Abbiamo il piacere di proporvi un’intervista rilasciata ad Antonio Gaspari da Padre Giovanni Cavalcoli, autore del libroKarl Rahner – Il Concilio tradito” edito da Fede & Cultura.
Questo testo di Cavalcoli è di grande attualità e importanza, perché affronta, confutandole con argomentazioni chiare e profonde, alcune tesi postconciliari che contengono gravi errori dottrinali.
Mentre ringraziamo l’amico Antonio Gaspari per l’intervista, Vi consigliamo anche di leggere la recensione di Piero Vassallo sull’inserto “libri”, selezionabile andando in home page di LA RISCOSSA CRISTIANA
Di Antonio Gaspari
E’ appena uscito in libreria il libro del professor Giovanni Cavalcoli o.p. “Karl Rahner – Il Concilio tradito” edito da Fede & Cultura.
Si tratta di un libro straordinario, dove il domenicano Padre Cavalcoli affronta con coraggio e competenza i tanti problemi che sono emersi nella Chiesa nel periodo post conciliare.
Il professore di Teologia Dogmatica e Morale presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese analizza in maniera puntuale e accurata la teologia del professore gesuita Karl Rahner, indicata da molti come quella che ha creato più problemi.
Il libro di Cavalcoli analizza una delle questioni più importanti, della Chiesa di oggi e cioè la retta interpretazione e quindi la giusta applicazione del Concilio Vaticano II.
Il docente domenicano ricorda che gli ultimi Pontefici, sino a Benedetto XVI, sono intervenuti più volte e in vari modi su questo argomento lamentando cattive interpretazioni ed esortando ad interpretare il Concilio in conformità a quel medesimo Magistero della Chiesa che è alla base delle sue dottrine.
Cavalcoli ricorda anche come il ruolo della teologia di Rahner nella confusione del post concilio è stato più volte sottolineato.
Già negli anni sessanta il Cardinale Pietro Parente, già Segretario del Sant‟Uffizio, scrisse un saggio dal titolo “ La crisi della verità e il Concilio Vaticano II” (Istituto Padano di Arti Grafiche, Rovigo, 1983), in cui si evidenziava la crisi dottrinale che è seguita al Concilio, causata non certo da esso, ma da un ritorno alle utopie eretiche del ‘modernismo’. E a questo proposito, veniva criticata la teologia di Karl Rahner.
Più di recente si è svolto un congresso teologico internazionale organizzato dai dell’Immacolata dal titolo “Da Karl Rahner, un’analisi critica. La figura, l‟opera e la recezione teologica di Karl Rahner (1904-1984)”. Gli atti sono stati raccolti in un libro a cura di Padre Serafino M. Lanzetta, (Editrice Cantagalli, Siena, 2009)
Il prof. Giovanni Cavalcoli o.p. è autore di un numero impressionante di saggi e libri. Dal 1978 al 1982 docente di Filosofia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese. Dal 1980 al 1982 docente di Psicologia e Metafisica presso il Seminario Arcivescovile di Ravenna. Dal 1982 al 1990 Officiale della Segreteria di Stato del Vaticano. Dal 1988 al 1990 docente di Teologia presso la Facoltà di Magistero “Maria Assunta” di Roma. Dal 1990 docente di Filosofia presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna.
Dal 1992 al 2004 docente stabile straordinario di Teologia Dogmatica e Morale presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese – Sezione San Domenico. Dal 1992 Socio ordinario della Pontificia Accademia Teologica Romana, oggi Pontificia Academia Theologica.
Per quanto riguarda la teologia di Karl Rahner, il prof. Cavalcoli è uno dei maggiori studiosi.
Nel libro Karl Rahner – Il Concilio tradito” ogni singola questione viene confrontata con il Magistero e le tesi scritte da Rahner.
La critica è profonda, chiara, documentata e argomentata.
Per comprendere il contesto e le implicazioni di una tale riflessione teologica Antonio Gaspari, per La Riscossa Cristiana ha intervistato il prof. Giovanni Cavalcoli o.p.
Sul Concilio e sui suoi insegnamenti ci sono tesi diverse e contrapposte. Lei parla di Concilio Tradito. Che vuole dire?
