di Corrado Gnerre
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Lo studio delle religioni (come d’altronde tutti gli studi) non può fermarsi all’osservazione della superficie, perché, se lo facesse (e purtroppo oggi succede spesso) si annullerebbero le differenze fra le varie religioni. Ma se invece si andasse nel profondo, cercando di scoprire i fondamenti filosofici, allora sì che si capirebbero molte cose… e le differenze verrebbero fuori.
Lo so che quando si sente parlare di “fondamenti filosofici” vien fuori la paura di non capire, di non essere all’altezza del discorso. Sciocchezze! Tutto sta ad essere semplice. I discorsi filosofici sono meno complicati di quanto si possa immaginare. Un conto è parlare di filosofia pura, altro è fare “discorsi filosofici”. E poi c’è filosofia e filosofia.
Dicevo: lo studio delle religioni ha bisogno non solo di una conoscenza delle dottrine, ma anche di una conoscenza dei fondamenti filosofici che ne sono alla base. Il bravo studioso delle religioni deve trasformarsi in una sorta di “bulldozer”. Deve scavare-scavare… per far emergere quello che c’è ma non si vede. Perché è proprio quello che è nel profondo –e quasi sempre non si vede- ciò che rende più comprensibile l’oggetto dello studio.
Bene. In questo articolo voglio parlarvi del rapporto tra il concetto di Bene e Allah, discorso che riguarda uno dei fondamenti “filosofici” dell’Islam e che –in questi giorni- è tutt’altro che inattuale. Se chiediamo ad un musulmano: “Credi nella bontà di Allah?” La risposta sarà scontata: “Certo che ci credo. Allah è buonissimo!” E se gli chiediamo anche perché è buono, lui ci dirà: “Perché lo dice il Corano!” Solo per questo. L’Islam infatti, a differenza del Cristianesimo, ritiene che Dio possa essere conosciuto solo attraverso la fede. La ragione non può dire nulla a riguardo. Anzi, la ragione allontanerebbe dalla fede. Il Cristianesimo, invece, afferma che la ragione, se ben utilizzata, è amica della fede. Ci può far conoscere non solo che Dio esiste, ma anche alcune sue caratteristiche; per esempio: che è buono. Questo perché se Dio ha creato la realtà naturale, vuol dire che c’è un legame tra Dio e il creato. Come è possibile capire la bravura di un falegname dalla costruzione di un mobile, così è possibile anche capire la bontà di Dio dalla bontà e dalla bellezza della natura, tenendo soprattutto presente che Dio ha creato pur non avendo bisogno (Lui, assoluta perfezione) della creazione. Per il Cristianesimo Dio è buono e solo buono. Non può essere anche cattivo, altrimenti avrebbe in sé una contraddizione; e Dio, perfezione assoluta, non può avere in sé alcuna contraddizione.
Il Cristianesimo dice che Dio non lo si deve immaginare come qualcuno che, dopo aver creato l’uomo, si sia messo a pensare quale tipo d’istruzione per l’uso dargli. “Dovrà rubare o non rubare? Dovrà uccidere o non uccidere?” Se le cose fossero andate così, Dio avrebbe deciso arbitrariamente cosa è bene e cosa è male. No. Dio è buono per sua natura. Dio non poteva non dire all’uomo di non uccidere, di non rubare, ecc… perché il non uccidere e il non rubare sono la sua natura. I Dieci Comandamenti non sono leggi “decise” arbitrariamente da Dio, ma la natura di Dio codificata per la vita quotidiana dell’uomo.
Ritorniamo all’Islam. Per Allah questo discorso non vale. Dal momento che non è riconosciuto alcun rapporto tra ragione e fede, non è nemmeno riconosciuto il rapporto tra Creatore e creato. E così quelle categorie di Bene e di Male, di cui l’uomo fa esperienza nella realtà naturale, non sono trasferibili nella natura di Dio. E allora? E allora Allah non può essere pensato come un Dio costitutivamente buono, ma solo come un Dio al di là del Bene e del Male. Per l’Islam, Allah non è buono, decide di esserlo. E la differenza non è di poco conto. All’origine, Allah, arbitrariamente, decise cosa è Bene e cosa è Male, ma avrebbe anche potuto decidere diversamente; e se avesse deciso diversamente, il Bene sarebbe stato Male e il Male, Bene. La scuola teologica Asharita (quella seguita da pressoché tutti i sunniti delle regioni occidentali del mondo islamico) afferma: “Bene e male non esistono nelle cose, ma perchè sono stati comandati dal comandamento di Dio.”
Dunque, per l’Islam Dio non è naturalmente buono ma decide di essere buono, così come avrebbe potuto decidere altrimenti. Questo incide –eccome se incide!- sul rapporto tra il muslim (musulmano) ed Allah. E c’è il rischio che finisca con l’essere un minor deterrente all’uso della violenza. Nel Vangelo neanche una virgola può giustificare l’uso della violenza (non mi riferisco alla “forza”, che è cosa ben diversa dalla violenza), mentre nella teologia coranica sembrano proprio tante le possibilità di giustificazione.
