di Gianni Battisti
Padre Giovanni Cavalcoli OP. Vicino al Crocifisso,una foto del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
Siamo purtroppo avvezzi, da diversi anni, per non dire da decenni – e questo ahimè anche all’interno della compagine ecclesiale – all’arroganza ed al potere dei cosiddetti autoqualificatisi “progressisti”, ma sappiamo bene che in realtà andrebbero definiti – ed i pastori e gli studiosi più arguti ed attenti non mancano certamente di farlo – con il termine più appropriato di “modernisti”.
I modernisti in effetti hanno acquisito ormai un notevole potere all’interno dell’Orbe cattolico, potere che li porta a qualificare coloro che si sforzano di essere autenticamente cattolici e che perciò dissentono dalla loro visione della Fede e della realtà ecclesiale falsamente innovativa, con gli infamanti termini di – e questo quando va bene – “tradizionalisti”, “retrogradi”, “preconciliari”. Ad un attento esame, però, come dicevamo, emerge la verità dei fatti. Ignorando infatti, questi personaggi – che si ritengono, come accennavamo, le punte avanzate del cristianesimo – quella sana modernità che contribuisce appunto al progresso della società ed anche, in una certa qual misura, a quello della Chiesa, paradossalmente riportano il pensiero filosofico e teologico – anche attraverso conferenze e scritti incensati a tiri doppi da media conniventi e poco obbiettivi – per restare appunto nel fondamentale ambito speculativo, dottrinale, teologico, lo riportano quel pensiero, dicevamo, alle eresie dei primi secoli. Ripropongono quindi costoro, sembra incredibile, in vari ambiti, eresie vecchie come il cucco e condannate dai vari Concili che si sono succeduti nella storia della Chiesa (si pensi ad esempio alle terribili eresie Trinitarie e Cristologiche dei primi secoli). Un po’ quello che avviene in campo liturgico quando si mettono in atto, da parte di alcuni movimenti ecclesiali, temerarie innovazioni liturgiche che, in barba al fondamentale assioma Lex Orandi Lex Credendi, non fanno altro, di fatto, che ripresentare ed adottare quell’”archeologismo liturgico”, più volte, peraltro, condannato dalla Chiesa, col falso pretesto che, a loro dire, “i primi cristiani facevano così”.
Ebbene, in tale scenario, si inquadra l’ultimo grave fatto che vogliamo, per amor di verità, raccontare brevemente. Una delle sentinelle che il Signore ci ha donato in questi burrascosi tempi è P. Giovanni Cavalcoli OP, teologo dottissimo e valoroso, noto a tutti i buoni cattolici, teologo domenicano che tante volte si impegna e si è impegnato nella fondamentale opera di carità spirituale consistente nel divulgare la retta dottrina cristiana e cattolica, nel correggere con la massima carità gli erranti e nel trafiggere implacabilmente l’errore e l’eresia, quest’ultima tremendo virus, autentica “ peste della Fede” che da sempre ammorba il bene più prezioso che i credenti hanno, quello, appunto, consistente nella correttezza del credere. P. Giovanni Cavalcoli sta compiendo mirabilmente, da anni, attraverso numerosi scritti e conferenze, attraverso un appassionato lavoro giornaliero costante e continuo, anche l’ufficio di Vicepostulatore della Causa di Beatificazione del Servo di Dio P. Tomas Tyn OP, anch’Egli straordinario filosofo e teologo, di dottrina purissima, giustamente famoso in Italia ed all’estero e morto a 39 anni in concetto di Santità dopo aver offerto la Sua vita per la liberazione della Chiesa nella sua patria, quella che era allora la Cecoslovacchia, lavoro quello di P. Giovanni svolto divulgando, correttamente e da par suo, un pensiero tanto alto e profondo quale quello, appunto, di P. Tyn. Orbene qualche giorno fa P. Giovanni Cavalcoli ha ricevuto, da parte del Superiore dell’Ordine, una sbrigativa e laconica missiva che, senza motivazione alcuna, i giuristi direbbero ex abrupto, lo destituisce dal Suo Ufficio. I devoti di P. Tomas Tyn, tra cui il sottoscritto, nonché gli estimatori di P. Giovanni Cavalcoli, saputolo, sono rimasti sorpresi, sconcertati e soprattutto in molti casi amareggiati e scandalizzati a seguito, come dicevamo, di una destituzione tanto brusca ed immotivata.
Cosa può essere accaduto? Di quali recondite colpe può essersi macchiato P. Giovanni Cavalcoli? È, alla luce di quanto sopra esposto, molto semplice intuire le motivazioni: la Causa di Beatificazione di P. Tomas Tyn dà fastidio ai modernisti; la benedetta, formidabile doppietta teologica, di perfetta ortodossia cattolica appunto, Tomas Tyn – Giovanni Cavalcoli è fumo negli occhi per questi “geniali inventori” del vero cristianesimo dopo secoli di fraintendimenti. Quindi ci troviamo in presenza di un’ennesima impostura perpetrata senza il minimo scrupolo ai danni di un Servo di Dio e del Suo fedele scudiero terreno, un colossale e grossolano colpo basso, che porta naturalmente gravi danni alla importante Causa di Beatificazione di un grandissimo e santo Teologo, messo in atto esclusivamente per ripicca, per “vendicarsi” nei confronti di chi cerca di essere fedele con tutte le proprie forze alla Sacra Scrittura, alla Sacra Tradizione, al Magistero bimillenario della Santa Chiesa di Dio e che per far questo denuncia con coraggio e straordinaria competenza filosofica e teologica, errori ed eresie. Questa la verità dei fatti. Non di normale avvicendamento si è trattato, ma di un sordido sopruso. Viene spontaneo chiedersi: ma dove siamo? La promessa di Nostro Signore Gesù Cristo, Portae Inferi non Praevalebunt, sia la nostra àncora di Salvezza ed il baluardo inespugnabile per tutti i buoni cattolici contro l’impostura e la menzogna dilaganti.