Siri e Pacelli.
Di Peppino Orlando
L’esultanza dei giusti per il riconosciuto eroico servizio del papa Eugenio Pacelli, risveglia nei fedeli cristiani genovesi la memoria del cardinale Giuseppe Siri. Chi ha conosciuto e lavorato nella vigna del Signore negli anni del dopoguerra può testimoniare le virtù di questi due insigni ministri di Cristo.Essi risultano ormai per il tempo della loro attività pastorale due campioni dell’unità della Chiesa Cattolica nella fedeltà dogmatica della tradizione cristiana attraverso il servizio di unità del vescovo di Roma.Campioni ultimi del papato come conferma dogmatica della fede- soprannaturale- dei cristiani. Fede soprannaturale, non semplice opinione religiosa di associazione filantropica tra le tante. Essi con pochi altri hanno fermato l’assalto alla funzione petrina del papa, fuori di conventicole e di collegi plagiati da capetti dalla marea delle velenose culture moderniste .Siri in Concilio Vaticano II ,con pochi altri, respinse quelle vischiose manovre nei margini incerti della pastorale. Nessuno poté toccare l’assetto dogmatico del pontificato di Pio XII ,coadiuvato e sostenuto anche dopo la sua morte da Siri ,che ne fu il vero erede spirituale.L’ultimo dogma della Chiesa Cattolica è nel 1950, l’assunzione al cielo di Maria santissima.Il resto è storia ambigua di scontro sofistico tra teologie e stili pastorali, solo umanamente autorevoli, ma non infallibili nella Verita di Cristo.La barriera invalicabile delle verità di Fede sono là, nel suo pontificato e nella lotta che Siri condusse in seguito fin dentro e oltre il concilioVativano II , perché nessuno osasse varcare i limiti della pastoralità ambigua. L’infallibilità papale, fuor di collegialità di nicchie, resta li, al 1950.l l dogma sta come roccia , garanzia della regalità attiva di Cristo nella chiesa che vuole permanere nella sua Verità, nonostante i peccati e le deviazioni intellettuali, morali, politiche. Scrive Siri nel suo diario che “i padri conciliari avrebbero distrutto la Chiesa se lo Spirito santo non l’avesse salvata”.La verità non fu toccata da definizioni ereticali in forma dogmatica ma solo dalle sabbie mobili delle opinioni teologiche e pastorali ,di autorità umana, sempre revocabili e riformabili ,come anche in gran parte sta avvenendo col pontificato di Benedetto XVI. Egli, contrastato dagli spiritelli della “nuova pentecoste”, ha sconfessato ogni pretesa di discontinuità delle culture conciliari con l’assetto dogmatico inconcusso della chiesa da Pietro a Pio XII. I cattolici fedeli ad esso, senza essere clericali ,possono discutere e anche contrastare le tendenze teologiche e pastorali che li hanno condotti dentro la fortezza Bastiani nel deserto spirituale dei nuovi tartari. Fu merito specifico di Siri a differenza di Lefevbre,di ritenere fuori della Chiesa quelli che negano il dogma, non quelli che lo cusotodiscono nella coerente pastorale di verità nella carità, pur nella marea montante del tradimento.Non hanno creato chiesuole e conventicole parallele e ministeri collaterali, ma lottano con fermezza anche da soli senza bisogno di poteri ministeriali..Anche un solo laico, una sola famiglia,come quella di Nazaret , di Betania o di Emmaus possono essere la chiesa cattolica di Cristo vivo e regnante .Con Pio XII e Siri siamo alla frontiera del dogma e dell’autorità cristica nella chiesa di Roma. Dopo tutto è incerto. Anche nelle canonizzazioni che rilevano autorità dal dogma dell’infallibilità che la pura visione pastorale ha tolto dalla convinzione e dalla prassi dopo Pio XII. In questo senso Genova fedele a Cristo, può gioire di questo coraggioso riconoscimento del servizio eroico del papa angelico ,nello scontro degli odi totalitari ancora pullulanti in memorie non risanate. Siri di quell’ortodossia cattolica fu il successore ideale non