“Il sonno della ragione genera mostri”
di Piero Vassallo
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Antefatto
Negli anni Sessanta numerosi eruditi militanti nell’area del Cattolicesimo illuminato, furono sedotti dalle opere fascinose di Elemire Zolla, uno scrittore che osava ridicolizzare la mitologia operaista in circolazione nel Pci e paragonare alla caverna, in cui i prigionieri vivevano con la spalle rivolte alla luce, il cineforum delle masse impegnate.
Confesso di non aver resistito al fascino delle pagine irridenti/scintillanti di Zolla e di aver programmato una recensione favorevole e quasi incensante, da pubblicare nella rivista cattolica Renovatio.
Se non che durante la lettura del testo zolliano incontrai la sfuggente/baluginante citazione di un brano di Stromata, in cui, sosteneva Zolla, Clemente Alessandrino lodava e proponeva una sublime e luminosa pratica ascetica.
Incuriosito mi recai in biblioteca per consultare il testo lodato e feci una stupefacente scoperta: Clemente Alessandrino, nel brano incautamente citato da Zolla, condannava, con parole di fuoco, l’orgia pederastica e drogastica inscenata dagli gnostici.
Sottoposi al direttore Gianni Baget Bozzo il testo di Zolla e il testo di Clemente Alessandrino e ottenni l’autorizzazione a scrivere una stroncatura al vetriolo, che fu regolarmente pubblicata nella sezione intitolata Gnosis.
La reazione al mio scritto fu stupefacente: alcuni fra i più autorevoli baroni seduti su cattedre cattoliche insorsero (da destra e da sinistra) contro il colpevole dell’offesa al geniale pensatore (Zolla!) che aveva diffuso la luce di una sublime spiritualità nei circoli della cultura religiosa.
La reazione e lo sdegno dei professori universitari milanesi e fiorentini furono tali che Baget Bozzo fu costretto a vietarmi di scrivere note su Zolla e di citare il maestro nei miei futuri articoli.
[Quando Zolla gettò la maschera e cominciò a pubblicare roventi saggi porno – thanatofili per i tipi di Adelphi, alcuni dei miei censori si giustificarono dicendo che l’illuminato spiritualista era improvvisamente uscito di senno.]
Rammento questo episodio per sottolineare la libera, autorevole, gongolante e impunita circolazione di suggestioni gnostiche, catare e pederastiche nei circoli della cultura sedicente cattolica.
Sono convinto che non tutti i dotti ammiratori di Zolla vedevano la minaccia costituita dall’avanguardia nichilista parlante negli incensati libri del fittizio maestro.
Sono tuttavia certo che la suggestione gnostica, tempestivamente annunciata da padre Julio Meinvielle e dal card. Giuseppe Siri negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta analizzata da Gianni Baget Bozzo, agiva tranquillamente fra le righe di una Cristianità distratta dalla modernizzazione e addormentata dall’ottimismo galoppante nel Concilio Vaticano II
La durata della spaventosa, mostruosa farsa gnostica messa in scena nella comunità pederastica del Forteto al Mugello dal sedicente “profeta” Roberto Fiesoli e da alcuni apprendisti stregoni, al fine di compiere atti contro natura sui minori in affidamento, non si spiega senza l’influsso dello gnosticismo e senza la complicità di una claque culturale, clericale, politica e giuridica benedicente, plaudente, festante, finanziante e indulgente.
L’attività del Forteto inizia nel 1975, anno della fondazione di una cooperativa agricola la cui segreta finalità era l’abuso sodomitico sui minori affidati alle finte famiglie costituite nella cooperativa: “Il progetto si caratterizza subito per la proposta dell’abolizione della famiglia basata sull’unione stabile tra un uomo e una donna, in nome di un’idea totalizzante di comunità improntata sulla pratica omosessuale [specialmente esercitata a danno dei minori]” [1].
