di Patrizia Fermani
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Il pontificato di Bergoglio fin dalle primissime battute ha suscitato sorpresa. Quanti sono ormai avvezzi a considerare con compiacimento ogni omologazione verso il basso, hanno visto nei detti e nei fatti del nuovo vescovo di Roma una implicita promozione personale ed un guadagno di immagine per la Chiesa. Per altri si è trattato di vedere con disperante sgomento che invece prendeva forma proprio l’autodissoluzione della Chiesa e del cattolicesimo. Altri ancora, incapaci di affrontare a piè fermo la realtà di una morte annunciata, attaccati alla speranza come ad una scialuppa di salvataggio, si sono consolati ricordando come lo stesso Pio IX avesse assunto il ministero petrino nella veste di simpatizzante dei movimenti liberali, per poi diventare, di fronte alla realtà dei fatti e alla pericolosità oggettiva di certe idee, il papa del Sillabo.
Non più di un anno fa Umberto Silva, che affiancava Giuliano Ferrara in una curiosa presentazione “critica” del libro che ha raccolto gli articoli scritti per il Foglio da Gnocchi e Palmaro sul rinnegamento della fede cattolica da parte di Bergoglio, ostentava il proprio fiducioso ottimismo sulla nuova guida della Chiesa e sui possibili benefici frutti e rivoltava contro gli autori quella funesta pretesa di verità che, a suo dire avrebbe caratterizzato la rivoluzione francese, scambiando così, con un lapsus davvero imperdonabile per uno psicanalista, la verità con la libertà senza limiti che è stata la sola corda suonata dai signori dell’89. Ora anche Silva sembra prendere atto che la strada imboccata non è propriamente quella che ci si aspetterebbe in tempi tanto critici dalla suprema guida spirituale (ma si sa che oggi lo spirito ha assunto un significato polivalente), e sul Foglio di giovedì sfodera anche lui la tesi che presto ci sarà una svolta e che il vescovo di Roma all’occorrenza sarà all’altezza del proprio compito istituzionale. Insomma, se finora si è potuto scherzare, al momento buono si farà sul serio. Come se una corsa verso il precipizio come quella che interessa ora una intera umanità, possa consentire qualche distrazione e come se questa corsa non sia stata invece accelerata proprio dalle presunte innocue “distrazioni” del vescovo di Roma oltrechè incoraggiata da una chiesa allo sbando.
E dunque rispetto ad un anno fa, anche chi ostentava tanto ottimismo, si vede costretto a ripiegare su una speranza ormai disperata, mascherata da ostentate quanto cervellotiche sicurezze.
Ho portato l’esempio di Silva perché rispecchia, anche in chi avrebbe tutti gli strumenti per diagnosticare la realtà umana e istituzionale della chiesa attuale, un atteggiamento diffuso che ha conseguenze preoccupanti. Viene elusa una doverosa e responsabile presa di coscienza della realtà mentre si inalbera un maleinteso principio di obbedienza che ignora l’ordine gerarchico dei doveri. Nella massa essa è diventata presto ossequio alle ferree direttive del potere mediatico che ha riconosciuto immediatamente nel vescovo di Roma, l’interprete più efficace della propria ideologia di ascendenza comunista. Si è venuta così alimentando l’idea che detti e gesti del Vescovo di Roma siano comunque consoni al ruolo, plausibili nei contenuti, accettabili nella forma, cattolicamente ineccepibili.
