Il senatore Gasparri e i voltafaccia di Barilla. E poi Radio Maria, la rivolta nelle periferie, lo scandalo delle Femen
===================================================
.
Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.
Il successo di questa rubrica è testimoniato dal numero crescente di lettere che arrivano in redazione. A questo proposito preghiamo gli amici lettori di contenere i propri testi entro un massimo di 800 – 1.000 battute. In tal modo sarà più facile rispondere a più lettere nella stessa settimana. Ringraziamo tutti per la gentile attenzione e collaborazione.
PD
.
martedì 25 novembre 2014
.
E’ pervenuta in Redazione:
.
Gentile dottor Gnocchi,
sto seguendo con simpatia l’iniziativa con cui il senatore Maurizio Gasparri invita a boicottare la Barilla dopo il voltafaccia del suo proprietario sui valori della famiglia tradizionale. Un anno fa il signor Barilla diceva che mai avrebbe concesso qualcosa alla tesi omosessualista per farsi pubblicità, ora ne è invece diventato un sostenitore. Davvero penoso. Non è così?
Grazie per l’attenzione
Claudio Bedetti
.
come non guardare con simpatia un’iniziativa in cui un politico va contro la corrente? Penso sia da sostenere anche in vista di risultati obiettivamente meno che scarsi. Un’iniziativa come quella proposta da Maurizio Gasparri è un modo intelligente di dissentire dal pensiero dominante, può creare un legame di solidarietà tra chi vi partecipa, ma niente di più. Bisogna però aggiungere che, con i tempi che corrono, non è poco.
Cerco di spiegare il mio pensiero con alcuni fatti. Tutto è iniziato un anno fa con le dichiarazioni di Guido Barilla a favore della famiglia tradizionale, rilasciate alla trasmissione di Radio24 “La zanzara”. Parevano il frutto di una granitica formazione per nulla incline al compromesso con le mode depravate. Del resto Barilla viene da una famiglia di solida formazione cattolica.
Ebbene, solo un mese più tardi, in seguito alle reazione della società cosiddetta civile, aperta verso tutte le variazioni sessuali, l’azienda Barilla ha annunciato la creazione di un “Diversity and Inclusion Board” (Comitato per la diversità e l’inclusione) guidato da David Mixner, così definito dal sito dell’azienda: “Scrittore, esperto di strategie politiche, attivista per i diritti civili. Nominato dal Newsweek il gay più potente d’America, è un leader mondiale nel mondo della politica e dei diritti umani”.
Per la cronaca, Mixner vanta il seguente curriculum: docente a Oxford, Harvard, Stanford e Princeton, editorialista per “Time” e “Washington Post”, sceneggiatore, autore di blog, impegnato in progetti di prevenzione e cura dell’Aids in Africa, Russia e Ucraina, importante leader mondiale della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).
Ma non basta. Sempre nel giro di un mese, dopo la rivolta dei santoni omosessualisti, rafforzata dall’annuncio di un boicottaggio su scala internazionale dei prodotti Barilla, il presidente del gruppo si è prima scusato pubblicamente e poi è andato a Bologna a incontrare i principali esponenti delle associazioni Lgbt italiane. La prego, caro Bedetti, di tenere presente la rapidità del cambiamento.
Ora, un anno più tardi, la “Washington Post” scrive: “Barilla è passata dal sembrare insensibile ai diritti Lgtb a diventare un modello esemplare: recentemente ha ricevuto un punteggio pieno da un’associazione Lgtb che dà un voto a ciascuna società in base alla loro attitudine positiva verso i gay e ha aderito a Parks, un’associazione composta esclusivamente da datori di lavoro che vogliono ‘realizzare al massimo le opportunità di business legate allo sviluppo di strategie rispettose della diversità’. Quella di Barilla è un’inversione di marcia che mostra come le grandi società – che tipicamente cercano di evitare controversie di questo tipo – siano sempre più costrette a prendere una posizione nella battaglia culturale in merito ai diritti dei gay e al matrimonio fra persone dello stesso sesso; e quanto lo schieramento filo-Lgtb sia oggi in vantaggio”.
