A quei tempi Erode cercava il Bambino per farlo morire (Mt 2,13c); oggi rimangono da uccidere le parole, eredità di quel Bambino. E parola dopo parola s’arriverà forse a eliminare infine la Parola, dopo averLa tanto sovraesposta negli ultimi decenni, al punto da renderla quasi un idolo.
Le ultime parole silenziate sono state uomini “di buona volontà”!
Quanto hanno guidato, illuminato e scaldato il cuore lungo i secoli queste semplici parole!
Sono state capaci di entrare nella coscienza e fecondarla.
Troppo inermi però, quando sono apparsi nel tempio i nuovi soldati di Erode, dimentichi che le parole esprimono la natura delle cose e non sono solo segni condizionati di esse.
La perversione si annida ovunque e non l’abbiamo forse vista in questi anni sotto l’apparenza di bene? “Andate e fate diligente ricerca di questo bambino e quando l’abbiate trovato fatemelo sapere perché anch’io vada ad adorarLo” (Mt 2,8). Quando l’odio di sé e il desiderio di distruzione stravolgono il senso fino a colpire le parole più efficaci, allora è tempo di riscoprirne la tangibilità ancora luminosa e, come i Magi, guardando la Stella, ascoltare gli Angeli tersi.
Transeamus usque Bethleem
I Magi si sono lasciati condurre dal percorso della Stella nel firmamento forse dando credito a memorie di antiche profezie di ebrei vissuti in esilio conservate nel loro paese. Guardare la Stella potrebbe sganciare il nostro sguardo incurvato a terra e condurci, seguendo antiche parole, a un luogo posto per noi e a un Bambino che è la Parola e che riempie ancora oggi di grande timore (Lc 2,9) se nel tempio si sente la necessità di aggiornarla continuamente fino a farla evaporare perché sempre contiene in sé un elemento perturbante.
É un mistero di Luce perché come all’inizio di tutto scopriamo il Fiat (Gn 1,3).
Nuovamente Dio dice: Lascia che sia (Gn 1,3).
I Magi furono forse portati a Betlemme per scoprire il Meridiano in cui contemplare la curva d’intersezione tra la volontà universale di salvezza di Dio e il mistero dell’iniquità non meno universale.
Et venernut feslinantes
Andiamo a Betlemme con coraggio e prestezza, perché solo contemplandoLo capiremo ciò che è stato detto di quel Bambino (Lc 2,17).
É il Meridiano, è il punto di Luce, è la Croce, mistero di connessione tra l’aiuto di Dio e il rifiuto dell’uomo.
Fiat! Lascia che sia! Disporsi a entrare in questo punto d’intersezione (Lc 1,38) e, in qualche modo, rimanere accanto al Salvatore, fosse anche in un sussulto, all’ombra del proprio cuore, cercando almeno di tenerne in braccio l’impronta.
Appunto: come uomini di buona volontà!
2 commenti su “Bonae voluntatis”
Un articolo che richiama tutti all’avita fede sancita dal Catechismo e mette sul chi vive il cattolico… attenzione perché a furia di cogitare, aggiornare, adattare, ammodernare: “evanuerunt in cogitationibus suis” ed é quel che sta succedendo adesso con un Papa che, come la Boldrini, vuole aggiornare il vocabolario.
In ultima analisi, eliminando “uomini di buona volontà” si è voluto eliminare il proponimento certamente molto impegnativo (d’altronde così si esercita la volontà) di non offendere mai più il Signore e di fuggire le occasioni di peccato. Guarda caso, quale confessore chiede più la recita dell’Atto di dolore? Ne consegue che niente più deve l’uomo a Dio, ma è Dio che tutto ci deve.