Cominciarono a circolare notizie sulle strane pratiche in uso nella comunità. Il 30 novembre del 1978 Roberto Fiesoli fu arrestato su richiesta del giudice Carlo Casini, che aveva aperto un procedimento per abusi sessuali. Se non che “il grande amico di don Lorenzo Milani, Giampaolo Meucci Presidente del Tribunale, [e fervente cattocomunista: nel 1974, dopo aver visitato la Cina insieme con Raniero La Valle, aveva scritto una vibrante apologia del maoismo] non crede all’indagine dell’avversario politico Casini e ritiene il Forteto una comunità accogliente e idonea, che va aiutata nelle difficoltà”.
Berselli sostiene che senza tale certificazione la oscena vicenda del Forteto si sarebbe conclusa nel 1978. Invece la criminosa azione del profeta proseguì indisturbata fino al 2013, anno dell’arresto di Fiesoli e dei suoi complici.
Per la durata di quasi quaranta anni furono consumati, alla luce del sole dell’avvenire, odiosi delitti contro minori.
L’attività criminale dell’invertito e dei suoi complici non fu disturbata neppure da una sentenza emanata dal tribunale fiorentino nel 1985, sentenza che condannava Fiesoli a due anni di carcere (ovviamente non scontati) in quanto “responsabile di atti di libidine violenta e di corruzione di minore“.
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La dottrina della comunità pederastica Il Forteto
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Il cuore dell’eresia gnostica e del suo ectoplasma cataro è il disprezzo della Creazione e il capovolgimento del culto dovuto al Creatore in una liturgia finalizzata a contrastare la procreazione mediante gli atti contro natura.
“Le sette gnostiche, rammenta sagacemente Stefano Berselli, adottarono la sessualità aberrante come tecnica ascetica: attraverso l’unione erotica si elimina la sofferenza e la finitezza. I soggetti si riassorbono in un omogeneo universale e disintegrandosi perdono la loro individualità” [2].
Nel volume “Il Forteto Destino e catastrofe del cattocomunismo“, si rammenta che alla suggestione gnostica obbedirono i responsabili (cattocomunisti) della famigerata cooperativa pederastica: il sedicente profeta Roberto Fiesoli e l’autodidatta Luigi Goffredi.
Al proposito un testimone attendibile ha dichiarato: “Il Forteto tendenzialmente è di sinistra, si votava a sinistra, il Partito Democratico, probabilmente … si doveva votare a sinistra, mi ricordo che ci fu tutta una situazione, ci spiegò per chi votare e come votare” [3].
D’altra parte l’appartenenza al club conformista dei visitatori plaudenti (Achille Ardigò, Piero Fassino, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi ecc.) e degli apologeti scriventi e sentenzianti (Giampaolo Meucci, Giuseppe Ferroni, Giuseppe Fornari, Nicola Casanova, Franco Cardini) non lascia dubbi.
Circa la metamorfosi gnostica del cattocomunismo attuata nel Forteto scrive Berselli: “Nelle parole di Fiesoli si va ben oltre la curvatura gnostica del cattocomunismo fiorentino, c’è da chiedersi se quell’approdo così strutturato sia il risultato delle molteplici letture selvagge di Goffredi … o il frutto di qualche incontro particolare o le due cose insieme. … E’ certo che nella dottrina fortetiana trova compimento e forse consapevolezza quello gnosticismo senza saperlo che permeò di sé il cattocomunismo, tra i fiorentini quasi impercettibile negli esordi lapiriani per crescere con l’infatuazione per Teilhard de Chardin, e arrivare poi ai deliri donmilaniani e meucciani”.
Opportunamente Berselli cita un testo di Baget Bozzo che definisce Dossetti “l’erede di una concezione della Chiesa dei poveri che ha lunga traccia nella storia italiana, dalle forme eretiche del catarismo alla povertà militante dei francescani, che condusse fino alle forme estreme dei fraticelli”.
Risultato di una alterazione della dottrina tradizionale e di un culto superstizioso della povertà [4], la mitologia pauperista, che agitava e tuttora agita i cattolici, correva incontro alla metamorfosi gnostica dell’ideologia comunista, attuata dai francofortesi negli anni Trenta.
