Un libro di Don Marcello Stanzione ci guida alla conoscenza degli spiriti celesti e alla vera devozione alla luce della fede cristiana
di Carmine Alvino
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E’ in tutte le librerie cattoliche il libro “Gli angeli e noi. Beati spiriti celesti e fede cristiana”, scritto da don Marcello Stanzione (Editrice Segno – Udine). La parola angelo deriva dal greco “aggelos”, inviato, messaggero. Sebbene negli ultimi anni il culto degli angeli sembra aver preso importanza, almeno in Occidente, certo è che tanto la Bibbia quanto la liturgia parlano molto degli angeli e attribuiscono loro un ruolo significativo nella vita di fede. Non è tanto la nostra iniziativa o il nostro interesse, ma è la rivelazione biblica che ci parla di essi. A partire dalla Genesi (3,24: i Cherubini alla porta del paradiso) fino all’apocalisse (5,11: gli angeli cantano le loro lodi al vincitore e a Dio), passando per gli angeli che annunciano la risurrezione di Cristo, tutta la storia della salvezza ci manifesta la presenza continua di questi esseri misteriosi, puri spiriti, che non sappiamo definire.
La Bibbia non si preoccupa di spiegarci la loro essenza, ma li presenta in azione: gli angeli adorano Dio, agiscono come messaggeri della sua volontà, aiutano e proteggono gli uomini, camminano davanti al popolo eletto e lo proteggono. Sono essi che annunciano a Maria, a Giuseppe e ai pastori la nascita del Figlio di Dio, sono essi che assistono Gesù dopo le tentazioni nel deserto e durante l’agonia degli Ulivi, sono essi che infine danno testimonianza del sepolcro vuoto e guidano i discepoli dopo l’Ascensione. Gesù afferma che gli angeli dei “piccoli” sono continuamente alla presenza del padre (Mt 18,10). Nella parabola del ricco Epulone ci viene detto che “il povero Lazzaro quando morì, fu portato dagli angeli nel seno di Abramo” (Lc 16,22). Un angelo libera Pietro dal carcere spezzando le sue catene e lo conduce fino alla comunità (At 12,7). Nella visione dell’Apocalisse, insieme agli esseri viventi, ai vegliardi e alla moltitudine dei salvati, appaiono anche degli angeli che, comandati da S. Michele, combattono contro il nemico (Ap 12,7 ss; cf Dn 10,13) e nello stesso tempo cantano le lode vittoriosa all’Agnello, a Dio seduto in trono: “Intesi la voce di molti angeli intorno al trono e ai quattro viventi e ai vegliardi; il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia che dicevano a gran voce: l’Agnello è degno di ricevere la potenza, la ricchezza, la sapienza, la forza, l’onore, la potenza e la lode” (Ap 5,11-12). Alla fine della storia, “ quando verrà il Figlio dell’Uomo nella sua maestà”, sarà in compagnia di “tutti gli angeli” ( Mt 25,31).
Se la Bibbia parla con tanta insistenza degli angeli, non c’è da meravigliarsi se anche nelle celebrazioni liturgiche essi hanno una notevole importanza:
- nella messa siamo invitati ad acclamare il “Sanctus” in unione con gli angeli e gli arcangeli, e ad imitare il loro canto di lode a Dio secondo Is 6,3, perché “schiere innumerevoli di angeli stanno davanti a te a te per servirti, contemplano la gloria del tuo volto, e giorno e notte cantano la tua lode”, come dice la Preghiera eucaristica IV.
- nella preghiera eucaristica prima del Canone romano si chiede a Dio che l’offerta “per le mani del Tuo angelo santo sia portata sull’altare del cielo, davanti alla tua maestà divina”.
- è logico che nel cielo del Natale nelle preghiere si ricordano gli angeli: essi annunciarono a Zaccaria il progetto divino per il suo figlio Giovanni, essi a Betlemme nella notte santa cantarono “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, annunciando ai pastori la Buona Novella, e con i loro messaggi guidarono Maria e Giuseppe nella loro delicata missione;
- lo stesso si deve dire per il ciclo di Pasqua, per la presenza già ricordata nelle tentazioni nel deserto, durante l’agonia nell’orto degli ulivi, nella Risurrezione e Ascensione di Cristo; a ragione, nella notte di Pasqua, si canta il preconio convocando anche gli angeli a partecipare alla gioia universale: “Esultino infine i cori degli angeli”.
