Scimmiottando il ritualismo di Don Gallo, accade a Genova che padre Alex Zanotelli, al termine della S. Messa nel giorno dell’Immacolata, intoni con i fedeli “Bella ciao”…
di Mario Bozzi Sentieri
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Premessa doverosa. Visto da vicino Don Gallo era una “simpatica canaglia”, nel senso che era uno a cui piaceva “épater le bourgeois”, ma senza cattiveria. Paradossale, spregiudicato per partito preso, impegnato a stupire più che a catechizzare, era il prete perfetto per assecondare quelli che stanno sempre “dalla parte giusta”. Era tanto spregiudicato che una volta, eravamo nel 1996, aveva accettato perfino di partecipare, in provincia di Genova, ad una Festa Tricolore, l’alternativa missina poi aennina alle ben più strutturate Feste dell’Unità. Ricordo di avere partecipato al confronto. Il tema era più o meno i giovani e la politica. Ed il Don – come al solito – le mandò a dire a tutti, a destra e a sinistra, invitando i giovani a prendere in mano il proprio destino, a “sporcarsi” nell’impegno, ad uscire fuori dagli schemi.
Lui si compiaceva, ma piaceva, per il suo stile tranchant, da vero “prete di strada”. Sentendolo parlare dal vivo e poi nell’immancabile tavolata seguente, certe sue staffilate mi ricordarono i “bassi-fondi” evocati nell’ “Omo Salvatico” di Papini-Giuliotti allorché, immaginando l’arrivo di Gesù Cristo in una metropoli moderna, il Dio “scandaloso e paradossale” – parole di Papini-Giuliotti – troverebbe i suoi: “La prostituta, il ladro, il lebbroso, il girovago, la rivendugliola, tutto l’umano brulichio seminudo dei vicoli ignominiosi, a poco a poco, lo riconoscerebbe. E allora quella doppia infinita miseria, che non ha più fiducia nell’uomo e ha smarrito Dio, stenderebbe i suoi stracci, come tappeti e arazzi di gran pregio, dinanzi ai piedi scalzi e forati del ritrovato Maestro. Ed egli, sorridente, come tra fiori di paradiso, vi camminerebbe sopra, benedicendo e guarendo”. Tutto questo provocherebbe grande scandalo nei benpensanti del tempo, con il seguente arresto del Maestro, visto come un “sovversivo”, e la richiesta, da parte del giornale dei cattolici, di passarlo per le armi.
Non so se Don Gallo, che pure proveniva da una formazione cattolica robusta e tradizionale, qual era la Chiesa genovese degli Anni Quaranta, avesse letto Il Dizionario dell’Omo Salvatico. Sta di fatto che Papini e Giuliotti guardavano a Gesù Cristo come al Salvatore che benedice e “guarisce”. Don Gallo piuttosto assecondava e per questo piaceva ai salotti “impegnati” ( soprattutto quelli televisivi) della sinistra in cachemire.
Fu forse l’unica volta che Don Gallo partecipò ad un dibattito, organizzato dagli “ex fascisti”. In compenso si sprecarono le sue comparsate a sinistra, sinistra vecchia e sinistra nuova, Pd e Sel, Anpi ed Arci, compagni di una volta e gay del Terzo Millennio. Era preso nella parte e dava l’impressione di crederci veramente. Per questo, magari ricordando la sua trasgressione “tricolore”, potevamo guardarlo con simpatia, senza condividerne però il “messaggio”.
Diverso il discorso di quelli che, oggi, nel coltivarne la memoria, ne scimmiottano il ritualismo. Com’ è successo, nel giorno dell’Immacolata, a Genova, in occasione di una Messa officiata per ricordare i 44 anni dalla nascita della Comunità di San Benedetto, fondata da Don Gallo.
Alla fine della messa, punteggiata da “La canzone del maggio” (quella di “…anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”) e da altre liriche di De Andrè, padre Alex Zanotelli, officiante “d’onore”, ha intonato con gli altri fedeli “Bella Ciao”. A lato dell’altare la bandiera dell’Anpi, l’Associazione Partigiani.
Secondo la Dottrina Cattolica chiunque assiste alla Santa Messa è come se fosse dinnanzi alla crocefissione di Cristo e alla Sua Passione. Ha un senso – ci chiediamo – trasformare un Rito di passione e di condivisione, qual è appunto la Santa Messa, in uno spot “partigiano” cioè “di parte” ? Eppure basterebbe poco. “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” e lasciate riposare in pace – aggiungiamo noi – Don Gallo, autentico “prete di strada” e dei salotti “buoni”.
15 commenti su “Che c’azzecca “Bella ciao” con la Santa Messa? – di Mario Bozzi Sentieri”
La scomunica ai comunisti non è mai stata tolta, preti, vescovi, cardinali inclusi.
