La nuova contrapposizione svelata da Bergoglio è quella più radicale e più brutale tra un potere ecclesiale iniquo che si manifesta in un magistero blasfemo e la resistenza di chi continua a testimoniare i diritti di Dio in una Chiesa che se ne fa beffe … il potere iniquo e brutale incarnato da Bergoglio non viene turbato … Vuole, desidera, brama che chi ha “particolare sensibilità religiosa” possa manifestarla dentro i suoi domini, a patto che ne riconosca la signoria assoluta senza esercitare una critica vera, limitandosi a un ossequioso dissenso.
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Ogni settimana Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere, indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni settimana sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.
PD
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Martedì 19 luglio 2016
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È pervenuta in Redazione:
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Gentile dottor Gnocchi,
penso di poter dire di essere un suo lettore da sempre, fin dai suoi primi libri su Guareschi, e ho sempre seguito con interesse l’approfondimento del suo pensiero, lineare e coerente. Ma non le scrivo per dire questo. Le scrivo per dirle quanta fatica devo fare per spiegarlo a certi cattolici cosiddetti tradizionali che si spaventano davanti alla realtà e accusano di sedevacantismo più o meno nascosto chi ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. E qui vengo a toccare un tasto che per lei sarà doloroso e quindi se non vuole parlarne in pubblico le chiederei almeno una risposta privata. Mi riferisco al fatto che c’è chi sostiene che se fosse vivo Mario Palmaro lei oggi non direbbe certe cose e con certi toni. Se sono stato indelicato me ne scuso. Se non risponderà, la capirò benissimo, ma un po’ ci conto.
Un saluto sincero
Davide Roversi
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in effetti, ci ho messo qualche settimana prima di decidermi a risponderle perché la sua lettera tocca una corda intima e dolorosa. Non saprei dirle se è indelicata poiché, da contadino bergamasco, fatico ad applicare la categoria dell’indelicatezza, soprattutto nei miei stessi riguardi. Sono più incline al ruvido “sì sì, no no”, e se fa male tanto peggio: c’è sempre la possibilità di ritirarsi in privato, dove nessuno ha il diritto di venirti a importunare. Ma, fin quando ci si mostra in pubblico, bisogna fare il conto con il giudizio altrui, anche quando sorge dalla miseria morale e intellettuale di chi maneggia argomenti, anzi non-argomenti, come quelli che lei riporta.
Caro Davide, nella lettera con cui il 2 giugno 2014 nasceva questa rubrica, un lettore mi chiese che cosa avrebbe detto Mario Palmaro se avesse visto quanto stava accadendo e risposi in questo modo:
“sono sempre riuscito a fuggire la tentazione di immaginare ciò che, a proposito del presente, avrebbe detto qualcuno che non è più tra noi. Da qualche decennio, mi pongono la stessa domanda nelle serate dedicate a Giovannino Guareschi. C’è sempre qualcuno che chiede che cosa Guareschi avrebbe detto a proposito del brutto andazzo che hanno preso i nostri tempi. In tutta franchezza, non lo so e mi astengo dall’attribuirgli pensieri apocrifi. Così come mi astengo dal farlo oggi con Mario a proposito dei casi che lei cita e di tanti altri, altrettanto drammatici. Finirei per dirle ciò che penso io e non sarebbe onesto”.
Continuo a comportarmi così, caro Davide, tanto che su Mario scrivo solo una volta l’anno, nell’anniversario della sua morte e solo per ricordare ciò che ha rappresentato e ancora rappresenta nella mia vita. Non mi spingo oltre perché giudico miserevole l’operazione di ipotecare ciò che avrebbe fatto o ciò che non avrebbe fatto una persona che non può più dire la sua.
Non mi sono mai chiesto che cosa avrei scritto se Mario Palmaro fosse ancora con noi. Non serve perché è mio costume dire quello che penso e pensare quello che dico, senza ricorrere a mediazioni o a dosaggi in percentuale variabile. Il mio sodalizio con Mario era, ed è ancora, fondato su una fraternità così profonda da essere incomunicabile. Non era certo il rapporto di lavoro tra due sensali usi a mercanteggiare sull’affare più conveniente. Non abbiamo mai avuto l’esigenza di incontrarci a metà strada e considero moralmente misero chiunque usi lo scudo di Mario per ripararsi dai miei argomenti di oggi. Misero moralmente e misero anche intellettualmente in quanto, non avendo idee, usa l’espediente gaglioffo di denigrare e delegittimare chi, invece, le idee le ha.