In ogni caso l’esempio di Pio IX rimane improponibile perché le idee che potevano avere attratto Mastai Ferretti fino ai primi tempi del pontificato, anche in virtù di certe contingenze storiche, e che furono ripudiate poi a tempo debito, non avevano ancora prodotto tutti i propri frutti nefasti. Ma in seguito gran parte di quelle idee hanno contribuito alle inaudite catastrofi accumulate dal novecento e sotto forme diverse continuano a produrre le altre mostruose aberrazioni che ora sono sotto gli occhi di chiunque voglia vedere. Sono le stesse idee che insinuate in forma subdola nel Concilio vaticano II, hanno preparato l’autodistruzione della Chiesa, proseguita più o meno indisturbata fino al rush finale ora pilotato da Bergoglio. Quelle idee hanno già prodotto una società insipiente e vanesia. Un società posticcia con modelli miserabili, incapace di educare le nuove generazioni dopo avere rinnegato le proprie ascendenze, incapace di distinguere il bello dal brutto, il vero dal falso, il bene dal male e suggestionata dalla messainscena delle parole che possono vivere nella mente disattivata delle persone come puro suono senza contenuto reale. Di fronte allo sfacelo ci si è trovati disarmati perché ci si è adattati a sostituire la fatica del pensiero con la formula d’uso. Negli anni trenta il vecchio Kennedy fece lobotomizzare la figlia ventitreenne perché la sua irrequietezza e imprevedibilità avrebbe potuto nuocere alla carriera dei fratelli votati alla politica. Anche oggi si è fatto ricorso alla lobotomizzazione di massa attraverso la distribuzione obbligatoria delle formule sacramentali della demagogia di sinistra, l’unica reperibile ora in rerum natura, e di quella cattocomunista che vi si è modellata. L’automatismo del pensiero pilotato fu rappresentato in modo magistrale dalla satira di Petrolini. Nerone che promette di ricostruire Roma, dopo averla incendiata, “più grande e più bella che pria”, viene osannato prima ancora che riesca a pronunciare le parole fatidiche. Così pure Chaplin ha potuto anticipare in parte casualmente, il plauso per il grande Dittatore che parla solo della libertà e del bene prima di approntarne la distruzione totale.
Non da meno sono i cantori odierni, laici e no del nuovo umanesimo promosso dal vescovo di Roma, che giudica e manda o non giudica e non manda, a seconda di quanto è più funzionale ad un disegno che appare sempre più evidente. E tutti si mostrano incuranti dei significati e delle intenzioni, delle finalità e degli esiti, come delle esigenze della intelligenza e della forma.
Ma davvero esemplari sono i redattori di Zenit, che invece di non pubblicizzare i discorsi di S.Marta, li riportano per intero (CLICCA QUI) con grande sprezzo del ridicolo proprio e altrui.
Così a nessuno è venuto in mente che sarebbe stato meglio oscurare una frase di ieri estrapolata fra tante, tutte meritevoli di nota. Ha detto il vescovo di Roma: “a volte quando vedo un cristiano tanto rigido, penso ‘signore, buttagli una buccia di banana’ ”. Pensiero stupendo, inserito in mezzo a tutto un insieme di frasi e parole polivalenti senza significati determinati e senza collegamenti logici plausibili, ma capaci di offrire un campionario buono per tutti i gusti.
Ora di fronte a tanta incontinenza oratoria, in altri tempi si sarebbe cercato, per carità di Dio, di non dare pubblicità a un tale mortificante e confuso agglomerato di parole e idee. Ma il pudore è virtù obsoleta dalle parti delle attività sessuali, figuriamoci se può sopravvivere nelle stanze degli addetti alla divulgazione del pensiero bergogliano.
E se tutto questo viene venduto senza remore, significa ovviamente che il mercato è pronto ad assorbirlo. Ci siamo abituati alla mefitica consistenza dei tessuti cinesi e al loro nauseante odore petrolchimico e dunque possiamo accogliere senza battere ciglio il profilo formalmente minimale dei discorsi di quella che è stata per secoli la più alta autorità morale anche se i loro contenuti sono devastanti per tutti e mortificanti per la chiesa di Cristo? Ma possiamo veramente eludere i significati di quanto viene detto e non avvertire l’eco assordante di quanto non viene detto? Possiamo pensare la povertà eletta a categoria morale, l’uguaglianza a realtà naturale, la morale a libertà personale, la vita e la morte consegnate senza indugio alla politica, la bellezza strangolata dalla ottusità ?
Evidentemente si, perché, come diceva Umberto Eco in un saggio profetico sulla fenomenologia di Mike Buongiorno : “quest’uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere, traspare una mediocrità assoluta unita ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione scenica, si vende per quello che è in modo che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto”.
