Chi si nasconde dietro il peccato, se non lui? E perché non lo si nomina più, nemmeno di fronte a ripugnanti tradimenti del clero? Perché di fronte agli scandali non si sente più la necessità di solenni pubblici gesti riparatori?
di Léon Bertoletti
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Manca ogni volta un compare, un gregario, un coprotagonista, un correo. Per quanto avanzino le indagini della magistratura laica, per quanto si approfondiscano le inchieste dei tribunali ecclesiastici, c’è sempre un grande assente. Si omette continuamente quello lì, se fate caso. Addirittura nei commenti di chi presumiamo devoto o di qualche sedicente fedele che si trova (magari suo malgrado: un cronista, un microfono, una telecamera…) a intervenire su certi infami tradimenti del clero, su certe ripugnanti e oscene defezioni.
Conosciamo l’obiezione: è un reperto archeologico, un antico retaggio, un segno di fede infantile e da cristiani bambini con il biberon, non svezzati attraverso le nutrienti pappe dell’aggiornamento continuo, della nuova pastorale, del rinnovamento perenne. Sarà. Da sempliciotti e ingenui, comunque, notiamo proprio questa mancanza: non si parla, non si parla più, non si parla mai del demonio.
Ora, è ovvio, l’elemento diabolico non sminuisce la gravità di fatti e circostanze, di avvenimenti e dettagli che lasciano esterrefatti; non cancella la responsabilità personale, non attenua un eventuale reato, non alleggerisce un delitto canonico. Trascurarlo o dimenticarlo ci sembra, però, un grosso sbaglio, un rilevante errore religioso. Sappiamo e crediamo il tentatore presente nella Scrittura Sacra e nella Tradizione, nei Padri, nelle vite dei santi e nell’esistenza quotidiana. Chi si nasconde dietro il peccato se non lui? Chi altro ci fa smarrire il senso della vergogna, della morale, del pentimento? “Et ne nos inducas in tentationem sed libera nos a Malo”, continuiamo a implorare da retrogradi, con le parole del Maestro, per chiedere la liberazione dal Male, cioè da Lucifero: angelo decaduto, principe delle tenebre e di questo mondo, seduttore di tutta la terra. Crediamo e sappiamo che il grande antagonista dell’Eterno e di ogni bene lavora per un regno che non è quello che deve venire e combatte senza sosta, apertamente o in segreto, seminando zizzania, distruggendo l’opera della grazia.
Ci stupisce, al tempo stesso, che dagli scandali non sgorghino il bisogno, l’esigenza, la necessità di solenni, intensi, pubblici gesti riparatori: una benedizione dei luoghi contaminati, un Rosario, una veglia di preghiera, un esorcismo; magari il ritorno alla recita dopo ogni Messa, come si faceva santamente una volta, della preghiera a San Michele Arcangelo perché ci difenda nella battaglia, sia presidio contro le nequizie e le insidie del diavolo, con la virtù divina rispedisca all’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vagano nel mondo per la perdizione delle anime.
Ma questo, forse, è pretendere davvero troppo.
18 commenti su “Il diavolo, questo sconosciuto – di Léon Bertoletti”
Quella della preghiera a San Michele Arcangelo al fine di ogni messa, è una pratica che bisognerebbe riprendere, anche singolarmente. Intanto cominciamo noi, poi si vedrà. Cominciamo intanto con quella breve. Quella originale più lunga di Leone XIII, sarebbe però molto, molto più adatta ai tempi nostri e forse era stata scritta proprio per questi.
Mi sembra (potrei sbagliarmi) che quella più lunga sia da considerarsi un vero e proprio esorcismo, e quindi da lasciare esclusivamente ai sacerdoti appositamente incaricati dal vescovo.
Specialmente in questi tempi di rovine e disgrazie oltre che spirituali e morali, anche materiali,, non si fa avanti neanche un prete, un parroco che organizzino rosari, che dicano qualche messa riparatrice, una processione, un’ora di adorazione. Parlare dell’Impero del demonio fa ormai sorridere i curatori della pastorale che piace al mondo perché asseconda le sue voglie. E dire che “i buoni vanno in paradiso e i cattivi all’ inferno è triste” (sentito con le mie orecchie), quando la misericordia abbraccia tutti. Ma quale diavolo andiamo cercando? E meno male che ora finalmente abbiamo capito il Vangelo come deve essere capito. Proprio duri di comprendonio tutti santi che in duemila anni sono passati!
