di Cristina Siccardi
Domenica 30 giugno è stata una giornata indimenticabile, quelle di cui Nostro Signore si compiace. Vocogno, che si trova nella Valle Vigezzo, chiamata la «valle dei pittori», una delle più smaglianti delle Alpi, dove il Creato si sbizzarrisce in una farandola di colori e di poesia, è la naturale congiunzione tra il Passo del Sempione ed il Gottardo e si apre sulla splendida balconata della catena del Monte Rosa. Proprio qui si è tenuta la meravigliosa Festa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù e coloro che erano presenti hanno tangibilmente constato che, quando si rende davvero onore al Sacrificio del Figlio di Dio, intorno all’altare, tutto si coagula.
La chiesa del paese si è riempita alle 10,30 per una bellissima Santa Messa in terzo che ha reso lode alla Madonna e che è stata parallelamente occasione per esprimere la gratitudine al Signore e alla Beata Vergine Maria per il 25° di Sacerdozio di don Alberto Secci, che fu ordinato il 25 giugno del 1988 e per l’occasione i suoi fedeli gli hanno donato un prezioso Calice.
«Guardate», ha detto don Alberto, indicando la meravigliosa statua di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, «Maria Santissima tocca il cuore di Gesù Bambino e nel contempo Gesù indica il volto della Madre. È così, essi sono inseparabili. Chi guarda Gesù deve guardare a Maria Vergine, chi guarda a Maria deve guardare a Gesù. Il passo del Vangelo che abbiamo letto ci ricorda il miracolo di Cana: i miracoli del Figlio ebbero inizio quando la Madre decise… La Madonna è corredentrice e corresantificatrice… il Cattolicesimo è mariano, sì siamo mariani perché Nostro Signore è venuto al mondo grazie a Lei».
Il coro ha cantato come un coro d’angeli e il tenore professionista ha innalzato le note dell’Ave Maria di Schubert. Mentre l’incenso saliva verso l’alto, i raggi del sole penetravano dalla vetrata sopra il presbiterio e andavano ad illuminare i tre sacerdoti e tutti i chierichetti, mentre i fedeli, lo si percepiva concretamente, non stavano ad osservare, ma davvero “partecipavano” con l’anima, in devoto rispetto all’Altissimo, rispetto cadenzato dalle sedute, dallo stare in piedi, dallo stare in ginocchio, dai silenzi perfetti, tutto all’unisono. Davvero un cuor solo ed un’anima sola, frutto del preziosissima opera di don Alberto e di don Stefano Coggiola.
Terminata la Santa Messa è iniziata la processione con canti e preghiere lungo le antiche e suggestive vie di Vocogno, dalle case dai tetti di pietra e dai graziosi comignoli, dove un tempo i piccoli spazzacamini ne facevano il loro povero e nobile lavoro. Tutti sono stati impegnati ad innalzare le lodi a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, la cui alta e pesante statua troneggiava sulle spalle dei portatori.
Conclusa la processione, i presenti sono andati a festeggiare Don Alberto con un rinfresco allestito nel locale «La Perla», che si affaccia sui monti così verdeggianti da sembrare giganteschi smeraldi, e poi nuovamente e con letizia in chiesa, alle 15,30 per i vespri, la benedizione e l’atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Nessuno era stanco, nessuno si è allontanato. Tante famiglie, tante persone, tanta voglia di ricevere le grazie che soltanto la vita autenticamente cattolica può offrire.
Poi, terminate le funzioni, mentre il sole lentamente calava dietro le Alpi, i bambini giocavano nel giardino prospiciente la chiesa e le persone parlavano amabilmente fra di loro, stabilendo anche nuove amicizie: nessuno aveva voglia di lasciare alle spalle quella giornata così ricca di vita interiore, così ricca di Tradizione. Insomma, ci siamo accorti che non è necessaria una macchina del tempo per recuperare le gemme della vita piena della Chiesa, ma che sono indispensabili sacerdoti in grado di ripristinare e riallacciare i tralicci fra il Cielo e la terra.
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