Camerlengo è il titolo utilizzato nell’ordinamento della Chiesa cattolica per indicare alcune eminenti figure del clero. Il camerlengo per antonomasia è il cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che oltre a presiedere l’amministrazione finanziaria della Santa Sede mediante la Camera Apostolica, ha il principale compito di presiedere la sede vacante. Il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa ricopre fondamentalmente due incarichi: in primo luogo, quando il pontefice è in viaggio, o assente, amministra i beni temporali. Alla morte del pontefice (o in caso di rinuncia), come incarico speciale, presiede invece il periodo della cosiddetta Sede vacante. È coadiuvato da un Vice Camerlengo, generalmente non cardinale, ma insignito del carattere arcivescovile. In caso di morte del pontefice, il suo primo compito consiste nel verificare che il papa sia realmente morto. Successivamente il camerlengo pone i sigilli allo studio e alla camera da letto del papa e dà comunicazione del decesso al mondo.
Dal 14 febbraio, come una sorta di regalo di San Valentino, questo incarico è stato affidato al cardinale Kevin Joseph Farrell, dal 2016 Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. In precedenza era stato Vescovo ausiliare di Washington (dal 2001-2007) e in seguito Vescovo di Dallas dal 2007 al 2016, anno in cui papa Bergoglio lo chiama a Roma ad occupare un posto importante in Curia. Ad occuparsi di questioni relative ai laici, alla famiglia, alla vita. Temi scottanti nella Chiesa attuale. I temi di cui si occupa uno scritto-chiave del pontificato bergogliano: Amoris Laetitia.
Il nome di Farrell è diventato celebre dopo la pubblicazione del dossier Viganò, lo scritto con cui l’ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti scoperchiava la fogna delle immoralità che si annidano in Vaticano e nella Chiesa americana. La Grande Bestia dell’episcopato statunitense, predatore omosessuale seriale, corruttore e intrallazzatore nei Sacri Palazzi, nonchè grande elettore di Bergoglio e in seguito suo uomo di fiducia in virtù delle sue posizioni marcatamente progressiste, è il cardinale Theodore McCarrick, che con un tempismo eccezionale il pontefice ha ridotto allo stato laicale in corrispondenza con la nomina a Camerlengo di Farrell, che di McCarrick è stato uno dei discepoli prediletti.
Ma andiamo a scoprire chi è questo prelato assurto ai massimi vertici della Chiesa. Nasce nel 1947 a Dublino, in Irlanda. Dopo aver completato le scuole primaria e secondaria, nel 1966 avviene l’incontro che determinerà la sua vita, quello con i Legionari di Cristo, la congregazione fondata da un altro celebre depravato e predatore sessuale, il sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado. Maciel fondò i Legionari nel 1941, quando era ancora seminarista, grazie all’appoggio del vescovo di Cuernavaca Francisco Gonzalez Arias, suo zio, e riunì la prima comunità composta da tredici ragazzi tra gli 11 e i 14 anni
I Legionari si dedicano, come recitano le loro costituzioni, all’«instaurazione del Regno di Cristo nella società, in accordo con le esigenze della giustizia e carità cristiane». Un ideale per la cui realizzazione negli anni precedenti avevano dato la loro vita decine di migliaia di cattolici messicani, durante la rivolta dei Cristeros. Ma padre Maciel era più di quanto lontano si potesse immaginare dai martiri della Cristiada. Dal 1948 al 1956 giunsero alla Santa Sede relazioni che accusavano Maciel di pedofilia, tossicodipendenza e mendacità.
Nonostante le inchieste della Congregazione per i religiosi, Maciel proseguì indisturbato nelle sue duplici attività, quelle di carattere religioso e quelle di carattere criminoso. Nel 1958 fu inaugurato il noviziato di Salamanca, e fu consacrata a Roma la futura Basilica di Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo in Via Aurelia, cuore dei legionari nell’Urbe. Maciel poté godere dell’appoggio di influenti prelati: i cardinali Clemente Micara, Giuseppe Pizzardo e Nicola Canali, che gli garantirono l’immunità e la chiusura delle inchieste.
