Premessa
Cronache del delirio. Abbiamo pubblicato ieri la notizia dei corsi di “yoga” organizzati a Padova dai Gesuiti. Cliccando qui, potrete leggere i dettagli di questa edificante iniziativa. Oggi Elisabetta Frezza ci racconta anche di un volantinaggio effettuato all’ingresso dell’istituto in cui si teneva l’utilissimo corso e delle reazioni (tanto grottesche quanto prevedibili nel loro grigio conformismo), di alcuni partecipanti al corso e collaboratori dei gesuiti.
Ci imitiamo a notare che, con una coerenza che va riconosciuta, Roma perseguita i Francescani dell’Immacolata, la cui “colpa” più grave è quella di un’assoluta fedeltà alla Chiesa, mentre non trova niente da dire su questa iniziativa gesuitica, che viene ad ennesima conferma della perniciosità della c.d. “legge Basaglia”. Del resto, non abbiamo avuto notizia di alcun provvedimento preso nei confronti di vivaci suore americane che sostengono aborto, divorzio e quant’altro, o nei confronti di preti che durante la Santa Messa hanno indossato maschere circensi, o hanno cantato canzoni dei “Ricchi e Poveri” e danzato in chiesa, davanti all’altare. Come scordare poi il sacrilego e rivoltante spettacolo dei funerali di don Gallo? E ci sarebbero altri mille esempi.
In particolare è opportuno ripetere il giudizio di Benedetto XVI sulla pratica dello “yoga”: “(i pericoli di tali pratiche sono) la perdita della fede e la perversione della relazione uomo-Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché́ alla fine l’uomo si sposa con la menzogna”.
A questo punto sarebbe lecito dedurre che la Dottrina della Chiesa sia una variabile dipendente dalla chiarezza di idee e di Fede del Pontefice regnante. Naturalmente non è così, ma si sta facendo il possibile perché passi questo messaggio. Sappiamo bene che le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa cattolica, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, di cui il Papa non è né l’interprete né il continuatore, ma semplicemente il vicario, con la grandissima responsabilità di custodire la Parola che gli è stata affidata.
Ma intanto, nel tempo presente, quante anime verranno confuse, con gravissimo rischio per la loro salvezza, da questi Pastori deragliati? Di fronte a questo non possiamo stare né zitti né tranquilli, e ringraziamo le persone come Elisabetta Frezza, e altri valorosi amici, che hanno il coraggio di andare controcorrente e denunciare la follia che sta travolgendo la Chiesa e, di conseguenza, anche la società.
Paolo Deotto
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Cronaca della missione anti-yoga
di Elisabetta Frezza
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A Padova non ci si fa mancare davvero nulla, soprattutto nell’ambiente clericale.
Accade così che i gesuiti – presi più che mai dalla cotta per il mondo in tutte le sue passioni multicolori e, ora, forti anche della copertura in alto loco – spalanchino le porte allo yoga. Quella pratica tanto in voga che, promettendo di garantire il rilassamento fisico e la pace spirituale, trascina torme di gente stressata e insoddisfatta nelle spire di un ascetismo idolatra.
A pubblicizzare il corso yoga ignaziano, gira per gli ambienti ecumenici del seminario e della facoltà teologica patavina (e per chissà quali altri siti, sacri e profani) un suadente volantino dai contenuti orientaleggianti, con tanto di immagine evocativa del fior di loto di omerica memoria. Ulisse – si narra nell’Odissea – recuperò i suoi uomini dispersi nell’isola dei Lotofagi e drogati con il fiore che toglie la memoria e i desideri; essi sembravano aver raggiunto il paradiso, la possibilità di fuggire dai dolori di un viaggio che non offriva più speranze, ma quella sensazione di felice inebriamento era una mera illusione che copriva la tristezza nei loro cuori.
Saggezza antica quella incarnata dall’eroe omerico, fondata sull’uso della ragione. Ma, si sa, sono tempi in cui la ragione, e il logos, non vanno troppo di moda.
Giunta per caso in possesso del dépliant, mi sono recata di persona al centro dei gesuiti Antonianum per raccogliere qualche ulteriore informazione sull’interessante iniziativa. Lì ho incontrato un anziano padre, colui che dirige gli incontri culturali dell’istituto, il quale mi ha indirizzata in segreteria perché lui non era al corrente dei dettagli dell’operazione, pur sembrando assai contento della bella novità. Negli uffici mi hanno confermato tutto, orario e luogo degli incontri, avvisandomi tuttavia che, purtroppo, non sarebbe stato più possibile iscriversi a causa del veloce quanto inatteso raggiungimento del limite massimo di partecipanti.
Così, la sera di sabato 21 dicembre ci siamo recati in due davanti ai locali del centro, nel cortile antistante l’ingresso all’edificio, armati di volantini dal contenuto asciutto e chiaro (CLICCA QUI per leggere il testo del volantino): un paio di passi delle Sacre Scritture sugli idoli pagani e altrettante dichiarazioni di padre Amorth sulla matrice diabolica dello yoga e sui rischi connessi al suo esercizio. Abbiamo cominciato a distribuirli ai frequentanti del corso, che arrivavano alla spicciolata, augurando a ciascuno contestualmente un buon Santo Natale. Tutto molto tranquillo.
