Che cosa aveva di straordinario padre Pio? Che, attraverso il suo corpo e la sua sofferenza, porgeva a chiunque il corpo e la sofferenza redentrice di Cristo. Questa sì che è misericordia.
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Ogni settimana Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere, indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni settimana sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.
PD
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Giovedì 6 ottobre 2016
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È pervenuta in Redazione:
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Caro Gnocchi,
è trascorsa da poco la festa di padre Pio e mi pare che non se ne sia parlato troppo. Peccato, perché a mio avviso è uno dei più grandi santi della Chiesa. Siccome so che lei lo conosce e lo ha studiato, mi piacerebbe sapere se c’è un aspetto che l’ha particolarmente colpita.
Grazie,
Fabio Corbellini
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in tempi di una misericordia così balorda come quella che avvelena la Chiesa oggi, più che un peccato, il fatto che la festa di padre Pio sia passata sotto silenzio mi pare una grazia. Se devo dirle che cosa mi ha colpito di quest’uomo, che è senz’altro uno dei più grandi santi di tutta la storia della Chiesa, partirei da come lo ricordò Jean Guitton in un articolo apparso su La Croix nel 1968: “Avanzava pesantemente verso l’altare alle quattro del mattino davanti a un popolo di fedeli, poveri e ricchi, così accalcati da formare un solo corpo immobile, un’unica preghiera muta. Andava avanti nella celebrazione con sempre più sofferenza e, quando arrivò all’inizio del canone, si fermò come davanti a una scalata inverosimile, un appuntamento d’amore doloroso e radioso, un mistero inesprimibile, un mistero che poteva far morire. Lo sguardo che gettava verso l’alto, dopo la consacrazione, diceva tutto questo. Mi dicevo che era forse l’unico prete stigmatizzato in atto, mentre tutti lo sono in potenza”.
In realtà, fin dalla sua ordinazione, nell’agosto del 1910, tornato a casa a Pietrelcina a causa della salute malferma, il giovane cappuccino sconcertava i compaesani proprio come poi sarebbe capitato al celebre filosofo. Le sue Messe erano troppo lunghe.
Don Giuseppe Orlando, coetaneo e compaesano di padre Pio, si mostrava stupito da quel fenomeno. “La sua santa Messa era un mistero incomprensibile” racconta. “Io poche volte l’ho visto celebrare in paese all’altare Maggiore, riferisco però quello che mi disse il parroco Pannullo, giurando sul suo sacerdozio. Padre Pio, al memento, era talmente assorto nella preghiera, che passava oltre un’ora senza proseguire. La sua Messa era così lunga che la gente la evitava perché, dovendo tutti andare alla campagna a lavorare, essendo questo un paese agricolo, non potevano rimanere per ore ed ore in Chiesa a pregare insieme a lui. Il parroco mi disse che gliene aveva fatta una colpa; l’aveva accusato finanche al padre Guardiano del convento dei Cappuccini, che veniva spesso a Pietrelcina per interessarsi della salute del suo suddito, e il padre Guardiano aveva pregato il parroco di richiamarlo con la mente, perché così, per santa ubbidienza, avrebbe ubbidito. L’arciprete Pannullo, che non era uomo che si faceva prendere per il naso, accolse scettico la preghiera del P. Guardiano, ed avrebbe voluto rispondergli un po’ per le rime, ma finse di ubbidire. Ebbene, tutti i giorni che padre Pio diceva Messa, l’arciprete si metteva in Chiesa e a distanza, mentalmente, lo comandava; e padre Pio subito ubbidiva. Senti, Peppino, mi confermò l’arciprete, io ho i piedi sulla tomba e tu devi credermi che quanto ti ho detto è vero”.
Caro Fabio, se c’è qualcosa in padre Pio che lascia il segno è quel suo essere ostia vivente per donare misticamente tutto se stesso là dove il Figlio di Dio si offre al Padre nel sacrificio supremo. “Hoc est enim Corpus meum”, “Hic est enim Calix Sanguinis mei, novi et aeterni testamenti: mysterium fidei: qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum”. E, ogni volta, il sangue di Gesù veniva separato dal suo corpo e attorno a quel sacrificio ruotavano tutto l’universo e la vita eterna di coloro che lo abbracciavano.
