Sarebbe interessante sapere se, nella topografia pastorale bergogliana, siano da considerare periferie esistenziali anche quelle curie e quei seminari popolati da sacerdoti di ogni ordine e grado che corrompono minori, concupiscono giovani preti, aitanti segretari e se li godono nelle loro alcove. Se siano da considerare periferie esistenziali anche quelle diocesi e quelle parrocchie dove gerarchi, gerarchetti e fantaccini di santa romana chiesa stuprano bambine, ragazzine, donne adulte e le costringono abortire nel caso di malaugurate gravidanze. Se siano da considerare periferie esistenziali anche quelle sacre congregazioni e quei corsi di esercizi spirituali frequentati da uomini di Dio che si tengono su a rosari di piste di coca purissima e, invece di recitare il breviario, a mattutino, lodi e compieta sfogliano teneramente “Vogue”, edizione “US”, of course.
Se anche queste fossero periferie, bisognerebbe riconoscere che vi regna una sorprendente organizzazione razionale. Strade linde e ben curate, niente scippi, nemmeno un barbone che pisci sulle palizzate verniciate di fresco, figuriamoci un cane selvaggio che ringhi contro l’Ordine Costituito. Periferie modello, insomma, che non prevedono il clamore e sono dotate di collaudati protocolli per l’immediato insabbiamento dei casi scabrosi. Periferie così poco periferie da essere collegate lungo veloci corsie preferenziali con il Centro dei Centri in cui gli scandali vengono coperti e si dissolvono, a patto di essere nelle grazie del Vicario. Vicario di se stesso, pare di capire dai più recenti fiotti di Magistero Ordinario.
In un paesaggio urbano così perfetto, disegnato da un Architetto così sapiente, edificato da Muratori così abili e popolato da Fratelli così addestrati non c’è macigno buttato sulla piazza che faccia tremare i Sacri Palazzi. Sarà così, temo, anche per le rivelazioni di monsignor Viganò su Theodor Edgar McCarrik, a suo tempo cardinale, arcivescovo e predatore seriale di giovani virgulti nella periferia esistenziale di Washington. Sarà così, temo, perché il meccanismo della perversione clericale e delle sue coperture venuto alla ribalta del grande pubblico in queste settimane non è un’invenzione attribuibile per comodità e pigrizia mentale solo a Bergoglio e alla sua cricca.
C’è del marcio a Roma, dove vizio e omertà danzano insieme da tempo immemore, intra ed extra muros, da lungo tempo in un balletto osceno. Bisogna farsene una ragione e avere il coraggio di tenere gli occhi aperti. È comprensibile lo sconcerto di chi apprende che la mamma pratica un brutto mestiere, ma non è giustificabile la stupida ostinazione di chi pensa che abbia cominciato a farlo solo in vecchiaia. C’è del marcio a Roma, ce n’è troppo, da troppo tempo e ormai si manifesta senza più alcun pudore in eventi eclatanti di portata planetaria che impongono di trovarne le cause vere e profonde. Se mai ve ne fosse stato uno in cui era concesso farlo, questo non è più il tempo di stupirsi. È patetico nascondersi dietro l’ombra silente di Benedetto XVI, che deve ancora spiegare al popolo bue, ma pur sempre di Dio, le vere ragioni per cui si è dimesso. E forse è ancora più patetico rifugiarsi negli ultimi istanti che precedettero il Concilio Vaticano II, come in un ridotto della Valtellina in versione clericalreazionaria. È venuto il momento di mostrare un po’ di coraggio e di lucidità, almeno per chi pratica un mestiere vecchio quasi quanto quello della mamma.
Avevo cominciato a lavorare su queste considerazioni ai tempi dell’omicidio di Alfie Evans, perpetrato con il plateale consenso di una buona metà della chiesa cattolica e con il ruffiano finto recalcitrare di un’altra buona metà. Il sacrificio rituale del bambino di Liverpool ha segnato un punto di non ritorno che non può cadere nell’oblìo di un mondo cattolico plasmato a immagine e somiglianza dei massmedia e già pronto a divorare altri eventi.
Ho scavato, ho posto domande e poi ho messo insieme i pezzi che mano a mano venivano alla luce. Filo dopo filo, tessera dopo tessera, contatto dopo contatto, ragionamento dopo ragionamento, il lavoro mi ha condotto proprio dove doveva condurmi: nel cuore di una chiesa invertita, al cospetto di quel meccanismo che ha permesso, tollerato e coperto per anni e annorum le decine di casi McCarrick di cui tutti sapevano tutto o quasi tutto. Le fonti sono citate usando lettere puntate che non corrispondo ai nomi veri e sono descritte in modo da renderle irriconoscibili. Hanno detto molto più di quanto sto per raccontarvi ora e non posso giocarmi, se necessario, la possibilità di una seconda tornata che scenda un girone più in basso nella ricostruzione di questo Romanzo Infernale.
IL FIUME DI FUOCO SOTTO I NOSTRI PIEDI Tutto comincia in un eremo oltre il confine italiano sabato 21 aprile, sette giorni prima della morte di Alfie. È tardo pomeriggio e sta imbrunendo. Dopo avermi benedetto con l’olio di nardo, padre A. mi chiede di sedermi ancora un momento, prima di tornare verso valle. “Quando sono venuto quassù” dice “il mio padre spirituale mi ha messo in guardia contro una delle prove più dure che deve affrontare un eremita, specialmente di questi tempi: anche se noi pensiamo di essere soli, sotto ogni eremo scorre un fiume che porta con sé tutto quanto si trova nella chiesa, tutto il bene e tutto il male”. Guardo istintivamente il pavimento sotto i miei piedi, un gesto che non ho mai fatto dentro un eremo, dove è normale mettere lo sguardo verso l’alto, e rabbrividisco. “Questi sono tempi in cui il fiume è impetuoso e infernale” continua padre A. “è in piena e continua a salire, non si ferma mai. Negli eremi si patisce il male che sta soffocando la chiesa. Se vuoi sapere perché tutto questo sta avvenendo, devi trovare un esorcista. Sono pochi quelli buoni, però qualcuno c’è ancora. Lui ti potrà dire meglio di me cosa significhi provare sulla propria pelle l’agonia della chiesa. L’esorcista è quello che più di tutti si trova nel fiume di fuoco tentando di andare contro la corrente”.
Abbiamo parlato tutto il pomeriggio, e chissà per quanti altre volte nel corso di questi anni, dell’agonia della chiesa e delle ragioni per cui ci troviamo davanti a questa prova. Non so se ora padre A. percepisca qualcosa di terribilmente inedito, ma la confidenza sul fiume infernale che scorre sotto ogni eremo e l’invito a chiedere informazioni a un esorcista non possono lasciare quieti.
Di solito, quando torno a casa dopo essere stato quassù, le luci della strada e della città mi infastidiscono. Ora, in qualche modo, mi confortano e la cosa non mi piace. Signore Gesù Cristo Figlio di Dio abbi pietà di me peccatore, Signore Gesù Cristo Figlio di Dio abbi pietà di me peccatore…
NIENTE FEDE, NIENTE ESORCISMI Conosco due esorcisti di cui mi fido. Per la verità si tratta di due ex esorcisti perché a entrambi è stato revocato l’incarico, tutto sommato una garanzia. Quello più facile da raggiungere è un sacerdote diocesano, don B. Facile da raggiungere esclusivamente per la distanza, perché risponde al telefono solo quando è sicuro dell’identità di chi lo chiama e, una volta stabilito il contatto, bisogna mettersi in fila con i fedeli che chiedono benedizioni speciali e preghiere di guarigione.
Lo incontro martedì 2 maggio. Alfie Evans è morto quattro giorni prima in mondovisione mentre don B. non faceva altro che pregare. “Sarebbe sbagliato dire che chi ha pregato lo ha fatto inutilmente. La preghiera non è mai inutile, ma quel bambino è stato sacrificato comunque. Dobbiamo chiederci che cosa vuol dire tutto questo. Quanta fede abbiamo?”.
Quanta fede abbiamo, se il Signore non ci ascolta? Questa, in definitiva, è la domanda per cui sono qui, anche se è più circostanziata e articolata. Padre A. dice che solo un esorcista può rendere l’idea di quanto sia terribile ciò che sta accadendo perché lo prova sulla sua pelle… “La pelle dell’anima, la pelle dello spirito e anche quella del corpo” dice don B., che sa bene cosa intendesse dire l’eremita. “Oggi gli esorcismi hanno pochissima efficacia, la maggior parte non ne ha nessuna, perché la chiesa non ha più fede. Intendo la fede vera, nel Dio Uno e Trino rivelato da Gesù Cristo, perché si può avere fede in qualsiasi cosa. Non mi riferisco ai singoli membri, ma il corpo nel suo insieme. Non farmi parlare di Corpo Mistico, perché andremmo troppo lontano. Quello che voglio dire è che ormai il tumore ha messo metastasi ovunque e le poche cellule ancora sane sono isolate una dall’altra. Accontentati. Questo voleva che ti dicessi padre A. e non c’è nessuno che possa dirlo con lo stesso dolore cosciente di un esorcista che combatte senza armi contro Satana. Hanno mutato il rituale ed è stato un colpo tremendo all’opera degli esorcisti. Ma, più ancora, è letale la sistematica incredulità nell’esistenza del diavolo che può dipendere solo dalla mancanza di fede nel Dio Uno Trino, e questo riguarda l’intera chiesa. Senza fede della chiesa, nessuno può liberare una creatura dal demonio, si combatte una battaglia in cui si soccombe davanti al nemico. Questo è quanto prova sulla propria pelle un esorcista che voglia fare il proprio dovere. Dolore fisico e spirituale per la prova in sè e per l’impotenza davanti alla sofferenza spirituale e fisica di chi è posseduto dal demonio. L’esorcismo è un sacramentale ed è efficace in virtù della santità del sacerdote, della fede della persona per la quale si compie e della fede di tutta la chiesa. Chiesa debole e senza fede, esorcismi deboli e senza efficacia. Ti basta?”.