La maggior parte delle signore intercettate all’ingresso è poi uscita per riconsegnarci sdegnata il nostro intollerante volantino, indubbiamente più “divisivo” che “inclusivo” (per attenersi al binomio dirimente nella cernita tra l’ammesso e il vietato nell’ultima temperie ecclesiologica). Finché un paio di uomini, collaboratori del centro gesuita, ci hanno avvicinato e gentilmente invitato ad allontanarci. Uno di loro, per la verità, si è anche un po’ agitato e ci ha apostrofati dicendoci che “per evitare di fare simili figuracce” avremmo almeno, prima, dovuto informarci su quello che pensa e afferma papa Francesco sullo yoga e la meditazione trascendentale. Poiché il suo collega più compos sui lo ha prontamente zittito, rimane la curiosità di conoscere la posizione dell’attuale pontefice sul tema.
Per il momento, ci atteniamo a ciò che dichiarò il suo predecessore che, interpellato su quali fossero i pericoli di carattere spirituale di queste pratiche, rispose: “la perdita della fede e la perversione della relazione uomo-Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché́ alla fine l’uomo si sposa con la menzogna”.
E tanto ci basta.
5 commenti su “Cronaca della missione anti-yoga. I consolanti frutti della “Nuova Chiesa aperta al mondo” – di Elisabetta Frezza”
Da alcuni anni sono stati pubblicati articoli e libri che hanno fatto chiarezza sull’effetto nefasto dello yoga e di altre pratiche orientali; queste possono causare danni anche a livello psicologico oltre ad essere incompatibili con la fede cristiana. Se dei cattolici promuovono e si accostano a queste iniziative, che possiamo dire? O si fa un serio percorso di crescita nella propria fede che porta poi ad una esperienza forte e solida di amicizia col Signore, oppure si ricorre a surrogati nell’intento di perseguire quella pace interiorie che non riusciamo a trovare. Il problema è sempre uno: oggi ci sono ancora molti cristiani di nome, ma che ormai hanno perso più o meno inconsapevolmente la loro identità. La confusione della cultura cattolica attuale e la poca chhiarezza in ambito dottrinale fanno il resto!
Dopo che, dagl’anni Sessanta ad oggi, è stata messo in soffitta tutto il tesoro della nostra spiritualità, nelle nostre chiese invase da profluvi di parole, dalle chitarrine e dai battimani, dagli allelù- alleluia “delle lampadine”, è chiaro non potevano che trovar posto anche queste scemenze … …
Ma per carità di Dio, che non venga in mente a nessuno di domandare al Papa il suo pensiero sullo yoga: nella speranza che non citi sua nonna, ci planerà addosso con uno dei suoi soliti concetti poetici sospesi a mezz’aria … che vogliono dire tutto e il contrario di tutto, così chè, alla fin fine, non ci troveremo in mano nient’altro che l’ennesima esegesi di Introvigne e di Tornielli!
Ed invece io la trovo un’iniziativa fantastica ! Ogni parrocchia dovrebbe secondo me FINGERE di organizzare tali corsi , mascherandoli sotto i titoli piu’ pazzi , tipo ‘ Adorazione di Madre Terra Gaia e
suo rapporto con l’Eucarestia’ oppure ‘ Gli spiriti dell’ Albero della Vita e l’intima unione con la spiritualita’ di Sant’ Alfonso de Liguori ‘ o anche ‘ Esercizi Reiki – Yoga paragonati con gli esercizi di Sant’Ignazio di Loyola ‘ e cosi’ via. Raccogliendo poi i foglietti di adesione il parroco potrebbe finalmente sapere o almeno intuire il livello di conoscenza dell’ABC del Cattolicesimo che possiedono i suoi fedeli ed eventualmente correre ai ripari per salvare qualche anima in pericolo…
Un paio d’anni fa scrissi con tono indignato una lettera al più importante museo (privato) americano di icone russe (nella città di Clinton/Ohio), di cui anch’io sono un appassionato (l’iconografia russa è espressione profondissima del cristianesimo orientale e radicata nella più antica ed originale tradizione dell’arte cristiana dei primi secoli). Questo museo, tra le varie attività promosse, aveva, guarda un po’, un corso di yoga.
La cosa mi sembrò totalmente fuori luogo ed offensiva in primis per quanto l’iconografia russa ha di piu’ caro. Ovviamente il direttore del museo non si degnò nemmeno di darmi due righe di risposta, catalogandomi molto probabilmente come il solito italiano super-retrogrado e pure integralista.
Ma quello era un museo… figuriamoci se lo fanno i preti !!!!
Ragazzi, è il nuovo andazzo ! Bisogna rassegnarsi se si vuole restare nella moderna chiesa alla Francesco, da “fin do mundo”.
Passin, passino, dopo messa nuova,poi baciamento di corano, non c’è da meravigliarsi se poi si arriva ad abbracciare yoga, giudaismo, islamismo e quant’altro.