Ma ci sono abituato caro Davide. Sapesse quanti l’hanno fatto ai tempi in cui Mario e io cominciammo a criticare Bergoglio. Da “Questo Papa non ci piace” in poi, è stato un susseguirsi di nemici che ci davano dei pazzi e di finti amici i quali dicevano che, in fondo, ce l’eravamo andata a cercare. Ma nessuno è mai entrato in argomento. E se qualcuno, dopo averci lasciato fuori dalla trincea a prendere schioppettate nel petto e nella schiena, ha poi cercato di difenderci lo ha fatto perché temeva che gli rubassimo la scena: pazzi sì, ma martiri no. Mentre noi volevamo solo dire il nostro pensiero. A ciascuno il suo metro di giudizio.
Quanto al fantasma del sedevacantismo, anche questa è roba vecchia. Pensi che in certi vetusti palazzi per vincere la noia di giornate trascorse in attesa di una controrivoluzione che non arriva perché ci vogliono gli attributi per farla e se uno non li ha non se li può dare, si confezionano etichette con accuse di sedevacantismo personalizzate: a questo l’attitudine sedevacantista, a quello il sedevacantismo pratico, a quest’altro il sedevacantismo conclamato, a quell’altro ancora il sedevacantismo collaterale… Ce n’è per tutti, basta apostrofare Bergoglio con un’iperbole che manda in frantumi un po’ di vecchia cristalleria o qualche tazza di porcellana finissima. Come ti giri, ti trovi il cartellino appiccicato sulla schiena come il pesce d’aprile e quei mattacchioni che ti hanno giocato il tiro si divertono, si danno di gomito, ridono senza che si noti una sola piega sulle loro facce immote.
Sarebbe tutto da prendere come uno scherzo fanciullesco, se non fosse che questo nobile passatempo è il frutto avvelenato di un equivoco esiziale per la fede. In questi ambienti, dove si dorme chiudendo un occhio solo perché non si sa mai che la controrivoluzione scoppi proprio questa notte, non si vuole guardare in faccia alla realtà. Per questi crociati del secolo sbagliato, tutto rimane confinato allo schema elementare che contrappone “tradizione” e “antitradizione”, Messa in latino e Messa in vernacolo, “Missa Papae Marcelli” e “Alleluia di Taizé”, talare e clergyman.
Ma questi, caro Davide, sono tutti concetti che oggi vanno compresi alla luce della nuova contrapposizione svelata da Bergoglio: quella più radicale e più brutale tra un potere ecclesiale iniquo che si manifesta in un magistero blasfemo e la resistenza di chi continua a testimoniare i diritti di Dio in una Chiesa che se ne fa beffe.
Non basta più conoscere a memoria gli autori della controrivoluzione, baloccarsi in repliche all’amatriciana delle serate di San Pietroburgo, andare tutte le domeniche alla Messa in Vetus Ordo, fare jogging ai Parioli con la compilation di Palestrina nell’Iphone o mettersi la talare, i gemelli d’oro e le scarpe di vernice con la fibbia d’argento. Non basta più perché il potere iniquo e brutale incarnato da Bergoglio non ne viene turbato e, anzi, desidera che tutto questo sia fatto e pure con grande pubblicità. Vuole, desidera, brama che chi ha questa “particolare sensibilità religiosa” possa manifestarlo dentro i suoi domini, a patto che ne riconosca la sua signoria assoluta senza esercitare una critica vera, limitandosi a un ossequioso dissenso.
Tanto più è brutale e iniquo, il potere non aspira che a essere proclamato padrone delle vite e dei destini altrui. Allora, e solo allora, il dominus può permettersi di essere misericordioso, così buono da concedere di sopravvivere persino ai cultori di una stramberia come la Messa in latino. I quali gli saranno così grati da rendergli omaggio in qualsiasi momento e da portare ai suoi piedi quanti più sudditi possibile. Perché più sudditi si portano, più potere si riceve in cambio.