Cavalcoli: Intendo rifarmi all’interpretazione autentica del Concilio, che proviene dai documenti del Magistero della Chiesa, della Santa Sede e del Papa dalla fine del Concilio ad oggi. È in riferimento a tale interpretazione che parlo di “Concilio tradito”, in quanto intendo respingere le interpretazioni che divergono da quelle fatte dalla Chiesa.
Secondo alcuni Karl Rahner è il “grande architetto della teologia del secolo XX”, un Capo indiscusso della teologia “moderna”. Mentre nel suo libro lei sostiene che molte tesi della teologia di Rahner sono così erronei da essere prossimi all’eresia. Ci fa qualche esempio?
Risposta: Certamente. Elenco qualcuna di queste tesi: 1) l’identità dell’essere col pensiero estesa a tutto il reale, mentre quest’identità appartiene solo a Dio. Questo è panteismo; 2) la confusione dell’essere con l’essere pensato (“esperienza trascendentale”). Questo è idealismo; 3) l’idea che Dio muti con la conseguente negazione delle due nature di Cristo. Questa è negazione del dogma dell’incarnazione; 4) la conoscenza di Dio senza la mediazione del mondo. Questo è ontologismo; 5) la persona divina come modo di sussistenza. Questo è modalismo; 6) la negazione dell’universalità e immutabilità del concetto (“piano categoriale”). Questo è relativismo; 7) la mutabilità e relatività dei concetti dogmatici. Questo è modernismo; 8) l’idea di Dio come “orizzonte della trascendenza dell’uomo”. Questo è ancora panteismo; 9) l’assorbimento della natura nella grazia (“esistenziale soprannaturale”). Questo è soprannaturalismo; 10) la riduzione della grazia a natura: secolarismo (“svolta antropologica”); 11) la persona umana come coscienza e libertà. Questo è idealismo; 12) l’idea che tutti sono in grazia. Questa è la negazione del dogma del peccato (“cristiani anonimi”); 13) la negazione dell’oggettività ed universalità della natura umana. Questo è relativismo antropologico; 14) la negazione dell’immortalità dell’anima; 15) negazione della legge morale universale ed immutabile (“etica esistenziale formale”). Questo è relativismo morale; 16) la negazione del sacrificio espiatorio di Cristo, con la conseguente negazione del sacerdozio e della Messa. Questa è la negazione del dogma della redenzione.
Indubbiamente occorrerebbe spiegare per ognuna di queste tesi perché e come o sono eresie o prossime all’eresia. A titolo di esempio, mi limito ad illustrarne qualcuna, tra le più gravi, sempre con la possibilità di un errore di interpretazione da parte mia. Ma se sbaglio, chiedo che mi venga mostrato. Per le altre, rimando al mio libro e alla letteratura critica che vi ho citato. Osservo inoltre che è possibile che Rahner stesso non si sia reso conto di questi errori, così come pure coloro che lo seguono. Porrò prima la dichiarazione di Rahner e sotto la dottrina della Chiesa.
Tesi 3: “La realtà assoluta, o più esattamente colui che è assoluto, nella pura libertà della sua infinita arelazione, che sempre conserva, ha la possibilità di divenire egli stesso l’altro, il finito, la possibilità di Dio; proprio nel fatto e per il fatto di alienarsi, di concedersi. Pone l’altro come sua propria realtà”(Cit. da H.Küng, Incarnazione di Dio, Ed.Queriniana, Brescia 1972, pp.646-647.
“Sancta catholica apostolica Romana Ecclesia credit et confitetur unum esse Deum, … una singularis simplex omnino et incommutabilis substantia spiritualis”, Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica “Dei Filius”, c.I, Denzinger 3001.
“Sequentes sanctos Patres, unum eundemque confiteri Filium Dominum nostrum Iesum Christum consonanter omnes docemus … in duabus naturis inconfuse, immutabiliter, indivise, inseparabiliter agnoscendum …”. Definizione del dogma cristologico del Concilio di Calcedonia del 451 (Denzinger 302).
Tesi 5: “L’unica autocomunicazione dell’unico Dio si attua intre diversi modi di presenza nei quali l’unico e medesimo Dio ci è dato concretamente in se stesso. … . … L’unico Dio sussiste in tre distinti modi di sussistenza. … La concreta realtà di Dio ci viene incontro in modi diversi” La Trinità, Ed.Queriniana, Brescia 1998, p.105.