“Ditemelo perché soffrite tanto nella consacrazione?” aveva chiesto la figlia spirituale Cleonice Morcaldi. “Perché è proprio lì che avviene una nuova e ammirabile distruzione e creazione”. “In questi vocaboli” spiegano gli autori di Padre Pio nella sua interiorità “Padre Pio racchiudeva la sua intima e misteriosa partecipazione vivente alla tragedia del Golgota. Qui tutto il mistero del dolore e dell’amore di Cristo trovava l’espressione più alta e condivisa dal celebrante Padre Pio, associato alla distruzione di sé e alla configurazione a Cristo Amore (…). Fino alla Comunione, nella Messa di Padre Pio, si percepiva lo scorrere progressivo delle sequenze del Calvario. Padre Pio dopo la Consacrazione, entrava nei vari momenti dell’agonia del Crocifisso fino ‘all’ora nona’; le sette parole di Gesù appassionato, l’abbandono, l’offerta dell’Addolorata a Giovanni fino al Consummatum est. Quella Messa, misticamente, era come duemila anni or sono e i presenti entravano a far parte del Calvario in preghiera”.
Caro Fabio, non se ne poteva fare una colpa alla gente di Pietrelcina, se non si rendeva conto che, nella chiesa fuori mano di Sant’Anna, un giovane del paese offriva se stesso per la sua salvezza. Pensi a quanti non se ne rendono conto neppure oggi. Anzi, pensi a quanti oggi non vogliono neppure sentirselo dire. Se gli uomini capissero che cosa è la Messa, diceva il padre, bisognerebbe avere un esercito di carabinieri che difenda l’altare dall’assalto amorevole dei fedeli. “Il mondo potrebbe stare anche senza sole” amava ripetere “ma non senza la Santa Messa”. Ai sacerdoti insegnava a dividere la giornata in due parti, la prima in preparazione al divino sacrificio e la seconda in ringraziamento.
In uno nei quaderni del diario tenuto durante la prima persecuzione subita ad opera di uomini di Chiesa, tra la fine degli Anni Venti e l’inizio degli Anni Trenta, il frate di Pietrelcina fa spiegare da Gesù stesso che cosa sia la Messa. Una pagina pubblicata da Francobaldo Chiocci e Luciano Cirri in Padre Pio, storia di una vittima, su cui dovrebbero riflettere i riformatori e i loro tristi epigoni:
“Pensate che il sacerdote che mi chiama fra le Sue mani ha un potere che neanche a mia madre concessi; riflettete che se, invece di un sacrestano, servissero il Sacerdote i più eccelsi serafini, non sarebbero abbastanza degni di stargli vicino; domandatevi se, nonostante la preziosità del dono che vi fo, è ancora degno starsene alla Messa pensando altro che a me. Piuttosto sarebbe giusto che, umiliati e riconoscenti, palpitaste a me dintorno e con tutta l’anima mi offriste al Padre delle Misericordie; piuttosto sarebbe giusto considerare l’altare non per quello che lo hanno fatto gli uomini, ma per quello che vale, dato alla mia presenza mistica, ma reale. Guardate l’Ostia, in cui ogni specie è annientata, e vedrete Me umiliato per voi; guardate il Calice in cui il mio sangue ritorna sulla terra ricco come è di ogni benedizione. Offritemi, offritemi al Padre, non dimenticatelo che per questo io torno tra voi.
“Se vi dicessero: ‘Andiamo in Palestina a conoscere i luoghi santi dove Gesù ha vissuto e dove è morto’, il vostro cuore sussulterebbe, è vero? Eppure, l’altare sul quale io scendo ora è più della Palestina, perché da questa me ne sono partito venti secoli fa e sull’altare io ritorno tutti i giorni vivo, vero, reale, sebbene nascosto, ma sono Io, proprio Io che palpito fra le mani del mio ministro, Io torno a voi, non simbolicamente, oh no, bensì veramente; ve lo dico ancora: veramente. (…)
“Gethsemani, Calvario, Altare! Tre luoghi di cui l’ultimo, l’Altare, è la somma del primo e del secondo; sono tre luoghi, ma uno soltanto è Colui che vi troverete.