Mary-Hunter McDonnell, professoressa di strategia commerciale alla Georgetown University, spiega che il problema per queste società non è il profitto a breve termine. Le campagne di boicottaggio, dice, raramente condizionano le entrate in maniera diretta, piuttosto “minacciano l’immagine pubblica di una certa società e la sua reputazione”: se un certo brand viene “marchiato”, può essere seriamente danneggiato.
Mi scusi, caro Bedetti, se l’ho tirata un po’ lunga, ma mi preme che tutti noi ci rendiamo conto di quale sia il mondo in cui viviamo e, di conseguenza, di quale sono i nostri mezzi e gli effettivi margini di manovra. L’iniziativa del senatore Gasparri è lodevole ma, come spiega la professoressa McDonnell, non produrrà alcun effetto su Barilla e la sua politica. Se anche il danno economico prodotto dal boicottaggio fosse sensibile, a Barilla, come a tutte le grandi aziende che vivono di marchio prima che di prodotto, non interesserebbe nulla. Anzi, sarebbe una medaglia in più da esibire sul petto quando passeranno in rassegna i generali dell’esercito Lgtb. Ma il danno economico non ci sarà.
Dunque, caro Bedetti, mi chiederà se non bisogna fare nulla e assistere impotenti al disastro. No, va benissimo anche il boicottaggio: qualsiasi iniziativa pubblica è meritoria, purché non prometta più di quanto possa mantenere. E sarà sicuramente meritoria se contribuirà a tenere uniti i buoni e a rafforzarli nell’idea che bisogna fare di tutto per salvare il seme buono da trapiantare quando questa ondata di fango si ritirerà.
Ma, prima ancora di qualsiasi iniziativa pubblica, serve la preghiera. L’atto di boicottaggio è come un manifesto attaccato a un muro: dura qualche giorno e poi non se ne ricorda più nessuno. La preghiera è un impegno che si prende davanti a Nostro Signore: e, almeno Lui, non se ne dimentica.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
.
risposte in breve
.
Caro dott. Gnocchi,
leggo spesso “Riscossa Cristiana” e seguo la sua rubrica, che trovo molto bella. In questi ultimi giorni, vedendo sul sito l’ennesima polemica con “Radio Maria”, mi sono chiesto se sia davvero giusto comportarsi così. Certo padre Livio Fanzaga potrà avere sbagliato, ma a far così non si manca di carità? Non sarebbe molto meglio che questi problemi fossero trattati in privato, perché poi il mondo cosa dice, che la chiesa cattolica è divisa? E se vogliamo essere buoni cristiani, non dovremmo essere i primi a perdonare in silenzio i torti subiti?
La ringrazio e la saluto.
Con stima, suo
Fabio Bolognesi
.
Caro Bolognesi,
in questa rubrica ho scelto di non occuparmi di padre Livio e di “Radio Maria”. Ma “Riscossa Cristiana”, che è un organo di informazione, fa benissimo a parlarne quando ci siano delle informazioni utili per i suoi lettori. È la regola fondamentale del giornalismo grazie alla quale i giornali hanno i loro lettori.
Nel caso da lei citato, la notizia c’è, interessa sicuramente i lettori di “Riscossa Cristiana” e “Riscossa Cristiana” farebbe male il suo lavoro se non la portasse a conoscenza del pubblico. La sua considerazione sul fatto che sarebbe meglio tenere in privato certi fatti non mi trova d’accordo e le spiego il motivo.
A forza di tacere pubblicamente certi comportamenti di personaggi pubblici cattolici per una mal riposta “carità cristiana”, si finisce per avallare l’immagine da santino che questi signori tendono a erigere a se stessi. Con il risultato che se, fra cinquant’anni, uno studioso volesse ricostruire sulle fonti pubbliche la storia della Chiesa dei nostri giorni si troverebbe a narrare le vicende di un periodo immacolato, dove tutti si volevano bene, dove tutto funzionava a meraviglia e nessuno compiva soprusi.
Non sarebbe giusto, caro Bolognesi. La storia va raccontata per quello che è e non va falsata a priori. Penso che “Riscossa Cristiana” stia facendo un gran servizio alla verità in modo veramente onesto, tanto da dichiararsi disposta a pubblicare interventi che rettifichino, bilancino e persino smentiscano quanto ha ritenuto di dover far sapere ai suoi lettori.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
.