Nel fenomeno “cattocomunista” si può pertanto vedere l’incontro delle due reviviscenze dello gnosticismo e dell’eresia catara: quella piamente allo striscio nel pauperismo cattolico e quella che ha incendiato la rivolta empiamente esplicita dei bestemmiatori francofortesi del Dio d’Israele e ispirato la rivolta degli accoliti sessantottini.
Ora l’influsso della rabbiosa avversione gnostica e catara contro la Creazione e la procreazione si manifesta chiaramente nella feroce avversione alla famiglia naturale, professata e attuata nel Forteto, “dove l’omosessualità diventava balsamo al divieto di rapporti tra sessi differenti ma anche via maestra per un’evoluzione individuale di successo e, di conseguenza, strumento per ottenere il consenso sociale all’interno del Forteto” [5].
Contro la famiglia naturale fu avviata una macchina della menzogna: “se c’è una cosa chiara fin da subito, è l’odio totale per la la famiglia nutrito dal leader del Forteto. Si faceva in modo che i ragazzi affidati non avessero più alcun contatto con la famiglia d’origine, si faceva loro credere di essere stati abbandonati nel più completo disinteresse, si incentiva in loro ogni tipo di rancore e di rivalsa affinché ogni ponte col passato fosse tagliato”.
Il Forteto da questo punto di vista assume la figura di un sistema obbediente ai princìpi del sadismo: “per i minori all’interno del Forteto il disagio più profondo, il dolore più grande in questa assurda classifica dell’orrore derivava da un sistema che negava loro di sviluppare, coltivare e vivere liberamente i propri sentimenti verso la famiglia d’origine” [6].
Finché sarà lecito dire vizio al vizio e crimine al crimine, l’infernale vicenda del Forteto potrà essere citata quale esempio dell’incubatrice in cui si prepara la decadenza dei popoli: la denatalità e lo sfascio della famiglia secondo natura.
La cultura egemone ha alzato la barriera del silenzio intorno alla vicenda del Forteto perché detesta e sconsiglia energicamente il qualunque tentativo di associare la decadenza delle nazioni alla denatalità e allo sfascio delle famiglie.
La dottrina del Forteto, vertice speculativo del pensiero ultramoderno, testimonia eloquentemente la stretta associazione di denatalità, pederastia e devastazione sociale, e di guerra alla famiglia e produzione di disagio economico invincibile.
Sarà pertanto vana la ricerca di una via d’uscita dalla catastrofica crisi, che flagella le nazioni dell’Occidente, finché la classe dirigente si ostinerà a non vedere le vere cause del male o addirittura a proteggere, con leggi demenziali, i protagonisti del disordine.
[1] Cfr. “Il Forteto, destino e catastrofe del cattocomunismo”, a cura di Stefano Berselli, edizioni dei Settecolori, Lamezia Terme 2014, pag. 14.
[2] Op. cit., pag. 28.
[3] Op. cit., pag. 141.
[4] Nel Vangelo secondo Matteo, 19, 26, Gesù condanna l’universale bramosia della ricchezza. E ai discepoli sbigottiti e impauriti dalle sue parole chiarisce che la salvezza discende da Cielo: “Presso gli uomini ciò non è possibile, ma tutto è possibile presso Dio”.
[5] Cfr. “Il Forteto, destino e catastrofe del cattocomunismo”, op. cit., pag. 87
[6] Op. cit., pag. 147.
14 commenti su “La dottrina del Forteto: inversione gnostica della fede cattolica e trasbordo dell’ideologia comunista – di Piero Vassallo”
Ma della depravazione mentale e degradazione affettiva famigliare subìta dai ragazzi inviati là, qualcuno (otrechè Dopo, di cui son certo !) pagherà qui sulla Terra , sonoramente e profondamente da parte di una sana (quel che rimane) magistratura ?
Come mai la più grande storia di depravazione italica, quella del Forteto, è silenziata? Era il fiore all’occhiello dei cattocomunisti e radical chic. Delle loro porcherie non si può parlare, ne va del loro moralismo farisaico.
Parce Domine.
Una disamina di grande profondità e chiarezza che finalmente mi illumina su alcuni nodi dottrinali del cattocomunismo che non avevo ben compreso, pur verificando nel tempo i danni che provocava. Complimenti all’autore. Questo articolo va diffuso!