“(…) Io ritorno, sull’Altare santo dal quale Io vi chiamo, portate i vostri cuori sul corporale Santo che sorregge il mio Corpo, tuffatevi, o anime dilette, in quel Calice divino che contiene il mio Sangue. È lì che l’amore stringerà il Creatore, il Redentore, la vostra Vittima ai vostri spiriti, è lì che celebrerete la gloria mia nell’umiliazione infinita di Me stesso. Venite all’Altare, guardate Me, pensate intensamente a Me…”.
Che cosa aveva di straordinario padre Pio, caro Fabio? Che, attraverso il suo corpo e la sua sofferenza, porgeva a chiunque il corpo e la sofferenza redentrice di Cristo. Questa sì che è misericordia.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
24 commenti su ““FUORI MODA” – la posta di Alessandro Gnocchi”
Sono d’accordo con lei caro dottor Gnocchi, anchio penso che in fondo San _Pio non ha nulla a che fare con buona parte di questa chiesa, purtroppo.
Solamente Grazie per questa stupenda messa a fuoco del mistero di Padre Pio. Oggi nel nuovo rito l’aspetto di “festa della comunità” ha prevalso e si è persa
la consapevolezza della S. Messa come “memoria e rinnovazionew del Sacrificio della croce”.
Grazie Sig. Gnocchi per il Suo semplice ma chiaro articolo dove spiega cosa sia un SACRIFICIO EUCARISTICO e quanto dovrebbero fare tutti i Sacerdoti Christi mentre Celebrano l’Ufizio della Santa Messa: Immolarsi come Anima Ostia o Vittima d’Amore INCARNATNDO CRISTO IL SIGNORE CROCIFISSO (non sono piu’ io che vivo ma Cristo in me, San Paolo), che ha dato la vita per molti, come recita il Vetu Ordo, con rammarico, devo dire che non ho mai sentito un’Omelia dove venga spiegato il Sacrificio Incruento Eucaristico dove Il Sacerdote non e’ più’ lui ma Cristo, e se ha la Volonta’ di fare la Vera Misericordia ed Immolarsi per la salvezza delle anime. Dipartito Padre Pio arriva il delirio, 68, rivoluzione sessuale fino ad arrivare agli abomini dove hanno messo bergoglio a fare il vescovo (programma dei gesuiti demolire la Chiesa ed il papato) che accuratamente sta NEGANDO CRISTO EUCARISTICO. Quanti Sacerdoti ci sono che Vivono in fusione Spirituale con Cristo la S. Messa? Ecco il risultato. D’altra parte se dal CVII i Sacerdoti studiano su libri protestanti luterani, si vedono i…
risultati. Chiedere ad un Sacerdote o catechista cosa sia un’Anima Ostia? Ma scherziamo?. Ancora poco durava la S. Messa di S. Padre Pio, occultato bene da’ fastidio e penso che si ribalti nella tomba per quanto fanno molti francescani con l’ecumenismo e se vedete la Messa di Teleradiopadrepio, da Pasqua hanno pure cambiato i Paramenti Sacri con vestiti CARNEVALESCHI DORATI, fanno il CATECHISMO MAGICO CON IL MAGO G. con giochi di prestigio dove si mischia qualche parola di Dio con la santeria addirittura con giochi di prestigio con carte palline ecc. Una Messa decente dove c’e’ chi ha compreso che un Sacerdote si IMMOLA IN CRISTO NELLA MESSA NON SI TROVA QUASI PIU’. Anzi tanti Consacarti remano contro. Ma chi si vuole informare lo fa’ eccome. Gli altri? Si bevano tutto e corrono da S. Padre Pio come un distributore automatico di grazie senza capire la Sua Spiritualita’ mistica ed ascetica dove le sue preghiere Contemplative di Anima Ostia davano frutti di grazie di Vera Misericordia. Questo ha chiesto l’Unico Signore Dio ai Discepoli, no le eresie che ci stanno nauseando…
