… sia scoraggiato chiunque si impunti ancora a non voler toccare il Corpo di Cristo, che pare abbia democraticamente rinunciato alla propria ingombrante e imbarazzante divinità per assumere finalmente una identità “sociale”.
di Patrizia Fermani
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Se fino a poco tempo fa qualcuno poteva nutrire ancora dei dubbi sulla importanza del compito educativo, l’autorità pontificia è intervenuta con la consueta incisività tagliando la testa al toro. Ha dichiarato solennemente nel corso di un incontro ufficiale, che “il compito educativo è una missione chiave”. La importante affermazione non ha mancato di colpire per la profondità icastica la parte più sensibile del clero, non meno degli organizzatori di un convegno tenutosi a Padova sugli attuali rischi educativi: su di essa sono stati incentrati il programma e la relazione di sintesi.
La frase è stata poi ripresa con forza da uno dei relatori, nel corso dell’incontro, che l’ha scandita fissando l’uditorio mentre ciascuno andava meditando in cuor suo su quelle gravi parole.
Bisogna convenire d’altra parte, che tale concetto era già stato fatto proprio in anticipo dagli stessi ideologi di quella che ama definirsi la “popolazione LGBT”, dei cultori – per intenderci – delle varianti sessuali non tradizionali. Infatti costoro hanno ben compreso da tempo che l’educazione era la fortezza “chiave” da conquistare nell’orizzonte di un disegno egemonico. Tenuto anche conto dello stato di smantellamento di detta fortezza guadagnato da famiglie dissolte, decreti delegati, terne di maestre, sostegni psicologici e altre cose di cui è bello tacere, fuori e dentro la scuola.
Intanto l’instancabile vescovo venuto dall’altro mondo, fra una zuppa inglese, un pinzimonio e una salsa tartara (clicca qui; ma con precedenti: clicca qui), ha dettato anche regole severe per il protocollo eucaristico.
Che sia scoraggiato chiunque si impunti ancora a non voler toccare il Corpo di Cristo, che pare abbia democraticamente rinunciato alla propria ingombrante e imbarazzante divinità per assumere finalmente una identità “sociale”. (“un vescovo di una piccola diocesi – quarantamila abitanti – … si lamentava perché una parte del clero è “conservatrice” e non vuole dare la comunione sulla mano. Il Papa gli ha consigliato di prendere provvedimenti severi, perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo – clicca qui).
Un atto di umiltà che tutto l’ecumenico popolo di Dio ha apprezzato, in sintonia col proprio conducator. Così le azioni di Ario, reincarnato in Maradiaga, stanno salendo vertiginosamente alla Borsa vaticana. Anche adeguare il gregge recalcitrante alla dottrina della Chiesa Sociale è dunque ora una missione “chiave”. Perché tutti insieme, con precedenza assoluta per i poveri, gli intellettualmente svantaggiati e i culturalmente depressi, ma equamente tutti igienicamente protetti, si possa aspettare in trepidante attesa la già promessa enciclica verde.
29 commenti su “Dal compito educativo, al peperoncino, alla Comunione sulla mano. In attesa dell’enciclica verde – di Patrizia Fermani”
Desidero ringraziare la sig.ra Patrizia Fermani per il suo articolo piccante e assolutamente vero. La risposta al vescovo che chiedeva lumi sul modo di trattare l’Eucarista da parte dei preti della sua diocesi mi ha sconvolto e profondamente rattristato. Dobbiamo pregare molto. Stiamo vivendo tempi bui. Il coraggio di questi articolo e di questo sito mi conforta molto. Grazie!
Rattristata e preoccupata, desidero condividere con voi questo pensiero: purtroppo non si va in Chiesa per raccogliersi grazie alla liturgia ma nonostante la liturgia, che ormai consiste in una serie di interventi estemporanei del o dei celebranti ( non si sa mai quali e quanti sono) conditi da canzoncine insopportabili e preghiere occasionali. Stasera sono stata costretta ad andarmene prima della fine della Messa, cosa contraria al mio costume, perché mi stava montando un grande disagio, dal momento che fra la Comunione e la Benedizione Solenne si è inserito un sacerdote non celebrante con una lunga “predica” assolutamente fuori luogo… Come è possibile incoraggiare tanta vanità? Il clero ha smarrito la capacità di distinguere tra Messa e talk show…e non fa meraviglia che sia quasi tutto schierato a sinistra!