“Il modalismo è un’eresia trinitaria fiorita nei secc.II-III e consistente essenzialmente nell’asserire che nella SS.Trinità il Padre, il Figlio e lo Spirito santo non sono persone tra loro realmente distinte, ma solo modi diversi di manifestarsi e di agire di un’unica persona divina. E’ detto anche ‘sabellianismo’”, Enciclopedia cattolica, vol.VIII, coll.1162-1163, voce “Modalismo”. Il modalismo fu condannato dal Concilio Costantinopolitano I, can.1 nel 381(Denzinger 151) in questi termini: “Fidem non esse violandam Patrum qui apud Nicaeam convenerunt”(Concilio di Nicea), “sed manere eam firmam et stabilem, et anathematizandam omnem haeresim, et specialiter … Sabellianorum …”. La persona divina non è un modo di sussistenza, ma è un sussistente e precisamente unarelazione sussistente: “In Deo omnia sunt unum, ubi non obviat relationis oppositio” (Concilio di Firenze del 1442, Denzinger 1330).
Tesi 6 “Il concetto è un’asserzione storicamente condizionata”, Nuovi saggi, vol.I, Ed.Paoline 1968, pp.105-106. “L’idoneità di un concetto per comprendere un contenuto può mutare, senza che la Chiesa … possa impedirlo”, La Trinità, p.104. “Anche la convinzione più vera, oggettivata in proposizioni e dottrine, non costituisce ancora una garanzia di ‘essere’ nella ‘verità’ dell’esistenza”, Nuovi saggi, vol.I, Ed.Paoline 1968, p.92. “un uomo, nella suastoricità, non è affatto in grado di distinguere in maniera riflessamente adeguata la propria veste storica della verità da quest’ultima come tale, nella sua permanente validità”, Nuovi saggi, vol.V, p.332; “Sempre e dappertutto l’uomo, nelle sue decisioni assolute ed irrivedibili della sua vita, si basa su realtà storiche sulla cui esistenza e natura egli non possiede teoreticamente alcuna assoluta sicurezza”, Corso fondamentale sulla fede, Ed.Paoline 1978, p.305.
“Veritas non est immutabilis plus quam ipse homo, quippe quae cum ipso, in ipso et per ipsum evolvitur”. Proposizione condannata tra gli errori dei modernisti dal Decreto del S.Uffizio del 1907 “Lamentabili”, prop.n.58 (Denzinger 3458).
Tesi 12: “La grazia non ha bisogno di essere pensata comeevento intermittente di Dio in un mondo in sé profano, ma è un esistenziale della creatura spirituale permanentementedato, che finalizza la creatura al contatto immediato con Dio. … E’ sempre insita nella natura e nella storia dell’uomo, quale sua dinamica e sua finalizzazione. E’ un oggetto spirituale a priori”, Nuovi saggi, vol.V, Ed.Paoline 1975, p.689.
“Si quis dixerit, amissa per peccatum gratiam simul et fidem semper amitti, … , anathema sit”. Concilio di Trento, Canoni sulla Giustificazione, n.28, (Denzinger 1578).
Tesi 16. “Con tutta prudenza si può dire che i concetti paolini di ‘sacrificio’, di ‘riscatto’, ‘sangue di riconciliazione’, ecc. non rispecchiano la comprensione originaria della portata salvifica universale della croce di Gesù”, Teologia dell’esperienza dello Spirito, Ed.Paoline 1978, p.326; “Se diciamo che questo sacrificio va inteso come libero atto di obbedienza al Padre da parte di Gesù; … che Dio … dà al mondo la possibilità di soddisfare alla giusta santità divina, … abbiamo non solo chiarito, bensì anche criticato l’idea divittima espiatrice”, Corso fondamentale sulla fede, pp.364-365.