Inerte nel letto della clinica, nella penombra della cameretta, ostaggio di una lunga narcosi dopo un intervento chirurgico di 10 ore – era il marzo del lontano 1967 – in un momento di stanca dormiveglia, chiesi flebilmente a mia madre chi fosse quel frate accanto a lei, silenzioso. “Non c’è nessuno” mi rispose, o così mi parve di aver compreso. Più tardi, completamente dèsto, ella mi spiegò che, al momento della domanda, stava recitando il Rosario rivolta a Padre Pio, il frate all’epoca ancora vivente. Non ho mai pensato ad una suggestione dell’inconscio, come cianciano gli scafati specialisti di psicologìa. Il fatto di essere sopravvissuto ad un feroce morbo, per il quale mi era stata diagnosticata una settimana di vita, rappresenta per me la prova dell’amore di Dio e della grande potenza di quel suo prediletto figlio, immagine della divina Passione di Gesù. La gerarchia modernista ha fatto passare sotto silenzio la ricorrenza del dies natalis di San Pio da Pietrelcina perché la misericordia che lui amministrava era la dolce ricompensa del perdono dopo l’amaro…
Carissimo professor Pranzetti, questa sua confidenza mi riporta alla mente le parole di Suor Lucia di Fatima, che diceva che con il Santo Rosario si possono fermare anche le guerre; se associato poi a Padre Pio, la sua potenza sarà divenuta ancora maggiore : una vera bomba al plutonio, spiritualmente parlando. Ho letto di altre bilocazioni del santo di Pietralcina, avvenute durante la sua vita. Mi è rimasto molto impresso, inoltre, quanto disse ad un suo penitente che veniva da Milano, quando gli disse che era stanchissimo e non credeva di riuscire a guidare per tutto il viaggio di ritorno. “Fai guidare il tuo Angelo Custode”, gli rispose con serietà Padre Pio. Veramente egli era un uomo tutto di Gesù e di Maria SS.ma, forse il più grande santo del secolo scorso.
Che bellissima testimonianza! Se non fosse un peccato, le confesso che sarei tentato di invidiarla. Altro che soldi, altro che “godere del momento”. Lei ha ricevuto un dono per tutta la vita, e anche oltre.
Caro signor Luciano, la sua testimonianza mi ha commosso … la ringrazio molto! Quante meraviglie compie il Signore! Ci ha donato sua Madre, grandissimi Santi, come Padre Pio, eroici martiri e sommi dottori della Chiesa … con loro non ci perderemo, nonostante la deriva della neochiesa modernista.
Che commozione, privilegio eccelso il suo, Luciano! Per troppi anni della mia vita ho ignorato questo santo! ma è da un po’ di tempo che penso a lui durante la Messa per riuscire meglio a comprendere il Mistero di ciò che accade sull’altare! Grazie anche a Gnocchi.
Splendida testimonianza!
In questi tempi capita di vedere qualche sacerdote che eleva il Santissimo Corpo e Sangue di Gesù con indifferenza, quasi, oso dire, non pienamente consapevole di ciò che ha tra le mani.
Del compito a cui è chiamato. Il raffronto con Padre Pio, non tiene in nessun modo.
Per grazia di Dio, ne conosco qualcuno che durante l’elevazione, contempla con stupore il prodigio che lo trascende. Questo mi consola.
Dobbiamo pregare per tutti i Sacerdoti, instancabilmente.
Dio abbia pietà di loro e anche di me.
Gesù salva le nostre povere anime. Maria SS. prega per tutti noi. ( Grazie caro Gnocchi )
Padre Pio santo. Padre Pio è detestato da molti perchè fa da pietra d’ inciampo. Padre Pio è l’emblema di come dovrebbero essere i sacerdoti:Casti, poveri, giusti, misericordiosi, santi, veritieri,amare Dio sopra tutto e tutti, amare il prossimo per amore di Colui che è disceso in terra per la Gloria del Padre e per aprirci le porte del Paradiso e che è morto in croce a causa dei peccati.Padre Pio è Vangelo vivente, ha amato la croce, ed è stato messo in croce da coloro che più amava, dai suoi stessi fratelli. Su San Pio, tanto è stato scritto, e credo tanto si scriverà ancora.