Mi basta e non mi basta. Voglio fatti e date. Non che siano segreti custoditi in un forziere segreto, ma sono venuto fin qui perché don B. li ripeta ancora una volta. A don B. piace interrogare: “Qual è il testo della Sacra Scrittura con il più potente esorcismo?”. Il Prologo del Vangelo di San Giovanni. “Quale passo in particolare?”. “In propria venit, et sui eum non receperunt. Quotquot autem receperunt eum, dedit eis potestatem filios Dei fieri; his qui credunt in nomine eius, qui non ex sanguinibus, neque ex voluntate carnis, neque ex voluntate viri, sed ex Deo nati sunt”. “Quando è stato promulgato il primo rito di esorcismo per la chiesa universale?”. Non lo so. “1614. E cosa mi dici del Prologo di San Giovanni?”. Che è sempre stato usato. “Non a caso, Leone XIII, quando ha inserito l’esorcismo nella Messa, e non fuori dalla Messa come dicono in troppi, lo ha collocato proprio dopo il Prologo. Il decreto del papa entrò in vigore nel 1886, dopo che, due anni prima, ebbe la visione dell’opera di Satana sulla chiesa”.
A questo punto don B. si ferma perché sa cosa si deve dire e, per dovere di ospitalità, lascia che abbia il piacere di farlo io: poi tutto è stato spazzato via il 26 settembre 1964, in pieno Concilio Vaticano II, con l’istituzione Inter oecumenici. Ma, come ho già detto, sarebbe troppo facile trarre la conclusione che tutto nella chiesa funzionasse perfettamente fino alla mezzanotte del 25 settembre 1964 o fino a un minuto prima dell’apertura del Vaticano II. Don B. approva, anche se a malincuore. È meno radicale di me, ma riconosce che altro sono le mozioni degli affetti e altro le esigenze della ragione. Però questo è un tema che affronteremo un’altra volta. Prima di benedirmi, mi chiede se ho mai letto i libri di Malachi Martin, in particolare La Casa spazzata dal vento. “Ce l’hai?”. Celo, come dicevamo da bambini con le figurine.
SATANA INTRONIZZATO IN VATICANO. SOLO FICTION? Prima di don B., anche padre A. ha citato come fonte attendibile La Casa spazzata dal Vento di Malachi Martin. L’ho già letto e, a parte la fiducia nei giudizi di padre A. e don B., per prenderlo sul serio mi basterebbe il fatto che il solito bravo vaticanista, mi pare nel 2011, lo definì una fregnaccia degna del peggiore Dan Brown. Poi, nel 2013, avvenne ciò che Malachi Martin aveva previsto: le dimissioni di un papa che si era mostrato benevolo con la Messa in rito antico.
Il libro, che si trova solo in inglese con il titolo di Windswept House, è un romanzo a chiave uscito nel 1996 in cui l’autore assicura che il 95% è pura realtà. Malachi Martin, morto nel 1999, era un ex gesuita che ha conosciuto dall’interno i piani altissimi della curia romana e parecchie periferie esistenziali clerical-chic di qua e di là dall’Oceano Atlantico. Fu, tra l’altro, collaboratore del cardinale Augustin Bea, ruolo che gli diede accesso a documenti riservati, c’è chi dice anche il Terzo Segreto di Fatima. La sua produzione bibliografica è di tutto rispetto nell’ambito della saggistica, ma, evidentemente, Martin comprese che spesso è più facile dire la verità sotto forma di finzione. Tanto per fare un esempio, una decina buona di anni prima che negli Stati Uniti esplodesse lo scandalo dei preti predatori di sesso, nel suo romanzo descriveva una situazione che, nell’accurata traduzione di Francesco Colafemmina, ci appare così: “Improvvisamente divenne indiscutibile che ora durante questo papato, l’organizzazione della Chiesa Cattolica Romana portava dentro di sé una permanente presenza di chierici che praticavano il culto di Satana e lo apprezzavano; di vescovi e preti che si sodomizzavano a vicenda e sodomizzavano bambini; di suore che praticavano i ‘riti neri’ della wicca, e che vivevano in relazioni lesbiche… Ogni giorno, inclusa la domenica e i giorni santi, atti di eresia e blasfemia erano commessi e permessi ai sacri Altari da uomini che un tempo erano chiamati preti. Atti e riti sacrileghi non solo erano effettuati dinanzi i sacri Altari, ma avevano la connivenza o almeno il tacito permesso di alcuni Cardinali, arcivescovi e vescovi…”.E poi si legge ancora: “omosessualità e satanismo erano fra i virus più antichi insinuatisi nel corpo politico della Chiesa. La differenza era adesso data dal fatto che l’attività omosessuale e satanica aveva ottenuto un nuovo status all’interno di quel corpo politico”.
Ma la rivelazione più interessante del romanzo di Martin, che è una cronaca degli avvenimenti contemporanei, riguarda l’antefatto che li spiega tutti: il 29 giugno 1963, in occasione dell’elezione dell’incoronazione di Paolo VI, un gruppo di sacerdoti e alti prelati celebra nella Cappella Paolina un rituale satanico per incoronare Satana e intronizzarlo nel cuore della chiesa cattolica. Nell’impossibilità di compiere un rituale completo dentro il Palazzo Apostolico, i satanisti danno vita a due riti da officiare contemporaneamente, uno in Vaticano senza la vittima, l’altro cruento negli Stati Uniti: tecnicamente, una concelebrazione, che sarebbe stata introdotta pochi anni più tardi nel rito cattolico con la messa nuova.
Nella descrizione del complesso rituale riferita dall’autore, bisogna mettere in evidenza che viene recitata la formula di consacrazione dell’Eucaristia e viene impartitala benedizione invertita. La scelta della Cappella Paolina come sede del rituale romano si comprende pensando quanto dice il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, per evidenziarne il ruolo di cuore del cattolicesimo: “In un certo senso, questa Cappella, più ancora della Sistina, è il luogo identitario della Chiesa cattolica e quando sull’Altare viene esposto il Santissimo Sacramento, il ruolo del Papa, custode del Corpus Christi, nella legittimità della sequela Apostolica e nella fedeltà dell’ortodossia, vi è perfettamente significato”. Non sarebbe stato possibile compiere l’intronizzazione di Satana come capo occulto della chiesa in un luogo più concretamente simbolico di questo.
Se la credibilità di Malachi Martin si giudica ex post, è onestamente difficile non prenderlo sul serio. Oltre a verificare la corrispondenza alla realtà di fatti, uomini e ambienti di cui parla nel romanzo, basterebbe leggere un suo saggio reperibile anche in italiano, edito a suo tempo da Sugarco e titolato inequivocabilmente I Gesuiti. Il potere e la segreta missione della Compagnia di Gesù nel mondo in cui la fede e la politica si incontrano. E c’è chi fa notare che la Cappella Paolina è stata riconsacrata da Benedetto XVI nel 2009, quando fu riaperta al pubblico dopo i restauri. Perché?
PORTE APERTE AL SANT’UFFIZIO C’è un amico che mi può dire se tutto questo trova conferma oggi. Non ho mai scritto una riga contro i colleghi che hanno portato alla luce gli scandali vaticani a luci rosse e polvere bianca. So che la maggior parte di loro lavora su fonti certe e, anche quando lo fa con rancore nei confronti della fede cattolica, non scrive nulla di inventato. Non ne ha bisogno. Se si vuole sapere qualcosa di certo su quanto accade dietro le mura leonine, bisogna affidarsi ai cronisti che battono il marciapiede invece che ai vaticanisti, fatte salve le eccezioni che si contano sulle dita di mezza mano, anche meno.
Il collega C. con cui parlo agli inizi di giugno lavora nella redazione romana di un giornale tutt’altro che amico, ma lui è un amico. Giusto un anno prima aveva seguito la vicenda dei festini omosessuali a base di droga celebrati dentro il palazzo dell’ex Santo Uffizio, a due passi dal colonnato del Bernini, da monsignor Luigi Capozzi, segretario del cardinale Francesco Coccopalmerio. “Vuoi che ti aiuti a smentire o vuoi che ti racconti la verità?”. C. si diverte a provocare, ma sa che cosa voglio. Mi importa sapere fino a che livello si arriva. “Vuoi sapere se il cardinale era al corrente delle attività omofestaiole del segretario? Stavano in ufficio insieme fino a notte. Non mi fraintendere, eh… Vuoi sapere che cosa è dispiaciuto a Santa Marta? Che la faccenda l’abbiamo messa sui giornali. Hanno tirato il fiato perché Capozzi era in lista per diventare vescovo e non si era ancora arrivanti al punto in cui sarebbe stato quasi impossibile tornare indietro. Vuoi un particolare interessante? L’ingresso del palazzo ex Sant’Uffizio dà su piazza Sant’Uffizio, in territorio italiano, e si entra senza alcun controllo di frontiera. Poi, una volta dentro, si passa direttamente nello stato del Vaticano, sempre senza alcun controllo. Può farlo, diciamo, quasi chiunque portando con sé quasi chiunque e tutto quanto vuole, purché non sia ingombrante. Ti lascio immaginare che cosa passa attraverso il palazzo che un tempo era quello dell’Inquisizione…”. Uno sberleffo di Satana? “Sei tu lo specialista. Sempre a proposito di quanto interessino queste vicende in alto loco, ti ricordi il casino di Nuzzi sul collegio dei chierichetti?”. Qui serve un ndr per spiegare che si tratta del preseminario San Pio X venuto alla ribalta per la testimonianza di un seminarista che parlava di abusi sessuali. “Non so se hai visto come è andata finire… I tuoi amici…” altro ndr, C. si diverte da matti a provocarmi anche con l’insulto “i tuoi amici hanno spiegato che si trattava ‘solo’ di rapporti omosessuali tra coetanei. Capito? Ribadisco ‘solo’ di rapporti omosessuali”.
EMANUELA ORLANDI E IL SEGNO DEL DRAGO Potremmo fare notte con questi argomenti, e quasi la facciamo, ma parlando di un caso aperto dal 1983, quello di Emanuela Orlandi. Quando scomparve, la sera del 22 giugno di 35 anni fa, Emanuela aveva 15 anni, era figlia di un commesso della Prefettura pontificia ed era cittadina dello Stato del Vaticano. Non se ne è saputo più nulla. Il collega C. ha qualche anno più di me e allora era un cronista con esperienza sufficiente per essere messo sulla vicenda. Ancora oggi di quella storia si parla con molta cautela per rispetto della famiglia, ma è inutile nascondersi che si fanno anche ipotesi che rientrano a pieno titolo nei temi che stiamo trattando.