Nel 1960 fu aperto un noviziato in Irlanda, e fu così che il giovane Farrell venne in contatto con l’istituto. Maciel era furbo: aveva scelto Spagna e Irlanda come sue prime sedi fuori dal Messico perché erano Paesi di profonda tradizione cattolica, dalla religiosità intensa, abbondanti di vocazioni. Erano inoltre Paesi conservatori dal punto di vista politico, e una realtà come quella dei Legionari si collocava senza dubbio a destra sia dal punto di vista ecclesiale che da quello politico. Maciel in Irlanda intendeva far man bassa di giovani devoti ed entusiasti, decisi a rinverdire l’operato dei grandi santi dell’Isola di san Patrizio e Colombano.
Così il giovane Farrell entrò a far parte della congregazione, e ciò lo portò lontano dalla nativa Irlanda: frequentò l’Università di Salamanca in Spagna, e poi la Pontificia Università Gregoriana a Roma. Ottenne la licenza in filosofia e in teologia all’Università di San Tommaso a Roma. In seguito ottenne un master’s degree in business administration negli Stati Uniti. Fu ordinato sacerdote al termine di questo corso di studi nel 1978 – cosa curiosa – dal cardinale argentino Eduardo Francisco Pironio. La sua attività dopo l’ordinazione si svolse interamente negli Stati Uniti, dove lo avevano destinato i superiori dei Legionari. Nel corso di tutti quegli anni Farrell fu a stretto contatto con Maciel, ed è molto strano che non si fosse reso conto delle attività erotiche del fondatore, che dopo una vita improntata alla doppiezza e all’inganno nel 2006 venne finalmente condannato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di una accusa acclarata per gravi atti di pedofilia
Intanto, dopo l’ordinazione sacerdotale, Farrell fu nominato cappellano all’Università di Monterrey in Messico, professore degli studi economici, amministratore generale con la responsabilità per seminari e scuole dei Legionari di Cristo in Italia, Spagna ed Irlanda. Dal 1983 esercitò il ministero pastorale nella parrocchia di Saint Bartholomew a Bethesda in Washington.
Nel 1984 si incardina nell’arcidiocesi di Washington, dove ricopre i seguenti incarichi: vice parroco nella parrocchia di Saint Thomas the Apostle (1984-1985), direttore del Centro Cattolico Spagnolo (1986), direttore esecutivo reggente delle Organizzazioni Caritative Cattoliche (1987-1988), segretario per gli affari finanziari (1989-2001), parroco della parrocchia dell’Annunciazione fino al 2002.
L’11 febbraio del 2002, giorno della Madonna di Lourdes, venne consacrato vescovo. Da chi? Niente meno che dal cardinale Theodore Edgar McCarrick. Farrel infatti nel frattempo, pur lavorando per i Legionari, era entrato in contatto e nelle grazie del potente prelato. Sarà stata la comune ascendenza irlandese, oppure qualche altra forma di simpatia, fatto sta che Farrell – che viveva a stretto contatto con Mc Carrick – ne divenne l’Ausiliare.
Dopo soli cinque anni McCarrick decise di lanciare il suo pupillo, facendolo nominare vescovo di Dallas, in Texas. Non una diocesi di grande prestigio, ma pur sempre uno step per successivi passaggi a sedi più prestigiose. Tuttavia Farrell era pur sempre uno straniero, nato all’estero, e collocarlo in una diocesi importante a scapito di pastori statunitensi poteva sembrare un gesto poco elegante nei confronti della Chiesa degli Stati Uniti. La soluzione migliore per far decollare definitivamente la sua carriera era Roma.