Si vuole dare la Comunione a chiunque perché Essa viene vista come “compartecipazione al banchetto fraterno”: comunione con la “Chiesa/assemblea”. In essa, “più si è meglio è”.
La Liturgia è chiarissima sulla Transustanziazione, anche quella “nuova”… Non importa, si pronunciano le parole liturgiche pensando “Siamo Popolo riunito in festa”
Concordo
Inorridisco ogni volta che vedo schiacciare con disinvoltura la Particola sulla mano dei fedeli. Quante Sacre Briciole finiscono sotto i nostri piedi, quanti oltraggi al Corpo sempre più straziato di Nostro Signore! Ma poi mi domando: -Ma come avvenne che si iniziò a dare la Comunione sulla mano? E per quale motivo e in quale occasione?- Se qualcuno se lo ricorda, per favore me lo faccia sapere.
Il vescovo cappuccino Juan Rodolfo Laise, ordinario di San Luis, al centro dell’Argentina, fra il 1971 e il 2001, non ha mai concesso la Comunione sulla mano nella propria Diocesi.
In pensione, è andato a San Giovanni Rotondo, dove si dedica a confessare.
In una comunicazione ad un convegno dei Francescani dell’Immacolata, pochi anni fa, descrisse in termini precisi come questa prassi fu promossa semplicemente perché “doveva andare così”, sia a livello universale sia a livello argentino.
Non l’ho ritrovata – tempo fa la vidi su internet, e dovrebbe essere tuttora reperibile. Comunque si trattò di un indulto richiesto da Vescovi tedeschi e olandesi (guarda un po’…) subito dopo il Concilio, e dilagato perché “era secondo i tempi”
Come al solito, “misericordina” verso tutti tranne che verso chi è sinceramente innamorato di Cristo!
Tutta la mia solidarietà a quegli ottimi Sacerdoti “conservatori”!
Con l’ideologia gender e l’ideologia tanatofila che avanzano a velocità vertiginosa, è l’ “ENCICLICA VERDE” la priorità della Chiesa?
Come si può riuscire a tacere (o a parlare d’altro) quando l’orrore che avanza minaccia di distruggere quel poco di buono che resta nella società?
Ci sono già gli ecologisti e gli animalisti a scrivere “cose verdi”, è così difficile capire che la Chiesa DEVE pensare a salvare le anime e non rincorrere le mode (anche se verdi) del mondo?
Il principe di questo mondo sarà felicissimo che, invece di pensare a combatterlo, la Chiesa perda tempo dietro alle frivolezze!
Siamo alla follia. Alcuni dei nostri pastori, si credono meglio di Gesù e anche più buoni di Lui, e gettano il Corpo e il Sangue di Cristo in braccia al diavolo. Ringraziamo il Signore che ci sono Sacerdoti conservatori. Resitere, resistere, resistere. Non mollate, il mondo passa con le sue menzogne, solo Dio resta.
Dobbiamo seguire l’esempio di Francescani dell’Immacolata e RIMANERE NELLA CHIESA almeno finchè questa schizofrenia resta in ambito pastorale. Temo che con tutte queste ‘novità’ si vogliano indurre i fedeli ad allontanarsi dalla Chiesa per poi poterli bollare di ‘criptolefebvrismo’ ed eliminare le poche resistenze residue.
Qualcuno mi corregga se sbaglio, ma fintanto che non esce un documento DOGMATICO che nega la Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia (ed in questo caso, se mai avvenisse, quale legittimità resterebbe all’autorità che lo avesse emanato?) nessuno mi può impedire di ricevere l’Eucaristia in bocca; anzi, recenti disposizioni liturgiche – ovviamente disattese – di Benedetto XVI affermano che si deve permettere ai fedeli che lo vogliono di ricevere l’Eucaristia in ginocchio.
Non l’ho ancora fatto perché non c’è inginocchiatoio in nessuna Chiesa, ma d’ora in poi oltre a rifiutarmi di ricevere l’Eucaristia in mano mi inginocchierò sempre, anche sul pavimento. E chi se ne frega se mi daranno del formalista, dell’ipocrita, dell’eticista ecc. ecc. ecc.
