GENOCIDI A FIN DI PROGRESSO, USURE E BOMBARDAMENTI FILANTROPICI – di Piero Vassallo

La mano magica del mercato e le sue mirabolanti imprese

 

di Piero Vassallo

 


Dai torchi dell’editore milanese Ponte alle Grazie esce i questi giorni “Il libro nero dell’umanità”, frutto della studiosa fatica che l’americano Matthew White ha dedicato alla ricostruzione delle cento peggiori atrocità della storia.

L’autore, stilata una classifica dei massacri compiuti in nome del presunto bene politico dal 480 a. C. (prima guerra persiana) alle guerre ideologiche del secolo sterminato, sostiene che gli orrori ultimi sono collegati tra di loro, in una sequenza che va dagli orrori della prima guerra mondiale alle atrocità di Hitler, Stalin e Mao.

libro whiteIl lettore della conclusione proposta da White è impressionato dall’apparente restringimento dell’accusa di crimini contro l’umanità alla triade Hitler, Stalin e Mao. Una conclusione che sembra recepire la pia leggenda intorno al mostro a tre teste totalitarie, il Male Assoluto atterrato dalla giustizia esercitata dai liberali Churchill, Roosevelt e Reagan.

Ovviamente a nessuno è lecito nascondere l’enormità dei delitti compiuti dai poteri totalitari costituiti in Russia, Germania e Cina. Se non che il libro di White, dettato da una visione pessimistica del potere politico antidemocratico, cita anche alcune delle orrende catastrofi causare da statisti infatuati dalla mitologia intorno alla mano magica del mercato.

Le spaventose carestie, che negli anni 1769-1770, 1876-1879 e 1896-1900, ad esempio, causarono la morte di oltre 26 milioni di indiani amministrati dalla Gran Bretagna, ad esempio (pag. 420 e segg.).

White,al proposito, rammenta che “lIndia paese povero spesso sospeso sullorlo della fame, non ha mai vissuto una carestia totaleal contrario sotto la dominazione britannica le carestie si presentarono piuttosto frequenti“.

L’osservazione spregiudicata dei fatti storici dimostra che l’azione di governo può impedire la moralità dovuta alle carestie, dunque “che ogni volta che la carestia colpisce è chi governa che lha permesso“.

E’ pertanto smentita la la teoria di Adam Smith, “il venerato filosofo settecentesco del capitalismo liberista, [“nellInghilterra imperialista la parola di Adam Smith era la parola di Dio“] il quale scrive che le carestie si verificano soltanto quando i governi interferiscono con le naturali forze di mercato“.

White ricostruisce anche la vicenda dello Stato Libero [fantoccio] del Congo, nome della colonia fondata da Leopoldo II del Belgio nel 1886 (pag. 442 e segg.).

Quando le invenzioni dei pneumatici compiute da Dunlop e da Michelin (1895), fecero impennare la richiesta mondiale del caucciù, materia prima di cui era era ricco la colonia belga, iniziò la tragedia dei congolesi.

Il paese diventò un inferno. “I villaggi si vedevano assegnare quote regolari di caucciù, avorio e legname da raccogliere nella giungla; ogni lavoratore che non riusciva a produrre la sua quota di caucciù era passibile di punizioni.

I liberali belgi organizzarono spedizioni punitive contro i villaggi renitenti: agli squadristi si raccomandava di non sprecare le munizioni: “quale prova della loro parsimonia ci si aspettava che riportassero una mano mozza per ciascuna pallottola consumataQuando un comandante brontolò perché i suoi uomini sparavano soltanto a donne e bambini, dalla spedizione successiva i soldati tornarono con un cesto di peni.

White non fa cenno al capolavoro compiuto dai credenti nella mano magica del mercato: l’esportazione forzata dell’oppio in Cina, un vero e proprio tentativo di genocidio.

L’esemplare impresa compiuta dalla compagnia delle Indie sotto l’insegna della corona britannica è il marchio d’infamia e la perfetta definizione del cuore di tenebra pulsante nell’ideologia liberale.

Per i credenti in Gesù Cristo, è motivo di orgoglio rammentare che nel secolo dominato dall’errore liberale, soltanto la Santa Sede condannò i mercanti d’oppio e invitò i fedeli a contrastare duramente la squallida e criminosa attività della Compagnia delle Indie. Durante i pontificati di Gregorio XVI e del Beato Pio IX il commercio dell’oppio fu condannato, i trafficanti e i consumatori scomunicati. Pio IX arrivò al punto di giustificare la pena di morte inflitta agli spacciatori.

La luce sinistra emanata dalla storia liberale può e deve aiutare gli italiani a comprendere la magia nera agente sotto l’ideologia, che ieri si è macchiata di genocidi a fine di bene ed oggi ci propone bombardamenti filantropici, usure e tasse sui poveri in vista del benessere della finanza.

La liberazione dalle truffe e dalle oppressioni in atto inizia dunque dalla consapevolezza della pestilenza diffusa dall’uso venerante della contraffatta idea liberale.

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