Ovviamente Mike Buongiorno era persona garbata le cui gaffe non tradivano né protervia né disprezzo per il prossimo, ma solo una inconsapevole, o forse studiata, mancanza di sensibilità. Ma potremmo citare anche von Balhtasar, che qualche anno dopo il Concilio di cui era stato entusiasta promotore, di fronte allo scempio della liturgia che del concilio è stato il risultato più immediato e dirompente, scriveva: “se siamo diventati uomini piccoli non si vede perché dobbiamo ridurre il mistero al nostro formato”. Appunto.
Il vescovo di Roma riduce ai minimi termini il formato della Chiesa e del papato già deformato dai preti e dalla teologia post conciliari, e lo fa per di più stravolgendo i contenuti del cattolicesimo. Se non ce ne accorgiamo neppure significa che siamo noi a spogliarci del nostro patrimonio perché non siamo più in grado di comprenderne il valore e di spenderci per amministrarlo degnamente. Siamo diventati quelli che applaudono prima di comprendere il significato di quanto viene detto perché in fondo tutto è a nostra misura, quella di uomini diventati troppo piccoli per contenere idee diverse non confezionate e distribuite dall’apparato propagandistico del nuovo Grande Dittatore.
25 commenti su “Il grande dittatore – di Patrizia Fermani”
Mi sento in completa sintonia con le valutazioni espresse da Patrizia Fermani nei suoi vari articoli e ammiro la sua logica ferrea.
E’ proprio il caso di esclamare: O tempora, o mores!, aggiungendo che sia i “tempora” che i “mores” siamo noi stessi e quindi
ponendoci la domanda sul che cosa noi dovremmo fare, per non rinchiuderci nella tristezza e nello scoramento e non cambiare nulla.
L’agire contro corrente mi pare essere l’imperativo categorico ovvio, richiesto dai “segni dei tempi”.
E allora, rimbocchiamoci le maniche ed AGIAMO, per amor di Dio, contro corrente!
Parole taglienti quelle della Dottoressa Fermani, ma come darle torto? Come non restare sconcertati alla lettura della predica di ieri in Santa Marta? E come non sentirsi in qualche modo feriti per l’attacco a quel nostro attaccamento alla Chiesa e alla dottrina di sempre? E’ forse automatica l’eguaglianza “amante delle tradizione₌ipocrita”? E’così scontato questo tipo di ipocrisia? E’ una Chiesa così impoverita ormai questa e senza una voce che si levi alta, che non ci si sarebbe mai immaginati un po’ di tempo fa di accogliere con piacere lo spettacolo di ieri di Benigni (a meno che non dovremo ricrederci stasera…)
Prego tutti di pregare , pregare , pregare a favore di Bernadette Smyth , attivista antiabortista nord-irlandese ,ennesima vittima della protervia ed arroganza della Cultura della Morte , in particolare DOMANI 17 alle 11,30 . Tutte le informazioni sul sito http://thatthebonesyouhavecrushedmaythrill.blogspot.it
Conosco il sito that the bones you have crushed …e quindi la storia di Bernie Smyth. Penso che – oltre le preghiere – servono proprio le testimonianze di quei i cattolici che non hanno paura di essere perseguitati. Facciamo parte di una società che ha molto da farsi perdonare dal Signore e quindi tutti i cattolici che hanno consapevolezza della situazione tragica della chiesa conciliare devono fare la loro parte. Ringrazio Patrizia Fermani per i suoi articoli cattolici.
Sarebbe, anzi è, opportuno e strategicamente efficace inviare, via posta, lettere del tenore di questo articolo, al Vescovo di Roma. A me si dice che quelle di contenuto non dissimile che gli invio, non gliele fanno recapitare alcuna, figurarsi leggere. Ed infatti, tutte sono rimaste senza risposta, ma ciò non vuol dire che qualcuno non le abbia lette. Davanti a una quantità di notevole “contestazione”, messa nero su bianco, non credo che l’ufficio protocollo vaticano potrà far finta di nulla e considerarlo un fenomeno isolato, un’eruzione cutanea di qualche nostalgico “tradizionista”. Le email, i tweets possono essere cestinati o bannati, ma una lettera deve essere, necessariamente, registrata. E, allora, forza, cominciano!