SIA LODATO GESU’ CRISTO, ORA E SEMPRE !
Iniziò come un indulto e non concesso a tutti.
Ricordo che durante un viaggio a Salzbourg, circa trent’anni or sono, nella cattedrale di quella città, vidi per la prima volta e ne rimasi colpito molto sfavorevolmente la comunione data sulla mano ai fedeli.
Mi si disse: “E’ un indulto che é in facoltà del vescovo di concedere o meno nella propria diocesi.”
Pensai a quanti sacrilegi poteva dar luogo quell’indulto. Pensai che fortunatamente in Italia…..
Invece arrivò anche qui e al galoppo.
Fui lieto quanto il l’Arcivescovo di Bologna, il Cardinale Carlo Caffarra, vietò in cattedrale e al Santuario della Madonna di San Luca la comunione sulla mano.
Ora sento con viva tristezza l’estemporanea, inusitata, non sensata severità del vicario di Cristo nei confronti di coloro, sacerdoti e fedeli, vescovi e cardinali che mantengono fermo il rispetto per la Santa Eucaristia.
E’ inaudito, e inudibile!
Io chiedo la comunione sempre inginocchiandomi davanti al sacerdote, qualsiasi sia il rito della Messa cui partecipo; fino ad ora non mi è stata mai rifiutata. Dovrò dunque aspettarmi di essere privato del Corpo di Cristo – in definitiva, di essere privato della comunione, cioè “scomunicato” – poichè ho rispetto per il Corpo di Cristo?
Bravo Lotairo, faccio sempre così anch’io (da buon quasi settantenne, sono stato catechizzato col Catechismo di San Pio X ed a quello resto fedele) ed anche a me finora è andata bene; ha, cerco sempre di andare da un sacerdote, evitando suore, ed altri ministri laici dell’Eucaristia. Un caro saluto
Qualche anno fa io fui pubblicamente ed aspramente rimproverato da un prete di Jesolo che m’intimò, inutilmente, un paio di volte di alzarmi. Alla fine della Messa gli dissi quel che pensavo e gli ricordai le norme della Chiesa e lui sfacciatamente rispose che me le inventavo io. Gli chiesi di andare insieme a casa sua per leggere insieme la Redemptionis Sacramentum, ma mi rispose male. Tornato a Firenze gli scrissi inviandiogli la documentazione e gli proposi di farmi le sue scuse in caso contrario avrei raccontato il fatto e pubblicato la corrispondenza. Le scuse non vennero ed io ci feci un articolo sul mio defunto bollettino Una Voce dicentes, che fu ripreso da altri.
Caro Dante.
Io invece la Comunione la rifiutai ad un giovanotto che mi si presentò davanti con le mani in tasca e l’aria da Fonzie appena uscito dalla serie Happy Days, ad una adolescente stile velina che mi si presentò davanti ridacchiando con la gomma da masticare in bocca, infine a una signora che mi si presentò in costume da bagno. Proprio così: aveva il costume in due pezzi e si era coperta il pezzo sotto con il pareo da mare.
Ora tu mi dirai – maledetto fiorentino che non sei altro! – cosa c’entra questo con ciò che ho raccontato io riguardo la mia trasferta a Jesolo?
C’entra … c’entra …
Perché vedi: analogamente a quanto accaduto a te a Jesolo, anch’io, fui rimproverato dai parroci di quelle due chiese, che mi accusarono di essere una persona “rigorosa” e “fuori dal tempo reale”.
Eh, caro Lotario … eh!
E semmai, assieme a te, scomunicano anche me, che credo alla transustanziazione e alla presenza reale di Cristo vivo e vero nelle sacre specie.
Caro Normanno.
L’Arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra vietò la Comunione sulla mano nella Cattedrale e nel Santuario perché si erano ripetutamente verificati casi riprovevoli di autentica profanazione, questo è il motivo e fu spiegato dal Cardinale Caffarra stesso.
Diversi vescovi, in chiese particolarmente frequentate ed in grandi santuari, hanno invece stabilito la distribuzione della Comunione sotto le due specie. Per esempio, nel grande santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, la Comunione viene sempre distribuita sotto le due specie e accanto ai sacerdoti e ai diaconi che danno la Comunione ci sono sempre un paio di “vigilanti dell’Eucaristia”. Tutto questo grazie alla lungimiranza dell’Arcivescovo di Siracusa ed all’attenzione del sacerdote che cura come rettore la struttura di quel grande santuario nel quale spesso sono presenti, a certe celebrazioni, anche molte centinaia di persone.