giuridico..Egli mi parlò varie volte di questo dramma e si sentiva come semplice cristiano vicino a me laico, avendo dovuto per vari e tormentosi vicende rifiutare, spinto anche da insidie e minacce, un ruolo pontificale senz’autorità in Cristo..Diceva Sant’Agostino che fu spinto dal popolo al ministero episcopale:”vescovo per voi ,cristiano con voi” Così in gran parte fu Siri con tanti. Mentre c’è chi non è vescovo per noi né cristiano con noi. E qui chiudo per non rinnovare il disperato dolore che premette su quel cuore fino agli ultimi anni di fronte all’immiserimento della vita ecclesiale. Il “suicidio del cattolicesimo” relegato a un’etichetta di associazione filantropica,era stato preconizzato da Antonio Gramsci. Ma dopo il dogma dell’assunzione di Maria,1950, un cristiano cattolico ha tutto ciò che serve per seguire Cristo fino a perfetta misura,come Maria la regina di Genova dal 1637 per decisione dogale e gloria del popolo. La Chiesa fedele sussiste -subsistit dice il testo conciliare- ,indefettibile, fino alla fine,ci dicono Pio XII e Siri.. Siri per tre volte scansò un pontificato senz’autorità dogmatica..E Maria non ebbe alcun ministero gerarchico come ogni laico cristiano,ma ebbe totale integrità ,Figlia del suo Figlio.e nostra madre nella fede integra.
Sull’altro versante della storia politica Pio XII e Siri mostrano oggi una statura profetica ,per la strenua lotta ,nel solco glorioso della filosofia perenne, contro il modernismo di molti teologi e proclivi pastori di lupi e volpi, di cui previdero i frutti amarissimi. Essi mostrarono di capire come il neopaganesimo ateo e totalitario marxista,nazista e in parte fascista avrebbe minato le basi razionali della fede e delle costituzioni dei popoli. Essi promossero la legge naturale con l’inserimento del trattato del 1929 per conservare alla Costituzione italiana un carattere sano aperto alle possibilità soprannaturali libere della Fede. E videro in un certo concetto di democrazia del maritainismo montiniano e della gnosi spiritualista di Dossetti,pericoli di disgregazione sia della Costituzione che della unità della Chiesa. Queste tendenze che furono controllate e disciplinate dai grandi cattolici come Alcide De Gasperi.e Angelo Costa trovarono nella soprannatuarle pregnanza della scuola di Pacelli e di Siri la forza di ricostruire l’Italia fuori dalle eredità totalitarie. Dopo di loro ,Luigi Sturzo da un lato e Angelo Costa dall’altro videro galoppare come Attila le vecchie schiere montiniane e dossettiane che minarono insieme all’economia e alla morale delle famiglie di lavoratori e imprenditori ,la sostanza soprannaturale della Chiesa e la sua unità,.Quelle forze anomiche hanno ferito mortalmente la Costituzione nel suo concetto di proprietà , famiglia naturale, carattere armonico non classista, del lavoro, presenza delle radici cristiane negli art,7-8, di fatto svuotati da furori minoritari e gnosi perverse, a sinistra, in centro e a destra.
A Paolo Lingua che acutamente parla di Siri come “sconfitto da Taviani” nella formazione della prima giunta di centrosinistra a Genova nel 1961, ricordo che Pacelli e Siri sono stati sconfitti anche nei pontificati successivi. Ma il richiamo a Genova dei pericoli del laicismo e dell’ateismo di sinistra e la lotta di Siri a tutta la fatua deriva filantropista che ha svuotato di linfa soprannaturale la Chiesa , mostrano proprio da Genova, da quel primo esperimento , la forza profetica dei richiami del vescovo=sorvegliante.Vediamo oggi il vuoto mostriciattolo politicante-dopo Berlinguer e Moro?!- prodotto in vitro da dossettiani e gnostici di sinistra . Quanto a vincere, la dottrina sociale di Pacelli e Siri, con De Gasperi, Angelo Costa e don Sturzo mostrano nell’insorgere impetuoso e autorevole del popolo sovrano della libertà chi vince davvero, alla lunga.