Gentile Prof. Gnocchi,
sono una sua affezionata lettrice e noto con dispiacere che le mie ultime lettere non hanno suscitato il suo interesse. Ovviamente a lei e a lei solo spetta la scelta nella messe delle lettere che riceve, però, avendo io posto dei temi che mi sembravano di estrema urgenza, quali l’accoglienza, i Rom e la pena di morte comminata a una ragazza da un tribunale islamico, di cui non si parla ormai più, eccetera, non demordo e torno a sollecitare la sua attenzione almeno sul problema delle rivolte nelle periferie in quanto è cruciale a mio parere trovare un punto di equilibrio fra giustizia e carità.
Buona giornata,
Marina Panetta
.
Cara signora Panetta,
pubblico per intero la sua lettera, rimproveri compresi, perché è una gran consolazione avere lettrici come lei e questa consolazione la voglio dividere con gli altri lettori. Purtroppo, anzi per fortuna, questa rubrica è intasata dalle lettere e per questo è difficile dare spazio a tutti.
Ora mi perdonerà se riesco a rispondere solo brevemente a un quesito che meriterebbe un intero trattato. La vita del cattolico è in continuo equilibrio tra giustizia e carità e tende a cadere da un lato o dall’altro specialmente quando si indulge al facile consenso. La mitologia delle periferie esistenziali evocata disastrosamente dall’attuale Pontefice è un esempio perfetto di tale fenomeno. Denota un grandissimo deficit di equilibrio perché denota un grandissimo deficit di cattolicità, la quale non va in cerca di consensi ma di conversioni.
Per capire in che cosa consista l’equilibrio tra giustizia a carità, invece che le melense omelie di Casa Santa Marta, consiglio di leggere i primi capitoli dei “Sermoni sul Cantico dei Cantici”, là dove San Bernardo di Chiaravalle spiega che cosa significa baciare i due piedi di Nostro Signore.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
.
Caro dottor Gnocchi,
potrebbe parlare dello scandalo delle Femen in piazza San Pietro? Grazie
Paola Acquaroli
.
Gentilissima signora Acquaroli,
dopo aver stigmatizzato tutto lo stigmatizzabile di gesti così blasfemi, sul fatto in sé non rimane molto da dire. Tanto che nessun organo di stampa si è dilungato sul tema. Hanno preferito tutti dare le immagini, e questo merita almeno una considerazione.
Una Chiesa che, negli ultimi decenni, ha scelto di affidarsi all’immaginario mediatico invece che alla parola ragionata riceve in cambio dal mondo quello che si merita. Non sono i trattati ponderosi le armi che la metteranno definitivamente con le spalle al muro, ma aggressioni come quelle delle Femen che fanno strame delle immagini sacre senza che nessuno tra coloro che dovrebbero custodirle reagisca davvero. Evidentemente questi custodi sono più attenti alla loro immagine che a quella di Nostro Signore. Il riferimento al vescovo di Roma, davanti alla cui residenza è avvenuta la performance delle assatanate signorine non è affatto casuale.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
11 commenti su ““FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì”
Mi riferisco alla lettera riguardante l’industriale Guido Barilla , e mi domando : “E se il cambiamento fosse dovuto a minacce subite? Se fosse dovuto alla preoccupazione per la sua azienda e i suoi dipendenti per eventuali vendette? Può darsi che mantenere ferme le convinzioni espresse in un primo momento comportasse pericoli molto gravi …. non lo sappiamo!
Ho pensato la stessa cosa. Gasparri non rischia praticamente nulla, anzi, può trarne solo vantaggio. Barilla invece ha la responsabilità di migliaia di dipendenti. Quanto successo comunque la dice lunga sulla pseudo democrazia in cui stiamo vivendo. Siamo in uno dei periodi più bui dell’umanità e non vedo, umanamente parlando, possibili soluzioni.
E se il boicottaggio lo fa chi non è gayfriendly i suoi dipendenti non rischiano lo stesso?
penso che Barilla potrebbe vivere di rendita e chiudere baracca e burattini, e i dipendenti?
