«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Marco: 9,42)
di Elisabetta Frezza
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In questi giorni molti giornali e siti hanno parlato del documento “Standards for Sexuality Education in Europe” elaborato nel 2010 e tornato ora alla ribalta come primaria fonte di ispirazione di una bozza di risoluzione passata di recente all’esame del Parlamento Europeo e intitolata “Salute e diritti sessuali e riproduttivi”. Il documento, firmato dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute e dalla sezione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consta di 65 pagine nelle quali si espongono dettagliatamente le linee guida utili alle “autorità competenti” per impartire l’educazione sessuale ai minori cominciando dai loro primi giorni di vita (!), per poi diventare materia di studio obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie.
Qualche veloce cenno al contenuto del documento è sufficiente a rendere l’idea di ciò che bolle in pentola e che, in modo strisciante, comincia già ad essere operativo. Perché, si sa, è sempre bene prendersi avanti.
Dagli 0 ai 4 anni si prevede il diritto dell’educando “di indagare la propria nudità e il proprio corpo”, con il correlativo dovere dei docenti di “informarlo sul piacere e sul godimento che si sperimenta quando si accarezza il proprio corpo e sulla masturbazione precoce infantile” rassicurandolo che “il piacere delle parti intime è aspetto normale nella vita di tutti”; il fanciullo di 4-6 anni va invece stimolato alla “condivisione dei suoi problemi sessuali” e confortato in merito al fatto che “qualsiasi sentimento è ok”; appena più avanti, dai 9 anni, il discente andrebbe messo in grado di “decidere in modo responsabile se avere o non avere esperienze sessuali”, con tutto il corredo di informazioni e competenze necessarie per districarsi tra le “differenti tipologie di contraccettivi” e per comprendere il “loro uso”.
E poi avanti, in una avanzata travolgente di “prevenzione di gravidanze indesiderate”, pillole del giorno dopo, “diritto di aborto” (sic!), fecondazione artificiale, maternità surrogate. Sì, perchè anche le coppie omosessuali hanno ovviamente il diritto a fabbricarsi dei figli, e infatti: se dagli 0 anni ai 4 anni – sempre secondo il nostro documento – bisogna intanto spiegare al pargolo che gli spetta “il diritto di scoprire la sua identità di genere”, dopo i 4 anni si deve renderlo edotto “sull’amicizia e sull’amore tra persone dello stesso sesso” e sulle varie tipologie di famiglia, perché si generi in lui una “favorevole disposizione verso l’uguaglianza di genere nei rapporti interpersonali e nella scelta del partner”.
Questo, e molto altro ancora (appunto, 65 fitte pagine di istruzioni).
Bene. Di fronte a certe enormità, di fronte all’autentico stupro collettivo perpetrato ai nostri figli dallo strapotere totalitario sovranazionale che sta imponendoci a marce forzate ogni aberrazione pansessualista, qualsiasi commento dovrebbe risultare superfluo. Soprattutto se il commentatore sia per avventura l’organo ufficiale di informazione della Conferenza Episcopale Italiana.
Avvenire, invece, ben si guarda dal contrapporsi frontalmente ad organismi che, magari, torna utile non inimicarsi del tutto, e si esibisce in una folle acrobazia ermeneutica; per affrontarla, si avvale del solerte aiuto dell’esperto di turno, blasonato “collaboratore” nazionale dell’ufficio CEI per la pastorale famigliare, uno (testuale) “del calibro di Michelangelo Tortalli, medico sessuologo clinico, membro della Federazione italiana sessuologia scientifica”.
Il dottor Tortalli – che ci sorride in foto dalla pagina del quotidiano – esordisce elogiando i molti aspetti positivi del documento, che – afferma – apre l’educazione sessuale “a un approccio olistico” (cioè, spiega: “che comprende la persona nel suo intero”) e così “si sforza di compiere un passo avanti rispetto al passato, non riducendo la sessualità a un singolo evento ma proponendola piuttosto come un ‘progetto’ capace di coinvolgere la vita biologica”. Si rallegra poi del fatto che i genitori siano “i primi referenti della scuola nell’educazione sessuale” così come “referenti devono essere «la comunità, le organizzazioni religiose e le altre agenzie che operano a contatto coi giovani»”. Plaude convinto, infine, giudicandoli davvero favorevolmente “sorprendenti”, ai “passaggi che riguardano la spinosa questione del ‘genere’ (in inglese gender)”, che esprimerebbero attenzione a garantire che bisogni e problemi diversi, legati alle differenze maschile-femminile, trovino risposte adeguate.
Certo poi – lo ammette bontà sua anche il nostro luminare, ma prudentemente posponendo ai complimenti la pars destruens del suo intervento -, seguono “indicazioni pratiche in molti casi discutibili”. Per esempio, nell’insegnamento dagli 0 ai 4 anni si partirebbe con suggerimenti dettati da assoluto buon senso, come il promuovere “tenerezza e contatto fisico come espressioni di amore e di affetto”, per approdare a qualche “assurdità” come la “masturbazione infantile precoce” e, tra i 4 e i 6 anni, quella delle “relazioni tra persone dello stesso sesso”.
