Vivo nella profonda provincia bergamasca, a due passi da Sotto il Monte Giovanni XXIII. Nessuno è perfetto, ma il punto non è questo. Il fatto è che, arrivato alla soglia dei sessant’anni, un povero cristiano può permettersi legittimamente di praticare il passatempo che tanti cattolici tradizionalisti si concedono seriosamente già da ventenni, ricordare i bei tempi passati. Appunto tali ricordi mi sono stati di aiuto in questo periodo per osservare attraverso una lente privilegiata lo sfascio in cui sguazza con irrimediabile entusiasmo il mondo cattolico.
Ma non sono belli i tempi passati a cui mi riferisco io. Non intendo parlare del quasi compaesano Angelo Giuseppe Roncalli. Mi riferisco al tarlo che per decenni, tanti da mettere insieme più di un secolo, ha logorato il tessuto di una fede che tutti pensavano ben custodita nelle cosiddette terre bianche come la mia. Ci ho pensato osservando un po’ irritato e un po’ immalinconito la difesa d’ufficio di Roberto Formigoni che ha compattato larghi settori del fronte catto-cons & catto-trad attorno a un argomento che sarebbe ridicolo se non fosse tragico: il vero capo di imputazione di Formigoni, non dichiarato in tribunale, è la sua fede cattolica, dunque difendiamo Formigoni per difendere la fede.
La vicenda dell’ex governatore della Lombardia, il quale a mio avviso sta bene dove sta, per quanto che mi riguarda finisce qui. Torno dunque alla mia giovinezza in terra bergamasca e bianca perché proprio lì ho trovato il bandolo della matassa che arriva fino al carcere di Bollate e promette di andare anche molto più in là.
Bisogna sapere che il mio paese, come tutti quelli del circondario, era governato dal parroco e dal sindaco democristiano attraverso un piccolo esercito di betòneghe. Perdonate il vezzo dialettale, ma non c’è termine migliore per descrive quelle donne, ma anche quegli uomini, votati al controllo della moralità altrui in conto terzi.
Il vangelo diffuso da questa piccola falange bianca era riassunto in un versetto che fatalmente mescolava fede e politica e, sempre in dialetto, diceva: “Crus sö crus se sbaglia mai”. Croce su croce non si sbaglia mai, era un mantra diffuso e meditato senza soluzione di continuità da un’elezione all’altra e costituiva il vero sostrato civile e religioso del paese. Non a caso, dico “civile” prima di “religioso”, perché il clericalismo aveva ormai spietatamente relegato la fede al ruolo di ancella del potere. Servetta così umile e servizievole da giustificare qualsiasi malefatta del padrone, in loco e “a Roma”.“Se i fa issé i noscc, chisà i otre…”, Se fanno così i nostri, spiegavano piamente le betòneghe a chi si lamentava di soprusi e ruberie perpetrati dai politici cattolici, chissà gli altri.
A loro modo, su ammaestramento del parroco, il quale ammaestrava anche il sindaco, applicavano una variante dello sdrucciolevole concetto di “male minore”: meglio che rubino i nostri perché rubano di meno e comunque finisce sempre qualcosa nel nostro orticello, un marciapiedi o una fognatura al paesello, un’autostrada o una ferrovia “a Roma”.
Insomma, i politici cattolici erano sì cialtroni e gaglioffi, ma cialtroni e gaglioffi minori, tollerabili e persino auspicabili prima in quanto “cattolici” e poi, fatalmente in virtù del piano inclinato maleminorista, anche in quanto cialtroni e gaglioffi: dalla processioni del Corpus Domini alla delibera truffaldina, il passo è stato breve. Inesorabilmente si è giunti a separare la fede dalle opere, la religione dal comportamento nella vita civile, allo scopo di presentarsi la domenica in chiesa, inginocchiarsi nel primo banco mettendo il fazzoletto sotto le ginocchia per non sporcare i pantaloni appena stirati, fare la comunione per primi con le mani giunte e poi uscire, passare in municipio e firmare la variante del piano regolatore che decuplica il valore dei propri terreni affidati a un prestanome, naturalmente “cattolico”. Tutto impunemente.
