di Marco Tosatti
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Gli spiritosi colleghi tedeschi di Der Spiegel hanno fatto una copertina che sicuramente li ha fatti sbellicare dalle risate. O perlomeno li avrà convinti del superiore senso dell’umorismo.
Giuseppe dice: “Io non l’ho ordinato”, a Maria. E la Madonna replica: “Possiamo cambiarlo?”.
Attendiamo con ansia su Der Spiegel una simpatica vignetta di Maometto quando decapita gli ebrei di Medina, o quando sposa Aisha, che aveva nove o dieci anni. Chissà che risate! Certamente i seguaci del Profeta la prenderanno in ridere anche loro, e apprezzeranno il delicato humour teutonico.
Non pervenuti i fondamentalisti cattolici di cui parla il Papa. Ricordate, nel viaggio di ritorno dal Bangladesh: “Come in tutte le etnie e tutte le religioni, c’è sempre anche un gruppo fondamentalista. Anche noi cattolici ne abbiamo”. Che Dio ci aiuti.
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12 commenti su “Der Spiegel pubblica una vignetta blasfema sul Natale. Chissà perché non ne fanno mai una su Maometto… – di Marco Tosatti”
Quello dice: “Come in tutte le etnie e tutte le religioni, c’è sempre anche un gruppo fondamentalista. Anche noi cattolici ne abbiamo”.
Magari ci fosse qualcuno che va da Der Spiegel con Kalashnikov scoppiettanti…
Perché non fanno vignette su Maometto? E’ semplice: perché temono di fare la stessa fine dei loro colleghi di Charlie Hebdo.
Siamo troppo tiepidi Dio ci vomiterà addosso.Dobbiamo cominciare anche noi con i bastoni e cominciare a bastonare rispettando la vita.Mai faranno una satira contro Maometto altrimenti gli fanno saltare il giornale.
felice Natale
Non “addosso” (che cosa?), ma “dalla [Sua] bocca”, caro Roberto. Ci respingerà dal novero degli eletti, dei salvati (Ap. 3,16).
Si potrebbe dire che i seguaci di Maometto non abbiano un grande senso dell’umorismo. Ma in questi casi hanno ragione: sulla fede non si scherza. Ma c’è un particolare che ferma anche i nostri “amici” teutonici: i seguaci di Maometto usano sistemi molto convincenti per scoraggiare queste barzellette idiote ed ancora una volta hanno ragione. Noi cristiani in questo campo dovremmo imparare da loro, dimenticando questo Papa a caccia di consensi e che per strada pare abbia perso la fede.
La blasfemia è facile, non costa niente e attira l’attenzione
il cervello dei redattori di der spiegel è castrato
Bravo.
” Chi pecora si fa, il lupo se la mangia” dice il proverbio. Noi cattolici non capiamo ancora la differenza tra la mitezza della pecora e la forza del sì sì, no no. Essere miti non significa dire ‘ni’. Purtroppo è questa consapevolezza che manca. L’aver optato quasi sempre per il ‘ni’ ha portato a ritenere che essere miti significasse dire NI. Dire ‘ni’ significa solo essere vili. Essere miti significa saper rispondere a domanda: SI’ o NO, con la serena, pacata fermezza di chi è discepolo della Verità. Di Chi è un mite, docile discepolo della Verità, cioè una Sua pecora.
Ma vedete il problema è che……….”oui je suis charli ebdò”……però risulta solo dalla radiografia, perché loro lo sono col cuore, però se come dice il signor, dottor Tosatti loro fanno una vignetta su Maometto, lo si potrà vedere solo dall’autopsia cosa che farà piangere lacrime a fiuimicome quelle della bonino & coscioni& welby band.
forse non è una vignetta ‘blasfema’, ma solo una terribile fustigata ai cristiani (cristiani?!?) per come si sono lasciati scippare il senso del Natale, essi stessi compiacenti! E abbiamo in Vaticano uno che piange sulla sorte dei Roinga, ma non su quella dei cristiani, per come miseramante sono finiti, lui stesso contribuendo…
E’ vero: in Vaticano non si vuole forse un Salvatore molto più uomo e molto meno Dio?