Pare così la nuova chiesa. Eleva alla santità, tanto per mettere a tacere la coscienza (forse) o per zittire e tenere buoni molti fedeli, ma gli esempi e gli insegnamenti di vari santi è come se non fossero mai esistiti. Amnesia totale. Per Padre Pio mi pare che la persecuzione da parte della Chiesa prosegua in questo modo.
Un trattamento simile lo vedo impiegato per Giovanni Paolo II (non entro in merito alla santificazione, mi soffermo solo sui fatti): santificato in brevissimo tempo, in modo da avere un bel santino sugli altari, ma tutto il suo magistero sulla famiglia… ormai carta straccia. Tempo fa un sacerdote mi disse: il modo migliore per far fuori una persona. Sembra proprio così: santificare qualcuno di scomodo, tanto per tener buoni i fedeli e gettar loro fumo sugli occhi, e intanto proseguire nella demolizione.
Che splendido articolo!
Da “innamorata” di P.Pio, non posso che gioire alla lettura di questo meraviglioso ritratto che ne fa il nostro caro Autore e sono del parere che la sua santità è tale da potersi collocare sullo stesso piano di San Francesco. Siamo stati contemporanei di un santo immenso che (come mi ha spiegato un sacerdote) con l’immolazione di se stesso è riuscito ad arginare il male sulla terra finché è stato in vita: appunto fino al ’68 quando tutte le forze dell’inferno si sono date appuntamento per scacciare Dio dalla vita degli uomini e sostituirlo con l’uomo fattosi Dio.
Caro P.Pio, dall’alto dei Cieli dove partecipi della gloria di Dio, continua a pregare per noi.
di padre Pio ricordo un suo pensiero sulla misericordia: tra la giustizia di Dio e la misericordia di Dio scelgo la giustizia perchè se non fossi in grado di soddisfarla mi resterebbe la Sua misericordia…
La Speranza è una virtù necessaria per l’abbandono in DIo, specialmente quando il colmo della tempesta imperversa e la riboccante miseria umana ci schiaccia. Tengo a dirvi che mi sacrifico volentieri per la speranza che ho di poter un giorno in questa vita mortale cantare col real profeta : “SIGNORE,voi avete finalmente spezzato i miei legami, ed io per questa ragione vi offro unSACRIFICIO DI LODI PER TUTTA L’ETERNITA”. Padre PIO.
SIA LODATO GESU’ CRISTO ORA E SEMPRE
sono d’accordo..
per fortuna OMISSIS non ha ancora trovato il giusto modo di usarlo come paladino del discount della misericordia, del peccato come giusto modo di vivere la vita e del peccare è meglio che pregare..
Padre Pio, Santo amatissimo. L’alter Christus che continuerà ad intercedere per i Suoi figli spirituali, per la Chiesa sofferente, e per quanti sono ancora lontani da Gesù.
Grazie Dr. Gnocchi per questo dolcissimo articolo su S.Pio, lei ha espresso con quanto tenerezza possibile, la figura di questo GRANDE SANTO!
S.Pio, non scendeva a compromessi,il Suo era davvero sì, sì,-no,no, per questo a volte ai nostri poveri occhi poteva apparire burbero,invece il Suo unico scopo era salvare le anime,toglierle dalla grinfe di satana.
E Bergoglio, si vergogni! in questa caciara di Misericordia, lo ha fatto passare come Colui che perdonava tutto…
Comunque,se potete, cari amici di Riscossa, andate a Pietrelcina,ci sono le “case di P. Pio” rimaste intatte,nonostante i terremoti e ll passare del tempo…
Io, ho una casa a mezz’ora da lì, e quando ci vado nell’aria si “sente” il profumo di questo GRANDE,GRANDISSIMO SANTO.
