Dubbi sui tempi nel caso di Greta e Vanessa, “innamorate della rivolta” e partite per la Siria. Il Copasir: nuove norme per chi va in Paesi a rischio.
di Fausto Biloslavo
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«Le due ragazze erano delle innamorate della causa siriana, ma non corrisposte dai gruppi armati anti Assad, che le hanno usate», spiega una fonte al Giornale , dopo l’audizione sul rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli presso il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (Copasir).
Ieri mattina è intervenuto il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che unifica gli sforzi dei servizi segreti, l’ex ambasciatore Giampiero Massolo.
Il gruppo che ha tenuto in ostaggio le due ragazze lombarde fin troppo vicine alla guerriglia siriana, è sempre stato lo stesso. Una specie di costola criminale di Al Nusra, la propaggine di Al Qaida in Siria. «Avevano già rapito otto occidentali, compreso un americano rilasciato di recente. Forse all’inizio le ragazze pensavano ad un giochino con i sequestratori, ma poi il sequestro è diventato lungo e serio», spiega la fonte del Giornale .
Durante il rapimento sono giunte diverse prove dell’esistenza in vita delle italiane ed in tutta la vicenda siamo stati aiutati dai servizi alleati. L’inchiesta dell’autorità giudiziaria è coperta dal segreto istruttorio e molti dettagli non sono stati rivelati per questo motivo.
Dopo aver sentito l’audizione il deputato di Scelta Civica, Paolo Vitelli, si è chiesto «perché Greta e Vanessa sono entrate in Siria illegalmente, mentre il loro accompagnatore no?». Il riferimento è al giornalista del Foglio, Daniele Raineri, che è sempre andato in Siria con i ribelli, ma in maniera più attenta scampando al sequestro. «Perché tempi così brevi tra il loro ingresso in terra siriana e il rapimento, quasi a sottintendere che non si sia trattato solo di un sequestro ad opera di un’organizzazione criminale, ma di un’operazione pianificata a tavolino?», si chiede Vitelli evidenziando i punti oscuri. Ed infine aggiunge: «La necessità del massimo impegno di tutte le istituzioni affinché si chiariscano subito tutti i termini della vicenda rapimento, che potrebbe causare ulteriori danni, in primis il rischio di emulazione, oltre a quello forse già procurato alla casse dello Stato». L’audizione ha confermato che le ragazze portavano aiuti ai civili, ma pure ai ribelli, compresi i kit sanitari «mimetici».
Per evitare ulteriori sequestri di volontarie e attivisti fai da te il Copasir «concorda sull’urgenza di approvare nuove disposizioni normative che regolamentino la presenza di cittadini italiani nelle zone ad alto rischio e più delicate del mondo, anche in termini preventivi». Il Comitato parlamentare ha pure sottolineato la necessità di «un significativo aumento delle risorse da mettere a disposizione del Comparto intelligence al fine di poter assumere nuovo personale da impiegare fin da subito nelle operazioni più delicate». I fondi dovranno servire anche «per nuove attrezzature informatiche e tecnologiche tali da permettere i migliori risultati possibili nel contrasto al cyberterrorismo».
Sul fronte dei volontari della guerra santa il Giornale ha scoperto, che l’altra ragazza italiana partita per la Siria, oltre a Maria Giulia Sergio, è diventata da poco maggiorenne. Padre italiano della zona di Treviso e madre tunisina, ha deciso di arruolarsi quando non aveva ancora 18 anni. Il cambiamento è avvenuto dopo la separazione della madre tornata in Tunisia. La ragazzina è rientrata in Italia per studiare completamente radicalizzata e con il velo integrale. Poi è sparita verso la Siria e lo stesso genitore ha denunciato la scomparsa della figlia nella spirale jihadista.
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fonte: Il Giornale
6 commenti su “Ecco la verità sui rapporti tra le ragazze e i loro rapitori – di Fausto Biloslavo”
Se si leggesse attentamente il Corano e l’Hadit si capirebbe che non potrebbe esserci mai un’affinità e un definitivo accordo di pace tra cristiani e laici della civiltà occidentale e musulmani. E’ scritto espressamente di NON fare amicizia con cristiani ed ebrei. Ciò l’ha scritto Dio nel Corano che è presso di lui, con una copia sulla terra. Per i musulmani noi siamo tutti infedeli e impuri. Quindi, pur ricercando la pace e gli accordi economici, dovremmo stare preparati e armati. Pure per interventi di terra, con civili volontari addestrati e armati come i patrioti del Recce Commando sudafricano. Perché sarà più probabile uno scontro sul nostro territorio con i musulmani che qui vivono, che uno scontro all’esterno.