E poi, gli eredi di quel clericalume mettono sotto accusa la “scelta religiosa” dell’Azione Cattolica. Ma chi, se non quel clericalume, aveva scelto per primo di separare la fede dalla vita sociale? L’Azione Cattolica, non ha fatto che virare a sinistra ciò che il clericalume faceva a destra. Non a caso il clericalume al gran completo aveva in tasca la tessera di AC e si recava disciplinatamente a tutte le adunanze della domenica predicate dal parroco. Prima per combattere il comunismo, che avrebbe portato via potere e affari, poi a braccetto con il comunismo, con il quale spartire potere e affari. Tanto “a Roma”, che dettava la linea, de quanto al paesello.
Non c’è proprio da stupirsi del caso Formigoni e neppure del compattarsi in sua difesa delle betòneghe dei giorni nostri. La tragedia di quei cattolici che pretendono di essere dichiarati onesti per il semplice fatto di essere cattolici si è ormai compiuta definitivamente mandando in frantumi le virtù della fede e le virtù civili. Hanno fatto persino l’impossibile per non permettere alla fede di giudicare le loro opere e ora pretendono che sia proprio la fede a salvarle. Hanno separato ciò che Dio aveva unito e ora pretendono di rimettere insiemi i cocci, ma il tempo è scaduto. Distrutta la fede, le opere vivono di vita propria e bisogna avere il coraggio e l’onestà di accettare che vengano giudicate per quello che sono. Ciò che, del resto, si faceva anche quando la fede stava al posto che le compete, perché “settimo non rubare” è un comandamento divino e sono stati i clericali ad aggiungere “ottavo farla franca”.
Allo stesso modo, il bel tempo clericale che tanti rimpiangono solo perché si era “prima del Concilio”, ha devastato tutti gli altri comandamenti. Quanti difensori della famiglia e della pubblica moralità si presentavano la domenica alla Messa alta con la moglie al braccio dopo essere stati il sabato sera al casino o con l’amante, o magari dopo aver fatto abortire la minorenne che avevano messo incinta. Ma, “se facevano così i nostri, chissà gli altri…”. Tutti lo sapevano, ma non si poteva dire. Anche i “peccati contro il sesto”, come tutti gli altri, erano a gravità variabile a seconda del peccatore. Con il risultato che, se si guardano le firme in calce alle leggi sul divorzio e sull’aborto, c’è da rabbrividire. E non è ancora finita.
Bisogna avere il coraggio di dire che non esistono cialtroni e gaglioffi minori perché portano l’etichetta di “cattolici”. Non è vero che ai “cattolici” si debba chiedere meno di quanto si chiede agli altri. Forse è giunto il momento in cui ai cattolici, senza virgolette, si torni a chiede di più.
31 commenti su “Figli di un cialtrone minore – Trenta righe”
Finalmente qualcuno inquadra questa tristissima e sporca vicenda in modo giusto. Hop avuto troppo tempo a che fare con gente che giustificava le incoerenze e le ruberie dei capi in maniera ideologica. Grazie a questo articolo ho capito che questa ideologia si chiama clericalismo. Grazie
Tiziano Raggi
Se ho capito bene, il progressismo sarebbe figlio di certo conservatorismo. Purtroppo in questo modo mi tornano molte cose a comicniare dal fatto che i democristiani sono andati volentieri a braccetto dei comunisti. Devo ancora digerire che questo non è avvenuto solo in politica ma anche nella chiesa. Ci hanno veramente preso per il culo
SPLENDIDO ARTICOLO ASSOLUTAMENTE CONDIVISIBILE
Articolo assolutamente ributtante. Gnocchi vada a rileggersi gli atti dei processi contro Formigoni prima di spararle a vanvera.
E i lettori, prima di vergare commenti da lecchini, si documentino.
Egregio signor Gaetano,
mi sa che lei è ammalato di formigonismo mi pare che, prendendo lucciole per lanterne, abbia pensato che si stia dando del cialtrone a Formigoni. Il succo del discorso ci porta a tempi molto anteriori, che io ho vissuto e posso confermare che erano proprio così. Lei, egregio signor Gaetano mi pare proprio ossessionato dal caso Formigoni.