Dr. Pranzetti grazie per la bellissima testimonianza che seppure intima, ha voluto farci partecipe;
Sia lodato Gesù Cristo
Da uno scritto di San Pio al suo confessore, 1913:
“Venerdì mattina mi apparve Gesù, tutto malconcio e sfigurato..mi mostro’una moltitudine di SACERDOTI, tra i quali diversi DIGNITARI ecclesiastici..
La visione di Gesù in angustie mi dava molta pena e volli chiederGli perché soffrisse tanto. Non ebbi risposta, però il Suo sguardo si riportò tra quei SACERDOTI. Ma poco dopo, quasi inorridito, ritirò lo sguardo e quando lo rialzò verso di me, con grande mio orrore, osservai due lagrime che gli solcavano le gote.
Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “MACELLAI !”
E rivolto a me mi disse: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata solo di tre ore, no: io sarò, PER CAGIONE delle ANIME DA ME PIÙ BENEFICATE (nota mia: ovviamente intendeva appunto soprattutto i consacrati) in agonia fino alla fine del mondo….
L’INGRATITUDINE E IL SONNO DEI MIEI MINISTRI mi rendono più gravosa l’agonia. Mi affligge che al loro indifferentismo aggiungano il LORO DISPREZZO, L’INCREDULITÀ…”
In famiglia ho avuto vari testimoni della santità del frate sannita del Gargano. Anche quando i miei parenti cominciarono ad essere abbagliati dall’immonda ideologia rossa. Potrei raccontare tante testimonianze come quella di mia zia Concetta, morta l’anno scorso proprio a San Giovanni Rotondo. Il 19 settembre del 1968 andò regolarmente a confessarsi dal Padre. Intuì che era una confessione diversa dalle altre. Mentre se ne stava andando, sentì un impulso a tornare indietro e a inginocchiarsi piangendo, senza apparentemente motivo. Vide il Padre che la salutava da lontano in lacrime. Mi disse che in quel momento, lei figlia devota spirituale del Padre, avvertì la consapevolezza che toccava a lei, da quel momento in poi, continuare le disposizioni del Padre e far conoscere il suo messaggio. L’ultimo vero Controrivoluzionario e maestro spirituale che abbiamo avuto. Dobbiamo rivolgerci a lui, con fede, perché Dio ha concesso a lui doni infiniti, doni che si è meritato con il suo continuo immolarsi. D’altronde lo disse lui stesso: farò più rumore da morto che da vivo.
Sono tutto di ognuno.Ognuno può dire;”Padre Pio è mio”. Amo i miei figli spirituali al pari dell’anima mia e più ancora.LI ho rigenerati a Gesù nel dolore e nell’amore.Posso dimenticare me stesso ma non i miei figli spirituali, anzi assicuro che quando il Signore mi chiamerà,io gli dirò:”Signore,io resto alla porta del paradiso; vi entro quando ho visto entrare l’ultimo dei miei figli”.P. Pio. Lui si che portava gli insegnamenti di Gesù al cuore della gente.
SIA LODATO GESù CRISTO
Si, cara Gina. Bisogna innanzitutto leggere e meditare l’epistolario del Padre. Questo è il consiglio base per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a San Pio. Di libri su San Pio ce ne sono moltissimi, molti consoni e benemeriti. Ma non si può prescindere da quei quattro volumi dove è racchiusa tutta la spiritualità di San Pio. Un’opera di inestimabile valore, dove il Padre mette a nudo il suo farsi Vangelo. Padre Pio è di tutti ma, attenzione, non si tratta con il Padre: ho lo si accetta integralmente o non se ne fa niente. Il Padre non risponde alla bassa moralità moderna ma, al chiacchiericcio sensazionalistico che spesso, anche a ragione, gli viene attribuito. No, il Padre lo si ama fino in fondo perché l’amore nei suoi confronti conduce a Cristo Gesù, attraverso la Donna, Colei che schiaccerà il serpente. Poi scopriremo che questo santo non si prendeva mai sul serio, come gli angeli di Chesterton. La sua vitalità era scatenata anche attraverso l’ironia. Solo un angelo si prese sul serio e portò peccato e inferno.