In certi ambienti, il retaggio del bacio della pantofola è così formale e farisaico da non badare se dentro ci sia un piede d’angelo o una zampa di caprone. Interessa poco se dal soglio di Pietro venga proclamata la dottrina di salvezza o una loquela di perdizione. Ciò che conta è il riconoscimento del potere, dato e ricevuto, qualunque sia.
Nulla di nuovo sotto il sole satanico di questo mondo, caro Davide. Gesù, nel deserto, viene tentato dal demonio che gli chiede di essere riconosciuto come signore e adorato. Aleksandr Solgenitsin, in Arcipelago gulag, mostra come il perverso potere sovietico pretendeva di essere riconosciuto persino dai condannati che stava per mandare a morte. Più che del sangue delle vittime, il potere iniquo ha sete del loro consenso poiché sa che non potrebbe sopravvivere senza quel “sì” anche estorto con la violenza. Nel Signore degli Anelli, Sauron, il signore del male, si mostra assetato dello stesso alimento. Il suo messaggero, giunto al reame dei Nani in cerca dell’Anello del potere, parla abbassando la voce crudele che, “se avesse potuto l’avrebbe persino addolcita”, e dice: “Sauron chiede questo come piccolo pegno della vostra amicizia. (…) È un gingillo che piace a Sauron, e sarebbe un buon modo per dimostrargli la vostra buona volontà. (…) Trovate anche soltanto notizie del ladro, se vive ancora e dove, e sarete grandemente ricompensati dal Signore, e riceverete eterna riconoscenza. Rifiutate e le cose non si metteranno bene. Rifiutate?”.
Caro Davide, davanti a quel tremendo e sibilante “Rifiutate?” troppi cattolici che continuano a essere formalmente “tradizionali”, in realtà, non rifiutano. Siglano il patto con il potere iniquo al quale cercano di condurre quanti più sudditi possibile. In processione, con gli stendardi antichi e cantando in latino inni secolari, ma diretti verso le fauci del drago.
Penso che questi cattolici “tradizionali” abbiano poco da baloccarsi con le accuse di sedevacantismo pratico inventate per bollare chi la pensa diversamente da loro. Dovrebbero preoccuparsi di ben altra deriva, la loro, quella del modernismo pratico, che finisce sempre per diventare anche teorico.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
31 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”
Con questo sciagurato pontificato la nostra auspicata “riscossa” cristiana ha, suo malgrado, il carattere di “resistenza”. A volte, per le mie idee in fatto di religiosità, mi sento relegato in una sorta di “riserva indiana”. Azzardo un paragone attuale: la chiesa di OMISSIS è “cattolica” come la Turchia di Erdogan è “democratica”; non basta la facciata (remember “sepolcri imbiancati”!). Entrambi usano il potere come argomento per convincere i “fedeli e fedelissimi” e i lecchini (che non c’è bisogno di convincere) o per controllare (o annientare) gli oppositori. Anche Satana può usare le lusinghe per placare la sua sete di anime!
Perfetto commento, caro Joannes, concordo al 100%, impossibile non vedere quanto lei va dicendo; o si vuol far finta di non vedere (per paura, opportunismo, lecchinaggio) e si è in aperta malafede, o non si è più in grado di intendere e di volere.
Io sono una cattolica tradizionalista.Guardata a vista anzi con bieca vista dai giusti e perfetti cattolici conciliari. Sono diventata Lefebrviana dopo anni di frequentazione della chiesa conciliare, dopo aver assistito a centinaia e centinaia di messe che del sacrificio di Nostro Signore non avevano più niente, con canti balli e con canzoni orrende , battimani e epitaffi laici ai funerali , battesimi ,comunioni e cresime con palloncini, stelline, con canti e chiasso da circo.Matrimoni con spose vestite dal sarto della suburra più nera, con sposi conciati e acconciati da Platinett etc. Ma non mi sogno di dire che la sede è vacante, ma dico che la sede è stata occupata con un colpo di stato da un usurpatore . Non so il perchè sia successo questo,ma dal CVII in poi, la Chiesa non è più Una Santa Cattolica e Apostolica, ma è diventata un accozzaglia di falsi credo e di falsi preti.Sono Cattolica e mi vanto di esserlo,il mio vanto è Nostro Signore Gesù Cristo seconda persona della SS.Trinità.
