… per sapere di volta in volta cosa intende dire veramente Bergoglio e ottenere così una seria interpretazione “autentica” vicaria, basta rivolgersi alla Bussola e a Introvigne in particolare, che non incontrerà nessuna difficoltà a formularla, almeno fino a quando non si presenti drammaticamente il caso di un “chi credete che io sia? ”. E non vorremmo allora essere nei panni dell’interprete, anche se della sua abilità nessuno può dubitare.
di Patrizia Fermani
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Apprendiamo con sollievo da un editoriale di Introvigne sulla Bussola di ieri, del compito, forse meno impegnativo di quanto vorrebbe far credere l’autore, assunto ufficialmente dal suo giornale. Quello di fornire la interpretazione corretta del pensiero papale comunque e dovunque espresso. In piazza, in chiesa, ad alta quota o al microfono degli intervistatori di fiducia o in qualunque altra sede, istituzionale e non.
L’iniziativa è stata presa generosamente da tempo, probabilmente per colmare la lacuna venutasi a creare dopo che Padre Lombardi, a rinuncia ancora calda, ha bruciato la propria credibilità abbandonandosi a spericolate e fantasiose anticipazioni sulle scelte estetiche e logistiche del futuro ex pontefice.
Dunque, per sapere di volta in volta cosa intende dire veramente Bergoglio e ottenere così una seria interpretazione “autentica” vicaria, basta rivolgersi alla Bussola e a Introvigne in particolare, che non incontrerà nessuna difficoltà a formularla, almeno fino a quando non si presenti drammaticamente il caso di un “chi credete che io sia? ”. E non vorremmo allora essere nei panni dell’interprete, anche se della sua abilità nessuno può dubitare.
Comunque il caso ultimo, ormai internazionalmente noto, che ha indotto il nostro ad un intervento chiarificatore, è stato quello di certe dichiarazioni del neo eletto segretario della Cei, delle quali è stata rilevata non a torto anche la scarsa signorilità. Non grave certamente quanto la “scarsa ecclesialità” che ai Francescani della Immacolata è costata lo scioglimento dell’ordine da parte dell’autorità pontificia, ma comunque capace di sollevare qualche dubbio sulla ortodossia cattolica del prelato. Ma il problema che si è presentato all’interprete ufficiale delle cose vaticane è stato ovviamente quello di allontanare il sospetto che il pensiero di Galantino possa essere in qualche modo assimilato a quello del Vescovo di Roma, dal quale bene o male il primo è stato portato dalla periferia calabra alle responsabilità del governo centrale della Chiesa. E, a quanto pare, non proprio in virtù di particolari attitudini teologiche, devozionali, mistiche o culturali.
La radicale indifferenza, se non un certo disprezzo, ostentati da Galantino verso il tema dell’aborto e più in generale verso i “principi non negoziabili”, in via di essere trasferiti ai Musei Vaticani, secondo Introvigne non dovrebbe far pensare in alcun modo che essa sia condivisa dal vescovo di Roma. Come sarebbe dimostrato dai suoi numerosi riferimenti passati alla necessità che la vita sia difesa dal concepimento alla morte naturale. Riferimenti apprezzabile di certo, ma che di per sé, per vero, non includono affatto la condanna esplicita dell’aborto e la riprovazione di chi lo pratica o lo ha praticato. Anche le norme che tutelano la gravidanza della donna che lavora si preoccupano di salvaguardare il concepito, e anche la mancanza di acqua e di cibo con cui è stata soppressa Eluana sono cause naturali di morte. Dunque si tratta di una proposizione che richiederebbe almeno qualche specificazione.
E vale anche la pena di ricordare che l’iniziativa “Uno di noi” la cui approvazione pubblica da parte di Bergoglio starebbe ad indicare una grande attenzione per la tutela della vita intrauterina, riguarda in realtà la proposta di non utilizzare gli embrioni umani per la sperimentazione. Ma gli embrioni in questione sono quelli sovrannumerari prodotti nel corso della fecondazione artificiale e normalmente destinati alla soppressione o al congelamento. Nell’ambito cioè di una pratica che rimane contro Dio, contro natura, e contro l’uomo, ma che pure viene via via sponsorizzata sempre più apertamente dalle alte sfere cattoliche per bocca delle proprie appendici giornalistiche.
Può darsi che sullo sfondo della concorrenza tra collegialità e primato, le divisioni non siano solo di esercizio del potere ma riguardino anche i fondamenti della dottrina cattolica (se è ancora lecito usare un termine diventato imbarazzante nelle scuole teologiche aggiornate).