L’analisi di questo articolo vola ben più alto, ma lei a quanto pare sta proprio rasoterra sia con il pensiero (e quello se uno non ce l’ha non se lo può dare) ma anche con l’educazione (e in quello uno sforzo possono farlo tutti).
Il suo linguaggio dimostra solo livore e poc applicazione dell’intelletto. Ringrazi chi le ha puibblicato il commento, prima di mandarne un altro.
Caro Gaetano, oltre agli atti del processo a Formigoni si legga la storia di questi ultimi anni, magari troverà qualcosa di istruttivo. Però prima si tolga gli occhiali che le fanno vedere il mondo in rosa, o in Celeste. Emagari imparo a essere un po’ più gentiluomo. Prima di entrare in saca altrui dica permesso, buongiorno e poi ringrazi che, usando i modi a cui non mi pare nuovo, non la mettano alla porta.
Cordiali saluti
Tiziano Raggi
Dottor Gnocchi,
sono d’accordo su tanti contenuti dell’articolo; però, riguardo a Formigoni, lei ne sa sicuramente più di me, e può benissimo essere che, come dice lei, “stia bene dove sta”, però in tutto questo disastro che sta avvenendo, mi permetta di dire che la Magistratura italiana non è sicuramente al di sopra di ogni sospetto, per cui spero che le sue affermazioni siano corredate da un’approfondita conoscenza dei fatti, e non semplicemente da un verdetto di colpevolezza della giustizia (con la minuscola) italiana.
Riguardo al fatto che la corruzione è penetrata profondamente nella Chiesa Cattolica a tutti i livelli, questo è sotto gli occhi di tutti.
Ma quello che veramente fa specie non sono i cattolici che al sabato vanno con l’amante e la domenica a messa, ma quelli che un’amante non si sognerebbero mai di averla, che sono impegnati nella preghiera e nel volontariato, e pure sono entusiasti dell’attuale pontefice e dell’indirizzo che ha dato alla Chiesa. Mi creda, io ne conosco parecchi, e non mi so dare ragione della loro cecità.
Forse sbagliamo qualcosa…
Anch’io conosco molti bravi cattolici, generosi, altruisti e attivisti, che però stravedono per Bergoglio e la “sua” chiesa della misericordia, e anch’io non riesco a capire come facciano a non vedere, a non capire chi è veramente costui, donde viene, dove vuole condurvi. Quanto a Formigoni, non concordò purtroppo col bravo Alessandro: ammetto FI ignorate quasi tutto delle sue vicende, ma ci tanti politici a sinistra che dovrebbero essere rinchiusi, e da mtolo tempo. Per tal motivo ritengo l’accanimento contro Formigoni autolesionismo cattolico, divisivo e inutile. Pace e bene a tutti.
chesterton63: “Mi creda, io ne conosco
………………….parecchi, e non mi so dare
………………….ragione della loro cecità”.
Probabilmente, signor chesterton63, il fenomeno in questione – assai diffuso non solo tra i cattolici ma anche nella popolazione in generale – è dovuto ad un deficit di pensiero critico. Non che i popoli abbiano mai brillato in pensiero critico, tutt’altro, ma va anche rilevato che con l’avvento della televisione non solo questa facoltà ha subìto un ulteriore indebolimento, ma persino il ‘senso comune’ – o ‘buon senso’ che dir si voglia – comunissimo e molto attivo specialmente tra i contadini spesso analfabeti, ha anch’esso subìto un tale indebolimento da scomparire del tutto in moltissimi casi.
“O la usi, o la perdi” è una perla di saggezza popolare che ritrae proprio il fenomeno che qualsiasi facoltà umana – inclusa quella della parola – richiede un continuo esercizio per rimanere attiva. La televisione è uno strumento che nega l’esercizio sia fisico che intellettivo con i risultati disastrosi che possiamo osservare.
A mio avviso i”cattolici” che seguono Bergoglio lo fanno per convenienza.
La chiesa della misericordia perdona tutto e quindi loro possono giustificare i loro peccati.
Dopo aver tentato di aprire loro gli occhi, io prego ogni giorno per loro ma cerco di evitarli come la peste.
Sono molto pericolosi per la fede e se non stai attento ti sbranano.