Quanto al terribile sacrilegio commesso dalle cosiddette femen in piazza San Pietro, su cui nessuna voce autorevole proveniente da quelle parti mi pare si sia levata, spero con tutto il cuore che sia stata celebrata almeno una Messa riparatrice.
Barilla femen padre Livio dimostrano che la verità va sempre affermata, non la convenieza o il clericalismo.
Caro dott. Gnocchi, in merito al caso Barilla lei dice che non serve gran che boicottarne i prodotti. Probabilmente ha ragione, però io il boicottaggio l’ho compiuto da subito, appena successo il fatto. Niente più prodotti Barilla a casa nostra, così come niente più Findus. Non serve a nulla o quasi? Pazienza. Almeno quando mangio, non mi va di traverso il cibo.
Brava Claudia ! è molto importante la sua testimonianza, come penso anche la mia, non fosse altro che per i nostri cari, coloro che ci stanno vicini, ai quali possiamo spiegare il motivo di questo nostro boicottatggio.Poi Dio vede e provvede, almeno così la penso io. So ricorda le parole “ha deposto i potenti dai loro troni, ha innalzato gli umili?” Io spero sempre on quelle che chiamo “le contromosse della Divina Provvidenza”, imprevedibili per noi ma anche per satana, che ne viene così spiazzato e battuto (i famosi coperchi che non riesce a far).e
Ritengo che Guido Barilla abbia sbagliato cadendo nella trappola cioè rispondendo alla domanda provocatoria (stesso errore di Eva, la menzogna usa sempre stessi metodi – Bibbia docet), mettendo così in gioco con le proprie convinzioni personali l’intero impero Barilla con tutta l’enorme responsabilità del carico dei dipendenti eccecc, ovvio che poi abbia fatto marcia indietro perché irrigidirsi avrebbe compromesso troppe persone… insomma, la morale è sempre dettata dalla Sacra Scrittura, Bibbia e Vangelo: col Maligno non di dialoga, gli si risponde come Gesù: vattene! Così poveretto, ha dovuto ribattezzarsi Gaydo barilla….! Per quanto riguarda il Papa come Vicario di Cristo in Terra e cioè Papa Emerito ( per sua libera scelta quindi responsabile e rispettabile) Benedetto e Papa reggente Francesco, io da cattolico credo di dover accettare la realtà della situazione che ritengo assolutamente guidata e voluta da Gesù in Persona e retta dallo Spirito Santo, questo per me è “di fede” e basta.
Come sempre d’accordo su tutto quanto scritto, però aderisco particolarmente alle frasi finali di lei, caro Gnocchi:
“” No, va benissimo anche il boicottaggio: qualsiasi iniziativa pubblica è meritoria, purché non prometta più di quanto possa mantenere. E sarà sicuramente meritoria se contribuirà a tenere uniti i buoni e a rafforzarli nell’idea che bisogna fare di tutto per salvare il seme buono da trapiantare quando questa ondata di fango si ritirerà.
Ma, prima ancora di qualsiasi iniziativa pubblica, serve la preghiera””
Ma devo anche dire che sono sempre più convinta che fare il nostro dovere, combattere anche piccole “umanamente inutili” battaglie, e
PREGARE, sarà un modo, forse l’unico, per ottenere l’intervento del Signore, cioè ottenere frutti santi.
Guido Barilla ha soltanto fatto una bruttissima figura agli occhi di tutti: la figura di un pavido opportunista inconsapevole, per di più’, del proprio peso sociale e delle responsabilità che esso comporta.
Con quel paio di migliaia, o forse più’, di dipendenti che lavorano nelle sue aziende, lui può permettersi molto più’ di quanto vuole farci credere: nessuno è così’ stupido in Italia da mettere a repentaglio la vita di un’azienda sana che dà lavoro a tante famiglie. Tutti gli imprenditori di un certo peso (per numero di lavoratori addetti) lo sanno perfettamente, al punto da usare l’arma del ricatto sociale al fine di ottenere quel che vogliono.
Il peso della crisi grava interamente sulle spalle della classe media dei piccoli imprenditori e delle partite iva, cui si è tolto tutto per finanziare aziende colabrodo e stracotte, purchè abbiano il privilegio di un qualche centinaio di dipendenti da usare come merce di scambio. A queste ultime tutto è permesso e il dietro front del rampollo è…