La Santa Eucarestia, il corpo, sangue, anima e divinita’ di nostro Signore Gesu’ va’ preso in ginocchi e in bocca, chi la prendere in mano commette un sacrilegio, noi non abbiamo le mani consacrate, ma abbiamo mani peccaminose, cerco di prendere Gesu’ Sacramentato in ginocchio, sempre per dare un buon esempio, e quello che dovremmo fare tutti, ma non sempre tutti capiscono che lì in quella particola consacrata c’e’ Gesu’ Dio, noi in primis dobbiamo incominciare a mettere in pratica il buon esempio, anche a molti sacerdoti, pure se ci dovessero riprendere che stiamo in ginocchio, e pensare che molte creature sono state martirizzate, per predicare il Vangelo e altri atti cristiani.
PACE E BENE
Cara Patrizia.
Rispondo su due diversi punti, anche se il mio confratello Giovanni Ferrara ha detto tutto quello che di questi tempi può dire un prete fedele alla Chiesa e al deposito della fede, quindi ben poco vi sarebbe da aggiungere alle sue parole.
Vorrei ricordare a tutti voi alcuni esercizi spirituali, conferenze e libri che appresso furono su di essi pubblicati dal Cardinale Giacomo Biffi, uno dei vari e autorevoli alti prelati che pur avendo la piena percezione e consapevolezza del disastro in corso, si trincerano dietro un silenzio prudenziale, quasi come se nel 2014 fosse sempre possibile coprire e “lavare i panni sporchi in casa”, con la stampa dell’Italietta democristiana degli anni Cinquanta/Sessanta che quando si trattava di Chiesa Cattolica si auto-censurava da se stessa, senza neppure bisogno che le giungessero veline dal Vaticano.
E la responsabilità gravissima di questo silenzio omissivo ricadrà tutta sulle coscienze di questi pastori, perché quando si ritroveranno a faccia a faccia con Cristo che – come scrissi anni fa in un mio libro – “Gli ha affidato un Corpo Mistico, non un Corpo Diplomatico”, difficilmente potranno rispondere che dovevano essere prudenti, posto che la prudenza non è una foglia di fico ma la prima delle virtù cardinali, la quale serve, tra l’altro e anzitutto, per difendere la verità nel migliore dei modi.
In una di queste sue lungimiranti pubblicazioni, il Cardinale Biffi spiega, facendo uso dei Racconti sull’Anticristo di Soloviev, il clima culturale nel quale la Bestia comincerà ad affermarsi, ossia in una società nella quale il cristianesimo sarà ridotto ad una serie di valori pacifisti, ecologisti, ecumenisti e filantropoci … ed attraverso i quali giungerà infine a negare la persona divina di Gesù Cristo.
Qui potete trovare una dettagliata descrizione di quelle conferenze e di quel libro:
http://holyqueen.altervista.org/teol_att_anticristo_solovev.htm
Per quanto riguarda l’Eucaristia basterebbe domandarsi: quanti sono i preti che si sono ritrovati in situazioni ad alto rischio e pericolo ed a quanti è accaduto che qualcuno fuggisse con la sacra ostia fuori dalla chiesa?
Vi rispondo io: è accaduto a molti, ma davvero a molti preti. A me incluso, ed in un momento davvero particolare: alla celebrazione della mia prima Santa Messa, durante la quale rincorsi fino a metà chiesa con la pisside in mano una signora che se ne stava andando con la sacra ostia fatta cadere dalla mano dentro la borsetta e che io vidi con la coda dell’occhio, perché sin da quando fui ordinato diacono, distribuendo la comunione ho sempre seguito con lo sguardo persona per persona.
C’è il filmato integrale di quanto vi sto narrando, perché un operatore riprese tutta la celebrazione dall’inizio alla fine, incluso quell’episodio, filmato fotogramma dietro fotogramma, con me che inseguo questa donna e che la obbligo a togliere l’Eucaristia dalla borsetta ed a consegnarmi la sacra ostia che io consumai seduta stante.