Considerato il centenario delle apparizioni di Fatima, aggiungerei tra i gesti riparatori anche un bell’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria.
Il demonio esiste, ed è una realtà,peggio per tutti coloro che invece preferiscono non conoscerlo.
Eppure basterebbe leggere il Vangelo: “via da me maledetti nel fuoco eterno..” o la vita dei tantissimi Santi ( per es. Padre Pio,il Santo Curato d’Ars, Santa Veronica Giuliani etc…etc…)
Ma d’altra parte di che meravigliarsi, se abbiamo il vescovo di RM che (guai) a nominare il peccato, e di conseguenza il Demonio…
e per tutto il male che costui sta portando al clero e alla Chiesa, secondo me, (Omissis) ne è un fedele seguace, e non mi sembra di esagerare!
Lupo travestito da pecora.
cara Vittoria,il vescovo di Roma vede il diavolo solo per i problemi sociali (povertà,inquinamento,cattolici tradizionalisti ecc.)….. …….un “Papa” che venera Lutero e tutta la feccia protestante come potrebbe parlare di realtà come peccato mortale,purgatorio,inferno e realtà escatologiche?? ……..solo in Italia gli esorcisti sono pochissimi e trattati da molti laici e consacrati come esaltati…………
Grazie per questo articolo, a chi l’ha scritto e a chi l’ha pubblicato: nella confusione imperante e disperante è importantissimo additare a tutti il principale Nemico, in modo che chi vorrebbe contrastarlo lo possa riconoscere senza infingimenti e lo combatta con tutte le forze, e chi lo serve volontariamente venga allo scoperto. Non c’è maggior servizio che si possa fare a Satana che quello di credere o far credere che non esista.
Cara Vittoria vorrei contraddirti ma è impossibile.
Oggi dimissioni del gran maestro dell’ordine di Malta, colpevole di aver impedito la distribuzione di contraccettivi .
Solo ciò che è contrario alla fede, morale e dottrina cattolica va a genio ad Omissis.
Visto che non crede nel Dio Cattolico, di chi sarà il vicario?
Eppure all’inizio del suo pontificato il Ves covo di Roma l’ha citato tre o quatro volte, e vi dirò che me ne stupii.
Ora è lungo tempo che non lo menziona. Forse per continuare il dialogo con quei ‘moderni’ che snobbano chi mostra di credere ancora in colui che nel Paradiso Terrestre fu la causa e il fomite primo di tutte e nostre sciagure.
Caro Malaguti, quelle citazioni erano solo mangime gettato ai pesci.
Fabio, presto detto: sarà vicario di Satana,mi pare ovvio.
E’ vero Dr. Malaguti, anch’io ora ci penso…ricordo che Omissis lo citò alcune volte (il demonio), ma alla luce di tutto quel marciume che sta venendo fuori da quando è stato eletto,esagero se penso che: parlava in codice al suo amico(demonio) magari dicendogli che non si scordava degli amici (cioè il demonio) e che avrebbe fatto la sua volontà( del demonio ovvio).
Ho esagerato?!
vorrei dirti che esageri,ma purtroppo devo darti ragione!!!
Purtroppo no, Vittoria, temo proprio che lei non abbia affatto esagerato. Lo dico con grande dolore ed estremo rammarico. A meno che a quell’epoca Omissis non si fosse ancora deciso del tutto su quale padrone servire e cercasse di lasciarsi qualche porta ancora aperta.
“Anche in Vaticano ci sono membri di sette sataniche. Sono preti, monsignori e anche cardinali” così padre Amorth,
che cita anche la fonte di questa notizia:
“È una cosa confessata più volte dal demonio stesso sotto obbedienza durante gli esorcismi”.
In una chiesa conventuale dei Frati Minori il celebrante, durante l’omelia, ha avuto il coraggio e la sfrontatezza di dire testualmente “… e basta con tutte queste balle sull’inferno che ci raccontavano da bambini per spaventarci. Non esiste nessun inferno “. Sono rimasto allibito e trasecolato.
Caro Luigi, che sia un vizio di questi frati che a forza di organizzare cerimonie ecumeniche non sanno più da che parte sia la verità? E povero Dante che si rivolta nella tomba dopo che quell’ “Ascesi”, che egli ritenne meglio chiamare “Oriente”, ha perso la trebisonda e trotterella gaiamente in preda a deliri sincretistici.
Molti francescani, dal tempo di frate Elia “che prese la mala via”, per dirla con Salimbene de Adam, amano stare in prima linea per tutte le iniziative deleterie