Caro Chesterton, il fatto di essere persone impegnate in parrocchia e nel volontariato non da la misura della loro Fede, ma solamente del fatto di appartenere a una comunità parrocchiale. Il fatto invece di essere entusiasti dell’attuale pontefice e dell’indirizzo che ha dato alla chiesa, denota la tiepidezza o addirittura assenza di vera Fede da parte di questi soggetti che si illudono di essere cattolici. Non si può neanche pensare, infatti, che santi come Santa Gemma Galgani o S. Domenico Savio o P.Pio o chi più ne ha più ne metta, avrebbero minimamente approvato con codesta cecità questo scempio e non si sarebbero invece offerti vittime in riparazione di questo abominio…..altro che essere entusiasti! Come si fa ad avere Fede in Dio e nella dottrina cattolica che Lui ci ha donato e, nello stesso tempo, approvare questo abominio? e’ impossibile. Quindi, l’unica spiegazione è che manca la Fede, o perchè non la si ha mai avuta, o perchè è morta…..forse sepolta sotto le troppe attività parrocchiali!
Io non so se Formigoni abbia veramente commesso i reati per i quali è stato condannato (questo lo sa solo lui). Ma il clericalismo è davvero quella piaga morale che l’articolo descrive con esattezza, nonché la causa di tanta corruzione della nostra società, soprattutto dopo l’ultima guerra. Grazie, come sempre, dott. Gnocchi.
concordo con Lei, Sig. Boggia. L’intento dell’articolo, pattendo dal caso Formigoni, voleva essere proprio quello di descrivere la piaga del clericalismo che ha fatto da apripista allo sfascio morale a cui stiamo assistendo, a mio parere.
Concordo con Marco Boggia, anch’io non punto tanto sul caso Formigoni ma sulla malapaianta del clericalismo che ha svenduto la fede e penso che il dottor Gnocchi lo abbia spiegato benissimo. Lo ringrazio per la sua solita chiarezza e il suo solito coraggio di andare controcorrente anche in casa propria.
Cerchiamo però di fare chiarezza su un punto. L’amico Gnocchi ha ragione nel lamentare il clericalsimo che infettava la società quando comandava la DC d’accordo con il Vaticano in aria di “riforme”. Ma innanzitutto occorre dire apertamente che il demerito di aver declassato la religione a convenienza sociale è da ascrivere, connivenze personali a parte, interamente alla DC che si era fatta annebbiare (anzi, che dico? l’ aveva volutamente abbracciata) dall’idea “democratica” post-fascista che rappresentava (e ancora ahinoi rappresenta, mutatis mutandis) il più bieco americansimo pragmatista, affaristico, liberal, giustificazionista (cfr. il sabato con l’amante e la domenica con la moglie) etc. etc. Il Vaticano aveva aperto al mondo con il conciliabolo ed era dunque naturale che l’immagine di Dio ne venisse offuscata e persino negata. L’humus di peccato diffuso grava sull’azione (e sull’eredità) di questo amplissimo milieu “democratico” e va imputato a chi ha tradito, agli uomini, non alla Santa Chiesa cattolica. Bergoglio è figlio degenere ma legittimo di quell’oscena…
…congiuntura storica, quindi i conti tornano.
Quanto a Formigoni, non facciamola tanto lunga. L’attuale situazione ecclesiale, politica, culturale. etc., che è figlia di quel tremendo “cambiamento” epocale che abbiamo innanzi ricordato, non consente in alcun modo di definirlo “cattolico”: egli è schierato con la maggioranza, che aderisce (convintamente o meno, per pseudo-fede o per calcolo, non importa poi molto) alla controchiesa di Bergoglio, che NON è la Chiesa cattolica ma appunto la controchiesa di satanasso.
Ora, che la “base” (lasciamo stare la sociologia perché sto già abusando dello spazio) pensi di attaccare Formigoni in quanto “cattolico” non sposta di una virgola i termini della questione: in tutti gli anticattolici che non hanno colto la crisi vaticano-secondista (ma i “capi” l’hanno colta benissimo, invece, cooperando con una gerarchia traditrice e, ora, in tutto usurpatrice) persiste forte e indelebile la tabe dell’essere “contro la Chiesa” e per la laicità aconfessionale (a cominciare proprio dai traditori vaticani), e ritengono che perseguitare…
…Formigoni equivalga a perseguitare l’odiata Chiesa (ma non l’amato Bergoglio). Se non si comprende questo salta tutto.