Ineccepibile la risposta di Gnocchi. Piena condivisione del Suo commento Maria, la Sede non è vacante, è usurpata dal ridanciano eretico venuto dalla fine del mondo o, forse, dall’inferno!
E’ vero che la Sede è fisicamente occupata. Nessuno lo può negare. Bergoglio infatti sta li in carne e ossa. Ma un usurpatore non cattolico può essere Papa? Sarebbe un contro senso. Spesso chi viene apostrofato come “sedevacantista” altro non è che un cattolico non una cum con l’attuale demolitore ( l’ultimo della serie di demolitori) della (ora ex) chiesa cattolica. Mi si deve spiegare che magistero cattolico può esplicare un usurpatore per giunta non cattolico! Quindi, i “tradizionalisti” una cum dovrebbero spiegami dove è la coerenza e convenienza spirituale ad essere una cum con Bergoglio. Io non la capisco. Dovrebbero fornire argomentazioni logiche che magari mi farebbero cambiare idea. Sin ora non le trovo convincenti. Sia lodato Gesù Cristo!
Cara Adriana, più che argomentazioni logiche forniscono petizioni di principio: ha visto il commento di Angheran?
“Dire che certe affermazioni di tale pontefice sono problematiche non è la stessa cosa che dire che la chiesa è stata abbandonata da Cristo da ormai oltre mezzo secolo.”
CHI ha mai detto una simile cosa?
E’ forse più coerente e cattolico dire che Cristo, da oltre 50 anni sta guidando la Chiesa verso il precipizio, anzi, verso l’Inferno?
Uno dei problemi di coloro che scartano a priori il sedevacantismo è che sarebbero tutti stesi come tanti birilli se il biancovestito decidesse di ricorrere ad una dichiarazione ex cathedra: se dicesse che per salvarsi è necessario adorare Buddha, inizierebbero ad adorare Buddha, piuttosto che ammettere che saremmo in presenza di un FALSO papa che ha proclamato un FALSO dogma!
Non faccio altre considerazioni sulla sua scelta, essere tradizionalisti “regolari” costa sacrifici (ma non penso compromessi nella fede o papolatria). Osservo però che tutti coloro che si allontanano (dica pure lecitamente o solo formalmente) dalla Chiesa rimangono più esposti al Principe di questo mondo. Amerio disse: “[Le] «chiese nazionali», [sono] ammesse e favorite e volute, con le lusinghe e le minacce, dai nemici – verdi o rossi – della Chiesa, ben consci che divisione e distruzione sarebbero per lei tutt’uno.”
Sicura che la FSSPX sia immune da influenze esterne?
Splendido articolo!
Su certi siti “tradizionalisti” siamo ridotti al punto che c’è gente convinta che se Bergoglio dichiarasse ex cathedra che la Comunione ai divorziati adulteri fosse lecita (caso per caso) allora quella sarebbe la verità!
O non hanno capito niente di Bergoglio o non sanno neppure che il magistero, anche quello supremo, NON ha il potere di contraddire il Depositum Fidei…senza contare che il magistero ordinario e universale (infallibile) si è già espresso CONTRO la Comunione ai divorziati adulteri!
E l’eretico e scandaloso Schonborn si permette addirittura di dire che l’oscenità chiamata Amoris laetitia è vincolante: siamo arrivati al punto che i falsi pastori vogliono vincolare i cattolici a rinnegare le Leggi di Dio, dicendo però al tempo stesso che non c’è bisogno di essere cattolici per salvarsi…come possono essere così stupidamente empi?
E come fa certa gente a credere a simili cialtroni?
“Come ti giri, ti trovi il cartellino appiccicato sulla schiena come il pesce d’aprile e quei mattacchioni che ti hanno giocato il tiro si divertono, si danno di gomito, ridono senza che si noti una sola piega sulle loro facce immote.” Che senso ha preoccuparsi di cosa pensano e dicono certe persone?
