Il mio amico Raffaele, marchigiano doc, gira la campagna per lavoro e, quando passa da Montedinove, mi manda sempre un’immagine presa con il cellulare. Raffaele sa che ho un debole per quel luogo perché è la terra di Cino Del Duca, il fondatore della casa editrice in cui sono diventato professionista.
Ma Raffaele sa che ho anche un debole per manifesti, volantini e annunci tratti dal campionario clericale: clericalchic o clericachoc non fa differenza, li colleziono tutti. Qualche tempo fa ne avevo trovato uno carino nella basilica di Loreto in cui si specificava “Qui non confessioni, ma dialogo e ascolto”. Lo pubblicai e lo commentai con grande disdoro delle autorità competenti, ma, come si suol dire, manifesto canta e villan dorme.
Insomma, la terra marchigiana è destinata a darmi soddisfazione non solo quanto ad amici, mare, sole, campagna e monti. Eccoci così al nuovo pezzo della mia personale raccolta affisso all’ingresso del convento francescano di Montedinove.
Per inciso, il convento è intitolato a San Tommaso Becket, l’arcivescovo di Canterbury assassinato per aver difeso i diritti della Chiesa contro le ingerenze del potere temporale. Nel rispetto della metrica e del numero dei punti esclamativi, il volantino dice così:
8 marzo
Bar “Le Pam Pam”
organizza con i simpatici frati
francescani aperitivo con intrattenimento musicale a
cura di Roby Dj
per ricordare l’importanza di questa
data.
Omaggio per tutte le donne.
È gradita anche la partecipazione degli
uomini!!!!!!
Ora, non ce l’ho con il bar “Le Pam Pam” che, evidentemente, sa fare le sue operazioni di marketing e ingaggia le star che più fanno alla bisogna. Qualche riserva in più l’avrei invece sui “simpatici frati francescani”.
Quest’anno, l’8 marzo, oltre che essere il giorno dell’importante festa della donna, è anche domenica, il giorno del Signore: la graduatoria di importanza fatela voi. Nel mio piccolo, mi chiedo se, mentre i vescovi italiani si prodigano per proibire la Messa alle loro pecorelle per il bene dei corpi, i “simpatici frati francescani” non potrebbero prodigarsi celebrando pubblicamente qualche Messa con le loro pecorelle per il bene delle anime.
Certo, adesso diranno che sono in attesa di nuovi ordini e che forse le Messe, nelle zone non interdette, si potranno anche celebrare. Dunque sarebbe inutile recriminare su sola domenica di interdizione dai Sacri Misteri, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo cattolici paisá! Ma allora perché, invece che andare al bar “Le Pam Pam” per l’importante festa della donna, l’8 marzo i “simpatici frati francescani” non prendono le loro auto e non vanno nelle zone rosse, gialle, eccetera dove i compromessi della Cei continuano ad avere la meglio sui diritti di Nostro Signore?
Se vogliono, li ospito io e li porto a casa di gente magari infetta che attende invano di fare la comunione, rigorosamente sulla lingua. Forse mi sbaglio, ma il fondatore del loro ordine è quel Francesco d’Assisi che nel suo Testamento scrisse: “Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo”.
Ed è sempre il santo di Assisi che, forse prevedendo la simpatica deriva dei suoi figlioli, nelle Ammonizioni scriveva un capitolo intitolato “Il buon religioso e il religioso vano” dicendo: “Beato quel religioso, che non ha giocondità e letizia se non nelle santissime parole e opere del Signore e, mediante queste, conduce gli uomini all’amore di Dio con gaudio e letizia (Cfr. Sal 50,10). Guai a quel religioso che si diletta in parole oziose e frivole e con esse conduce gli uomini al riso”.
Alla fine, non ce l’ho neanche con i francescani di Montedinove. Perché si dovrebbe chiedere a loro ciò che l’istituzione si rifiuta di fare in quanto non ci crede più? Il male non è di oggi, è ben più antico del coronavirus e si è preso da tempo tutto il corpo ecclesiale. Durante una delle mie prime conferenze, ormai qualche decennio fa, ricordo che si alzò tra il pubblico un novizio francescano per spiegarmi come e qualmente l’abbraccio di San Francesco al lebbroso fosse solo simbolico. Non seppe dirmi, però, se anche i gesti d’amore del santo per Cristo fossero simbolici e non fece una piega davanti all’evidenza che, se si gabella per simbolico un fatto storico, lo diventano anche tutti gli altri. Non so che fine abbia fatto oggi quel novizio, so solo che il noviziato a cui apparteneva oggi è chiuso per mancanza di vocazioni.