E così, nel 2016, regnante Francesco da tre anni sul soglio di Pietro, il buon Kevin venne nominato prefetto del nuovo Super Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che accorpava ben tre precedenti organismi di Curia. Mc Carrick, che si stava ormai avviando a chiudere la sua carriera pastorale, poteva ben gongolare per il posto di grande prestigio concesso al suo protetto. Un posto che gli valse nel giro di tre mesi anche la Berretta Cardinalizia. “Perché aspettare?”, si sarà detto il pontefice. Un pastore con un curriculum così significativo doveva diventare ipso facto Principe della Chiesa, nonché cardinale elettore e magari protagonista di un prossimo conclave. Per sopraggiunta, nel giugno 2017 fu nominato membro dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Meglio avere qualcuno di fiducia con le mani sulla cassa.
Quali sono i motivi che hanno portato il papa a scegliere Farrell come Camerlengo? Naturalmente non è dato di sapere. In un clima di monarchia assolutistica non c’è bisogno di dare spiegazioni. Il criterio non è stato quello di anzianità, né anagrafica o di nomina episcopale o cardinalizia. Non è stato per importanza di Dicastero, perché ci sono indubbiamente organismi di Curia più importanti di quello occupato da padre Kevin, né questi ha al suo attivo incarichi pregressi tali da motivare questa decisione.
In realtà, si potrebbe dire che Farrell ha come principale prerogativa quella di sapere tenere la bocca chiusa. Intervistato recentemente dai media, ha affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick, così come in precedenza non si era mai accorto delle malefatte di Maciel, mentre nel corso degli anni fioccavano le denunce da parte di altri membri dei Legionari. Non vede, non sente, non parla. Un collaboratore perfetto. Secondo logiche che sono degne di logge o di cosche, più che della Chiesa di Cristo.
La vicenda dunque della nomina di Farrell a Camerlengo ha diversi aspetti inquietanti. In primo luogo conferma tutto il quadro descritto da monsignor Viganò di una Chiesa dove prevalgono lobbie, cordate, gruppi di pressione che si formano per forme di connivenza e di complicità. Si è parlato a lungo del “gruppo di San Gallo”, il sodalizio formato da cardinali progressisti che nel 2013 lavorò alacremente per portare Bergoglio al Soglio Pontificio. Accanto a questo gruppo, che perlomeno aveva una base ideologica, ci sono altre conventicole che si formano per interessi molto più bassi e meschini, magari semplicemente per coprire condotte personali indecenti, utilizzando anche il ricatto o la connivenza.
Un’altra amara considerazione è che il Male di diverte e si compiace di corrompere e di fare proselitismo in quelle realtà un tempo fedelissime a Cristo: il Messico dei Cristeros, l’Irlanda mistica e devota. Da queste terre martiri, terre di grande, commovente testimonianza di Fede, sono uscite anche figure assai inquietanti. La corruzione di ciò che buono è un segno inequivocabile dell’azione di Satana. Basti dire che i giovani seminaristi che McCarrick prediligeva erano quelli che più si distinguevano per devozione, per virtù personali. La bestia si divertiva molto a portarli al vizio, a corromperli, a volte a distruggerli, come conseguenza dei sordidi peccati costretti a commettere. Se qualcuno pensasse che stiamo esagerando, è sufficiente che legga gli atti giudiziari a carico dell’ex Cardinale di Washington, se gli regge lo stomaco.
Un ulteriore considerazione si può fare riguardo al sistema di arruolamento nelle proprie fila da parte della NeoChiesa progressista e modernista anche di esponenti del mondo “conservatore”. Non importa se sei cresciuto in un movimento dalle caratteristiche ortodosse, tradizionali, conservatore sui valori: puoi comunque diventare vescovo, cardinale, puoi fare carriera. Basta che ti adegui. Basta che non giudichi e non denunci il male. Avrai berrette scarlatte, trine e merletti. Cosa ti può offrire di meglio il mondo? Magari anche qualche divertissement sessuale, tanto per gradire. In fondo qualche momento di relax ci può anche stare. Il conservatore asservito alla NeoChiesa è dunque utile, anzi: utilissimo. L’ha già dimostrato Ouellet, chiamato a fare il cane da guardia contro Viganò. Farrell è il nuovo premiato. Vedremo cosa ci riserverà il futuro immediato, sapendo che al peggio non c’è limite.