So come la pensa C. e lui sa che lo voglio scrivere. Comincio citando padre Amorth. Nel libro di memorie L’ultimo esorcista, Amorth spiega che il demonio ha sempre tentato le più alte gerarchie della Chiesa e inserisce in questa cornice la scomparsa di Emanuela Orlandi: “Io penso che una ragazza di quindici anni” scrive il celebre esorcista “non sale su una macchina se non conosce bene la persona che le chiede di salire. Credo dunque che occorrerebbe indagare dentro il Vaticano e non fuori. O comunque indagare intorno alle persone che in qualche modo conoscevano Emanuela. Perché secondo me solo qualcuno che Emanuela conosce bene può averla indotta a salire su una macchina. Spesso le sette sataniche agiscono così: fanno salire su una macchina una ragazza e poi la fanno sparire”.
Poi attendo. “Cosa vuoi che ti dica. Si è parlato fin dal principio di questa pista, ma chi l’ha seguita ha sempre incontrato strane resistenze, anche minacciose. Ci siamo fermati tutti davanti a uno di quei muri che il tuo amico Bergoglio pare proprio che non voglia di buttare giù”. Ma se fosse la pista giusta, dove bisognerebbe indirizzare le ricerche? “Mi pare che Amorth abbia dato indicazioni piuttosto precise. Questa è una notizia che mi hai portato tu. Mettiamola così: il più famoso degli esorcisti dice qualcosa che somiglia molto a quanto pensano quasi tutti i giornalisti che si sono occupati del caso e a quello che ha detto un pentito di mafia, sputtanato quanto vuoi, ma che fu preso in seria considerazione da Borsellino e che non butterei nella spazzatura tanto a cuor leggero”.
Se ti riferisci a Vincenzo Calcara, è andato ben oltre, ha detto anche dove cercare il corpo di Emanula Orlandi e che, scavando lì, non si troverebbe solo il suo… “Sì, ma mi fermerei un passo prima. Se vogliamo si può aggiungere che Calcara lega al caso Orlandi monsignor Marcinkus, al quale dice di aver consegnato una partita di droga in piazza San Pietro mentre era in compagnia di un monsignore poi diventato cardinale di primissimo piano, uno che adesso starebbe dietro a Bergoglio. Marcinkus è morto e non può smentire, il cardinale, se ci fu, non sappiamo chi potrebbe essere”. Dai, neanche come ipotesi… “No, fermati, ripeto: se ci fu, non sappiamo chi potrebbe essere. Questo lo scrivi proprio così”.
Per completezza di informazione riferisco che, per il caso Orlandi, il nome di monsignor Marcinkus viene associato anche all’attività della banda della Magliana, ma molti lo scagionano perché, assicurano, preferiva le donne mature.
“Piuttosto, dovresti sapere un’altra cosa” dice C. “Anzi, dovresti venire con me quando seguo certi personaggi che, se li vedi in giro per Roma, non immagini neanche che un’ora prima magari hanno detto messa e fatto la comunione. Dovresti vedere come amano il cambio di identità, il travestimento. Questa è una mia opinione, ma quando li vedo all’altare penso che anche lì godano del travestimento e solo di quello. Non me ne intendo e non so cosa consacrino… Sei tu quello che parla di chiesa invertita. Te lo dico da profano, lì dentro c’è un mostro”.
Era stato monsignor D., che lavora all’interno delle mura leonine, a parlarmi tempo fa di qualcosa che somiglia tremendamente a un mostro. Lui aveva usato il termine “Drago” per dare meglio l’idea del male personificato che si manifesta attraverso la malversazione del Corpo Eucaristico e, come naturale o preternaturale pendant, la molestia omosessuale. “Dovrebbe vedere cosa accade in certe sacrestie, caro mio. Spero sempre che durante certe Messe le ostie consacrate vengano consumate tutte per evitare ciò che può avvenire dopo. Lo sa che questi signori preferiscono celebrare la messa nuova nelle vecchie chiese, in cui c’è ancora il tabernacolo al centro sull’altare maggiore? E lo sa perché? Perché quando si piegano sull’altare nuovo al momento della consacrazione mostrano il sedere all’Altissimo. È il segno del Drago”. Sempre monsignor D. mi aveva raccontato di un conoscente, un laico appena sposato, abbordato e molestato dal predatore seriale di turno al suo primo giorno di lavoro in Vaticano. “Ci siamo stati attenti e lo abbiamo messo al riparo, ma non sempre è possibile sventare l’opera di questi travestiti”.
IL PASTORE CHE PROFUMA DI CASHMERE La chiacchierata con C. e il ricordo di quanto mi aveva detto monsignor D., quell’insistere sul travestitismo, mi riportano indietro di una decina di giorni, a fine maggio, questa volta a Milano, capitale della moda. La collega E. è tremendamente radicalchic, radicalissima e sciccosissima. Abbiamo fatto il praticantato nello stesso giornale una trentina di anni fa e abbiamo dato l’esame da professionista nella stessa sessione. È come aver fatto il militare insieme, si rimane amici nonostante tutto.
Ora E. lavora per un giornale di moda e vive di sfilate e passerelle, come si usa dire la gente di mondo, tra Parigi, Milano e New York, che non ho mai capito se significhi a metà strada o in ciascuno di questi posti. Evidentemente è un concetto troppo cosmopolita per un contadino bergamasco.
Avevo chiamato E. subito dopo quel festival del travestitismo che è stato il “Met Gala” andato in scena a New York il 7 maggio scorso, con grande concorso di alto e basso clero. Bisogna sapere che il “Met Gala”, organizzato dal “Metropolitan Museum of Art” di New York in collaborazione con “Vogue US”, è l’evento mondano più atteso dal fashion system internazionale e ogni anno è dedicato a un tema diverso. Quello del 2018 è stato particolarmente “diverso” e lo si intuisce fin dal titolo: “Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination” (Corpi celestiali: la moda e l’immaginazione cattolica). Abiti e paramenti sacri forniti dal Vaticano grazie ai buoni uffici, in primis, del cardinale Gianfranco Ravasi sono stati posti “in dialogo” con le creazioni di Coco Chanel, Donatella Versace, Jean-Paul Gaultier, Dolce&Gabbana, John Galliano, Cristóbal Balenciaga et similia. Sul red carpet, hanno sfilato, tra gli altri, la papessa Rihanna con mitra e spacco vaginale, Jared Leto in stile Cristo barocco, Jennifer Lopez in abito cruciforme, Madonna sacerdotessa blasfemo-chic, Sarah Jessica Parker con un presepe in testa, Lily Collins piangente come una Mater Dolorosa.
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo della periferia esistenziale di New York, ha evitato la passerella, ma, fedele al principio di stare con un piede in sacrestia e l’altro nel bordello, si è presentato volentieri al ricevimento di apertura e ha posato sorridente con la padrona di casa, Anna Wintour, nei panni di una perfetta papessa in un candido Chanel, accompagnata dalla figlia Bee in rosso Valentino. Sorrisi ammiccanti e strette di mano si sono sprecati in una luciferina atmosfera rossa, in mezzo a comparse che agitavano rosari, brandivano croci, reggevano pochette a forma di pisside. Insomma, una nuova frontiera della strategia pastorale, con tanto di imprimatur del cardinale Ravasi, il quale ha spiegato: “La selezione offerta dalla mostra è marcata da un’indubbia qualità sontuosa: essa è stata esaltata nell’epoca barocca, ma è rimasta nell’ornamentazione liturgica dei secoli successivi. Si voleva, così, per questa via proclamare la trascendenza divina, il distacco sacrale del culto dalla ferialità quotidiana, lo splendore del mistero”.
Era necessario ricordare a chi non è pratico dell’ambiente che cosa sia stato questo evento del fashion system internazionale celebrato, per capire che cosa segue.
EMPIETÀ CLERICAL FASHION La collega E., come al solito, al telefono finge di non ricordare dove e con chi ha fatto il praticantato e sfoggia la solita aria terribilmente rarefatto-fashion. Speravo di cavarci qualcosa di più, invece mi sono sentito sciorinare una specie di comunicato stampa e un sotteso suggerimento a lasciar perdere.
Poi, un paio di settimane più tardi, E. mi richiama.“Ci sei domani in tarda mattinata? Arriva F. dagli States. Se ti interessa ancora avere notizie sul Met Gala, è la persona che fa per te, ci sguazza dentro anni. Scusa, ma l’altra volta avevo attorno troppa gente, non potevo parlare. Ciao”. E. annuncia l’arrivo di F. come il passaggio della Madonna Pellegrina nell’Italia degli Anni Cinquanta. In effetti, per il mondo della moda, F. è qualcuno, lo so persino io. Parla uno slang fashion newyorkese ancora più indecifrabile del bergamasco delle valli ed E. si incarica di tradurre. Abbiamo poco tempo e domanda cruciale è questa: come si sono trovati gli uomini di chiesa nel mondo della moda che conta? “Guarda che sono molto più a loro agio di quanto tu possa immaginare. Non so come vediate le cose voi cattolici, ma secondo me avete in mente una chiesa che non esiste. Non toccherebbe a me dirlo, ma penso che dobbiate aggiornarvi, si dice così, mi pare. Se c’era qualcuno di veramente mondano in tutto quello spettacolo sono stati proprio i sacerdoti che hanno seguito tutta l’organizzazione e quelli che hanno partecipato sulla ribalta e dietro le quinte. Non ho notato nessuna differenza tra loro e, che so? Rihanna, Jared Leto, Jennifer Lopez, Madonna… Lo stesso piacere per la trasgressione chic, per il travestimento… Non saprei come dire meglio… Ecco, sì, nel dare un significato diverso agli abiti che si portano”. Nel profanare, quindi… “Se capisco bene quello che dici, penso di sì, ma per me è positivo. Io penso che l’uomo intelligente e colto abbia il compito di dissacrare. Che cosa è la moda se non questo? Imporre un’abitudine, un comportamento e poi mutarlo a proprio arbitrio”. Invertire? “Se il termine ti rende tutto più chiaro, sì, invertire, capovolgere, ma abusando del potere che si ha in mano”.
IL CULTO DELLA SCIMMIA Il cerchio si chiude proprio come si doveva chiudere, attorno a una chiesa invertita che professa una fede invertita e modella un uomo invertito che si alimenta di una spiritualità invertita, celebra un rito invertito in templi invertiti e pratica una morale invertita.