Non posso proprio prendermela con i francescani di Montedinove. Però mi piacerebbe che rileggessero qualche passo delle Ammonizioni del loro fondatore. Oltre a quella citata sopra, ne mettiamo altre tre, in omaggio alla Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
VI L’imitazione del Signore – Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore (Cfr. Gv 10,11; Eb 12,2) sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione (Cfr. Gv 10,4), nell’ignominia e nella fame (Cfr. Rm 8,35), nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi servi di Dio, che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle!
X La mortificazione del corpo – Ci sono molti che, quando peccano o ricevono un’ingiuria, spesso incolpano il nemico o il prossimo. Ma non è così, poiché ognuno ha in suo potere il nemico, cioè il corpo, per mezzo del quale pecca. Perciò è beato quel servo (Mt 24,46) che terrà sempre prigioniero un tale nemico affidato in suo potere e sapientemente si custodirà dal medesimo; poiché, finché si comporterà cosi, nessun altro nemico visibile o invisibile gli potrà nuocere.
XVIII La compassione per il prossimo – Beato l’uomo che offre un sostegno al suo prossimo per la sua fragilità, in quelle cose in cui vorrebbe essere sostenuto da lui, se si trovasse in un caso simile.Beato il servo che restituisce tutti i suoi beni al Signore Iddio, perché chi riterrà qualche cosa per sé, nasconde dentro di sé il denaro del Signore suo Dio (Cfr. Mt 25,18), e gli sarà tolto ciò che credeva di possedere (Cfr. Lc 8,18).
16 commenti su “Coronavirus – Non ci sono le Messe? Ci pensano i “simpatici francescani” ad animare le domeniche”
Se fossi nel Dj Roby starei attento alla concorrenza dei simpatici francescani…
Ricordare San Francesco ai francescani, San Domenico ai domenicani, San Benedetto ai benedettini, Sant’Ignazio ai gesuiti e via discorrendo. Ecco a che cosa si è ridotta la chiesa cattolica. Non ci si deve stupire se fugge davanti al Coronavirus.
Bella la fotografia. Penso che i frati di cui si vedono i piedi svolazzanti non abbiano niente a che fare con il loro confratello San Giuseppe da Copertino, che volava per merito della sua grande fede. Penso che stiano gridando “Chi non salta un cattolico è”.
Forse ‘confratello’ è una parola grossa se la si attribuisce a questi francescani ripsetto a San Giuseppe da Copertino.
L’otto m’arzo, e me ne vò….
Il vero problema è che la gente ci va e poi dice “ma che simpatici questi francescani, non sembra neanche che siano frati, sono proprio come noi”. Così si diffonde il virus della chiesa che rigetta Cristo infettando tutti. Ma la tragedia è che quei francescani non sembrano proiprio frati e piacciono proprio per quello.
Esatto, Giuseppe, è proprio questo che li fa piacere: che si presentano come persone qualsiasi e non come persone speciali quali in realtà sono i consacrati. Un tempo, quando bastava l’abito che ora non indossano più a incutere rispetto, li si guardava con riverenza e soggezione; erano infatti i trasmettitori di un messaggio ben più alto di qualsiasi annuncio umano, un messaggio che invitava a una vita di elevazione e almeno di correttezza morale. Né a nessuno passava neanche per l’anticamera del cervello poterci andare a bisbocciare insieme nei pubblici locali. Credono di avvicinare così la gente a Cristo? Si sbagliano di grosso: è il più grande inganno dell’eterno nemico.
Perfettamente d’accordo con Elena de Palma.
Facciamo sentire sempre più la nostra voce ai parroci vestiti da ragazzotti, ai vicariati distratti alle Curie e i Vescovi preoccupati di essere allineati alle disposizioni laiche
Questo caso è lo specchio della situazione odierna della Chiesa, non solo dei francescani marchigiani. L’importante è essere simpatici, non cristiani. Dunque, avanti così. Oggi con Roby Dj ci vanno i francescani; non sorprenderà se domani ci vanno anche i benedettini – e dopodomani, chissà, pure qualche vescovo.
Non crediate che raccolgono consenso al di fuori della loro cerchia poiché tali azioni non piacciono neanche chi non è devoto.
In questo periodo buio occorre lasciare che i morti seppelliscano i loro morti.
Povera gente… fraticelli de che?
