Di Alberto Rosselli
EZRA POUND E LA LIGURIA: UN RAPPORTO ALL’INSEGNA DELL’AMORE, DELLA CULTURA, DELLA POLITICA E DI UNA PRESUNTA FOLLIA
Quando, nel 1958, Ezra Pound (Halley, 1885 – Venezia, 1972) sbarca a Genova molto è cambiato dal suo ultimo soggiorno in Liguria di prima della guerra. Ad accogliere la “scheggia impazzita” della lirica contemporanea, il propugnatore del “verso libero”, lo scopritore, editore e sponsor di letterati del calibro di William B. Yeats, Thomas S. Eliot, James Joyce, Ernest Hemingway, David H. Lawrence, ma anche l’ex sostenitore di Mussolini, non è una folla plaudente, ma un funzionario del consolato americano, un paio di carabinieri e pochi amici rapallesi. Molto tempo è passato dalla prima volta che Pound, nel 1925, giunse nella sua “amata Rapallo” dove dimorò, mettendo anche su famiglia, fino al 1945, attratto sia dalla bellezza del luogo che dal suo interesse per la poesia sperimentale e per la politica fascista, l’unica, a parer suo, capace di concretizzare il sistema sociale perfetto da lui teorizzato, e cioè quello ispirato al “socialismo corporativista” di Clifford H. Douglas. Ma il Pound che mette piede nella Stazione Marittima di Genova non è più lo stesso. Le sue spiccate simpatie nei confronti del duce e il suo impegno politico – venato da un antisemitismo (di cui in seguito si pentirà) che si rifà non certo ad uno specifico odio razziale, ma ad un’ostilità verso “le potenti lobbies finanziarie ebraiche che tanti danni hanno causato all’Europa” – lo hanno segnato nel profondo, oltre che macchiato sotto il profilo ideologico. Non a caso egli giunge dagli Usa come ex prigioniero affetto da “gravi disturbi psichici”. Dopo la condanna per tradimento comminata nel 1943 dal tribunale dei distretto di Columbia per i suoi discorsi alla radio di Roma, l’America lo considera, nonostante i suoi innumerevoli ed indiscutibili meriti artistici, un pericoloso e testardo reietto. Il suo arrivo in Liguria passa perciò sotto silenzio, anche perché la città e l’Italia intera stanno vivendo un periodo di frenetico sviluppo, di ottimismo e di distrazione, caratterizzato dalla diffusione dei beni di largo consumo, come gli elettrodomestici, l’automobile e i juke-box. Presso i rinati cantieri Ansaldo di Sestri Ponente viene varata l’elegante e modernissima turbonave passeggeri ‘Leonardo da Vinci’, simbolo della rinascita amatoriale nazionale, mentre da ‘Ricordi’ si possono acquistare i primi mangiadischi, e nell’umido centro storico, ancora segnato dalle bombe, le tenutarie si apprestano a chiudere mestamente bottega in seguito all’entrata in vigore della Legge Merlin. Pound, arrestato il 2 maggio 1945 a Chiavari, non è mai stato processato regolarmente, ma nel 1946, in America, è stato dichiarato infermo di mente al termine di un colloquio di quattro ore con un gruppo di psichiatri che – non riuscendo a comprendere le sue complesse posizioni politiche – lo internano per 12 anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeth, alla periferia di Washington. La prigionia del poeta indigna però gran parte del mondo della cultura internazionale che si mobilita per cercare di aiutarlo. Nel 1949, gli viene assegnato il premio Bollingen per la poesia e nove anni più tardi, anche in seguito alle ripetute sollecitazioni di scrittori e poeti di primo piano, gli viene concesso di tornare (a bordo della ‘Cristoforo Colombo’, gemella della più tristemente celebre ‘Andrea Doria’) in Italia, nella sua amata Liguria e, soprattutto, a Rapallo, dove ha forse trascorso i momenti più intensi della sua vita, e a Zoagli, località che attrasse ed ispirò anche altri famosi “turisti” stranieri, come Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud e il già citato Yeats. Nella prima metà degli anni Trenta, Pound si era stabilito “nella perla del Levante” ch’egli aveva in mente di trasformare in “capitale della cultura europea”. Si circondò di un cenacolo di artisti stranieri e italiani e collaborò, tra il 1930 e il 1932, con riviste, tra cui “L’Indice” di Genova, diretta da Gino Saviotti. Nel 1933, incontrò Mussolini ed organizzò, sempre a Rapallo, una brillante stagione concertistica con musiche di Corelli, Bach, Debussy, Ravel e Vivaldi (autore ch’egli seppe far riscoprire agli italiani). Dopo una breve visita a Londra, compiuta nel 1938 in seguito alla morte della suocera, Olivia Shakespear, nel 1939 tornò negli Stati Uniti per tentare di convincere (invano) il presidente Roosevelt ad evitare il conflitto tra Stati Uniti e Italia. Sempre lo stesso anno l’Hamilton College conferì la laurea honoris causa a Pound che, tuttavia, scelse di rientrare in Liguria e poi a Roma dove lavorò per l’Eiar dai cui microfoni accusò Roosevelt di avere iniziato una nuova “guerra dei trent’anni” e di essere un filo-stalinista. Nel 1945, dal suo eremo dorato di Rapallo assistette al tracollo della Repubblica Sociale Italiana e subito dopo si presentò spontaneamente al comando delle forze Usa di Chiavari (anche se alcuni sostengono che sia stato arrestato dai membri di una banda partigiana). Venne internato prima a Genova e successivamente nel campo di concentramento di Metato (Pisa), dove iniziò a comporre i Canti pisani (opera alla quale si ispirerà Allen Ginsberg ed altri poeti della “beat generation”), per poi essere trasferito in manette degli States. Poi, il carcere e il suo ultimo espatrio del 1958 in Italia, dove rimarrà fino alla morte. Nel 1962, dopo un paio di ricoveri ospedalieri a Roma e a Merano, si stabilì nuovamente nel Levante, a Sant’Ambrogio (Rapallo), in compagnia della violinista Olga Rudge che, assieme alla legittima moglie, l’artista Dorothy Shakespear, amò il poeta fino alla sua scomparsa che avverrà il 1 novembre 1972 a Venezia.
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