C’è un passo della Mistagogia di San Massimo il Confessore che pare scritto proprio per spiegare come il pensiero di F. si applichi al dilagare dell’inversione nella chiesa cattolica. Il quarto capitolo, quello in cui l’edificio della chiesa viene paragonato alla struttura dell’essere umano: “E ancora, la santa chiesa di Dio è come l’uomo: ha per anima il santuario, per intelletto il divino altare e per corpo la navata essendo, in quanto è a immagine e somiglianza dell’uomo, che creato a immagine e somiglianza di Dio. Essa presenta attraverso la navata, come attraverso un corpo, la filosofia morale; espone spiritualmente attraverso il santuario, come attraverso un’anima, la contemplazione naturale e manifesta, attraverso il divino altare come attraverso un intelletto, la teologia mistica. A sua volta, l’uomo è una chiesa mistica. Attraverso il corpo, come attraverso la navata, fa brillare virtuosamente la facoltà pratica dell’anima grazie alla filosofia morale. Attraverso l’anima, come attraverso il santuario, offre a Dio i logoi della percezione sensibile, separati dalla materia in totale purezza di spirito grazie alla ragione, per la contemplazione naturale. Attraverso l’intelletto, come attraverso l’altare, invoca il silenzio della grande voce invisibile e sconosciuta della Divinità, celebrata nel Santo dei Santi, con un silenzio loquace e fragoroso. E per quanto all’uomo è concesso, grazie alla teologia mistica, vive con presso la Divinità e diviene come dev’essere colui che è stato giudicato degno della visita di Dio ed è contraddistinto dal suo segno con i suoi fulgidissimi splendori”.
Basta entrare in qualsiasi chiesa del giorno d’oggi, di nuova costruzione o semplicemente adattata al nuovo rito, per comprendere che più nulla è al suo posto. Tutto è stato capovolto, invertendo l’immagine dell’uomo e della divinità. Ma l’edificio rimane pur sempre un tempio e, in un tempio, viene celebrato un culto, e qui sta qui il problema: dove non viene adorato il vero Dio rappresentato secondo la sua vera immagina, si adora la sua scimmia rappresentata secondo la sua immagine capovolta. Che lo si voglia o che non lo si voglia.
La chiesa che si riconosce in questo capovolgimento, salvando le cellule sane di cui parlava don B., viene detta atea, però è una definizione impropria. Magari lo fosse, ma per sua natura non può esserlo, deve necessariamente credere in qualcosa, altrimenti non sarebbe più una chiesa. Sembra una chiesa atea a causa della diffusione planetaria della inversione sessuale, del mutamento della morale e della dottrina o della negazione della Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia. Ma questi sono solo segni, semplice conseguenze, dell’inversione della fede e non della sua assenza. Non sono lo scopo finale della scimmia di Dio, ma solo strumento e il soldo con cui la scimmia utilizza e ripaga i suoi servi. La violenza e la sottomissione, quando entrano nell’intimità del corpo, del pensiero e dell’anima, diventano strumenti di potere e di appagamento.
Il disegno vero è è la profanazione di Nostro Signore Gesù Cristo, della sua immagine, degli edifici in cui viene adorato, dei paramenti e degli oggetti realizzati per il suo culto, dei corpi e delle anime dei suoi fedeli e, sommamente, del suo Corpo Eucaristico. Non è vero che i sacerdoti del culto invertito non credono nella transustanziazione del pane e del vino al momento della consacrazione. Lo sanno benissimo che è tutto vero, hanno bisogno che si compia il miracolo perché solo così possono celebrare il rituale che rende visibile e concreta la violenza metafisica demoniaca, lorda e profanatrice. Vogliono che non ci credano i fedeli e lo stuolo di sacerdoti istruiti al dubbio perché, nei confronti della Presenza Reale si diffonda un’indifferenza tale da non turbare il loro culto profanatore. Non si difende ciò in cui non si crede. Il sostanziale ateismo del popolo di Dio è strumento della fede invertita delle élite infernali.
Per questo sarebbe un grave errore indignarsi solo dal punto di vista umano per le oscene imprese dei chierici predatori di sesso. Non sono soltanto atti terribili sul piano della legge naturale, sono soprattutto atti terribili sul piano della legge soprannaturale perché sono uno sfregio a Dio compiuto nel nome di Satana. Sono prodromi e conseguenze del culto della scimmia. E chiunque ne nasconda almeno uno si fa servo del demonio: come e più di chi lo ha compiuto.
81 commenti su “Chiesa invertita, chiesa del demonio (Romanzo Infernale) – di Alessandro Gnocchi”
Grazie di questa approfondita e chiarissima ricostruzione. Speriamo che il signore ci mandi sacerdoti e Vescovi che la condividono la amplificano e ne traggano le dovute conseguenze. GF
Probabilmente faccio un ragionamento da sempliciotta, ma lo esprimo lo stesso: solo P.Pio, con la sua cinquantennale sofferenza è riuscito ad arginare in.qualche modo il diffondersi planetario delle forze del male. Evoca niente la data della sua morte? 1968. Dopo di ciò il diluvio. Se lo avessero visitato, interpellato o solo un po’ ascoltato gli allegri novatori che ora nuotano beffardamente nell’orrendo fiume infernale, non si sarebbe dato l’avvio a quel concilio alla notizia della cui apertura si dice che il Santo del Gargano abbia esclamato: “Chiudetelo subito!” Né tanto meno sarebbe nata la Chiesa “invertita” che ci racconta qui Alessandro Gnocchi con l’appassionato dolore che non può non essere anche il nostro.
Altro che dargli retta, Tonietta! Lo hanno imputato e processato per impostura. Profeta di sventura scomodissimo.
”Signore..svegliati..siamo perduti” dissero gli apostoli a Gesù dalla barca nella tempesta. Speriamo che nostro Signore si risvegli presto. Noi siamo solo ”servi inutili, abbiamo fatto solo ciò che dovevamo fare”. Speriamo un giorno di poterci ”rallegrare perché il nostro nome è scritto nei cieli”. Purtroppo oggi nella Chiesa parlano solo le pietre.
Ritorna il grande Alessandro Gnocchi con i suoi illuminanti ed istruttivi saggi. Bentornato, carissimo Alessandro, era da molto tempo che non leggevo più suoi scritti. I suoi libri, specialmente quelli scritti a 4 mani col compianto Mario Palmaro, li ho letteralmente divorati, tanto mi appassionavano. Spero che la sua vena letteraria apologetica non sia terminata, ma prosegua ancora per lunghi anni, a beneficio id tante anime confuse e dubbiose.
Tremendo, da brividi.
Qualche anno fa, mentre con mio marito visitavo i giardini vaticani, un sacerdote che era con noi volle fare una battuta di spirito e, indicando un apecar dei giardinieri, ci domandò: “Sapete cosa significa la targa SCV?”
Noi, pur sapendo che stava per Stato Città del Vaticano, aspettando la battuta rispondemmo di no e lui: “Se Cristo vedesse…!” Facemmo una risatina. Col senno di poi, sarei dovuta scoppiare in lacrime. Che Dio ci aiuti. Grazie dott. Gnocchi!!!
Il “la” degli eventi è sempre apocalittico, e occorrono le giuste categorie teologiche per comprenderlo.
En passant, se chi si nasconde dietro l’ombra silente di Benedetto XVI fosse don Minutella, ricordo che certo non vi si nasconde dietro ma semplicemente lo riconosce come unico papa legittimo cui far riferimento.
Scusatemi tutti,ma da qualche mese a questa parte non c’è un sacerdote che di nome fa Don Minutella che sta girando tutta l’Italia facendo le stesse considerazioni che vengono denunciate in questo articolo??Non ha forse affermato che lo Spirito Santo non può scendere sull’altare di queste “false messe”una cum e se anche fosse possibile non sarebbero che “messe del demonio”???Non stiamo forse tutti arrivando alla medesima conclusione visto che LA VERITA’ E’ UNA E UNA SOLA?Non sarebbe opportuno quindi unire le forze e costituire un blocco,magari piccolo,ma granitico contro questa chiesa infernale??Una volta conosciuta la Verità o si è con Cristo o si è contro Cristo,ognuno scelga da che parte stare ma attenzione:nessuno può restare neutrale,ma soprattutto da oggi nessuno potrà più condannare ne denigrare tale sacerdote che si è esposto in prima linea;perchè o tale articolo è un falso e allora è da condannare chi lo scrive e chi lo pubblica,ovvero l’articolo è vero ma non ha il cuore sincero chi ancora denigra ,ostacola o ignora tale sacerdote.
Don Minutella dice che attualmente, in questa falsa chiesa e nelle messe “una cum Francisco”, non avviene più la transustaziazione, e invita a non partecipare ad esse. Mi pare dal contenuto dell’articolo di evincere il contrario: le ostie sono validamente consacrate se il loro destino, in mano ad un clero satanista, suscita tanta preoccupazione in alcuni. In più il detto sacerdote non crede che il vaticano II sia stato il cavallo di troia per le eresie che ha introdotto, ma solo le sue interpretazioni. In una parola, vede una sola parte del problema, o non lo sa analizzare fino in fondo. Non ho nemmeno risposto a chi gli segnalava che l’ultimo miracolo eucaristico è avvenuto nel dicembre 2013, sotto il “pontificato” dell’argentino, e che questo contraddice le sue convinzioni. Dunque per ora lo Spirito Santo non pare ci abbia abbandonato, ma è fuori dubbio che si stia preparando un’apocalittica battaglia tra le forze degli inferi e la Donna vestita di Sole.
Anonimo2: “In più il detto sacerdote ( don
……………..Minutella ) non crede che il
……………..vaticano II sia stato il cavallo
……………..di Troia per le eresie che ha
……………..introdotto, ma solo le sue
……………..interpretazioni”.
È quello che dice Ratzinger, e don Minutella semplicemente lo ripete senza porsi domande critiche per capire chi veramente Ratzinger è alla Luce della Verità. Don Minutella ha il gravissimo torto di assegnare troppo tempo a parlare e pochissimo tempo a seriamente investigare gli ultimi sessant’anni di storia della Chiesa per pervenire alla Verità. Così si trova nella non invidiabile situazione di “cieco che guida i ciechi” e tutti quanti vanno a finire nel precipizio: una responsabilità morale, questa, a cui don Minutella farebbe scelta assai saggia di accordare, con assoluta priorità, la sua piena attenzione!
Altrimenti, caro don Minutella, qual’è la differenza tra Lei e Bergoglio se entrambi – nella realtà, anche se con intenzioni diverse – conducete le smarrite pecorelle di Dio all’Inferno?
Innominato: “Non sarebbe opportuno quindi unire le forze
………………e costituire un blocco, magari piccolo, ma
………………granitico contro questa chiesa infernale??”