(peraltro BEN DESCRITTE!!!!!!! Il solito riso degli stolti)
Se vogliono illudersi che il biancovestito sia il papa e non vogliono ascoltare chi li mette in guardia…. Viviamo il tempo della divisione, come ha detto ripetutamente la Vergine; molti saranno ingannati e pochi si schiereranno contro il papa apostata. E noi che possiamo più di Lei?
Personalmente ritengo che tale gente vada ignorata.
Se fosse vivo Palmaro, Gnocchi non direbbe certe cose…. Ci si rende conto di quanto è offensiva siffatta frase?
Chi bela e segue i potenti crede che tutti siano sprovvisti di carattere e autonomo pensiero. Mah!
Semplicemente perfetto! Non aggiungo nulla, perché potrei solo rovinare ciò che è stato espresso in modo esemplare.
Guardi caro Gnocchi che anche i predecessori di Bergoglio hanno fatto cose abominevoli (tranne qualche rarissima eccezione…prontamente rimossa). La storia della Chiesa Cattolica romana è lastricata di fatti e persone vergognose. Comunque non biasimo nessuno…anche io c’ho messo del tempo per rendermene conto.
Duemila anni fa qualcuno chiese con arroganza con quale potere Gesù predicava il vangelo che oggi tutti dovremo conoscere;ad una domanda rispose con un’altra domanda riferita al profeta Giovanni:io credo che oggi ognuno di noi sia chiamato a dare una risposta a quella domanda,cioè se crediamo che Cristo è veramente il figlio di Dio e che il Vangelo tramesso dagli Apostoli e a noi insegnato dalla Santa Madre Chiesa nella sua totalità, sia l’unica possibilità di salvezza oppure che Gesù non sia la seconda persona della SS.Trinità,che le sue parole non siano eterne,che la dottrina possa essere modificata,adattata a piacimento in base agli usi e costumi(vedi Amoris Laetitia)e che il signor Bergoglio sia il precursore della nuova religione mondiale della NEW AGE.Comunque vada è opportuno fare una scelta ferma, perchè il Giudizio di Dio non dipenderà da come la pensa Bergoglio e company,ma se conoscendo la Verità,cioè Cristo,l’abbiamo abiurata per i nostri porci comodi.IN HOC SIGNO VINCES
La propaganda New Age (“Girotondo intorno al mondo” = Seduta spiritica globale) alletta con i “porci comodi”, a cominciare dal Free Love in luogo del Matrimonio Cristiano, ma subito dopo apre gli orizzonti del suicidio per disperazione. Dal “divertimento” con la persona dell’altro sesso, si viene spinti all’ “amore più elevato” per la persona del proprio sesso, perciòi alla sterilità, alla solitudine radicale, al distacco dalla realtà
Quanto mi piace quel ‘si,si no, no’ senza infingimenti, in piena coerenza, senza tentennanti relativismi e, soprattutto, in totale aderenza alla dottrina di Gesù Cristo!
Duemila anni di storia e consolidata dottrina non possono essere intaccati da qualche decennio di miseria acquiescenza mondana. Chi da giovane ha conosciuto la vera dottrina ha però la grande responsabilità di testimoniarla, riaffermarla e per tramandarla. Più che con il confronto dialettico con la propria stessa vita.
Certo Giovanni, ma bisogna anche scrivere, lasciare testimonianza, dato che non possiamo essere visti e da tutti con il nostro comportamento; poi teniamo presente che ci sono i preti sempre pronti a trattarci da fanatici integralisti (anche noi abbiamo i nostri integralisti, ha detto recentemente Bergoglio ad una autorità musulmana, parlando dei terroristi dell’Isis: bell’accostamento da parte del Vicario di Cristo !); così fanno pure i nostri confratelli nella fede, ormai con il cervello lavato e imbottito di panzane e falsità da 58 anni di bugie, faziosità ed imposizioni di eresie.
a questo l’attitudine sedevacantista, a quello il sedevacantismo pratico, a quest’altro il sedevacantismo conclamato, a quell’altro ancora il sedevacantismo collaterale…
Se la domanda è stata posta è evidente che c’è un motivo e non si può ridurre il tutto a una mera querelle tra adoratori incondizionati di Bergoglio , fossero anche ‘tradizionalisti’ e mondo cattolico ‘avvertito’. I primi a porre diecimila steccati sono proprio i sedevacantisti con le loro mille denominazioni diverse che però – si dice – possano convivere allegramente in barba al principio di non contraddizione.