Quindi ha ragione Gnocchi, ma le cause vanno individuate con l’opportuna precisione, e il giudizio che deve interessare a noi cattolici IN QUANTO TALI (ammesso che lo si sia ancora) non riguarda in prima battuta i reati penali, civili etc., ma i PECCATI. La morale in via di decadenza non è colpa della tradizione, ed è sotto questa luce che la Chiesa (che ancora sussiste, naturalmente, per divina promessa, nei vescovi e fedeli integralmente cattolici: quindi NON nella congrega guidata da Bergoglio) giudica in materia di fede e morale. O si restaura oppure un Formigoni qualunque può cementare una campagna che si ritiene pro Ecclesia e invece non lo è. Tutto ciò, ovviamente, non cancella affatto la colpa di chi è convinto di combattere Iddio e la santa Chiesa, solo un cretino potrebbe pensarlo, ma risistema le cose ognuna al proprio posto. Perdonate la lunghezza ma… quanno ce vo’ ce vo’.
No, proprio non ci siamo. Non è vero che Formigoni sta bene dove sta, e un minimo non dico di carità cristiana ma di buon senso e buon gusto dovrebbero bastare per capirlo.
Un odio come quello di Gnocchi per Formigoni meriterebbe miglior causa, ammesso che esistano buone cause per odiare qualcuno.
Mi resta da capire se tanto livore è motivato solo da radicale diversità di vedute o non sia l’espressione dell’invidia di chi tuona da dietro una tastiera ma non ha mai combinato niente, per gente che in mezzo a tanti errori ha anche prodotto tanti buoni frutti, frutti che sono sotto gli occhi di chiunque.
Caro Marco, il suo post mi conforta, temevo di essere una mosca bianca a pensarla come ho commentato. Ripeto qui il mio invito a non crear divisioni nello schieramento cattolico, altrimenti ha ragione Bergoglio a tacciarci di rigidi, divisivi, non inclusivi…
Ma lei, caro il mio Catholicus, non pensa che a creare le divisioni siano quelli che tradiscono la fede invece che quelli che mettono in guardian dai tradimenti? Forse, più che Catholicus, lei come i commentatori che difendono Formigoni è Democristianus. E po cos’è questa storia dello pseudonimo? Se vuole dire il suo parere usi nome e cognome come tutti.
Donato Casati
@ Donato Casati : ” E po cos’è questa storia dello pseudonimo?” : è una scelta personale, caro il mio signor Donato, della quale per fortuna non debbo rispondere a lei, né ad altri. Quanto alla mia posizione su Formigoni, ribadisco per l’ennesima volta che non conosco niente delle vicende addebitategli, e che il mio giudiziosri basa solo sul fatto, innegabile e inconfutabile, che ci si è accaniti su di una persona dichiaratamente cattolica, mentre si tralascia di indagare su quelli che stanno dalla parte opposta. Se non le basta questa motivazione, pace e bene (ognun per sé, Dio per tutti, si dice dalle mie parti…).
caro catholicus concordo con chi ha scritto che lei debba cambiare pseudonimo, infatti i tasselli sono vari….oltre al commento di Donato Casati, ho avuto occasione di leggere che la redazione non trovava la sua e-mail, e lei mi ha invitata a rivolgermi a certo Coroniti, che sembrava essere lei stesso…. forse deve spiegarsi …
Non ci sono parole davanti alla pochezza di Marco. E poi come si permette di giudicare persone che non cocnosce. Forse le rimangono veramente tante altre cose da capire, non soltanto una. E anche lei ringrazi che, invece di mandarla a quel paese, le pubblicano queste pochezze di spirito.
Marco: “Mi resta da capire se tanto livore
………..è motivato solo da radicale
………..diversità di vedute o non sia
………..l’espressione dell’invidia…”.