Sono d’accordo con Luciano. Da parte mia invio tantissimi email e ho saputo per certo che molti vengono letti. In ogni caso inviare non fa mai male.Per me è diventato un dovere.
La buccia di banana non la sapevo, alla faccia della misericordia e dell’accoglienza. Mi è invece capitato di vedere casualmente una parte della registrazione dell’omelia di ieri in Santa Marta: ciò che mi ha ferito e lasciato con un dolore sgomento addosso è stato vedere con quanto disprezzo, manifesto sul volto e nella voce, si parlava di putredine e di cuori putrefatti, riferito ai difensori della disciplina. Ci può anche stare la critica a un eccesso di digiuno eucaristico che si praticava un tempo, anche se non capisco cosa c’entri il richiamo a questa norma superata da decenni o meglio temo di capirlo fin troppo bene: ancora una volta uno scagliarsi contro i nuovi farisei dal cuore indurito, che non si capisce bene chi siano, o meglio anche qui lo si capisce fin troppo bene e fin troppo bene temo di capire dove voglia parare.
Ma c’è rimasto solo Benigni a ricordarci che Verità è Bellezza e Bellezza è Verità?
Evidentemente i cuori imputriditi sarebbero quelli dei predecessori di Pio XII. Invece oggi la mancanza di amore per il S.S. Sacramento e le comunioni sacrileghe sono auspicabili ed incoraggiate. E’ tutto questo cattolico?
giudicando (ops!)caso per caso ,mi sembra che ,SENZA ESTRAPOLARE una frase nel suo generale contesto,si sia fatto riferimento allo sdegno che Gesù stesso aveva nei confronti di coloro che SOVRAPPONEVANO la Legge e la conseguente IDEOLOGICA adesione PERFEZIONISTA ,all’ AMORE che la deve GUIDARE e REGOLARE sapendosi quindi chinare sul proprio prossimo “assalito,derubato,pestato e abbandonato dai briganti”anziché passare oltre perchè DEVO “salire al Tempio” ! sono gli stessi che sovraccaricano gli altri di pesi perfezionistici insopportabili e che si ritengono “….SENZA COLPA…!”;se poi “scivolassero” clamorosamente nell’ERRORE tanto da SUPPLICARE MISERICORDIA ecco che un buona dose di UMILTA’ farebbe esclamare con sant’Agostino:”…..beata quella colpa che….!”!!
ps: comunque….meno parla …meglio è!!
un giorno il mio parroco, quarantenne, mi disse che Gesu diede l’eucarestia anche a Giuda Iscariota, quindi questa non dovrebbe essere negata a nessuno.
Il papa Bergoglio non è isolato ma è il capofila di un esercito che del lassismo morale ha fatto la sua bandiera.
Sì, ma in quel momento Giuda non aveva ancora compiuto il tradimento.
in quel momento il demonio si impossesò
Che tristezza questo papa!
Buono per tutte le stagioni
Piergiorgio
Articolo eccellente!
“A volte quando vedo un cristiano tanto rigido, penso ‘signore, buttagli una buccia di banana’ ”: i veri “cristiani rigidi” sono i modernisti, irrigiditi nell’ideologia che si sono creati a loro immagine e somiglianza e intolleranti verso la morale e la Verità!
Quindi preghiamo affinchè il Signore butti delle provvidenziali bucce di banana a TUTTI i modernisti, QUALUNQUE sia il loro ruolo e grado!
Voglio specificare che non mi auguro che quelle “provvidenziali bucce di banana” facciano loro del male, tantomeno che li eliminino: vorrei solo che li facciano rinsavire!
Quanta verita’ e aihme’ quanta tristezza infondono i suoi articoli, signora Fermani. Cio’ che Francesco propone, spesso scialbo e’ melenso, e’ un piatto pronto, semplice, bello e orecchiabile tanto da piacere alla gente e farla sentire cosi importante. Francesco piace proprio perche non pone domande, non solleva le coscienze ne’ apre discussioni teologiche, come invece faceva il predecessore, sui cui interventi ci si poteva trovare in sintonia o in disaccordo, ma mai erano banali. Nessuno ha avuto il coraggio di definire cio’ che Bergoglio rappresenta, forse per timore di non trovare piu’ un editore compiacente, ma assistiamo quotidianamente a una forma di populismo, questo vuole essere, neanche tanto malcelato, proprio perche’,oltre ai contenuti, non si bada alla forma ed e’ il modo di proporsi cio’ che piu’ conta. Tutto cio non stupisce, ma stupisce l’atteggiamento acritico dei vescovi che, dopo aver dimenticato Benedetto, accettano il verbo di Franceso come Rivelazione.