“La morte di Cristo è il sacrificio pasquale che compie laredenzione definitiva degli uomini; … di nuovo mette l’uomo in comunione con Dio riconciliandolo con lui mediante ilsangue ‘versato per la remissione dei peccati’ (Mt 26,28)”,Catechismo della Chiesa cattolica, n. 613. “Nel medesimo tempo è offerta del Figlio di Dio fatto uomo che, liberamente e per amore, offre la propria vita al Padre nello Spirito Santo per riparare la nostra disobbedienza”, n.614. “E’ l’amore ‘sino alla fine’(Gv 13,1), che conferisce valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo”, n.615. Con la negazione del sacrificio di Cristo crolla evidentemente anche la dottrina del sacerdozio e della S.Messa, in quanto, come insegna il Concilio di Trento (Dottrina sul Sacrificio della Messa, Denzinger 1743), “in hoc divino sacrificio idem ille Christus continetur et incruenterimmolatur, qui in ara crucis semel seipsum cruenter obtulit”. Ed il compito del sacerdote è appunto quello di offrire il sacrificio, che, nel caso del cristianesimo, è lo stesso sacrificio di Cristo attualizzato incruentemente (Eb 5,1).
Sempre nel suo libro lei accomuna le tesi di Rahner a una corrente di pensiero che ha prodotto “disaffezione per la verità, saccenteria, superbia, sete di potere ed empietà, ribellione al Magistero e al Papa, cedimento agli errori della modernità, assenza di confutazione degli errori, profanazione della liturgia”. Accuse gravissime, quali le prove?
Cavalcoli: le prove si ricavano dalla considerazione degli stessi errori di Rahner, perché ne sono le cause. Essi non possono che portare a quei risultati. I vizi e i difetti che elenco vanno soggetti però a molti gradi. Sono gravissimi solo nel loro grado massimo. Non intendo riferirmi necessariamente al tale grado massimo e non intendo dire che tale grado sia frequente. Solo così le mie accuse sarebbero gravissime. Ciò che invece constato di solito è la loro presenza in un grado modesto o a volte anche minimo. Ma ciò non significa che anche in questo grado queste cose non siano pericolose per la vita morale.
Secondo quanto lei ha scritto il Rahnerismo, col pretesto dell’apertura al mondo moderno, del dialogo, del pluralismo, della democrazia, della libertà religiosa e di ricerca, dell’ecumenismo, dell’ispirazione dello Spirito Santo, ha eliminato nel Corpo di Cristo le difese immunitarie, rendendo insipida o discutibile la Parola di Dio, e ha tolto il muro di cinta della Vigna del Signore”. Come ha fatto Rahner a compiere queste azioni e perché?
Cavalcoli: Perché ha frainteso il vero spirito del Concilio, quasi che esso fosse un ritorno di modernismo e rinunciasse alla tradizionale condanna degli errori. Inoltre egli ha affrontato la trattazione di tutti quei temi e quei valori senza quel discernimento e quello spirito critico che gli sarebbero stati forniti da una sana preparazione filosofica e teologica fondata sulla fedeltà al Magistero della Chiesa e in special modo a S.Tommaso d’Aquino, raccomandato dal ConcilioVaticano II e da secoli dai Papi come guida negli studi filosofici e teologici.
È vero che lei ha avuto difficoltà nella pubblicazione di questo libro?
Cavalcoli: I miei Superiori in un primo tempo non volevano concedermi la licenza di pubblicazione, prevista dalle leggi del mio Ordine, elencando una serie di punti che, a loro giudizio, impedivano ad essi di darmi tale licenza. Tuttavia mi hanno esortato a proseguire le mie ricerche e a migliorare la mia esposizione. Ho tenuto conto delle loro critiche e alla fine mi hanno concesso il permesso.
E come se ne esce dal Rahnerismo per una corretta interpretazione del Concilio?
Cavalcoli: Si devono riconoscere gli aspetti positivi del pensiero rahneriano, presenti soprattutto nel Rahner giovane, che giustamente meritò l’onore di fungere da perito del Concilio. In secondo luogo occorre correggere i suoi errori alla luce della dottrina della Chiesa e della sana filosofia. In terzo luogo occorre un intervento prudente, mirato, sistematico ed organizzato dell’episcopato sotto la guida della Santa Sede per quest’opera di correzione, che richiederà molto tempo, ma che, con l’assistenza dello Spirito Santo, giungerà certamente a buon fine. Solo allora si potrà dire che il Concilio sarà veramente realizzato.
1 commento su “Il Concilio Tradito – Padre Cavalcoli racconta le derive teologiche del post concilio”
Forse il p. Cavalcoli ha tralasciato quei testi nei quali l’Aquinate parla della fede informe e dell’approccio congetturale alla verità,agli elementi che favoriscono l’assenso alla fede senza il consenso della volontà e viceversa.Senza minimizzare gli eccessi euforici del Rahner.