In Cordibus Jesu et Mariae
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10 commenti su “Allah e il concetto di “bene” – di Corrado Gnerre”
Come sempre, il prof.Gnerre, distaccandosi da tanto fasullo filosofeggiare, si dimostra filoso eccezionale e non comune: sa rendere semplici i concetti difficili.
E poi c’è la nascita delle pseudo “rivelazioni” ricevute da maometto in una grotta nel sonno.Vide questo essere gigantesco come ua montagna che gli incuteva paura e terrore e che gli detto’ il Corano con oltre 100 passi di violenza,omicidio ,crocifissioni,conquista e disprezzo per i non musulmani e la donna. Quando si svegliò era sudato e temeva di averle ricevute da un demone per quanto era spaventato. Ne parlò con Fatima,la vedova che poi sposò, la quale gli disse di stare tranquillo,in quanto lui era un santo e quindi non poteva essergli apparso un demone ma un angelo di luce. Se non fosse che da XIV secoli ,i mussulmani uccidono,imprigionano,conquistano,mentono spudoratamente ,crocifiggono e impongono la dijzya tassa di sottomissione per non essere uccisi, sempre nel nome di Allah,se non fosse per tutto ciò ci sarebbe da ridere per come é nata questa pseudo “religione” che di pace non è, e moderata nemmeno.
Nella sua storia della Chiesa, père E.André dice che nel VII secolo, all’epoca della comparsa dell’Islam, la Chiesa aveva ormai superato le eresie dei primi secoli e si stava consolidando nella fede. Ma il nemico non poteva stare fermo e si diede da fare per formare una falsa religione che combattesse con la violenza fisica la Chiesa. Per cui, all’origine dell’islam, sta il nemico di Cristo e della Chiesa.
Se non sbaglio, mi pare che anche S. Giovanni Bosco ne parli in termini simili e dica anche che Maometto era affetto da epilessia.
Perfetto ! Mi piacerebbe che dicesse qualcosa anche sulla “bugia” che il Corano giustifica e loda quando è usata per fini religiosi (religiosi a modo loro si intende), come astuzia per “invadere” luoghi e coscienze. Infatti dopo le stragi che hanno compiuto, alla luce della loro idea “machiavellica” della menzogna, ci si chiede che senso possano avere le voci (poche e deboli) che si sono levate all’interno dell’Islam per prendere le distanze dagli attentati ?
Ottima e ulteriore dimostrazione che i cristiani e i musulmani NON adorano lo stesso Dio (ovviamente il “dio” dei musulmani NON esiste)!
Caro Prof.Gnerre, c’è un bisogno disperato delle sue chiare, semplici, esaustive lezioni. Sono in vendita manuali di tutti i tipi, anche quelli per la guerriglia urbana. Al pensiero naturalmente nessuno pensa, perchè il popolo bue va preso per la pancia o per i fondelli.La scuola è in massima parte una manipolazione di Stato delle coscienze, dateci almeno gli antitodi con i quali noi possiamo,senza animosità alcuna,cercare di curare chi è accanto ed è stato avvelenato o sta per esserlo.Grazie.
Cara Irina, posso rispondere io alla sua domanda? premetto che non conosco gli scritti del prof. Gnerre, che però stimo molto e leggo spesso sul suo sito (Il Giudizio Cattolico) ma, nel mio piccolo, le consiglierei i libri di Massimo Viglione e Angela Pellicciari sul Risorgiento Italiano : finalmente si sente d dire la verità, dopo 150 di retorica e lavaggi del cervello ! e con dati alla mano, anche se gli storici e i politici massoni hanno cercato di occultarli e distruggerli. Si legga la storia delle insorgenze contro Napoleone e i giacobini francesi invasori, quello sì che era il vero Risorgimento Italiano !
Grazie Catholicus.. Ho due libri, uno di Massimo Viglione, uno di Angela Pellicciari.Li ho apprezzati molto. Ma da leggere ci sono intere biblioteche. In attesa di queste i libri del Prof. Gnerre, penso alla sua carrellata filosofica, aiutano a mettere a fuoco un panorama rigoroso ed essenziale, nel quale inserire col tempo questo o quel testo..
Mentre leggevo mi è venuta in mente una domanda cattivella.Stavo riflettendo sul fatto che l’Islam sta catturando migliaia di nuovi adepti.Soprattutto tra i giovani occidentali.E mi son chiesto:Sarà proprio perché l’atto del pensare è un optional?
La relatività del concetto di “bene” si rinviene nei dettami stessi del Corano. Nelle “sure” si proclama tutto e il contrario di tutto. Se da un parte si invita il seguace alla elemosina e all’aiuto reciproco, principio giusto, dall’altra si incita alla violenza “sull’infedele” (impunità riconosciuta a chi lo depreda e saccheggia ….). E’ possibile giustificare tutto ciò ? Come sottolineato dall’Autore con ricchezza di contenuti, il Cristianesimo brilla per la profondità e la coerenza dell’insegnamento. Alla sua base è l’ Assoluto : Dio è solo Bene, dalla Creazione alla Redenzione. Alla creatura, che è figlia – non schiava – Egli richiede di accogliere il Suo Amore in spirito e verità. Solo in Lui il sommo Bene, il sommo Amore, la Verità e la Giustizia. Possa aprire alla grazia i cuori e le menti dei Suoi figli.