Benedetto XVI, il Concilio dei Concili & i “Concili” di San Gallo

Un filosofo che non insegni filosofia per ciò stesso cessa di essere filosofo? E un teologo che non insegni teologia? Siamo quello che siamo o siamo quello che facciamo? Facciamo quello che siamo. Bene. L’essere è superiore al fare. Credo lo abbiano capito tutti, come ormai hanno capito anche i sassi (tranne certi preti) che le cosiddette dimissioni di Benedetto XVI non fossero chiare, né valide, per una serie di motivi, dallo swift agli errori grammaticali della declaratio, al munus e al ministerium che non stiamo a spiegare. Lo disse apertis verbis lo stesso Ratzinger: “non revoca l’essere papa” perché “il sempre diventa per sempre”.

La nuova chiesa partorita dal Concilio di tutti i Concili era talmente nuova che ai “Concili” di San Gallo dei cardinali quasi ottantenni si sono accorti una mattina di essere tanto vecchi da non aver più tempo di aspettare le ariose novità da loro stessi propugnate: quindi i gerontocrati vaticani hanno affrettato le mosse. Mentre qualcuno aveva una banca, a loro bastava avere il papa. È ironico quanto paradossale che proprio ai fautori della teologia del pueblo sia capitato di non vedere che l’essere è superiore anche all’avere.

Ora, il papa è morto e chissà quanti ghigni in quelle sacrestie della nuova chiesa subito ammutinata per paura del papa della Domins Jesus, il Panzerkardinal la cui autorità finiva sulla soglia dell’appartamento pontificio. Saranno sollevati certi curatini che conosco, i quali fingevano malanni e bronchitelle per non dir messa, almeno quanto lo saranno i tradizionalisti del “Ratzinger modernista”.

Ora, i media del “pastore tedesco”, del “nazipapa”, del protettore dei pedofili, invece, col cappotto di coccodrillo si stanno scapicollando per piangere ipocritamente il povero papa emerito, mite e umile teologo bavarese.

Ora, molti entusiasti della chiesa povera per i poveri, in uscita dal campo di cetrioli raccolti dagli immigrati, si vogliono dimenticare dei decenni in cui era normale fare la guerra alla chiesa oscurantista, negatrice dei diritti di addolorati omosessuali, evasiva del fisco sui monumenti storici. Noi invece ricordiamo che dai “vatileaks” emerse di tutto, perfino un piano per far fuori il papa, il Mordkomplott. Non solo, necessita di una riflessione: far fuori il teologo della “fede ragionevole” e della “dittatura del relativismo” significa mettere in scena non solo un Mordkomplott ma, come avviene per il genocidio dei bianchi e della cultura bianca in Sud Africa, un vero e proprio Plaasmoorde del pensiero occidentale in toto: Costantino Paleologo buttato nel Bosforo con l’acqua sporca, la paglia di Tommaso e il cervello dei fedeli. Soprattutto se al suo posto si mette uno che parla per spot pubblicitari che vogliono dire aria fritta gassata.

Morto un papa se ne fa un altro, dunque, perfettamente legittimo. Invece, se un papa smette di fare il papa, rimanendo papa, con abito bianco, anello e tutti i crismi, in Conclave non si fa un papa legittimo, ma da quel successivo Conclave esce un antipapa.

Nihil novi, in questo modo il cardinal Bergoglio, però, non è successore di Benedetto. In questo modo ora la Chiesa è in un pasticcio serio: ogni atto di Francesco non è valido, compresi i nuovi cardinali. Benedetto XVI, forse nel tentativo di ripulire la “sporcizia” della chiesa, l’ha ficcata in un viaggio senza ritorno. Ora, dopo anni da fedeli frastornati nelle riserve indiane del “Summorum Pontificum” possiamo dirlo: o i signori cardinali, anziani e cattolici, si svegliano dal sonno della teologia per eleggere un successore legittimo, oppure la Chiesa latina si avvia all’estinzione. La via anglicana di Roma non è una via di aria fresca del Concilio, è la via del fumo di satana, di puzza sulfurea maldestramente coperta col profumo. Ora tutto il marcio, teologico e umano, della Chiesa è affiorato, ed è francamente insopportabile.

Forse i vescovi hanno piacere che stiamo nelle parrocchie come Seminole rincoglioniti a spendere soldi in alcol e macchinette, mentre loro dormono della grassa, dimenticandosi magari della Messa di Natale. Hanno approfittato per anni del bigottismo dei fedeli facendo passare eresie sotto il nome di “aggiornamento”, contemporaneamente ci riempivano la testa di terzi segreti di Fatima. Ora che i segreti di Fatima (e di La Salette) sono realtà fanno finta non vedere.

Non così noi, che mai abbiamo avuto le idee tanto chiare. Noi che conserviamo la fede in Cristo. Noi pochi, abbandonati da tutti ma non da Dio. Noi confidiamo nel fatto che solo Cristo è il Signore: per quanto starnazzino, le tacchine moderniste, viene un giorno il padrone con la scure.

1 commento su “Benedetto XVI, il Concilio dei Concili & i “Concili” di San Gallo”

  1. Condivido che un giorno arriverà il padrone con la scure. Ma se BenedettoXVI ha fatto come dice lei, alla sua morte dovrà pur esserci un lascito che indichi chi sono i buoni e legittimi pastori. La Chiesa ha sempre una guida visibile. Se BXVI non ne indica nessun altra, il Papà è quello vestito di bianco.

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