Seppi poi appresso che questa signora che io non conoscevo era dedita a pratiche di magia, cartomanzia, ecc …
E’ stata la prima e l’ultima volta che ho dato la Comunione sulle mani. Ma siccome non posso venire meno a quelle che sono le disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana, alle quali mi devo scrupolosamente attenere, come faccio a essere ossequioso a quanto da essa disposto senza porre a rischio l’Eucaristia? Perchè una volta stabilito dai Vescovi d’Italia che è il fedele a decidere se riceverla in bocca o in mano – a meno che non vi siano seri e reali pericoli – a quel punto bisogna attenersi con scrupolo a quanto disposto dai Vescovi.
Abbiamo però anche un’altra riconosciuta e legittima facoltà: amministrare l’Eucaristia sotto le due sacre specie del pane e del vino.
Quello che io faccio da sempre. Intingo la sacra ostia nel calice del prezioso sangue dicendo: “Il Corpo e il Sangue di Cristo”. E il fedele deve riceverla in bocca per forza.
Sono contrario, al dare l’Eucaristia sulla mano, perché come ogni prete ne ho viste veramente di tutti i colori, dalle celebrazioni esotiche dei neocatecumenali che seguono il “rito” del “Santo Padre” Kiko Arguello e nelle quali è accaduto di tutto e di più (lo dimostrano i documenti filmati ripresi in giro per tutto il mondo e mandati inutilmente alle competenti autorità della Santa Sede), per seguire con le celebrazioni fatte in molte parrocchie da preti dinanzi ai quali viene seriamente da chiedersi in che misura molti confratelli abbiano veramente la percezione e la fede sulla presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche.
Per evitare certi problemi, nel pieno rispetto delle leggi della Chiesa e di quanto stabilito dagli episcopati nazionali, basta quindi avvalersi di questa legittima facoltà: amministrare l’Eucaristia sotto le due specie; senza irritare nessun vescovo e senza che nessun vescovo vada a piagnucolare dal Sommo Pontefice ciò che gli organi di stampa hanno riferito e che voi stessi avete riportato.
Gentile Don Ariel,
già un’altra volta ha raccontato di questo “espediente” delle due sacre specie escogitato per amministrare la Comunione in bocca. L’ho riferito al mio parroco e lui, accogliendo il mio invito, la domenica così fa. Ne sono molto contenta, anche se penso che questa pratica bisognerebbe estenderla ad ogni celebrazione. E anche se bisognerebbe aggiungervi una patena per evitare qualche gocciolamento, è un piccolo passo avanti che mi fa senz’altro dire: “Signor Te ne ringrazio!”
Ma che cosa è il”corpo sociale di Cristo”?Questo termine non l’ho mai sentito in vita mia!
Conosco sacerdoti che,per non dare la Comunione in mano ai fedeli,la distribuiscono sempre sotto le due Specie.Sono convinta che ci voglia più coraggio.I sacerdoti dicano chiaramente di no alla Comunione in mano,senza paura.Noi laici diffondiamo due importantissimi libri del vescovo Schneider-Dominus est e Corpus Christi-che con grande chiarezza ci parlano del mirabile Sacramento dell’Eucarestia.Non dobbiamo avere timore.Probabilmente in questo momento ci viene chiesta questa testimonianza.Sfoderiamo i doni dello Spirito Santo ricevuti nella Cresima e combattiamo la buona battaglia!Possibile che tante cose preziose ma pur sempre cose materiali,vengano custodite con grande cura e rese inaccessibili,e invece,ciò che di più prezioso abbiamo al mondo-il Corpo di Gesù-possa essere manipolato da chiunque?
Il “corpo sociale di Cristo” (mai detto e mai sentito) siamo noi come “assemblea”. mentre il “Corpo Mistico” (realmente esistente) siamo noi come membra del Corpo di cui Cristo è il Capo- lo siamo finché non cadiamo in peccato mortale
I penosi sofismi usati da certe pseudo-autorità religiose sarebbero divertenti, se riguardassero altra materia, se non avvelenassero il gregge, purtroppo allettato dalle lusinghe della falsa dottrina e davvero pecorone. Possibile che nessuno sia dotato del carisma necessario per rovesciare il banco di questi profanatori del Tempio?