Una delle cose che questa epidemia sta rendendo chiare come il sole (ma la maggioranza farà sempre finta di non aver visto e, quando passerà, farà come se non fosse successo niente) è la totale apostasia della neochiesa. Oddio, non ci sarebbe stato bisogno del virus per chi avesse avuto il coraggio di aprire gli occhi, ma ora la cruda realtà è lì, davanti agli occhi di tutti: il re è proprio nudo, il palcoscenico si è alzato all’improvviso e ha sorpreso gli attori nei loro veri atteggiamenti: la recita è finita. Messe sospese, acquasantiere vuote, Ostia sulla mano o niet, piscine di Lourdes chiuse, “papa” e primate d’Italia che non dice una sola sincera parola di vicinanza agli Italiani (ai Cinesi sì, lo vuole il regime), religiosi (frati, preti, vescovi, tutti) che invece di correre ad assistere religiosamente i malati, se ne stanno al calduccio, al sicuro: sapete, il decreto del governo dice……, sapete, il papa ha un brutto raffreddore……Nessuno dopo quello che succede potrà più negarlo: la codiddetta chiesa NON CREDE PIU’: è diventata (naturalmente tranne quei pochi sacerdoti coraggiosi in cui vive ancora la Santa Chiesa Cattolica) una semplice associazione ricreativa, ligia solo al politicamente corretto, fiduciosa solo nei precetti della scienza e non nella preghiera; i miracoli poi! Ma scherziamo? Non siamo mica nel Medioevo, siamo adulti! All’epoca delle pestilenze, finché sono esistite, preti e frati li trovavi tra i malati, nei lazzeretti; i vescovi uscivano per le strade col Santissimo, chiedevano di pregare, di fare penitenza, chiedevano a Nostro Signore di avere pietà. Oggi Manzoni avrebbe dovuto far morire fra Cristoforo non consunto dalla malattia nel servizio agli appestati, ma colto da malore all’uscita da una serata danzante. OPORTET UT SCANDALA EVENIANT. Domine noster Iesu Christe, miserere nobis, secundum magnam misericordiam tuam.
verità sacrosanta!!!!!!!!!!!!!!!!
San Francesco stava in orazione davanti all’abside della chiesa di Santa Maria degli Angeli, con le mani tese in alto, invocando Cristo affinche’ avesse misericordia del popolo nella gran tribolazione che stava per abbattersi.
E il Signore rispose: “Francesco, se vuoi che io abbia pieta’ del popolo cristiano, fa’ che il tuo Ordine permanga nello stato in cui fu stabilito, poiche’ non mi resta che esso in tutto il mondo. E ti prometto che, per amore tuo e del tuo Ordine, non lascero’ che al mondo sopravvenga alcuna tribolazione. Ma dico a te che essi si ritrarranno dalla via in cui li ho messi. E m’inciteranno a tale ira, che insorgero’ contro di loro e chiamero’ i demoni e daro’ a questi il potere che vorranno. E i demoni provocheranno tanto scandalo tra i frati e il mondo, che nessuno vi sara’ che osi portare il tuo saio, se non nelle selve. E quando il mondo perdera’ la fiducia nel tuo Ordine, non rimarra’ piu’ alcuna luce, poiche’ io ho posto i frati come luce del mondo”. E san Francesco disse:”Di che vivranno i miei fratelli che abiteranno le selve?”. Disse Cristo: “Io li nutriro’, come nutrii i figli d’Israele nel deserto, facendo piovere la manna.” Questi frati saranno buoni, e allora l’Ordine tornera’ alla sua condizione originaria, in cui fu fondato e incominciato”.
Fonti Francescane 1765
Sono d’accordo con tutti i commenti (specialmente quelli di Stefano, Marco Boggia e Gianna). E pensare che Gesù fu ucciso dai suoi contemporanei, proprio perché non accettò le logiche del mondo; oggi, al contrario, la Chiesa (ex) Cattolica si preoccupa solo di piacere al mondo, tralasciando il sentire profondo del popolo cattolico, che così viene tradito da quelli che dovrebbero essere i suoi pastori. Un cristiano simpatico, bravo ragazzo e politicamente corretto è esattamente l’opposto di quello che fu Gesù.
La desolazione attuale è ormai di pubblico dominio e sinceramente non vedo chi possa tra gli uomini riuscire ad invertire questa tendenza. Prima c’era molto di più il senso del sacro e la fede nella nuova vita che ci aspetta dopo la morte era radicata, tanto che si viveva spesso in funzione di questa fede. Ma quando faticavo a seguire la messa, a sopportare la noia di assistere ad essa e alle altre liturgie, quando mi sentivo incapace e di sostenere pubblicamente la mia fede e di sacrificarmi per essa, allora desideravo ardentemente un cambiamento, anche se non avrei saputo dire quale, vista la mia età.
Sentivo parlare, anche in chiesa, di quanto fossero più ferventi e osservanti ebrei, protestanti e mussulmani, e pensavo quindi che fare come loro ci avrebbe aiutati. Ora so che il cambiamento non doveva venire dall’esterno, ma da dentro di noi, come del resto ci ha detto Gesù. Forse quando un numero sufficiente lo capirà, solo allora si ricomincerà a progredire sulla via della vera fede. Che Dio voglia che questo accada, nonostante le nostre colpe.