Per i successivi rilievi critici – che riguardano le istruzioni all’uso nonché al modo di procurarsi preservativi e contraccettivi a nove anni, l’insegnamento del diritto all’aborto (che, effettivamente, non sta tanto bene chiamare così), al coming out (cioè la dichiarazione della propria omosessualità) e alla fecondazione assistita a dodici anni – il dottor Tortelli cede però la parola alla sessuologa Paola Di Maria.
Forse gli pareva, altrimenti, di infierire troppo.
L’esperta di sostegno rileva come, nella sua seconda parte, il documento difetti “di quel senso ‘olistico’ annunciato all’inizio” e indulga in una “visione della sessualità̀ appiattita sulla biologia e del tutto priva di orizzonti di significato veri”. Una visione, conclude commossa la signora, “di cui i nostri bambini – così sensibili e disorientati – non hanno davvero bisogno”.
Queste le posizioni del giornale dei vescovi.
Sconcerta incappare in simili vette di tendenziosità dispensate dalle colonne di un quotidiano sedicente cattolico, che – sulla carta – dovrebbe essere capofila nella guerra contro la dittatura laicista che ci attanaglia in una vera e propria morsa suicida. Sconforta apprendere che, per Avvenire, rapinare i bambini della loro innocenza e i loro genitori del diritto di educarli, in fondo e fino a un certo punto, vada pure bene; basta non esagerare.
I nuovi mostri che allungano le mani sui nostri figli e vogliono indottrinarli al pensiero unico pansessualista sanno ora di contare su di un alleato insperato.
Che dire? Chissà che al direttore Tarquinio o a qualche collaboratore della CEI sovvenga, sia pur tardivamente, l’unico commento che al riguardo sarebbe suonato opportuno:
«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Marco: 9,42)
6 commenti su “I deliri sessual-pedagogici dell’OMS e gli applausi di “Avvenire” – di Elisabetta Frezza”
Approvo totalmente l’articolo I cristiani debbono testimoniare in modo fermo i valori che non provengono da un’ideologia,a che sono insite nella nostra anima perché la legge naturale non è stata scritta dall’uomo bensì da Qualcuno di ben più grande
“Avvenire” (del mondo, ma non contro il mondo) ancora una volta si è distinto in prodezze cultural- teologiche.
Del resto un altro ,che non è organo, ma persona vivente della Cei ha comunicato un po’ di “gender” per mostrarsi moderno ed aperto al mondo che sta preparando fosse e martirio ai cristiani d’occidente.
Quelli d’Asia e medio oriente stanno già in martirio senza che alcuno delle istituzioni ecclesiastiche e laiche gridi per loro.
solo una parola : aberrante !! Sono indignata che Avvenire lasci un subdolo messaggio di ” educazione facile e “normale” , anzi di aiuto ai “poveri genitori” che non sanno educare i bambini sulle questioni sessuali ….. Si stravolge il senso comune dell’ evoluzione e crescita fisica e spirituale di un bambino , con gravi e irreversibili danni . Perchè non spedite questo articolo a Papa Francesco , con tutti i commenti e le risposte ?….. Ci sarebbe bisogno di una sua presa di posizione ………I poveri genitori cattolici sono disorientati !
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Ricordo che nel 2004 proposte di questo genere …di perversioni vennero presentate dai Verdi tedeschi, sempre al Parlamento Europeo,
e la cosa venne notata da pochi, molti non vollero credere a mostruosità simili, ora che diranno quei tali?
Ce la facciamo a difendere i nostri figli, le nostre menti, i nostri corpi e le nostre anime?
Ma in Italia, a parte i pochissimi che leggono o scrivono su questo sito (e pochi altri), c’è ancora qualcuno disposto a stracciarsi le vesti di fronte a queste turpitudini ?
I diabolici piani in corso di realizzazione non hanno ancora colmato la misura ?
Esiste ancora qualcosa che può turbare veramente il nostri sonni e i nostri pensieri ?
Siamo a tal punto di rimbecillimento per il liquame televisivo e per gli iphone99 per non accorgerci del terreno che ci sta franando sotto i piedi ?
La disperazione non è cristiana, tuttavia, al presente stato delle cose, sono convinto che davvero l’unico mezzo efficace sia il più cristiano dei mezzi, la preghiera.
Tutte le altre azioni di nobilissimo quanto umanissimo intento sembrano condannate all’insuccesso.
Voglia la Divina Misericordia accettare le suppliche di questi pur pochi e miseri peccatori, in suffragio di tutta l’allegra compagnia che vuol proseguire le feste in vista delle magnifiche e progressive sorti che ci attendono.
Qualcuno c’è, che non si “straccia le vesti” (azione tipicamente farisaica), ma vuole continuare a vivere e a vedere dei vivi -e non dei morti- intorno a sé: Riccardo Cascioli.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-educazione-sessuale-quando-la-disinformazione-e-cattolica-7678.htm
Si sta giocando il posto (che già non ha)