Il Sedevacantismo nelle sue varie sfaccettature è solo una scorciatoia semplicistica alla crisi della Chiesa. Le basi teologiche di cui si ammanta sono spesso fondate su asserzioni prive di fondamento. Dire che certe affermazioni di tale pontefice sono problematiche non è la stessa cosa che dire che la chiesa è stata abbandonata da Cristo da ormai oltre mezzo secolo. Da chi vanno costoro a ricevere i sacramenti?
Vede, carissimo, di fronte al candidato della Mafia di San Gallo (città della Valle del Reno, tristemente famosa dagli anni ’60 per essere la sede di tutti i conati di “Riforma” della Chiesa in senso giudaico/massonico/protestantico) eletto al Soglio e attivo ogni giorno per “rivoltare la Chiesa come un calzino”, la reazione adeguata sarebbe l’anatema.
Siccome però noi siamo laici, e lo stravolgimento attuale avviene in forma truculenta e teatrale, consiglio vivamente il “guardare in altra direzione”.
Molto concretamente, io sono passato dal seguire quotidianamente i discorsi di papa Benedetto al seguire ualche buona Messa e qualche buona fonte di preghiera… e per nulla le cannonate di Mangiafuoco contro i Cattolici (dal vertice della Piramide al corpo della Piramide: alzo “-90° “).
Non ho tempo da perdere né con il Medesimo né con le varie scuole di pensiero in cerca del cavillo su cui basarsi per fargli obiezione. Siamo nella farsa
Dubitabondo su Dio, il ridanciano nella foto crede in compenso nell’ONU, nella Scienza, nell’Evoluzione. E, c’è da scommetterci, confida nella Magistratura.
Basta alzare un attimo lo sguardo oltre i confini delle conventicole nazionali per vedere che la posizione di chi riconosce alcune criticità a certe affermazioni (Recognize & Resist) è ben diversa da quella sedevacantista. I primi sono oggetto di derisione dai secondi proprio per il fatto di restare ostinatamente sulla barca di Pietro nonostante gli evidenti tentativi di affondarla. Questa distinzione non si può banalizzare.
Come non si può banalizzare la differenza di visione e di azione tra i papi succedutisi dopo il Concilio (altro cavallo di battaglia sedevacantista).
Ieri, è apparso su ‘Chiesa e post concilio’ un sito, che Riscossa qualifica giustamente come ‘amico’, una rispettosa lettera dell’Arcivescovo Emerito di Bologna Card. Carlo Caffarra, indirizzata al (sé dicente?) vescovo di Roma, contenente una precisa e netta serie di domande sull’esortazione ‘Amoris laetizie’ perchè, a detta dello stesso estensore del documento, necessita di esplicazione.
Le domande sono ineludibili. Mi sembra che così’ come la lettera del porporato è impostata, non si presti ad essere elusa.
Risponderà l’argentino?
Penso che non farlo sarà arduo, perchè rivelerebbe un imbarazzo conclamato, nel contempo stimo che rispondere a segno rivelerebbe tutta l’inconsistenza e l’eterodossia del documento incriminato.
In un modo o nell’altro sarebbe noto a tutti che l’illustre estensore, come il re della favola, è scandalosamente nudo!
Sono un cattolico qualunque. Posso definirmi così? Non sono certo un sapiente di “cose di chiesa” ma mi interessa molto la salvezza eterna della mia anima. Ho 49 anni, quindi la mia pseudo-formazione cristiana (non so neanche se posso definirla realmente cattolica) è stata tutta postconciliare: maturando, spero anche nella fede, ho molto amato Benedetto XVI, che pur con tutti i suoi possibili errori pre/durante/post concilio continuo a ritenere un grande Papa, e soprattutto l’ultimo baluardo di un cattolicesimo verosimile: ma, a parte questo, e a parte il fatto che non mi capacito di questa Chiesa con due papi (essendo fra l’altro assai evidente chi è a comandare davvero), non mi sogno neppure di essere “sedevacantista”. Sono amaramente convinto che Bergoglio sia papa, e nel mio “povero” S.Rosario prego quotidianamente per la sua conversione al cattolicesimo se Nostro Signore continuerà a infliggercelo sul soglio di Pietro. Se posso fare qualcosa di più, nei miei limiti, per favore, ditemelo.