Sta di fatto che i cinquantamila della Marcia per la Vita, conclusasi il 4 maggio scorso in piazza S.Pietro, non sembra siano rimasti particolarmente scossi dall’entusiasmo contenuto col quale sono stato accolti al Regina Coeli, dove pure si sono guadagnati un onesto sesto posto, dopo la più fortunata parrocchia di Parma, nelle attenzioni del Vescovo di Roma.
Aspettiamo da Introvigne una adeguata illustrazione sugli aggiornamenti della etichetta vaticana.
9 commenti su “Interpretazioni autentiche – di Patrizia Fermani”
forse egli sta troppo in mezzo …..alle vigne….e poi….alè:in cantina!
Brava Patrizia Fermani ! Proprio quello che avrei voluto dire io….. GRAZIE!!
Quell’articolo di Introvigne mi è’ piaciuto, come altri di Cascioli, Cammilleri…..
Valorizzare la sostanza che unisce e’ una virtù e si può rinunciare qualche volta a togliersi i sassolini.
Troppi puntini sulle i possono mancare di carità e rispetto.
All’angelus il Papa ha citato il gruppo guidato dal vescovo di Parma, poi quello del Metep (mai sentito e non so neanche se l’ho scritto giusto, pare si occupi degli stupri su minori effettuati dal clero ma non ne sono sicuro) qualche altro gruppo e poi la marcia della Vita dicendo “quest’anno ha una connotazione internazionale (per la verità anche l’anno scorso ndr) ed ecumenica” ( e ‘tte pareva che non fosse ecumenica, c’erano quattro gatti protestanti, valdesi evangelici e musulmani… ) e concludendo “bene, avanti così”. Che si può anche interpretare come un ‘vedetevela ancora da voi, non intendo supportare questa iniziativa neppure in futuro’. Tenuto conto che nel mondo l’aborto legale ha già fatto una miliardata di cadaverini e solo in Italia più di 5 milioni (tra un po’, solo in Italia si pareggiano i conti con l’olocausto, e nel mondo fanno oltre 160(!) volte in più!) mi sembra che l’ordine di priorità nelle menzioni sia eloquente.
Basta frequentare un poco di più la propria parrocchia per constatare che spesso i bene inyrnzionati sono vittime del fuoco amico. La maggioranza ddei parroci e di coloro che li circondano, intendo laici impegnati nelle varie attivitò, sono di sinistra e sposano per interessi di potere tutte le derive post-conciliari, ivi comprese le esternazioni del Papa, che per una certa vaghezza da una parte piacciono trasversalmente, dall’altra si prestano a interpretazioni politiche.In questo momento la difesa della vita dei cristiani in occidente non è una priorità rispetto alla difesa di non cristiani, il cui benessere invece sta massimamente a cuore.
Brava Patrizia, sottoscxrivo ‘in toto’!
Io alla Marcia per la Vita c’ero e sono rimasta molto delusa dalla scarsissima attenzione riservataci dal Papa. Così’ quelli che erano con me. Ci ha fatto male sentirlo così’ freddo nei nostri confronti, ma credo che sopravviveremo lo stesso e lavoreremo per essere di più’ il prossimo anno. E, sarebbe auspicabile, per avere un peso maggiore nella vita sociale e politica del nostro paese. Paese che ha drammaticamente bisogno di persone per bene.
Anch’ io ero in piazza S.Pietro , dato che reggevo lo striscione principale e iniziale della Marcia per la Vita 2014 !
Effettivamente il Santo Padre ci ha liquidato con un breve accenno !
E pensare che per preparare la Marcia per la Vita occorre un anno di preparazione , tanti sacrifici , rinunce ,sacrifici
economici , ecc. ,ma con la convinzione ferrea di fare la cosa giusta , verso i bimbi non nati e verso Nostro Signore !
Si , bisogna essere onesti : molti di noi presenti sono rimasti molto insoddisfatti , meritavamo piu’ attenzione …
Angelo
Vicenda tristissima? di più.
Dopo aver letto il convincentissimo articolo sul Terzo Segreto di Fatima, apparso qui due giorni or sono,temo che stiamo entrando nella fase dell’annullamento progressivo della nosta Santa Fede Cattolica, mediante una serie di provvedimenti, di atti, di discorsi, di cadute di stile e di sempre meno impercettibili noncuranze nei confronti dell’ortodossia. Anche con le Nomine astruse, naturalmente…
Se mi domando cosa possiamo fare, trovo che l’unica risposta é: continuare a dire la Verità e Pregare, pregare tanto.
Normanno