Usa, Gran Bretagna e Francia tirano le fila di un complotto. Insieme con le Sette sorelle
La Casa Bianca dietro il piano per destabilizzare Gheddafi
di Piero Laporta – da Italia Oggi – gruppo Class
Tutto iniziò l’11 settembre 2001, ma il quadro era oscuro. James Clapper , responsabile dell’intelligence di Hussein Barak Obama, come altri esponenti statunitensi di primo livello, accredita i terroristi Fratelli Musulmani come organizzazione laica, persino stabilizzatrice nella fascia nordafricana.
Chi si domanda dove vogliano arrivare Hussein Barak Obama e i servizi inglesi, ha la risposta dai cori islamici cui fanno da contrappunto Barak, Hillary Clinton e Catherine Ashton, responsabile, figuriamoci della politica estera Ue. Gli inglesi, dal canto loro, dopo l’uscita di scena di Tony Blair, hanno accentuato, con l’agenzia Reuter in testa, le blandizie verso Teheran e Hamas, riservando a Israele molta ostilità e tanta indifferenza. «Ben Ali vai via», gridano le folle aggrumate dai mullah. «Ben Ali togliti di mezzo» contrappuntano Obama, Clinton e Ashton, dopo aver ammorbidito l’oligarchia che sosteneva fino a quel momento Ben Ali, il quale, capita l’antifona, toglie l’incomodo.«Mubarak vai via» gridano le folle aggrumate dai mullah. «Mubarak togliti di mezzo» contrappuntano Obama, Clinton e Ashton dopo aver ammorbidito l’oligarchia che sosteneva fino a quel momento Mubarak, il quale, capita l’antifona, toglie l’incomodo. Così un’evidenza affiora, sporca e brutta come una chiazza di greggio sul mare cristallino: la santa alleanza fra una parte dell’Islam fondamentalista e Obama. Clapper, tesseva le lodi dei Fratelli mussulmani. Lo faceva anche in presenza di parlamentari statunitensi, scombussolati dalle amicizie spericolate della Casa Bianca. Che ha fatto un patto col diavolo. Provano anche a destabilizzare l’Algeria e il Marocco, gli va male. L’importante tuttavia è il controllo dei confini tunisini ed egiziani con la Libia, per destabilizzarla. L’ammiraglio Michael Mullen è venuto due volte in dieci giorni nel Mediterraneo e da queste parti circola pure D.C., un distinto signore, gabellatosi per fuoriuscito dalla Cia, che è a capo d’un team di reclutatori di contractors, i mercenari. Dall’Egitto e dalla Tunisia fuoriescono profughi misti a marmaglia? Nessun problema per D.C., anzi. Egli ha a libro paga una schiera di giovanotti mussulmani balcanici, afghani e irakeni, da ovunque vi siano «operazioni di pace». D.C. mette al servizio dei veterani i nuovi reclutati provenienti da Egitto e Tunisia, a loro volta diretti dagli agenti senussiti, collegati alle forze speciali inglesi, con vasta disponibilità di armi e addestrati. Così organizzati, i nuclei, apparentemente di facinorosi spontanei, accendono le mischie e infiammano la folla, sparando anche sugli inermi per innescare reazioni furibonde e propiziare l’intervento «umanitario» della comunità internazionale. Lo hanno fatto a Tirana, tentando di destabilizzare Sali Berisha. Non è la prima volta che utilizzano questi metodi. Cinque febbraio 1994, l’attenzione internazionale sul conflitto bosniaco stagna. Nel mercato coperto di Sarajevo una bomba uccide 68 civili e fa 200 feriti. L’ orrore arriva in diretta coi tg. «Non consentiremo lo strangolamento di Sarajevo» disse il marito di Hillary Clinton. Si scoprì dopo che quella bomba era mussulmana. Che importanza ha oramai? Mezzo milione di morti e, fra questi, anche non pochi soldati italiani mandati lì in missione di pace e tanti tornati ammalati. Che importanza ha ormai? Si dimentica che le folle non combattono, tutt’al più s’aggregano se, per esempio dai minareti, c’è chi le riunisce. In quanto a combattere, lo fanno solo quelli che sono armati e addestrati. Questo macello, apparentemente cominciato a fine gennaio nella piazza centrale del Cairo, ha l’obiettivo di abbattere Gheddafi, odiato dagli inglesi, cui consegue possesso dei pozzi petroliferi e rincaro del greggio.Scopo strategico? Destabilizzare Mediterraneo ed Europa senza limiti di tempo, lo ha scritto George Friedman, affinché la Cina commerci solo con gli Usa. Mons. Innocenzo Martinelli, Vescovo di Tripoli:»Io resto. Restano anche le suore. La situazione è calma i media ne raccontano di balle. Si sentono spari solo la sera e la notte». Le Sette Sorelle producono e esportano indisturbate, come negli anni ’90 quando in Algeria scannavano francesi e italiani ma non un inglese o statunitense fu infastidito. La Bbc:«Con oltre un centinaio di cittadini britannici ‘in pericolo’ nel deserto libico, il governo di David Cameron sta valutando l’invio delle forze speciali in Libia». In realtà sono già lì da tre settimane. Ultim’ora: centinaia di consulenti militari Usa, britannici e francesi, inclusi agenti dei servizi segreti, sono già in Cirenaica per aiutare i rivoltosi. Lo rivelano fonti vicine ai servizi israeliani. La presenza dei francesi significa l’isolamento politico dell’Italia. Adesso Silvio Berlusconi deve scegliere se passare alla storia per Ruby Rubacuori o per lo statista che ritira l’Italia dal dispositivo militare della Nato e i nostri contingenti dalle missioni internazionali. Così avremmo pure come pagare le spese per gli immigrati che ci stanno accollando.
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