P.S. Non riuscendo a condensare tutto nei limiti del testo, ho scritto “cattolicesimo verosimile”; rileggendo vedo però che può risultare irriverente, e comunque non rende l’idea. Ciò che intendevo è: un cattolicesimo che sia “il” cattolicesimo, ossia ciò che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha consegnato e che la Chiesa ha custodito, testimoniato e tramandato per circa 1950 anni. A mio modestissimo avviso, con Benedetto XVI ciò era ancora riconoscibile; e soprattutto era ancora evidente un richiamo e un rimando a Gesù, e non “al papa” come avviene ora con Bergoglio, ad opera sia di lui medesimo sia di tutta la neo-chiesa.
Sono ben tristi quelle reiterate sottolineature di Alessandro Gnocchi su certi “cattolici che continuano a essere formalmente “tradizionali”, ma in realtà, non rifiutano”. E ” siglano il patto con il potere iniquo al quale cercano di condurre quanti più sudditi possibile. In processione, con gli stendardi antichi e cantando in latino inni secolari, ma diretti verso le fauci del drago”. Parole forti, che sicuramente gli escono dal cuore con dolore e che ne arrecano altrettanto a chi immagina di chi si sta parlando. E’ così potente l’astuzia del demonio, che la sua più grande soddisfazione è far cadere nelle sue grinfie proprio quelli che non si sarebbe mai pensato vi potessero cadere. Bisogna pregare perché non si cada in tentazione, ché siamo tutti fragili e in questo ci venga in soccorso la Madonna Santissima, invocandola continuamente, specialmente con la recita del S.Rosario.
Per molti cattolici è inammissibile qualsiasi forma di critica nei confronti di chi occupa la Sede Petrina e ogni critica è percepita come “uscita” dalla Chiesa. In realtà la misura di chi è “dentro” e di chi è “fuori” è data dalla Fede: chi non ha la Fede non è “dentro” anche se appare che ci sia. Faccio un esempio banale: se qualcuno ha visto dal vero o in filmati o in foto il dott. Justin Welby presiedere qualche cerimonia nella cattedrale di Westminster o di San Paolo a Londra, magari in pompa magna, ebbene può aver avuto l’impressione di trovarsi di fronte ad un arcivescovo mentre era soltanto davanti al dottor. Justn Welby VESTITO DA ARCIVESCOVO, ch’è un’altra cosa. Voglio dire, che non basta esser chiamati arcipreti, prevosti, vescovi, arcivescovi, cardinali o finanche papi, e vestirsi come tali, e compier cerimonie nelle chiese o nelle cattedrali cattoliche, per essere davvero tali. Il discrimine è la Fede: chi ha la Fede è “nella” Chiesa, chi la Fede non ce l’ha, è “fuori”.
Gnocchi ha scritto un bell’articolo, anche perchè lo spunto della lettera ne era l’incipit, ma rispetto a quando Gnocchi e Palmaro scrivevano
“questo papa non ci piace”, troppe cose gravissime e ineludibili sono accadute.
Oggi bisogna avere il coraggio di affermare che l’eretico argentino se mai è stato papa, non lo è più, perchè caduto in eresia formale
più volte ed in eresia pertinacemente permane.
Sedevacantismo non significa niente, la prima sede in quanto tale è sempre di Cristo e se il suo vicario, perchè morto, pazzo, eretico, dimissionario etc… al momento non c’è, bisogna solo prenderne atto, altro che papi emeriti, papi non cattolici ed altre arrampicate di specchi.
Se oggi piove e io inzuppato dico che piove in un paese dove tutti zuppi fradici fra le pozze dicono che è bel tempo, io divento un “piovista”, ma gli altri sono una bella banda di ipocriti che per altro restano tutti zuppi esattamente come me.
Bella metafora! …ma quanti “piovisti” aprirebbero l’ombrello? Forse hanno paura che attiri i fulmini, dimenticando quello che è caduto sul “Cupolone” poco dopo l’elezione di OMISSIS.