Contro questa chiesa che Lei definisce ‘infernale’, signor Innominato, sarebbe
auspicio dettato dal semplice buonsenso – o ‘senso comune’ se preferisce – che si contrapponesse la Chiesa ‘divina’. Perché solo Essa possiede la Luce che dissolverebbe in un istante la falsa chiesa infernale. E dissolverebbe anche il ciarlatano argentino che negli ultimi giorni ha inscenato una volgare parodia della Passione a giustificazione del silenzio in cui si è intanato.
Affinché ciò avvenisse, tuttavia, sarebbe necessario che la Chiesa di Cristo fosse riportata in vita dal coma in cui è stata scientemente precipitata sessant’anni or sono con l’usurpazione del Suo Papa, e Papato.
Impegniamoci a ridare il Papa alla Chiesa: questa è la sola mossa strategica da fare. È una cosa facilissima da capire, ma in questo nostro mondo “invertito” è diventata difficilissima, sembra essere persino impossibile!
Concordo con questa linea, un vero Papa e la vera Chiesa mai avrebbero potuto arrivare nientemeno che al bicefalismo. Ma cosa suggerisce onde ridare un Papa alla vera Chiesa nell’anima? Alla morte dell’ultimo nel 1989 non successe alcuno, che io sappia. Quindi la denuncia di mons.Viganò è utile x demolire il falso edificio.
Angela: “Quindi la denuncia di mons.
…………Viganò è utile per demolire
…………il falso edificio”.
Sarebbe molto utile, gentile signora Angela, se mons. Viganò fosse profondamente convinto della necessità di ridare il Papa alla Chiesa e – a seguito del silenzio di tomba, che rimarrà verosimilmente tale all’infinito, del ciarlatano argentino – decidesse di sottoscrivere questa necessità e renderlo pubblico in un suo futuro commento.
Ma un simile scenario implicherebbe che mons. Viganò facesse un girovolta da capogiro, negando la validità papale non solo al presente falso papa, ma anche a tutti gli altri a lui pregressi fino ad arrivare a Roncalli compreso.
Dovrebbe cascare da cavallo come avvenne a Paolo sulla strada di Damasco e, dalla forte botta alla testa, incontrarsi con la Verità. Con la volontà di Dio tutto può avvenire: personalmente prego, alla sera, un extra Padre Nostro acché questo evento straordinario sia nella Sua volontà.
Forse anche Lei vorrà unirsi a questa particolare intenzione nella Sua comunione con il nostro Padre Eterno.
La penso come lei, ma cosa suggerisce?
La penso come lei,ma anche se cadesse da cavallo Bergoglio dovrebbe solo andare a fare penitenza, non è che potrebbe miracolosamente divenire papa per la sua conversione. Lei cosa suggerisce quindi?
Angela: “…ma anche se cadesse da
………cavallo Bergoglio dovrebbe
……..solo andare a fare penitenza
………Lei cosa suggerisce quindi?
Non a Bergoglio, ma a mons. Viganò mi riferivo con la metafora della caduta da cavallo. Mi scuso per il deficit di chiarezza. Ora, mons. Viganò – per Sua natura prima e per professione dopo – è una persona che con la Verità è disponibile a giocarci: lo deve essere per forza, perché altrimenti non potrebbe esercitare la diplomazia, la cui anima si chiama – senza offesa alcuna per il Mons. – ipocrisia.
Donde si deduce che per il Mons. accettare la Verità così com’è – immutabile, immanipolabile ed intoccabile – occorrerebbe l’evento biblico della caduta da cavallo: evento possibile ma altamente improbabile.
Cosa suggerisco? Battere e ribattere su questa nostra convinzione di ridare il Papa alla Chiesa nella speranza che – com’é avvenuto a Lei – altre persone possano convergere in un movimento di pressione sui nostri pochi rimasti Cardinali di Cristo per l’indizione di un Conclave e l’elezione del VERO Vicario di Cristo.
Avevo capito che si riferiva a Viganò, ma non me la sento di tranciare giudizi su di lui malgrado le perplessità le possa avere pure io sulle motivazioni. Non spetta a me giudicare su questo, mi basta che abbia denunciato con tanto di precisazioni. E’ un buon passo per la demolizione del falsario/i. Comunque fanno già 43 che chiedono all’antipapa attuale di chiarire o dimettersi…è un buon passo per dichiararlo decaduto x eresia direi e procedere poi con il conclave che lei auspica, sempre che si riesamini il primo conclave con doppia elezione, Papa e antipapa. 1958: il nodo sta là.. come la sosia di suor Lucia di Fatima.
Non entro nel merito di queste elucubrazioni. Mi permetto solo di dire che sono anni-luce lontane dalla comune esperienza di credenti, che, insieme ai loro presbiteri, affrontano serenamente gli impegni legati alla catechesi, alla programmazione nei consigli pastorali parrocchiali dell’attività pastorale, alla cura delle celebrazioni liturgiche, alle attività della caritas, ecc. Per la mia esperienza di diverse realtà ecclesiali, queste esperienze, vissute nella fede, costituiscono la normale attività delle nostre comunità ecclesiali. Trovo sbagliato alimentare i sospetti, provenienti da ambiti laicistici, che per gli errori, condannabili decisamente, di alcuni prebiteri, si debbano considerare infette tutte le raltà ecclesiali. Chiunque ragioni serenamente in base all’esperienza sa che la maggior parte dei presbiteri e degli operatori pastorali sono, pur con tutti i loro limiti, talvolta con devozione altissima, al servizio della Chiesa e del Vangelo.. E’ sbagliato operare in modo elitario per la divisione della Chiesa e in contrasto con la fede delle nostre comunità ecclesiali.
Penso che nessuno voglia negare la fede delle persone, certamente ci sono ancora ottimi sacerdoti e molte persone sinceramente innamorate di Cristo e della Chiesa. E nemmeno si vuol negare la loro buona fede. Però l’intelletto, un bel momento, dovrebbe far capire quando all’improvviso si inizia a fare una catechesi in contrasto con la catechesi che noi stessi abbiamo sempre predicato. Non sto a fare esempi, visto che, caro Mario, ha vissuto nella fede le normali attività ecclesiali (come pare) saprà da sé che molto è cambiato negli ultimi decenni. Saprà da sé che la catechesi oggi non riguarda più i principi della fede cattolica, ma un generico comportarsi bene con il prossimo. Avrà preso coscienza da sé, senza pretendere di essere divisivo con nessuno, del fatto che dopo 50 anni di questa impostazione le parrocchie sono diventate fabbriche di ateismo. Ben vedrà che a Messa non c’è quasi nessuno dai 15 ai 60 anni. O stiamo dividendo la Chiesa per affermare queste ovvietà?
Rispetto ovviamente le Sue osservazioni. Mi permetto solo di notare che questo pessimismo è esagerato e che è offensivo dire che la catechesi non riguarda più la fede cattolica e addirittura che le parrocchie sono diventate “fabbriche di ateismo”. La storia della Chiesa è la storia di un’istituzione che pur nella continuità ha dovuto incarnarsi in realtà storiche sempre diverse. La logica dell’incarnazione ci insegna che la fedeltà a Cristo e al Vangelo ci impone di farci carico della complessità e della problematicità del nostro tempo, sempre guardando in alto, alla trascendenza, e ricordando che insieme alla fede, alla preminente carità, la speranza è una virtù teologale!
Io stasera andrò a Messa in parrocchia. Prima diremo il rosario con ottimi commenti di uno dei sacerdoti. Se qualcuno ne ha necessità c’è l’altro sacerdote al confessionale. Canteremo e pregheremo.
La predica, come sempre sarà incentrata sulla Sacra Scrittura. con commenti degni di un biblista.
Poi alla fine, il sacerdote ci invitera a salutere la Vergine con un’Ave Maria e un canto.
La domenica sera ci invita sempre a portare con noi il foglio delle Letture per meditare durante la settimana.
Di che ci lamentiamo? Si esce sereni ed edificati.
Beata lei, Signora, che la fa così facile.
“Nada te turbe – diceva santa Teresa d’Avila – nada te espante..”
E il Santo profeta Davide: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla..”
Dicevano i santi che l’agitazione è sempre satanica.
La vera fede non toglie la pace, l’ottimismo e la speranza.
Maria: “La vera fede non toglie
……….la pace, l’ottimismo e
……….la speranza”.
E soprattutto, da non dimenticare, il “silenzio”, senza di cui la Verità diverrebbe rumorosa! Così rumorosa, infatti, da attirare l’attenzione e persino lo scandalo dei non addetti ai lavori!
Maria: “La predica, come sempre sarà
………incentrata sulla Sacra Scrittura,
……con commenti degni di un biblista”.
Sicuramente, prevedo, che questi commenti non neglettino l’importante tematica dell’aborto non essere un problema religioso, ma solo ed esclusivamente antropologico. Altrimenti la Messa non sarebbe più in comunione con il sommo pastore senza di cui non si andrebbe in paradiso!
beati ? quelli che o hanno prosciutto sugli occhi e nelle orecchie oppure …x qualche miracolo, si trovano su un’isola lontana nell’oceano dove il modernismo non è arrivato
Si rimane sbigottiti, oltre che amareggiati. Sono molto pessimista per tutto ciò che si viene a sapere.Per fortuna abbiamo ottimi giornalisti : Tosatti, Valli, Socci e Gnocchi…..che non si lascino intimorire o che cambiano come il Tornielli….
https://www.google.com/amp/www.repubblica.it/esteri/2018/09/06/news/india_l_omosessualita_non_e_piu_reato_storica_decisione_della_corte_suprema-205723108/amp/
A proposito di invertiti….sentenza storica e diabolica.
Dipak Misra: “Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale
………………..e indifendibile”.
Certamente! Specialmente quando si cambia il nome alle cose: ‘perversione’ che diventa ‘orientamento’ e ‘libidine’ che diventa ‘amore’.
È con il cambiar nome alle cose che s’imbroglia prima gli altri e – ahimè – poi anche noi stessi!
Peccato per il presidente Dipak Misra, per la sua Corte e per tutti gli omosessuali del mondo che la Verità rimane eternamente IMMUTABILE, alla faccia anche del ciarlatano argentino che l’ha dichiarata mutabile in forza della sua fantasia evoluzionista!
Ma, ad onor del vero, questa dichiarazione risale a quando era stolto ed avrebbe dovuto fare, invece, silenzio; ora che si suppone d’esser saggio per avere imparato dall’errore del passato, fa silenzio invece di parlare. Sicuramente ritornerà a parlare – a vanvera – quando dovrebbe fare silenzio.