“….detti e gesti del Vescovo di Roma siano comunque consoni al ruolo, plausibili nei contenuti, accettabili nella forma, cattolicamente ineccepibili.”
Ci hai fatto riflettere, Patrizia, ma anche divertire, e meriti un premio: di fare anche tu una bella risata!
Io spesso copioincollo gli articoli da leggere in word, per non stare ore su internet.
Ebbene, la frase sopra riportata il programma non la accetta: mi corregge in automatico “cattolicamente” in “caoticamente ineccepibili”. Un CAPOPLAVORO!!!!!
La conclusione però è amara: anche le macchine capiscono. I cristiani no. Come tu hai dimostrato.
Grazie e sempre uniti in Maria nostra Madre Benedetta
Bruno
Nell’omelia (?) di Santa Marta del 15 scorso, Bergoglio ricorda Pio XII, nel 1953, che “ci liberò da quella croce tanto pesante che era il digiuno eucaristico” e Pio XII fissò il digiuno tre ore prima della Comunione permettendo solo acqua o, eventualmente, medicine necessarie. Con Paolo VI, 1965, lo spazio del digiuno è fissato a un’ora prima dell’Eucaristia. Dà fastidio osservare come, compiacendosi di questo, egli senta il bisogno “ecumenico” di augurare ai musulmani – quelli che sparano in testa ai bambini – “frutti abbondanti” per il loro ramadan. I frutti, come raccontano le cronache, arrivano sempre e del color del sangue cristiano. La Gerarchia vigliacca e modernista abolisce il suo digiuno, quaresimale ed eucaristico ma elogia quello dei pagani. Vergogna!
allora è plausibile che il commento ai “comandamenti” lo possa fare un comico (sic)!
Ma lo sapete quanto è stato pagato Benigni per due serate su Rai Uno ? Un milione di euro (così ho sentito dire). Alla faccia del pauperismo tanto caro a Bergoglio e alle sinistre; e poi si scaglia contro i parroci che chiedono un piccolo contributo spese, ma via…
Io proprio non capisco come questo personaggio sia passato da ruoli comici ad oracolo.
Personalmente non lo sopporto e quindi evito tutti i suoi programmi: per il mio modesto parere non e’ all’altezza di Dante, figuriamoci i Comandamenti….
Egregi lettori, io non mi scandalizzo più di tanto, ormai siamo alla frutta. Ieri sera è passato il Parroco con alcuni fedeli di varie età per la chiara stella.Come omaggio mi han lasciato una statuina di babbo natale made in Cina e un cartoncino con una preghiera cattolica di S. Claude La Colombiere. Questo nonostante siano anni che lo invito a non portarmi simili gadget.Lo restituirò quanto prima e questo non lo farà riflettere ma più convinto di prima continuerà per la sua strada.Forse qui ci vorrebbe la buccia di banana sotto i suoi piedi………………………chissà!
San Vincenzo da Lerins”Certi Papi Dio li dona, Certi li tollera, certi altri infine, li infligge come punizione”
Cari miei, questo, Dio, ce lo ha inflitto per farci capire cosa è la Chiesa e Cristo, e soprattutto quale Dottrina dobbiamo seguire.
Articolo corretto e condivisibile, l’unico riferimento al comunismo mi lascia perplesso. Comunque se guardiamo i presenti movimenti e partiti, destra o sinistra che siano, sono tutti, dico tutti, con sfumature diverse, anticristiani. Lo vedremo, presto, dalle loro scelte o dai loro atteggiamenti accomodanti sui temi fondamentali per la nostra società e per il drammatico futuro che ci aspetta. Certo qualche politico coraggioso ancora esiste però sono rimasti, ahimè, in pochi. Oremus