E’ la cosa che da tanto tanto tempo mi inquieta: perché questi preti hanno potuto agire,
“mostrarsi” liberamente???? Senza nessun intervento dell’Autorità????
E ogni volta mi vengono in mente (come già vi ho scritto) i peccati di omissione, i più
frequenti e forse anche i più gravi della Chiesa, almeno secondo me.
Oggi il clero modernista è esso stesso frutto di peccati di omissione, di coloro che lo hanno formato: nei seminari, negli episcopati, negli ordini religiosi. La pastorale (omelie incluse), poi, è tutta un depistaggio, una falsificazione della realtà, una ideologizzazione (poiché il modernismo è tutta ideologia, come il comunismo, e non accetta il confronto con la realtà e la storia), imposta con le buone o con e cattive (nei confronti dei dissenzienti sempre con le cattive, come insegnano i casi dei FF I, e delle varie epurazioni, in Vaticano come a Radio Maria…).
Concordo alla perfezione con Lei!
Don Gallo “simpatica canaglia”? Allora anche Hitler era una “simpatica canaglia”!!!
Ha accompagnato delle prostitute ad abortire: era quindi un’assassino (altrimenti non sono assassini neppure i serial-killer)!
Era favorevole al divorzio, alla contraccezione, all’aborto, all’eutanasia, alla sodomia (anche dei preti), al comunismo e ha dato scandalo per decenni, avvicinando le anime all’Inferno invece che al Paradiso!
E le ripetute profanazioni di Cristo, comunicando persone che vivevano in peccato mortale manifesto, continuato e impenitente?
Io spero (anche se non lo credo) che si sia pentito in tempo e che si sia salvato, ma non provo e non proverò mai nessuna simpatia per quell’individuo!
E Bagnasco al suo funerale? e la comunione impartita a Vladimiro Luxuria, in diretta TV? niente da dire in proposito, magari da parte di Famiglia Cristiana? Ma come possiamo seguire certa gente, questi pastori? il caro, vecchio don Peppone sicuramente aveva più fede di loro e non ingannava l prossimo come fanno loro.
DON PEPPONE? VERAMENTE IL PRETE SI CHIAMAVA DON CAMILLO; PEPPONE (GIUSEPPE BOTTAZZI) ERA IL SINDACO COMUNISTA DI BRESCELLO AMICO/NEMICO DI DON CAMILLO.
Sono d’accordo con Diego e con Pascaliano. Bella Ciao è un canto sinistro (nel senso di macabro perché per molti italiani è stato la colonna sonora di atti turpi di guerra e poi del conformismo degli anni di piombo). Inoltre è brutto, diciamolo. Non vorrei sentirlo mai, tantomeno poi in chiesa. Ribelliamoci.
Beh! non mi piace l’intera ossatura dell’articolo, specie la chiusa che assomiglia a un soffietto di simpatia per un prete scandaloso, don Gallo, al quale non va depenalizzata alcuna sua cialtronata sacrilega. Alex Zanotelli è della stessa pasta e, prima che comunista, è eretico e sacrilego. Il bacchico, anarchico e indegno rito funebre, officiato per le esequie del Gallo, è stato equo coronamento di una vita da strada, intesa nel senso peggiore della parola. Non so se riposerà in pace.
Chiesa povera, di prossimità, autoreferenziale, liturgia e canti ad libitum, Signore, abbi pietà, liberaci da tutte le nostre miserie
Tranquilli, il vento della misericordia francescana sarà indulgente e soffierà come una carezza sul capo di questo sacerdote! E’ quella brezza che, a volte, presenta una potenza … nodale variabile, per cui diventa uragano se si tratta di Burke o dei Francescani dell’Immacolata.
Si tratta del resto dell’icona della chiesa delle periferie esistenziali.
Forse questo povero rappresentante della cosiddetta Chiesa moderna, non è al corrente di quanti preti, frati e suore i suoi sodali comunisti hanno ucciso in Spagna e delle Chiese trasformate in stalle o demolite nella Russia del compagno Stalin, Bisognerebbe che qualcuno gli rinfrescasse la memoria.
Intanto nuovi martiri, nuovi santi
http://www.lastampa.it/2014/12/10/blogs/san-pietro-e-dintorni/orrore-islamico-in-iraq-k16lR0M3wZgRnHLvOYrLrN/pagina.html?ult=1
Signore donaci. Signore dona alla Chiesa una fede come la loro!
Quasi impossibile un commento. E’ vero che lo scrivente non è, almeno in materia, una persona di spirito, ma l’articolo non dilata certo l’anima. Intristisce e basta.