NO NO, signor Marco, non ci siamo proprio! Le vengo incontro io a capire quel che Le “resta da capire”: Gnocchi è un uomo di Fede, mentre Fornigoni è un uomo di politica e con la ‘p’ minuscola per giunta. Gnocchi tende all’Adamo in Eden che vive nella Luce di Dio, Fornigoni tende all’Adamo buttato fuori dall’Eden che vive nelle tenebre e nelle menzogne di satana.
Fornigoni è del mondo, Gnocchi è nel mondo: due Realtà umane assolutamente INCONCILIABILI!
Inconciliabile come sarebbe dovuto rimanere la Chiesa di Cristo. Avvenne, purtroppo, diversamente quando Costantino Le servì la polpetta avvelenata del Potere. Da quel momento in poi la Chiesa è stata infestata da milioni di fornigoni con la ‘f’ minuscola: il prezzo altissimo ed amaro come fiele che ha dovuto pagare, fino ai nostri giorni, per la scelta folle della Sua “conciliabilità”.
Concordo, in parte, con Marco: la fine di Formigoni era inscritta nel suo DNA di “prodotto” di un sistema corrotto. Tuttavia, se statisti del calibro di Orban o Putin si fossero promessi di applicare il “canone Gnocchi” la loro carriera si sarebbe conclusa prima di incominciare. Orban, per esempio si e’ fatto pagare gli studi da Soros. Questo non dimostra che e’ corrotto ma che e’ astuto come deve essere un vero statista.
Diciamo che Putin, per esempio, ha fatto il percorso inverso rispetto a quelli che hanno tradito la fede. Lui l’ha ritrovata e onorata. Prima di spiegare quello che hanno scritto gli altri cercate di capire quello che hanno. E poi riflettete su quello che vorreste dire voi. Fuori tema. Prepararsi con più attenzione e diligenza
Gentile Elena, credo che lei, per palese ingenuita, travisi il senso di quanto ho scritto. Io non ho affatto giustificato Formigoni, politicante decaduto. Ma non intendo nemmeno participare al suo rogo. Mi sono permessa di dire che anche leaders capaci di onorare i valori Cristiani devono, per raggiungere i loro scopi, comportarsi da statisti non da santi: Putin, per esempio, per assicurare la pax religiosa in Russia lascia che vengano costruite moschee e invita Erdogan a inaugurarle. Questo perche la Turchia e’ un alleato essenziale nella strategia anti NATO della Russia. Sempre Putin, alle olimpiadi di Sochi ha abbracciato un’ atleta lesbica. Questo ovviamente per smentire i media occidentali che dipingono la Russia come un lager per invertiti. Come vede le mie riflessioni sono in tema: come deve comportarsi un leader Cristiano nei meandri bui della politica? Non sono sono questioni che si dibattono in 30 righe. Se invece siamo qui a parlare di betoneghe della bassa bergamasca allora mi ritiro, perche non e’ il mio campo.
Se è vero che non si risolvono certe questioni in trenta righe e si pensa che lei intende farlo in ancor meno… è detto tutto.
saluti
Non riesco a capire la polemica: Formigoni non è stato certamente indagato perchè cattolico (questo, per ora, non è ancora un reato) ma per corruzione. Quindi, per questa accusa, è stato processato e ritenuto colpevole dalla magistratura. Ora, data la situazione della magistratura italiana, non sappiamo con certezza se sia davvero colpevole o meno…ma certamente il fatto di essere cattolico non gli conferisce l’immunità. Come tutti i cittadini italiani, anche lui deve rispettare la legge. Il fatto che i suoi amici gli stiano vicini è lodevole e doveroso, ma io non mi sento solidale con lui perchè “cattolico”, più di quel che sarei verso chiunque. Anche perchè il fatto di essere cattolici non è un etichetta o una tessera che si compra e ci mette a posto tutta la vita, nè mi sembra giusto questo corporativismo per cui dobbiamo essere “solidali” tra cattolici….ma che significa? Il salmo recita “per i santi che sono sulla terra, uomini nobili è tutto il mio amore”…..non dice “per gli iscritti ad AC è tutta la mia solidarietà”! Son discorsi che denotano mancanza di vera Fede
Buonasera, il succo dell’articolo del dott. Gnocchi è semplicemente che cattolico o non cattolico chi sbaglia paga….. Scusate il mio semplicismo
Grazie Sig. Gnocchi, di cuore. Ivan