lo sconclusionato “mondo” in cui viviamo è riuscito pure a farmi odiare il “natale”. Ma bada bene: non certo il vero Natale, quello con l’iniziale maiuscola, quello in cui io cattolica “bambina” ho riposto tutta la mia speranza di redenzione e di salvezza personale e collettiva, ma quello con la “n” minuscola, quella assurda festa pagana (che fino a qualche anno fa mi era solo indifferente mentre ora comincio a detestarla) che si celebra senza più neanche sapere il perché, quella festa “della neve” o “dell’inverno”, quella delle costose luminarie che neppure la crisi economica è riuscita a frenare, dei barbuti e corpulenti Babbi Natali che ci rincorrono nelle strade per chiederci un obolo (destinato a chi, poi? Forse a loro stessi che hanno trovato così un nuovo cespite di reddito) perché, si sa, a “natale” tutti diventano più buoni e (aggiungo io) più stupidi.
Qui a Roma, la Rinascente di Piazza Fiume – che fu inaugurata quando io ero bambina e che per la sua forma quadrangolare priva di finestre e per il suo colore rosa fu subito chiamata dai sarcastici vecchi romani “la carne in scatola” – ora non sembra davvero più tale, perché l’intera sua superficie esterna, nei quattro lati, è completamente ricoperta di luminarie e non oso pensare a quanti KW consumerà fino a dopo l’Epifania. La cavea del grande Auditorium Parco della Musica è stata trasformata in una enorme pista ghiacciata per permettere al popolo esterofilo di praticare (male) uno sport che non fa parte della nostra tradizione e oltretutto costosissimo, perché la mite temperatura invernale di Roma non consente il mantenimento del ghiaccio se non con l’installazione di altrettanto costose apparecchiature di refrigerazione. E non c’è negozio, bar, ristorante che non sfoggi i suoi alberi addobbati. Perfino la mia parrocchia ha allestito un enorme abete pieno di luci al posto d’onore, a fianco dell’altare, mentre il Presepio si è dovuto accontentare di una posizione più defilata. Quando ho manifestato la mia meraviglia al parroco per la presenza accanto all’altare di Cristo di un simbolo pagano che bastava collocare in uno dei locali interni della parrocchia, mi sono sentita rispondere: “Ma anche il Natale ha origini pagane, perché fu istituito nei giorni del solstizio d’inverno, festa pagana per eccellenza”. Che strano! E io, sciocca, credevo che il Natale celebrasse la nascita del Redentore! Che rispondere se non che anche il clero si è lasciato “protestantizzare”?
Non basta: i giornali sono pieni di ricette di cucina per l’abbuffata natalizia, di consigli di moda e di maquillage per i giorni di festa, di proposte per viaggi esotici e la frenesia dei regali ha contagiato tutti. Ma c’è davvero la crisi?
Il Corriere della Sera “Io donna” del 19 dicembre ha chiesto ad alcuni attori famosi come passeranno il “natale”. Ci ho fatto attenzione: nessuno di loro ha fatto il benché minimo riferimento alla nascita di Cristo. Si sa che il mondo del cinema, specie americano, è completamente scristianizzato, ma mi colpisce il fatto che un giornale così importante si rivolga ai divi di Hollywood piuttosto che ai pochi che ancora si professano cristiani, segno (secondo me) che ormai il vero “Natale” ha perso importanza nelle menti e nei cuori.
Caro Direttore, mi dirai che sono una gran rompiscatole e bacchettona. Può darsi, ma non si pensi che io sia contraria a festeggiare la nascita del Messia, anzi! Se lo hanno festeggiato gli angeli cantando il loro Gloria, figurarsi se io non mi unisco a loro nel canto di ringraziamento a Dio per averci fatto l’immenso dono della Redenzione, invidiando i pastori che poterono adorare personalmente quel tenerissimo e divino Bambinello nella Sua povera mangiatoia! Da secoli il vero Natale si festeggia nelle famiglie e, quando si festeggia, è giusto farlo con buone pietanze (io stessa nei prossimi giorni sarò occupatissima in cucina) e ottimi vini, ma ben comprendendo il vero significato del “Natale”. Ora invece ha preso il sopravvento la festa con la “n” minuscola e mi si lasci dire che quest’ultima decisamente non mi piace.
Allora che cosa rimane a tutti i cattolici “bambini” come me, se non invocare quel Santo Bambino perché non permetta che l’umanità si scordi di Lui per inseguire solo Santa Claus e, in questo mondo così sconvolto e crudele, protegga soprattutto quegli innumerevoli bambini come Lui, maltrattati, uccisi prima e dopo la nascita, violentati e offesi dal cattivo esempio degli adulti, ingannati nel sesso che Dio ha dato loro, impediti a conoscere i loro veri genitori da una legislazione che non si preoccupa della loro retta crescita e formazione, ma solo dell’egoismo degli adulti.
Ma, nonostante tutto ciò, Gloria in excelsis Deo et pax hominibus bonae voluntatis! Grazie per avermi letto e BUON NATALE!