12 commenti su “Farrell nominato camerlengo: un segnale inquietante – di L’Elvetico”
Bestiae cum bestis… E che si struscino (a piacimento loro……)
Quali sono i motivi che hanno portato il papa a scegliere Farrell come Camerlengo? Probabilmente si tratta di un compenso assicurativo per McCarrick: “Tu non sei più difendibile e ti dobbiamo buttare via per salvarci la faccia. Ma non ti preoccupare: mettiamo un tuo protetto alla carica di camerlengo, cioè a fare da controllore-filtro nel momento in cui si tratterà di dare un successore a Bergoglio”. Insomma: “qualcuno di fiducia con le mani in pasta”, più che “nella cassa”. Ma che bell’ambentino. Da Gotham, il Pinguino.
Visto che al peggio non c’è limite, chissà mai che in un prossimo futuro il personaggio in questione dovessimo trovarcelo vestito di bianco…
Un pensiero atroce mi assale da un po’ di tempo. Ci stiamo lamentando di Papa Francesco, ma il rischio è che il prossimo si riveli molto peggio, visto come è messo il collegio cardinalizio. Mi si dirà che è lo Spirito Santo a decidere il Papa; niente di più falso: sono gli uomini con la loro libertà a eleggerlo. Dio può ispirare, ma non bloccare la nostra libertà anche di fare il male. Quindi c’è da pregare tanto per questa Chiesa e per il suo futuro. Che il Signore Gesù e la sua Santissima Madre intervengano.
“Houston, we have a problem”, disse il comandante Lowell con la navetta spaziale mezzo sfasciata ed a rischio di naufragio spaziale. Oggi la barca di Pietro è in condizioni ben peggiori dell’Apollo 13, e ciò è in gran parte ascrivibile proprio al comandante, che sembra essersi imbarcato (o esserlo stato…) proprio per far fallire la missione (l’evangelizzazione di tutte le genti, fino ai confini della terra), ed aver scelto a tal scopo un equipaggio in grado di collaborare attivamente all’affondamento della fragile navicella del Pescatore di Galilea.
Ma sì, faccia pure naufragio quell’inutile barca, tanto la diversità delle religioni è un dono voluto da Dio … “Houston (“controllo Missione”) we have a problem (we, cioè noi, piccolo resto di ostinati a voler rimanere cattolici); speriamo in un salvataggio “da remoto”. L J C !
Nei commenti non leggo il nome né di Gesù né dello Spirito Santo. Come ci si dimentica facilmente del Vangelo! La Chiesa è santa, ma fatta di peccatori. E fin dall’inizio! Matteo un corrotto e corruttore, Pietro, la pietra, un codardo e un traditore, Maria di Magdala una che la dava via per soldi. Giuda un ladro e un assassino. Amati da Gesù fino alla fine. L’ unico che siamo certi che è andato in Paradiso accolto da Gesù un ladro condannato a morte. Paolo un fariseo assassino. Eppure tutti questi sono stati scelti da Gesù non certo per le loro qualità umane e morali. Leggendovi sembra di risentire i mormorii assassini dei farisei e della casta sacerdotale ebraica, che accusarono Gesù di blasfemia, di frequentare donnacce, collaborazionisti di Roma, corrotti, adultere, uno che invece andare al tempio andava in giro a gozzovigliare. Sembra di sentire le urla di Pietro sul lago di Tiberiade a Gesù:”Sveglia, la barca affonda!”. Il rimprovero è chiaro.”Uomini di poca fede”. La barca non affonda e Gesù ama i peccatori piú dei giusti. Dentro e fuori la sua chiesa. Fino alla…
@ Lorenzo . “Gesù ama i peccatori piú dei giusti. “: questo non vuol dire che non ami egualmente i giusti, o almeno quelli che si sforzano di diventare tali, che chiedono perdono per i loro peccati (cioè non rimangono peccatori impenitenti, come Mc Karrick e soci), si convertono al cattolicesimo, vi rientrano se eretici e scismatci. Aprire la Chiesa a peccatori impenitenti e seguaci di false religioni, senza ammonirli né convertirli, invece, ed al contempo cacciarvi fuori i pochi cattolici rimanenti (fedeli, zelanti) è cosa molto riprovevole e indice di animo malvagio e sulfureo. I gesuiti si distinguono in quest’opera diabolica (sono passati dalla “compagnia di Gesù” a quella dell’Anticristo, evidentemente).