- quando nei momenti penitenziali recitiamo il “Confesso”, diciamo: “Supplico la beata Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi fratelli, di pregare per me Signore Dio nostro”, evidenziando così che anche gli angeli hanno una parte nel cammino di conversione a Dio;
- quando a Compieta recitiamo il salmo 90 (Tu che abiti al riparo dell’Altissimo), manifestiamo la nostra fiducia nell’iniziare la notte perché “ Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi”;
- nelle litanie dei santi, l’invocazione degli angeli e degli arcangeli viene subito dopo quella della Vergine Maria;
- nelle esequie cristiane si invocano gli angeli, insieme alla Vergine e ai santi, affinché vadano incontro al defunto e lo accompagnino alla gloria eterna: “In paradisum deducant te angeli” (che gli angeli ti accompagnino in Paradiso); nello stesso modo, durante la Messa dei Santi Angeli Custodi chiediamo: “O Dio che mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto”, e ancora, che “la loro protezione ci salvi da ogni pericolo e ci guidi felicemente alla patria del cielo”.
- il 29 settembre ricordiamo ora congiuntamente i tre angeli principali, san Michele (che significa chi come Dio? Ricordando la lotta descritta nell’Apocalisse), san Raffaele (medicina di Dio, colui che guarì e guidò Tobia) e san Gabriele (fortezza di Dio, il messaggero della nascita di Gesù); sappiamo che già nel V secolo esisteva a Roma una basilica dedicata a san Michele, e che la sua festa si celebrava , secondo il sacramentario Veronese, il 29 settembre;
- più recente (istituita nel XV secolo) è la festa del 2 ottobre, quando si fa memoria dei santi Angeli custodi. I testi di queste feste esprimono bene ciò che gli angeli rappresentano nella nostra vita. Diamo lode a Dio che ha creato gli angeli: “Proclamiamo la tua gloria che risplende negli angeli e negli arcangeli”. Gli chiediamo: “Concedi a noi pellegrini sulla terra la protezione degli spiriti beati, che in cielo stanno davanti a te per servirti e contempliamo la gloria del tuo volto”, affinché camminiamo sicuri, “con l’assistenza degli angeli, nella via della salvezza e della pace”. Riconosciamo la centralità di Dio, ma nello stesso tempo crediamo nell’esistenza degli angeli e li veneriamo, convinti che “onorando questi messaggeri , esaltiamo la tua bontà infinita; negli spiriti beati tu ci riveli quanto sei grande e amabile al di sopra di ogni creatura”.
- Credere negli angeli è credere nella vicinanza di Dio e alle mille forme in cui ci aiuta nel nostro cammino. Senza dubbio Dio si è manifestato soprattutto in Gesù Cristo: ora, in quanto Signore Risuscitato, egli è il nostro vero Pastore, Guida e Guardiano. Però, come al fianco di Cristo stavano gli angeli, dalla sua nascita fino alla sua Pasqua, nei suoi momenti di crisi e in quelli di vittoria, la rivelazione e la liturgia ci spiegano che essi stanno anche accanto a noi, misteriosamente, potremmo dire come “amici dello Sposo”, aiutandoci e guidandoci da parte di Dio. Per tutta la durata della vita, e soprattutto nel momento della morte, il ricordo della presenza degli angeli può essere un valido sostegno per il nostro cammino di fede. In conclusione, anche grazie a quest’ultimo libro dobbiamo essere veramente grati a don Marcello Stanzione per la sua infaticabile opera di grande divulgazione tra i cattolici del ventunesimo secolo della devozione cristiana agli spiriti celesti.
2 commenti su ““Gli angeli e noi. Beati spiriti celesti e fede cristiana” – di Carmine Alvino”
magnifico scritto!
gli Angeli, Esseri di Luce…messaggeri di Cristo Re,che cosa meravigliosa la Loro dolce presenza!