Ci sarà chi li metterà a posto, ne sono sicuro, caro Nicola, ma forse bisognerà aspettare ancora un poco; probabilmente si smaschereranno da soli, quando si crederanno vittoriosi su tutta la linea e sarà allora che la Divina Provvidenza interverrà, con le sue “contromosse” assolutamente imprevedibili per il nemico di Dio e per i suoi seguaci (i “partigiani del diavolo” di cui ha parlato Maria SS.ma in alcune sue apparizioni, tenute nascoste, come La Salette). Aspettiamo fiduciosi, quindi, la manifestazione dei famosi “Cavalieri dell’Immacolata”, di cui parla San Luigi Maria Grignon de Monfort nel suo trattato sulla devozione alla Madonna, ed il successivo trionfo del Cuore Immacolato di Maria SS.ma. A Lei i sofismi vaticansecondisti “fanno un baffo”, per dirla con Totò. Pace e bene.
Quis ut Deus ? San Michele docet. Creatore e creatura non sono sullo stesso piano. Seguiamo gli inviti dei Sacerdoti, restando saldi nella Fede e perseveranti nella Preghiera, soprattutto quando tutto sembra vacillare. Come in questo momento. Un ringraziamento speciale a ciascuno di loro ed alla cara dott.ssa Fermani. Se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
La libertà di scelta tra l’una e l’altra modalità è stata stabilita nel 1989 dalla Cei con un provvedimento firmato dal cardinale Poletti e confermato dalla Sede Apostolica. Nel marzo 2004 la Congregazione per il Culto Divino con la istruzione Redemptionis Sacramentum detta qualche indicazione circa il comportamento da tenere al momento della Comunione ma conferma la libertà di scelta. Benedetto XVI come sappiamo ha cercato di indicare la vera strada da seguire, ma ora il suo esempio è evidentemente in via di rottamazione.
Anch’io ho pensato all’esempio di Benedetto XVI. Come la mettiamo allora con lui? Sbagliava anche lui?
Ma qual’è lo scopo di dare la SS. Eucarestia nella mano ? Il fedele si sente più vicino a Dio ? Oppure Dio si trasmette di più al fedele se questi si mette l’ Eucarestia in bocca da solo ?. Oppure si santifica di più , oppure meglio il fai da me ?. Oppure è forse perchè a certi sacerdoti il pensiero di toccare la lingua del fedele fa decisamente ribrezzo?. Se il Signore ha scelto questo modo per venire nel nostro povero e miserabile corpo, e non ha schifo di noi, non vedo perchè dovrebbe averlo qualche sacerdote igienista . Quindi il motivo per la comunione a tutti i costi nelle mani quale sarebbe. ? Sono più i pregi o i difetti nel prendere l’ Eucarestia nelle mani ? Caduta della sacralità del rito. Mani sporche. Frammenti più o meno piccoli caduti a terra. Furti per spregio al Signore . Furti per riti satanici. Masticazione a mo’ di gomma americana. A me è successo di dover correre dietro ad una signora che si era messa in tasca l’ Eucarestia e sono riuscita a fargliela riportare al sacerdote.
Nelle parrocchie non mancano persone realmente devote ma che in perfetta buona fede che ricevono la comunione sulle mani. In tal caso io credo che i sacerdoti che non desiderano proseguire su questa pratica che io definisco sacrilega (Con buona pace di chi mi sventola davanti le Catechesi Mistagogiche di San Cirillo di Gerusalemme), oltre all’espediente di distribuire la comunione sub utraque, potrebbero anche parlare con queste persone, non coralmente, ma ad es. in sede di direzione spirituale o di confessione, per farle desistere ed addirittura per renderle più fervorose col ricevere la comunione in ginocchio. Qualche buon prete – rari nantes in gurgite vasto – lo fa, lo sta facendo ed i risultati ci sono.
Non sarebbe male poi che anche attraverso le omelie, penso alla messa del Giovedì Santo ed a quella del Corpus Domini, ed attraverso le catechesi, questi stessi parroci tornassero ad insegnare di nuovo la dottrina circa il dogma della transustanziazione e della presenza reale ma anche delle profanazioni sacrileghe a seguito di questa pratica. Non se ne parla mai abbastanza. L’ignoranza è diffusa ed ormai non si può dare nulla per scontato.