Siamo davvero in un mondo INVERTITO!
A coloro che dissentono (Mario per esempio) suggerisco di chiedere al sito web La Bancarella di Zia Sam il libro citato da Gnocchi I Gesuiti. Costerà parecchio (minimo 50 euro ma li vale tutti) ma lì c’è tutto il programma del dramma che attualmente la Chiesa tutta e noi stiamo vivendo. L’autore, Malachi Martin, che ebbe tanta influenza sullo stesso Cardinale Bea durante il Concilio essendone suo segretario, fu un gesuita controverso ma tutto sommato credibile. Se il collaboratore di questo blog Roberto Dal Bosco si cimentasse a tradurre dall’inglese l’altro libro Windswept (La Casa spazzata dal vento) lo si potrebbe diffondere ai soli richiedenti in pdf e così capiremo perché Benedetto XVI ha riconsacrato la Cappella Paolina. Ricordate il fulmine sul cupolone e il corvo che abbranca la colomba? Quali altri segni ci vogliono ancora? Siamo alla battaglia finale ma boia chi molla!
“Ogni duecento anni è opportuno sopprimere l’ordine dei gesuiti.”
(Papa Clemente XIV – al secolo Giovanni Vincenzo Antonio, e in religione Lorenzo, Ganganelli)
Affascinante articolo “investigativo” improntato alla concezione della “metastoria” . Una domanda: in questa codizione “Bicefala” e caratterizzata da un satanismo sotterraneo ma serpeggiante , la Chiesa -per Gnocchi- esiste ancora ?
Domenica scorsa il foglietto domenicale del mio parroco (“Camminiamo insieme”… un titolo, un programma!)apriva con l’editoriale sulla festa di Maria Bambina, in cui si leggeva “celebrare la festa della natività (minuscolo suo) di Maria (manca il SS.ma) ci porta a volgere lo sguardo a Maria Bambina, e pensare anche Lei cresciuta un po’ alla volta, come noi (?); donna che ha camminato nella fede (e ridaje co’ ‘sto cammino…), come noi (?), che ha dovuto affrontare fatiche e lotte, come noi (come i centri sociali?, come nella TdL?). Siamo spesso portati a vedere la Vergine Maria la tutta perfetta, senza tenere on considerazione che anche lei ha dovuto affrontare la sfida della crescita”. Viene in mente la frase “Maria, una di noi”, di don Tonino Bello, icona del clero modernista, e si nota lo sforzo di sminuire la bellezza e la grandezza, inarrivabili per ogni essere umano, della Madre di NSGC (Maria una di noi?… ma per favore …), sicuramente per far cosa gradita ai protestanti che, dal canto loro, non si smuovono di un passo dalle loro eretiche convinzioni.
Predica di ieri (in breve sintesi)in un luogo dove l’8 settembre è solenne festa patronale: “…Della Madonna non stiamo a parlare dei privilegi, no, diciamo, riferendoci alla genealogia di Gesù, che anche lei ha generato, come anche noi abbiamo generato; noi che non abbiamo una missione, ma siamo una missione, quella di essere servitori della vita, servitori che generano il bene, il bene per l’umanità…” e via di questo passo.
C’e qualcuno che sappia spiegarmi cosa volesse dire questo celebrante venuto al posto del vescovo impegnato altrove? Invece di cantare senza fine le lodi della Santa Vergine, di lodare Dio per l’infinito dono di questa sublime Creatura madre del Creatore, Regina del cielo e della terra, degli Angeli e dei santi, Immacolata e “alta più che creatura”. Quante meraviglie poter dire della Madonna, quanta bellezza che allarga e riempie il cuore di santo ardore! Invece niente, Maria donna come tutte le altre, proprio come purtroppo sentii dirmi durante una allucinante confessione, per giunta in un santuario mariano.
La Tua nascita, Madonnina Santissima,…
Ma Maria non ci conduce alla Santità proprio perché è stata ed è donna pienamente umana come tutti noi?Senza di Lei la nostra “disianza vuol volar senz’ale”. Mi sembra che qualcuno parli della Madonna come i pagani potevano parlare della dea Venere….Agli dei falsi e bugiardi nessuna spada ha mai trapassato l’anima; Maria è la Madre che condivide senza riserve il dolore del figlio e che comprende tutti i nostri dolori. Anche quelli della Chiesa così efficacemente descritti da Gnocchi. Dobbiamo avere fede e pregare: Maria non ci abbandona, non abbandonerà la sua Chiesa, piange per noi tutti e ci ricondurrà al Figlio.
Sono grata ad Alessandro Gnocchi per questa sua fatica, che suscita sì in noi profondo sconcerto e tristezza (molto si sapeva ma non fino a queste bassezze), ma che d’altra parte ignorare per continuare a giocare al ‘candido-che-non-sa’ fa solo peccare di omissione.
Anche solo leggere le parole di Ravasi (una supercazzola in piena regola) per la blasfema rassegna en travesti di NY è una salutare messa in guardia da questo personaggio, che avremo certo modo di riascoltare nei panni del pastore cattolico che vuole guidare le folle (verso dove?).
Lo scandalo scoppiato nella Chiesa grazie a mons. C. M. Viganò è tale, a mio avviso, non perché non si sapesse che i preti spesso sono pedofili e pederasti – ognuno di noi ne ha conosciuto casi nella propria vita di credente – ma perché si riteneva che questo riguardasse solo il basso clero, che veniva coperto da pastori alti e indenni (indenni sotto questo profilo in virtù dell’essere stati nominati alla cattedra) che li coprivano e difendevano per malintesa carità cristiana.
(segue).
Lo scoprire che i pastori ‘alti e indenni’ possono essere, e spesso sono, i più allupati, arrapati e predatori è da chock, e tanto più lo è lo scoprire che l’epicentro del male (il Male) sta proprio dentro il Vaticano, coperto da una ragnatela omertosa e mafiosa, con metastasi che avvolgono l’intera Chiesa cattolica.
Concordo comunque con Alessandro Gnocchi sull’immagine e concetto della Chiesa cattolica (quella vera) come nostra mamma nonostante tutto.
E se nostra madre è malata o gravemente malata, appunto, noi figli dobbiamo fare di tutto per aiutarla. E non la aiuteremo certo dandole del belletto in faccia fingendo che la sua malattia sia tutta un’invenzione dei dottori.
Non vorrei gettare una pietra nello stagno ma dopo aver letto non posso non chiederLe: dott. Gnocchi ma è sicuro di quello che ha scritto ?
Era lucido quando lo ha scritto ?. Non è che i suoi interlocutori le hanno mentito ?. Non sono un provocatore mi creda. La seguo sempre. Ho più volta condiviso o almeno compreso la sua foga. Lei ha scritto cose terribili che nessun altro, dico nessun altro, neanche nella Resistenza o nei siti più oltranzisti ha osato scrivere. Ho stampato il suo intervento ma temo il ridicolo a farlo leggere a qualcuno. Risponda la prego. Chiarisca, per il bene di tutti.
Sig. Corrado perché ha stampato l’articolo se temeva il ridicolo a farlo leggere? Perché lo ha stampato? Chiarisca, per favore.
https://cooperatores-veritatis.org/tag/in-mano-a-satana/
Ha mai letto nella Bibbia le dichiarazioni sulla sinagoga di satana? Ha mai letto di Babilonia corrotta? E prima ancora della corruzione causa del diluvio? si stupisce che la storia si sia ripetuta? Allora legga anche la II lettera ai tessalonicesi al cap.2 e la situazione attuale le sarà chiara e darà gloria a Dio che sapeva a cosa si sarebbero ancora ridotti un’altra volta gli uomini di chiesa. Marisa la comprendo perché abbiamo fatto questo cammino traumatico per arrivare alla comprensione del mistero d’iniquità, ma superato lo schock si ricordi sempre che la verità vi farà liberi, parola di Chi si è detto la Verità.
Marisa il trauma c’è x tutti ma ricordi che la Verità ha detto “la verità vi farà liberi”. A Corrado ricordo che la storia si ripete come 2000 anni or sono con la sinagoga di satana (citazione biblica), e prima ancora con Babilonia corrotta dopo il diluvio per la gran corruzione. Legga la II tess. cap.2 e capirà che era stato profetizzato da san Paolo.
Angela, che la verità ci farà liberi, come ci ha detto NSGC, è qualcosa di cui sono del tutto convinta. Le chiedo pertanto la cortesia di indicarmi cosa la spinge a ricordarmelo. E’ probabile che io abbia espresso male ciò che intendevo dire in qualcuno dei miei interventi. Grazie.
Mi riferivo alle sue parole per il trauma della scoperta del centro del male in vaticano, il suo commento precedente a quello di Corrado. Anche queste sono verità purtroppo, ma dopo il primo schock viene la pace ugualmente: costoro non sono la Chiesa.
angela ho letto la Bibbia, ecc, ecc., ma non credo che siano questi i tempi, né che i fatti odierni siano pertinenti ad essi, non esageriamo, e neanche credo che gnocchi si riferisca a quello; gnocchi descrive situazioni di omosessualità ed omoeresia sempre esistite nella gerarchia cattolica (si legga tra l’altro le poesie del belli dove ne troverà tanti di monsignori che violentano bambini e giovanetti) aggravate però dalla concomitanza con riti diabolici; è vero o è una esagerazione ?
Non è stato il primo a scrivere queste cose, Corrado, ce ne sono di molto peggiori e già scritte, un giorno le saprà anche lei. 29 giugno 1963, pochi giorni dopo la propria elezione (ad antipapa- anche in questo conclave l’eletto confermato Papa fu un altro e lo sarà ancora nel 1978) Montini provvide ad intronizzare Satana, la triade maledetta: Lucifero il principe, l’ebreo gnostico e …il politico probabilmente. Paolo VI portava l’efod di Caifa.
Angela ho letto pure di riti demoniaci celebrati da ecclesiastici ma detto dal dott. Gnocchi e con dovizia di particolari, nomi, connessioni e deduzioni assume un’altra valenza. Comunque penso che ci sarà un seguito. Lo attendo.
