Il cavaliere paga per il sogno di Mattei
di Piero Laporta – pubblicato il 26.1.2011 dal quotidiano Italia Oggi, gruppo Class
Uno statista non discute con Carmen Llera, tanto meno con la barba finta di Gad Lerner. L’immagine televisiva resiste più delle parole. Silvio Berlusconi sbaglia quindi due volte con le telefonate televisive a personaggi di basso livello. L’errore più pericoloso è tuttavia un altro: egli sembra incerto su quali siano davvero i nemici. La volpe, più veloce e più intelligente dei cani beagle, di solito è sopraffatta e sbranata da essi. Le mute, coordinate dal maestro di caccia, incalzate dai gentiluomini a cavallo, stringono la volpe, la sfiancano. L’obiettivo è toglierle lucidità, circondarla, assalirla in attesa del terrierman, il gentiluomo che le dà il colpo di grazia. Berlusconi deve essere consapevole che, sebbene vi siano probabilità che la caccia alla volpe sia abolita, non ve n’è alcuna che cheti il maestro di caccia che lo bracca. Se una possibilità sussisteva prima del 15 maggio 2009, dal quel giorno la sorte è segnata: o lui o il maestro di caccia. Quel giorno, l’Italia è rientrata nel grande gioco, con l’accordo per il passaggio del gasdotto Southstream e la creazione di SeverEnergia, joint-venture tra Gazprom, Eni ed Enel, col quale ci leghiamo politicamente alla Russia. Sebbene l’Unione petrolifera italiana remi contro e drammatizzi i costi alle pompe, quel giorno Berlusconi realizzò il sogno di Enrico Mattei: sottrarre l’Italia alla sudditanza petrolifera da Londra. Enrico Mattei è morto a causa d’una bomba sul suo aereo, com’è accertato, nella totale indifferenza di magistrature altrimenti impegnate in riesumazioni e legge Merlin. Indro Montanelli, ostile a Mattei in vita per poi celebrarlo da morto, oggi farebbe altrettanto con Berlusconi, così come gli attuali beagle televisivi farebbero, alla stregua di quanto accadde con Bettino Craxi e prima ancora con Aldo Moro. Questa è la partita in atto. I beagle sono tuttavia solo una muta alla mano del maestro di caccia. È contro costui che Berlusconi deve concentrarsi, come non ha mai fatto prima, proteggendo ogni sua vulnerabilità, pubblica e privata, e attaccando al cuore l’avversario. Per il primo scopo ha ricevuto suggerimenti dal cardinale Bagnasco. Ne faccia tesoro. In quanto ad attaccare, stia con gli occhi spalancati. I colpi ai suoi amici, a Tripoli e a Tunisi, a Il Cairo come a Tirana e a Mosca, avvicinano il momento di porre in discussione il ruolo di Londra in Europa, coi suoi nobilucci inutili e decadenti, devastanti per l’economia europea e inglese. L’ultima manovra economica da 130 miliardi di sterline, rende plausibile uno scenario catastrofico entro i prossimi due anni. Guardia alta dunque, mentre costoro esigono ancora di vivere alle spalle altrui, soprattutto le nostre, magari grazie a un aereo che precipita in una notte di pioggia grazie a una bomba collocata da menti finissime.
1 commento su “BERLUSCONI ATTACCATO PER L’ACCORDO CON LA RUSSIA SUL GAS – di Piero Laporta”
Siamo nel ’18
Leggo un po’ in ritardo questo articolo, ma “col senno” di allora.
Mi corre un pensiero immediato: avvicinare anche solo in un testo giornalistico Berlusconi a Moro, a Mattei e al limite anche a Craxi, mi sembra veramente curioso al limite del ridicolo.
Forse il livello si era già cosi abbassato che non sappevamo più valutare l’altezza delle montagne sullo sfondo. Oggi ancora più giù.
Pazienza.
Non ci resta che scagliarci contro i mulini a vento.