Carla D’Agostino Ungaretti
8 commenti su “Festeggiamo “Natale” o “natale”? Una lettera di Carla D’Agostino Ungaretti”
Mentre il Santo Natale tende ad essere dimenticato , il “natale” sarà sempre una festa desiderata e celebrata da tutti o, per lo meno, da tutti coloro che del Santo Natale non vogliono assolutamente sentir parlare ! Ma poi il “natale” in cosa consiste ? e perché si celebra? Semplice : perché occorre comunque trovare un motivo per fare baldoria , per mangiare, bere e per “divertirsi”, fare regali e riceverli ( senza chiedersi il senso di ciò) , mostrarsi eleganti e alla moda e , possibilmente, partire per mete esotiche (Cortina ormai non fa più notizia) e parlarne a fine ciclo demenziale sui luoghi di lavoro o nei salotti più o meno “bene”.
Cara Sig.ra Carla,
da cattolico senza altri aggettivi non posso che condividere ogni parola del suo scritto. Frequentando da ormai un anno questo sito mi sembra che anche lei sia diventata una di famiglia. Grazie per le sue sempre efficaci riflessioni e tanti cari Auguri di un vero Natale
Carissima CATTOLICA “BAMBINA”,
GRAZIE per la consueta bellezza del suo scritto!!
Le auguro un SANTO NATALE con L’AMATISSIMO BAMBINELLO!!!!
Cara Signora Carla, innanzitutto auguri a Lei e ai suoi affezionati lettori (tra cui mi annovero). Il S. Natale è, a mio avviso, per tanti motivi, una festa “anche” profana. Il momento storico ci chiede di difendere il Natale con la maiuscola, come Lei spiritosamente lo chiama, ma “anche” l’altro. Insomma, esemplificando un po’ alla brava: difendere i castelli e l’esametro latino, ma anche lo champagne e lo Chanel n.5. Perché chi ci vuole sottomettere è determinato a toglierci tutto.
… “mi sono sentita rispondere: “Ma anche il Natale ha origini pagane, perché fu istituito nei giorni del solstizio d’inverno, festa pagana per eccellenza”.
A parte il fatto che è quanto meno stravagante che un prete cattolico (cattolico? beh, almeno così pare, ufficialmente), con una fase del genere, implicitamente affermi di festeggiare una festa pagana!!!, quel prete è d’un’ignoranza spessa tre spanne, perchè a) il Dies natalis solis invicti non era la festa pagana “per eccellenza” perchè ce n’erano altre di maggior solennità, e perchè b) non sa che le testimonianze della celebrazione del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, precedono d’un bel po’ quelle relative al Dies natalis solis invicti, tanto da far dubitare gli storici più seri, c’est-à-dire quelli che han volontà di documentarsi, che non siano stati i cristiani a sostituire una festa pagana con una festa cristiana, quanto piuttosto i pagani ad istituire una loro festa per opporsi a quella del Natale del Signore!
Dica inoltre al suo parroco di aggiornarsi. Tra i papiri di Qumram è stato ritrovato un calendario con i turni di servizio al tempio delle classi sacerdotali. La classe di Abìa, alla quale apparteneva Zaccaria, aveva il turno verso la fine di settembre. Se si fa qualche calcolo, sei mesi dopo siamo verso il 25 marzo, annunciazione, e sei mesi di gravidanza di Elisabetta. Non proseguo, perché è fin troppo facile. E se solleva dubbi coi pastori (come fa qualcuno), gli dica che nelle zone più tiepide, come Betlemme, le pecore stavano al pascolo tutto l’anno: ci sono scritti ebraici che lo testimoniano.
BUON NATALE anche a lei, carissima Signora Carla! Un Buon Natale vero,come quello della nostra fanciullezza,perduto ormai nei centri commerciali dove un inferno di gente corre,corre e si affanna per comprare insulsaggini da scambiarsi a mezzanotte.E intanto trascura il Santo Bambino che nasce e che è là nella sua mangiatoia -ammorbidita a volte da un po’ di bambagia posata dalle manine innocenti di qualche tenero bimbo a cui le ‘buone’ leggi quell’innocenza vorrebbero strapparla-; ed è solo fra Giuseppe e Maria,di fronte ai quali soltanto umili pastorelli di gesso si inginocchiano riverenti insieme alle loro pecorelle (anche gli animali riconobbero in quell’ora il Mistero Incarnato).Non voltiamoci da un’altra parte,ma stiamoGli accanto al Santo Bambino, lontani dai vocii e dalle azioni inutili, e festeggiamo pure con le nostre belle tradizioni, ché anche nelle liete mense si riconosce la festa. E consideriamo che il solo Suo essere fra noi deve darci gioia: perché promette la vita eterna.
“Che strano! E io, sciocca, credevo che il Natale celebrasse la nascita del Redentore! Che rispondere se non che anche il clero si è lasciato “protestantizzare”?” : Carissima Carla. ma lei parla ancora con questi preti qua ? io ho smeso da tempo, mi limito a salutarli, ad informarmi sul loro stato di salute, sul tempo, e basta. A proposito del clima: oggi ho sentito in TV che il patriarca di Venezia, Moraglia, propone anche lui una conferenza mondiale sul clima : eh si, mi son detto, di cosa può parlarci un presule, mica del Santo Natale, della Pasqua, dei Novissimi, no, ma scherziamo, ecologia, climatologia, pauperismo, questi sono i “must” i “liet motiv” del clero bergogliano, aggiornato, vaticansecondista, immanentisa, ecc.. Teniamoci alla larga da loro, cara dottoressa d’Agostini, con la mente e con il cuore, ed affidiamoci all’intercessione di Martia SS.ma e dei santi e papi preconciliari, che è meglio. Auguri di Buome e Sante Festività Natalizie.