Come non bastasse il foglietto parrocchiale di domenica scorsa, cui accennavo sopra, oggi il parroco all’omelia ha esordito dicendo “Maria non è nata perfetta, grande, ma ha dovuto crescere, come noi…”. I presenti ovviamente non hanno battuto ciglio, ormai si bevono qualsiasi fesseria che provenga dall’ambone. Ma come, mi son detto, cosa significa “ha dovuto crescere, come noi” ? e il dogma dell’Immacolata Concezione, lo gettiamo alle ortiche? ai dubbiosi consiglio la lettura del libro “L’Immacolata Concezione”, di Vincenzo Sansonetti, che mostra chiaramente quante generazioni di fedeli (spagnoli in particolare) abbiano richiesto ai papi di proclamare tale dogma, e come molti abbiano anche dato la vita per difendere l’onore della Madonna a questo riguardo (francescani vittime di boia domenicani, ad esempio).
Caro Alessandro Gnocchi, non è la passione della Chiesa, questa?
Cui seguirà la sua morte.
Poi, la resurrezione.
Come Gesù.
La Chiesa deve seguirlo anche nella morte se vuole risorgere con lui.
Non è così?
Quello che mi preoccupa sono i “tre giorni” fra la morte e la vita. Temo che saranno molto duri.
Caro Alessandro Gnocchi, le chiedo: ci siamo già? Oppure c’è da soffrire ancora di più e più a lungo?
È questa la nostra grande tribolazione che renderà candide le nostre vesti?
Se è così la affronto volentieri, preghi per tutti noi perché ci ricordiamo sempre che, per quanto ci provino, le tenebre non prevarranno.
Grazie per la sua lucidità e per non arrendersi.
Laura L.
Premetto che non ho ancora letto l’articolo, anche se mi riprometto di farlo appena possibile.
Vorrei incoraggiarla, Laura, con le parole stesse di Gesù:
“Quando dunque cominceranno ad accadere tutte queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
Sono parole di grande conforto e speranza. Chi resta fedele a Dio, dalla Sua manifestazione alla fine dei tempi non ha nulla da temere, ma solo da guadagnare. La stessa cosa l’ho ripetuta ad un mio amico ieri sera che si poneva la sua stessa domanda.
Cordialmente,
Albino
Il foglietto parrocchiale può benissimo essere sostituito da almeno un libro (sono in tutto tre) di Maria Varltorta: ‘I quaderni’.
Io ho il primo al quale aggiungerò anche il secondo e il terzo. Sulla questione dell’intronizzazione del maligno, ne ero al corrente ma inizialmente ne ero scettico ( data la forte gravità dell’evento). Avevo letto il tutto sul bollettino di ChiesaViva e, sinceramente mi sembrava quasi impossibile…
Non ci resta che la preghiera in quanto la Massoneria ha invaso in profondità anche i seminari e io ho toccato con mano quanto siano superficiali i nuovi preti(ni).
…splende luminosa nella notte della terra e Tu, come il bellissimo canto, “del’aurora sorgi più bella coi tuoi raggi a far lieta la terra e fra gli astri che il cielo rinserra non v’è stella più bella di Te!”
Ma quella è la donna dell’Apocalisse, la donna vestita di sole. È l’Assunta o la risorta che dir si voglia.
Ma ancora sulla terra la Madre non è stata esente da prove spirituali, tentazioni, da cui è uscita sempre vincitrice, con umiltà e senza trionfalismi. Immacolata non significa che è stata catapultata dal Paradiso già finita e passivamente perfetta.
È stata un embrione, lattante, bimba…
Ha riso, ha pianto…
Ha mangiato, digerito,
ha sentito
il caldo e il freddo.
Ed è cresciuta pure psicologicamente e spiritualmente.
San Paolo lo dice di Gesù che fu “provato in ogni cosa fuorché nel peccato” figuriamoci la Madre.
D’altra parte quale fascino e quale merito in una vita passiva, senza umanità, tutta glorie e splendori ?
Maria fu perfetta fin dalla nascita; in ogni cosa (leggere “la vita della Madonna” di Anna Caterina Emmerich al riguardo per convincersene).
Tutto il resto (ha mangiato, digerito, riso, pianto, eccetera, è la sagra delle ovvietà… Avevamo proprio bisogno che i pastori di oggi, nella loro profondità spirituale, ce lo dicessero, per capirlo, altrimenti chissa cosa avremmo pensato…), nonché che pure lei ha dovuto crescere psicologicamente e spiritualmente (ohibò) sono solo stupidaggini (l’ultima è addirittura una blasfemia) per sminuirne il valore e la santità, buttandole un po’ di fango addosso, anche se a parole la lodano e dicono magari qualche Rosario.
Penso anch’io, come ho letto più sopra, che tutta questa immondizia gettata sul vestito della Vergine Santa, sia solo in funzione di mantenere “vivo” il “dialogo” con i protestanti, che la detestano in modo viscerale.
Albino
Ma dove lo vede il fango!?
Confondete la santità con la superbia dimenticando le parole deil Magnificat “Perché ha guardato all’umiltà della sua serva..”
Il fatto che sia stata dotata di privilegi non significa che non ha vissuto un prima e un dopo: vita intrauterina. vita terrena, vita gloriosa in Paradiso.
La sottrazione alla zampa di Satana che ha macchiato tutti noi col peccato originale non l’ha esentata dalla fatica del vivere e del crescere. Sicuramente a due anni non aveva la stessa esperienza dei quarant’anni.
“Figlio, perché ci hai fatto questo?” “…….Ma essi non compresero le sue parole”
Ripeto che anche Gesù fu tentato e provato in ogni cosa, come dice san Paolo, fuorché nel peccato.
E mormorare contro il parroco, prima ancora di aver capito quello che voleva dire, quello sì che è un peccato che addolora la Vergine. Perché lei non gode di essere adulata come una diva vanesia ma di vedere noi figli crescere nella verità è nell’amore.
Maria, dopo una risposta del genere, é palese che siamo su due piani diversi: immanente da un lato, trascendente dall’altro. Personalmente, le ovvietà sulla vita quotidiana della Vergine (rideva, mangiava, digeriva, scherzava, piangeva), NON MI INTERESSANO,né ho bisogno che i pastori me le dicano perché sono assolutamente SCONTATE. A me interessa il suo aspetto trascendente che la rende Santa. Se lei non riesce a cogliere questa sottile differenza, é inutile continuare oltre…creda pure a quello che le pare.
Albino
Su “vanesia” sono scandalizzata e aggiungo solo che sono con Albino. Corriamo su due prospettive diametralmente opposte e per questo è inutile continuare a discutere.
…e infatti nell’Ave Maria diciamo “Ave Maria, che sei stata un embrione, lattante, bimba…
che hai riso, hai pianto, mangiato, digerito, sentito il caldo e il freddo….”
La Mariologia si è sempre concentrata soprattutto sulla digestione, sublime atto… umano.
Per chi vuole avere un’idea del citato libro di Malachi Martin: Los Jesuitas. La Compañia de Jesús y la Traición a la Iglesia Católica – Malachi Martin
https://es.slideshare.net/EboBlack/los-jesuitas-la-compaia-de-jess-y-la-traicin-a-la-iglesia-catlica-malachi-martin
Per Alessandro 2.
Madre Maria era un’ebrea praticante. E la cultura ebraica era farcita di realismo.
Gesù stesso usava un linguaggio realista (vedi Matteo 15): “Non capite che tutto ciò che entra nella bocca passa nel ventre e va a finire nella fogna?”
Vorrei risollevare un po’ l’animo dei lettori di questo post, scossi come me, dalla terrificante testimonianza del Dr. Gnocchi.
Nel lontano Kosovo, Paese al 90% musulmano, esiste una piccola percentuale di abitanti (3%) di fede cattolica. Lì il Vescovo, i Preti e le Suore sono continuamente dediti a divulgare la Parola ed alla conversione dei musulmani, checché ne dica Bergoglio (“il proselitismo è una solenne sciocchezza”).
Nel 2002, il precedente Vescovo mi affidò l’incarico della progettazione di una nuova Cattedrale. La volle in Stile Romanico, doveva essere grande, contenere fino a 1000 fedeli, ma un infarto gli negò la possibilità di vedere coronato il suo sogno.
L’attuale Vescovo, tra mille difficoltà (è stata realizzata grazie alle donazioni degli Albanesi e dei devoti a Santa Madre Teresa), ha voluto realizzare i desiderata del suo predecessore.
A Pristina, il 5 settembre del 2017, è stata consacrata la Cattedrale più grande dei Balcani dedicata a Santa Madre Teresa. Lo stile è Neoromanico a tre navate con transetto ed abside.
Non tutte le nuove Chiese sono…
“Basta entrare in qualsiasi chiesa del giorno d’oggi, di nuova costruzione o semplicemente adattata al nuovo rito, per comprendere che più nulla è al suo posto.”
Se può consolare, vorrei dire che non tutte le nuove Chiese sono brutte com’è brutta la chiesa (?) di Fuksas a Foligno.
https://www.radiospada.org/2016/11/quando-il-proselitismo-non-e-una-solenne-sciocchezza-la-cattedrale-di-pristina-kosovo/https://www.radiospada.org/2016/11/quando-il-proselitismo-non-e-una-solenne-sciocchezza-la-cattedrale-di-pristina-kosovo/
Pubblicità occulta! Signor Lister lei è l’architetto, giusto?
A. Mettifogo: “Avevamo proprio bisogno […] i pastori di oggi […]
………………..per sminuirne il valore e la santità, buttandole
………………..[alla Madonna] un po’ di fango addosso, anche
………………..se a parole la lodano e dicono magari qualche
………………..Rosario”.
Maria: “E mormorare contro il parroco, prima ancora di aver
……….capito quello che voleva dire, quello sì che è un
……….peccato che addolora la Vergine”.
Nel clima da baraonda conciliare in cui tutto è sottoposto ad “inversione”, signora Maria, – e specialmente in quello degli ultimi cinque anni, dove Lutero da eretico-scomunicato viene invertito alla soglia della santità e, speriamo bene che S. Pio da Pietrelcina non sia dichiarato eretico e scomunicato post mortem – non Le sembra che il particolare ònere della chiarezza resti distintamente sul parroco?
La prego, mi spieghi, perché le pecorelle smarrite e confuse commettono peccato mormorando contro il parroco che si esprime in un linguaggio così ambiguo da non farsi capire con la dovuta chiarezza?
Il parroco non ha sbagliato se li ha invitati a seguire le orme di Maria perché anche Lei ha conosciuto le fatiche della vita e della crescita.
Mi hanno risposto dimostrando di non capire cosa significhi “Immacolata e Piena di grazia.” Addirittura le categorie di immanenza e trascendenza.