Caro Gnocchi, è inutile addentrarsi nel campo minato del ‘se fosse vivo…’. È una tentazione pericolosa quanto inutile. Mario Palmaro ha lasciato i suoi bellissimi libri, scritti con lei, articoli e filmati facilmente reperibili. Questo ci basta. La logica del ‘se fosse vivo…’ la si può prendere per tantissimi, ma a cosa può portare? Spesso, anch’io mi sono chiesto cosa penserebbe G.P. II o Pio XII o San Pio X o Giovanni XXIII o Pio XI dell’attuale Pietro. Ma a che pro? Semmai sarebbe interessante conoscere cosa pensa B XVI, a fronte del paradosso di essere ancora Papa, vivo e vegeto, ma dubito che sapremo mai qualcosa. Ma voglio azzardare una considerazione: credo che il carissimo Palmaro avrebbe denunciato il ‘sarumanesimo’ dilagante. Perché l’omicida, come Sauron, conduce la sua ‘sporca’ guerra e non si cura di scalmanati ‘orchi’ isolati che inscenato un necrofilo teatrino; egli mira alla legittimazione attraverso la mondanità.
Quando si parla di controrivoluzione è naturale che il nostro pensiero vada a quella moltitudine di personaggi che, a partire dal diplomatico savoiardo, si è dipanata nel corso degli ultimi due secoli. Ma se devo riporre la mia considerazione e attenzione a un vero controrivoluzionario non posso non prendere ad esempio il santo contadino sannita del Gargano, sintesi e sostanza della controrivoluzione, uno che, come lei caro Gnocchi, era per il si sì, no no. Anche con metodi spesso bruschi. Non a caso contadino e, si sa, i contadini sono gente concreta, che nella durezza e l’ardore della terra riesce a sorprenderti anche per una fine cultura che non ti aspetti (conobbi uno che ripeteva la Divina Commedia, interi canti). Non spetta a noi, come disse Tolkien, affrontare tutte le tempeste del mondo ma essere coerenti e pronti a svolgere il nostro dovere per lasciare un mondo migliore a chi vero dopo di noi. Palmaro ha lasciato a noi la sua eredità. Tocca a noi investirla al meglio.
Condivido in pieno quanto affermato da Gnocchi, e concordo sul dovere di denunciare senza sconti lo scandaloso pontificato di Bergoglio. E’ carità cristiana e non sedevacantismo.
Visto però che tra cristiani dobbiamo parlare con “sì, sì, no no”, chiedo ad Alessandro, se vuole, una parola chiarificatrice su passaggi come questo:
“Troppi cattolici che continuano a essere formalmente “tradizionali”, in realtà, non rifiutano. Siglano il patto con il potere iniquo al quale cercano di condurre quanti più sudditi possibile. In processione, con gli stendardi antichi e cantando in latino inni secolari, ma diretti verso le fauci del drago.”
Chi fa parte delle comunità Ecclesia Dei ma critica le scandalose uscite di questo Papa rientra necessariamente in questa categoria? In altre parole, bisogna essere lefebvriani e ricevere la Comunione da sacerdoti sospesi per non siglare “il patto con il drago”? Personalmente ritengo che fuori dalla Chiesa dovrebbe starci certo clero, non noi.
Caro amico, nessuno può essere messo fuori dalla Chiesa se non vuole, e per non volere, basta voler restare cattolici.
Se uno come Bergoglio dovesse scomunicare chicchessia, la cosa farebbe solo ridere e lui lo sa benissimo.
La questione non stà nell’essere annoverati tra le “comunità Ecclesia Dei”, o tra i “lefevriani” o i “sedevacantisti”, la questione stà nel voler restare cattolici. Se vai dietro alle eresie di Bergoglio, e degli altri modernisti della sua banda, se le accetti, o semplicemente non le combatti, allora non sei cattolico, questo è il punto, da chi ricevi la Comunione è del tutto marginale vista oramai la gravità della situazione. Nessun ossequio o rispetto è dovuto agli anticristi, neppure se dovessero vestire porpore o bianche talari.
Questo è il punto oggi.