Le due giovani hanno fatto errori di valutazione politica. Sono state ingenue e sono state costrette a chiedere aiuto e riscatto allo Stato italiano.
… continua.
Ero già stato rappresentante dell’Azania Libération Front, il fronte di liberazione del Sud Sudan durante la prima guerra di indipendenza sud sudanese contro il governo arabo di Khartoum, quando nel 1970 entrai clandestinamente attraverso l’Uganda in territorio sudanese. Non avendo avuto autorizzazione da parte del Sudan di entrare nel suo territorio, ero un clandestino. Anzi un “mercenario”. Se mi avessero catturato sarei stato probabilmente fucilato, o mostrato come autore di una ingerenza con uno Stato sovrano, che aveva rapporti diplomatici ed economici con l’Italia. All’epoca era ministro degli esteri Fanfani, noto per le sue simpatie filoarabe. Presenti pure in Vaticano. Ci era stato proibito di andare a chiedere aiuto in quegli ambienti. Credo che pure oggi ci siano in Vaticano parecchi filoarabi.
La permanenza tra i guerriglieri mi rese ammalato e denutrito, oltre al rischio di essere assassinato dai miei amici, poiché era circolata la voce che fossi “spia e mercenario”.
continua… Tutti mi cercavano per farmi la pelle e catturarmi: i guerriglieri del colonnello Joseph Lagu, le spie arabe in Uganda, i soldati ugandesi. Quando riuscii a ritornare a Kampala, mi guardai bene di andare a rifugiarmi nell’ambasciata italiana, per timore di essere consegnato alla polizia ugandese e spedito a Khartoum come avvenne con il mercenario Rolf Steiner. Mi collocarono presso un diplomatico dell’ambasciata francese, che mi fece curare e riprendere forze. Seppi, ritornato in Italia, che chi mi aveva tradito era stato un universitario sud sudanese, con morti assassinati dagli arabi in famiglia, che era membro del nostro gruppo politico romano e aveva informato per denaro l’ambasciata sudanese di Roma. Due anni più tardi finì la prima guerra di indipendenza. Che ricominciò successivamente sotto il comando del colonnello John Garang, finito assassinato da presidente del Sud Sudan indipendente, per motivi di politica internazionale.
Come no . Una ragazza appena maggiorenne ‘casualmente’ va in Tunisia con la madre , ‘ casualmente ‘ si radicalizza e poi ‘ sparisce ‘ ‘verso’ ( cosa vuol dire ? ) la Siria ( con che soldi ? ). Si sa che e’ ‘ nella spirale jihadista ‘ ( cioe’ automaticamente candidata al sequestro visto che in Siria tutti sanno che l’Italia paga e molto bene ). Quanto alle due ragazze , coronato il loro sogno di ‘aiuto ‘ ( ma era solo un giochino ! ) e di connivenza con i terroristi che le aspettavano con le borse gia’ aperte per i contanti fin dall’inizio , proporrei un rimborso forzoso del quinto ( o meglio terzo ) dello stipendio per il resto della loro vita . Cosi’ i prossimi Indiana Jones in gonnella sapranno come regolarsi . E’ comunque incredibile che delle ragazze sole si rechino , fra l’altro illegalmente , in paesi islamici .Ormai anche i sassi sanno come il Corano considera le donne ‘ infedeli ‘ . Possono ritenersi fortunate di non essere sparite per sempre come schiave in qualche harem.
Alessio dice il vero. Da decenni spariscono giovani donne per finire negli harem. Dovrebbe esistere una legge che obblighi chi va in zone a rischio di avere l’autorizzazione del ministero degli Esteri. Altrimenti ci andrebbe a suo rischio e pericolo e senza pretendere in cambio il pagamento di riscatto. Smettiamo poi nel credere nel “Nero buono” e nei “musulmani moderati”. Non esistono né gli uni e né gli altri. I massacri in Africa ne fanno testo. Il santo Mandela era il capo del terrorismo che faceva saltare in aria pochi bianchi e molti neri. Perciò era in galera. I musulmani non dimenticano le sconfitte subite ad opera dei Cristiani, né le terre che erano state da loro conquistate e poi perdute. Come non dimenticano il mio nome: per cui, dopo i fatti del 1970, fui consigliato di non andare in nessun paese musulmano per tutto il resto della mia vita. Poco male. Lo scontro con costoro avverrà entro 20 anni nei nostri territori e dovremmo avere patrioti italiani armati e addestrati per…
la vicenda è veramente sospetta, le due ragazze non erano chiaramente delle ingenue volontarie andate lì a far del bene, ormai è chiarissimo. Qui chi ci ha rimesso sono solo i contribuenti italiani e ovviamente lungi da noi pensare che le ingenue volontarie si siano messe d’accordo con i rapitori per avere parte del riscatto!!!