Eh no! Lorenzo, il nocciolo della questione è proprio qui. Le persone che lei elenca sono state certamente “amati fino alla fine”, ma perché avevano emendato la propria condotta precedente. Matteo cessò di malversare. Pietro confessò Gesù fino al martirio. Maddalena smise di prostituirsi. Paolo da fariseo assassino divenne l’apostolo delle genti. Il Buon Ladrone si meritò il Paradiso dopo avere confessato il proprio male ed avere implorato la misericordia di Gesù. Solo Giuda si ostinò nella disperazione del proprio peccato, e si dannò. Quanto al giudizio espresso verso le condotte immorali di certo clero, non è corretto citare il “nolite iudicare”, poiché non vi è perdono senza il previo giudizio del male. Altrimenti, tutto è senza senso, compreso il Sacramento della Confessione, che assolve dopo (non indipendentemente, ma dopo!) la denuncia dei propri peccati, e l’ammonizione salutare del confessore. Di chi sarebbe la “poca fede”? Di quelli che chiamano le cose col loro nome? Oppure di quelli che scandalizzano il gregge di Cristo? Da Gotham, il Pinguino.
Meno male che il discorso si è interrotto a ‘fino alla…’, se no, quali altri spropositi ci saremmo dovuti beccare da un signore che, straparlando quasi al limite dell’oltraggio e della blasfemia verso fior di santi e santi apostoli, nemmeno è sicuro che siano in paradiso?
Lorenzo Marco: a parte il fatto che se Gesù amasse i peccatori più dei giusti non si capirebbe il perché le danno fastidio dei commenti che A LEI sembrano i mormorii assassini dei farisei e della casta sacerdotale ebraica…Dio non ama i peccatori più dei giusti? E quindi che cos’ha da brontolare? O forse non crede neppure lei alle fregnacce che ha scritto?
Si ricordi che Bergolio condanna i pedofili, i politici corrotti ed i mafiosi…e se veramente Gesù veramente amasse più i peccatori che i giusti non si capirebbe il perché Bergoglio non se ne sta zitto su tali argomenti…ma non si capirebbe neppure il perché della Confessione: è un Sacramento che fa diminuire l’amore di Dio verso chi, tramite esso, si ripulisce l’anima dai peccati trasformandosi temporaneamente in giusto davanti a Dio?
Ha mai letto il Vangelo? Sembrerebbe di no!
“Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.”
Sono coloro che osservano i comandamenti ( I GIUSTI ) i più amati da Dio!
vorrà dire che Gesù amava piuttosto i peccatori che quelli che ‘si credevano’ giusti: quelli che pretendevano di coprire i loro peccati con il manto dell’ipocrisia (legga bene la parabola…). Questi presunti giusti sono fuori da ogni grazia di Dio: peccano contro lo Spirito Santo, imperdonabili! . Dio ama i peccatori, noi, certo, per i peccatori (noi) è morto sulla Croce, ma per portare i peccatori, cioè noi, a conversione. Dion non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. O che Dio ha conoscoito, quello di Bergoglio???? contento lei…(finché può)
È come nominare Dracula presidente dell’Avis!