio padre, alpino sezione Intra dedicò tutte le sue forze e le sue ferie per la ricostruzione. W gli ALPINI, sempre!
“Alpino ” un nome ,una missione,un destino! la penna del cappello rivolta in alto,indica il fine ultimo al quale tendere e di cui l’alpino come precursore e guida ,indica a se stesso e a tutti : oltre la fatica e il sacrificio,oltre il volo superbo delle aquile,oltre le cime maestose che ti ammutoliscono nello stupore,oltre il “religioso”silenzio che predispone all’ascolto di una Presenza,c’è Dio Padre che ti aspetta nell’abbraccio amoroso dell’eterna sua compagnia!
alpino S.Alberto…presente!