La vita terrena, la Vergine, l’ha vissuta sulla terra con tutti gli annessi e connessi, non sulle nuvole, sempre però nell’amore totale a Dio nonostante le prove.
Non è meglio parlare con il parroco esprimendogli i propri dubbi che andare a Messa per coglierlo in fallo e poi mormorare? Io talora dico “Veni Sancte Spiritus!’
Gesù lì presente, se ci crediamo, può benedire quella che sembra una malignità?
Lutero: non credo proprio che si santifichi.
Ma se ha avuto delle intuizioni valide bisogna prenderne atto.
La verità a sangue caldo non è mai completamente vera.
Il tempo decanta le reazioni di qua e di là..
Poi la diplomazia e la cortesia ingentiliscono lo stile.
Ho letto, ma non so se sia vero, che Lucia di Fatima diceva sempre a Woytjla che la Madonna insisteva per la…
(segue)
per la riappacificazione dei cristiani.
Maria ha letto anche della sosia di suor lucia di Fatima ? In effetti sono 2 persone diverse, la prima e l’ultima.
No, non l’ho letto.
Io non ho espresso dubbi su nessun parroco, anche perché la mia ex-parrocchia non la frequento ormai da anni. Per il resto confermo tutto quanto le ho riportato sopra: immanenza da un lato, trascendenza dall’altro.
E’ solo il pregiudizio (per non dire l’odio) che nutre nei nostri confronti che le fa ritenere che noi aduliamo la Vergine Maria come una “diva vanesia”. Mi verrebbe da ridere a leggere una calunnia del genere, se non provenisse da una persona che, a parole, si presenta su questo sito come cattolica.
A lei sembra una grande conquista spirituale venire a sapere che la Vergine Maria ha vissuto la vita di tutti i giorni come noi? Non aveva sufficiente discernimento per arrivarci da sola? Doveva proprio essere un prete a dirglielo?
E se dico che sono le Sue prerogative trascendenti a rendere speciale e santa quella vita quotidiana, ai suoi occhi significa non capire che cosa significhi “Immacolata” e “piena di grazia”?
Non immagina il dolore spirituale che mi sta dando, con questi giudizi avventati. Fatico a non piangere
Albino
E se vuole che le risponda riguardo a Lutero:
quali intuizioni valide avrebbe avuto? Tutte le sue tesi sono state sconfessate come eretiche dal Concilio di Trento. Milioni di anime si sono perse per aver seguito le sue dottrine e quelle di altri eretici del suo stampo. Ma lei crede davvero che bastino la cortesia e la gentilezza per far dimenticare a noi (ma anche a loro), che Cristo é proprio la pietra dello scandalo? Che é proprio Lui ciò che ci divide?
Ma li ha mai sentiti parlare i protestanti? Ha mai udito cosa pensano della Vergine Maria? Ha presente quanto la odiano? E quanto considerino come idolatria la venerazione che noi cattolici riponiamo in Lei?
E se li ha sentiti parlare, come può criticare noi per quello che diciamo di Maria, e nello stesso tempo tollerare che venga eretta una statua a Lutero in Vaticano?
A me tutto questo sembra un incubo. Mi critica aspramente perché difendo l’aspetto trascendente della Vergine, e nello stesso tempo é conciliante e clemente con chi Le ha sempre sputato in faccia. Gesù, abbi pietà di me! Forse davvero ho sbagliato chiesa…
Concludo.
Se le cose stanno davvero così, forse hanno davvero ragione gli atei. Se accadono cose contro ogni logica, allora é molto meglio non credere più a nulla. Fossi rimasto nella mia ex parrocchia, lo sarei certissimamente diventato.
Albino
Calmo Albino, non odio nessuno io. A
maggiore ragione lei che non conosco e non mi ha fatto nulla di male.
Dio sa tutto di tutti, anche quello che non
riusciamo a spiegare.
Perché addolorarsi e perdere la pace?
Invochiamo Maria come Regina della pace, a prescindere da come vanno le cose a Medjugorje.
In fondo è solo una chiacchierata non una guerra.
Stia bene.
“Perché addolorarsi e perdere la pace”.
Come cattolico non posso non addolorarmi per i suoi interventi. Insinuare che la nostra venerazione alla Vergine é un “adulare una diva vanesia” é una calunnia molto grave, e non una semplice chiacchierata.
Ho tutte le ragioni di considerarla una nemica.
L’unica cosa che mi chiedo é “perché”? Perché tutto questo? Chi o che cosa può averla indotta a pensare che essere tradizionalisti significhi dimenticarsi dell’ aspetto reale e quotidiano della Vergine Santa? E di vederla, per conseguenza, come una statua o un feticcio (mi scusi per i termini, non riesco a trovare un paragone migliore…)?
Io arrivo da un ambiente come il suo. Non sono nato tradizionalista. Ho dovuto cominciare a conoscerli per capire che tutto quello che viene detto su di loro, sono falsità e calunnie.
Ed è stata la Fede in Dio, o meglio, il grande e disperato bisogno di Lui che mi ha portato a diventarlo. Nel mio vecchio ambiente non sono riuscito a trovarlo.
Albino
Caro Albino, stia tranquillo e sereno. Le sue considerazioni riguardo al.trattamento della Santissima Vergine in questi ultimi tempi sono.anche le mie e devo dirle che se a lei viene da piangere, a me successe davvero quando offese del genere giunsero alle mie orecchie addirittura durante una confessione. Sono troppo devota della Madonna per non addolorarmi quando Le si manca di rispetto.
Iperdulia si chiama la venerazione riservata e dovuta solo a Lei. Qualcosa vorrà pur significare, dunque.
Cara Tonietta, grazie per le sue parole.
Aggiungo una cosa a titolo di testimonianza, per Maria e per tutti. Io vivo in una città del Piemonte (Biella), dove c’é una forte impronta valdese-calvinista (per usare le parole di un mio amico), anche in ambienti che, almeno in apparenza, dovrebbero essere cattolici, come la mia ex-parrocchia. Posso anche affermarlo con dati oggettivi, dato che, lavorando in un CAF, la chiesa valdese è la terza scelta dopo la Chiesa Cattolica e lo Stato nell’ 8xmille (la maggioranza però lascia il modulo in bianco).
L’ albero si vede dai suoi frutti. Il concetto di predestinazione é molto radicato nei biellesi. Se non ti ritengono alla loro altezza, ti escludono e ti emarginano. Ho 42 anni e ancora mi porto sulle spalle il peso di giudizi che sono stati pronunciati su di me quando ne avevo 14 (sic!). E non sono il solo ad aver provato una simile esperienza, con tutte le inevitabili conseguenze dal punto di vista umano, psicologico, spirituale e affettivo.
proseguo…
Leggetevi le statistiche: Biella è la provincia italiana col più alto tasso di suicidi in rapporto alla popolazione. Simili dati non saltano fuori per caso.
Vivere in un ambiente di stampo protestante (anche se non ufficialmente dichiarato) significa questo. Io le auguro, Maria, di non doverne fare mai esperienza sulla sua pelle.
Ovvio, date queste premesse, che non potrò mai essere favorevole all’ ecumenismo, né riconoscerò mai una qualche verità nelle tesi dei protestanti. Figuriamoci poi vedere che al peggiore di tutti viene innalzata addirittura una statua in Vaticano; a colui che in fatto di tradimento di Nostro Signore é secondo solo a Giuda Iscariota. Davvero un grande dolore spirituale…
Albino
Il buddhismo (solo per fare un esempio) è cosa diversa dal cattolicesimo. Ha alcuni punti di contatto con esso, ha sostanziali e decisive incompatibilità. E’ altro; ma non è di per sé anti-cattolico, cioè l’opposto esatto del cattolicesimo. Il neocattolicesimo di Bergoglio & C., lucidamente messo a fuoco nello scritto di Gnocchi, è propriamente anti-cattolico (invertito, appunto): è il rovesciamento del cattolicesimo nel suo contrario. Per paradossale che sia: il buddhismo (per restare all’esempio) ha più affinità col cattolicesimo di questo neocattolicesimo. E la ragione di ciò è stata più volta additata dagli autori di Riscossa Cristiana: il neocattolicesimo si è fatto penetrare, intridere fino ai capelli, di Rivoluzione.
Apprezzo il post sia come indagine sia nelle intuizioni finali che pero’ entrano nella competenza del “foro interno”,perche’ non possiamo sapere quanti della “elite infernale”cedano a una tentazione di seduzioe e quanti invece siano cosi’ perduti da non aver timore di Dio pur credendo alla Transistanziazione e quindi alla Sua Onnipotenza.Lo sa N.S.G.C.,non noi.Quanto a Benedetto XVI,silente o no, mi spiace per il dott. Gnocchi ma io vado con Garabandal:e’l’ultimo Papa,non uno di piu’ e non uno di meno.
… da rimanere sgomenti, anche chi da questa chiesa non s’aspettava nulla di buono.
Su un punto non concordo, dove vien detto che nel culto invertito si attua la transustanziazione del pane e del vino, e quindi in essa e per essa il Rinnovamento del Sacrificio della Croce. Il demonio sarà pur sempre la Scimmia di Dio, ma mai padrone di Dio. Dio non può permettere il dileggio satanico del suo Corpo: Dio ha provveduto in tempo a rendere questo rito vuoto: scimmiesco nella satanica imitazione, nello sberleggo blasfemo, ma sempre vuoto. D’altra parte non fu lo stesso autore (paolino, anche qui) del rito a introdurre nella sua Instructio il momento, una volta inteso come consacrazione, con le parole : verba ‘institutionis’, invece che ‘verba consecrationis’? E poi per un fare un Sacramento, occorre pur sempre l’intenzione di fare quello che fa la Chiesa, e la chiesa non intende certo un fare per sbeffeggiarla…E senza poi ridire dell’annullamneto del sacerdozio cattolico sacrificale da parte dello stesso distruttore della messa cattolica….
…..ovvio che quando parlo di CHIESA , intendo la Chiesa Cattolica, l’autentica, non la sua tragica parodia.
E quest preti, sacerdoti di che?, espressione di questa tragica parodia di chiesa, come possono intendere di fare quello che fa la Chiesa?
Se nullo è poi l’atto di una papa nullo – paolo sesto e la sua messa – come può, mettiamo che sia possibile, la buona intenzione di un prete, diciamo prete, rendere reale ciò che è nullo di per sé?