di Cristiano Lugli
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È stato firmato qualche giorno fa a Modena il protocollo d’ intesa fra CGIL e associazioni LGBT locali, che prevederà per le coppie omosessuali un trattamento pari alle persone regolarmente sposate, con la possibilità di accudire i “suoceri” o i figli, tramite orari flessibili consoni alle richieste d’azienda, per permettere di supplire alle incombenze “famigliari”.
Il punto cruciale dell’intesa presta poi il fianco alla solita lagna “antidiscriminatoria”, che vorrebbe porre l’attenzione sui presunti casi di discriminazione sui luoghi di lavoro, garantendo d’ora innanzi una maggior tutela delle pari opportunità.
Le associazioni gay di Modena, assieme al comitato dei genitori “Agedo” (Associazione genitori di omosessuali ) decidono per questo motivo di andare oltre l’anti-legge Cirinnà ( una legge essendo “ordinatio rationis”, un ordinamento della ragione, e non “delirio della ragione” come assioma di un decreto che sconvolge l’aspetto naturale dell’essere umano, addirittura tutelandolo con il potere legislativo ), stipulando un patto concreto che si formalizza scavalcando persino la solita propaganda mediatica:
“La nuova normativa – spiega Tamara Calzolari, dipendente della segreteria Cgil – approvata dal Parlamento è piena di auspici e nel concreto rinvia i dettagli ai decreti attuativi che dovrebbero essere promulgati entro sei mesi. Dal canto nostro facciamo un piccolo passo in avanti per riempire di contenuti le parti mancanti della legge; nella contrattazione aziendale ad esempio ci impegniamo a riconoscere e denunciare le molestie e le discriminazioni sul lavoro ed eventualmente assisterle nelle richieste di risarcimento. Ma l’obbiettivo più importante resta quello del riconoscimento del welfare aziendale anche a coppie formate da persone dello stesso sesso. Penso ad esempio ai permessi per malattia per assistere i figli del compagno o della compagna, magari quelli di un precedente matrimonio, piuttosto che la cura dei genitori dell’altra persona. Questa flessibilità sull’orario è riconosciuta nell’ordinamento per le famiglie etero e noi ci impegniamo affinchè anche per le nuove unioni civili ci siano questi riconoscimenti”.
Il modello proposto sarà quello votato alla formazione di sindacalisti capaci e sensibili alla suddetta tematica, che potrà e dovrà entrare nelle fabbriche a pieno titolo, come se non ci fosse differenza od imbarazzo alcuno.
La linea guida la tessono in particolare quelli di Agedo, tramite le dichiarazioni della referente Antonella Perrocchetti:
“Per citare un caso a noi vicino, noi vediamo come esempio da seguire quello della Lamborghini a S.Agata, a due passi da Nonantola. Come in Germania anche in Italia i dirigenti Audi applicano alle coppie gay gli stessi trattamenti, comprese le ferie matrimoniali dopo la registrazione dell’unione”.
Sulla stessa scia viaggiano anche le parole degli addetti ai lavori LGBT:
“Le discriminazioni possono essere sottili o esplicite – dice Alberto Bignardi, presidente di Arcigay – si va dalla lavoratrice transgender esclusa da un call center perchè aveva una voce ambigua, come diceva l’azienda, a una tecnica di laboratorio allontanata con un pretesto perchè era trasgender: quest’ultima ha ricevuto tali e tante pressioni che è stata costretta a licenziarsi.”
In seno al solito ed indegno terrorismo fazioso, dietro a cui si nasconde invece una sempre maggior sete di “diritti” peraltro ben concessi su tutti i fronti, le organizzazioni omosessualiste approfittano di un sindacato politicamente schierato, che per l’ennesima volta spalanca le porte alla grottesca imitazione della famiglia naturale, paragonando – o anzi sminuendo – gli sforzi di tanti onesti e genuini genitori che subiscono le ingiuste limitazioni inflitte da uno stato (minuscola voluta) che si è lanciato in un baratro senza fondo da cui non uscirà più, o almeno non senza un effetto collaterale simile ad un suicidio morale di massa in parte già avvenuto.
La CGIL, firmataria di tale protocollo d’ intesa, non solo vìola e schernisce la legge naturale che ammette solo un modello di famiglia, costituito e testimoniato dai secoli di storia cristiana e pre-cristiana, ma dimostra altresì l’incoerenza tipicamente comunista rinnegando la descrizione che la Costituzione dà della famiglia, con il solo subdolo scopo di farsi anch’essa promotrice del moloch omosessualista, figlio di questo secolo e che giorno dopo giorno si insidia e si impone sempre più sull’intero suolo terrestre.
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4 commenti su “A Modena la CGIL firma accordi con le associazioni LGBT – di Cristiano Lugli”
Sempre all’avanguardia gli amici comunisti 😀
Fortuna che ci sono loro !
Nessuno però parla mai di cristianofobia vero ?
No perché io girando per le strade di Bologna prendo quotidianamente più insulti di quanti ne prenda qualunque omosessuale per il solo fatto che io giro con la croce in bella vista.
Chissa’ come sara’ contento Gabriele Amorth di questa… Diavoleria.
In Spagna, negli anni ’30, Massoni e Comunisti “lavoravano” insieme – e insieme furono sconfitti.
Pio XII, “Con inmenso gozo”, 1939
Il comunismo nasce dalla controchiesa fin dall’inizio. Finanziato dal sionismo mondialista (Khun & Loeb); Marx era ebreo (Kiessel Mordechai vero nome ebraico) ed anche Lenin. Nella prima amministrazione bolscevica della rivoluzione su 545 membri, 447 erano israeliti. Ma al di là di queste “curiosità” è proprio l’ideologia a coincidere perfettamente.