Un plauso incondizionato al prof. Vassallo , un vero piacere leggerlo .
Andai al Forteto anni fa in gita con la mia famiglia. Un conoscente era entrato in questa comunità anni prima e viveva e lavorava lì. Ci colpì perchè all’apparenza era un luogo meraviglioso, immerso in una natura splendida, animali, campi, lavoro attivo, pubblicazioni, mangiare sano….sembrava un paradiso, tanto che io e mio marito provammo a contattare la persona che conoscevamo per chiedere di poter fare un’esperienza da loro, perchè entrare in una comunità cattolica era il nostro sogno. Grazie al Cielo tutte le nostre richieste non ebbero risposta, il Signore ci risparmiò di vedere anche solo da lontano questo orrore!
La cosa sconvolgente è che questa comunità c’è ancora, con la scusa dell’esistenza della cooperativa agricola e, probabilmente, continuano tutti gli abusi sui minori, protetti oscenamente dal silenzio e dalla complicità della politica sinistrorsa.
per la buona ragione esposta da isia chiedo ai lettori di far circolare la notizia del processo in atto contro i criminali inventori e gestori del forteto. le notizie sul processo (e sugli orrori del forteto) sono oggetto di una vergognosa congiura del silenzio. dobbiamo tentare di rompere la catena omertosa formata dai manipolatrori dell’opinione pubblica!
Caro Piero, sono più di due anni che ho letto qualcosa sul Forteto. Anche allora fu merito tuo. Stampai col computer un paio di copie. Una la smarrii ed una la diede da leggere ad un bravo scerdote; un po’ disassato a sinistra, ma..ce ne fossero.
: Ne rimase sconvolto ma, mi suggerì di non parlarne più in giro per non creare atmosfere morbose e perché non si facesse d’ogni erba un fascio. Era sincero. Da molti mesi vive lontano dalla mia Bologna e non saprei neppure come rintracciarlo.
Ma dopo aver letto questo tuo ultimo articolo, col tuo permesso, lo stamperò in molte copie distribuendole soprattutto in ambienti dossettiani e sinistreggianti, ma non solo in quelli.
Hai fatto un’opera importante, perché sei stato chiarissimo, come sempre del resto, e perché non taci nulla,
Attendo il tuo placet per dare il via ad un centinaio di copie.
Grazie e felicitazioni per il tuo stile tagliente e per la schiettezza che ti contraddistingue. Normanno
carissimo normanno, ti ringrazio dell’iniziativa di far conoscere lo scandalo del forteto e (ovviamente) ti confermo il mio cordialissimo “placet”. Lo scandalo è oggetto di una abile congiura del silenzio perché il fatto costituisce la dimostrazione della finalità nicihilistica del cattocomunismo. Grazie, dunque, e affettuosi saluti, piero
E l’ex sindaco di Firenze, attuale ‘premier’ cosa ne pensa del Forteto?
Credo che l’articolo si riferisca a Stefano Borselli (non Berselli), direttore del sito “il Covile”, che da tempo si occupa del Forteto.
Gli articoli del prof. Vassallo non deludono mai…anc’io, nel mio piccolo, cercherò di diffondere il contenuto di questo articolo.
ringrazio diego per l’impegno nella difficilissima lotta contro la congiura del silenzio! cordiali saluti e buona domenica, piero
Se c’è una congiura del silenzio intorno a fatti criminosi, ben venga la diffusione delle notizie.
Tuttavia non credo che il verificarsi di fatti inammissibili all’interno di una comunità sia evidente segno che la comunità è fondata su dottrine obbrobriose.
Accogliere questo nesso ci costringerebbe a dire che anche nella Chiesa la presenza di alcuni sacerdoti pedofili dimostra che tutta la chiesa è una comunità pederastica.
L’articolo mi incuriosisce, ma purtroppo non dice molto dei fondamenti teorici che hanno suscitato l’ammirazione di molti.
ma l’articolo scritto dal Dott. Vassallo su quale numero di Renovatio si trova?