Tutti parlano di libertà. Sembra ormai sia il criterio assoluto di questo pazzo mondo.
Poi, però, grattando appena un poco, si scopre che gli sbandieratori della libertà, in gran parte, non contemplano nel loro vocabolario esistenziale nè il termine ‘criterio’ nè, tantomeno, l’aggettivo ‘assoluto’.
di Rita Bettaglio
.
Sono categorie superate, troppo razionali, financo aristoteliche. L’uomo di oggi le ha superate con la parola magica ‘relativo’.
Si narra che Hegel, il padre di tanti guai che oggi ci affliggono, ebbe a dire che, se la realtà cozzava con la teoria, tanto peggio per la realtà. Detto, fatto.
La pretesa che l’oggettivo si annichili dinnanzi al soggettivo è il vero cancro che affligge oggi l’umanità, occidentale o meno che sia. L’io capriccioso pretende di piegare la realtà, la natura e le sue leggi. Ricordate la pretesa aberrante del protagonista de Il tamburo di latta (di Gunther Grass) di bloccare la propria crescita fisica con un atto di volontà?
Così si pretende di far sussistere insieme tutto e il suo contrario, quasi fosse realmente possibile.
La logica ci insegna che non possono essere contemporaneamente vere le proposizioni A e nonA. Questo vale per ogni cosa che incontriamo in questo mondo in cui ci è dato di vivere e, per quanto ne sappiamo, l’invariabilità delle leggi della fisica depone a favore della logica e non del soggettivismo, nè del sincretismo.
Quali siano i frutti di tale tentativo faustiano sono sotto gli occhi di tutti. Una grande, enorme e totale sofferenza che gronda dall’umanità, un’atmosfera irrespirabile di disperazione. La libertà per la libertà è un idolo feroce che porta l’uomo contro l’uomo ed esige tributi di sangue.
“Sono forse il guardiano di mio fratello?”. E’ tutto ciò che Caino ebbe da dire a Dio che gli domandava dove fosse suo fratello Abele. E’ il ritornello che sentiamo quotidianamente ripetere ovunque. Menzogna mascherata da rispetto, schiavitù spacciata per libertà.
Quante sono le “anime che costruiscono barricate con la libertà. «La mia libertà, la mia libertà!». Hanno la libertà, e non la seguono; la contemplano, ne fanno un idolo di terracotta nella loro mente ristretta. È questa la libertà? Che frutto ricavano da questa ricchezza senza un impegno serio, che orienti tutta la vita? Un simile modo di fare si oppone alla dignità, alla nobiltà della persona umana. Manca la rotta, la strada sicura che indirizzi il cammino su questa terra: queste anime — ne avrete conosciute anche voi — si lasceranno rapidamente trascinare dalla vanità puerile, dalla boria egoista, dalla sensualità” (San Josemaria, Amici di Dio, n.29).
Tutti noi abbiamo provato la profonda delusione e tristezza che ci invade quando ci rendiamo conto, Deo gratias, che non c’è modo umano di raggiungere la libertà cui il nostro cuore aspira. Sia chiaro che questa non è teoria, ma pura constatazione, realtà empirica. Perchè c’è un anelito, un’immagine dentro di noi, che ci chiama all’Assoluto e che non mente. Una sete che nessun amore umano placa, nessun possesso, nessuna conquista.
Dopo ogni risultato è in agguato un “e poi?” e nulla ci basta, nulla sazia. C’è qualcosa che non riusciamo ad afferrare e che ci fa impazzire. Qualcosa che vale la libertà tutta intera, quella che sappiamo d’avere ma non sappiamo trafficare con profitto.
Non è la libertà di coscienza che ci permette di affermare noi stessi, ma ci lascia flosci come un sacco vuoto. E’ la libertà delle coscienze, il discreto ma insopprimibile richiamo di Chi nel segreto ha intessuto le nostre viscere, di Chi ci ha visti ancora informi quando nessuno dei nostri giorni esisteva ancora.
“Difendo invece con tutte le mie forze la libertà delle coscienze [LEONE XIII, Enc. Libertas Praestantissimum, 20-VI-1888, ASS 20 [1888], 606), che sta a significare che a nessuno è lecito impedire che la creatura renda il culto a Dio. Bisogna rispettare i legittimi desideri di verità: l’uomo ha l’obbligo grave di cercare il Signore, di conoscerlo e di adorarlo, ma nessuno sulla terra deve permettersi di imporre agli altri una fede che non hanno; e, reciprocamente, nessuno può arrogarsi il diritto di porre ostacoli a chi ha ricevuto la fede da Dio” (San Josemaria, Amici di Dio, n.32).
Riguardo a questa libertà il cammino pare diventare ogni giorno più lungo, la lista dei martiri per la fede sta avendo un’impennata e la libertà religiosa è ogni giorno più minacciata anche nel nostro sempre più intollerante e laicista occidente.
E allora di che libertà va cianciando questo strepitante mondo?
.
fonte: blog dell’Autore