di Piero Nicola
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In un encomiabile articolo apparso recentemente su questa Rivista in rete, Piero Vassallo precisava il motivo principale dell’inconcludenza della odierna classe politica. Un motivo a prescindere al vizio di affidare le leggi al giudizio e al criterio di maggioranze in balia dei loro interessi, in definitiva in balia dell’inettitudine dovuta al disconoscimento del peccato originale.
Certamente, la causa dell’incapacità a formare partiti solidi, con coeso seguito elettorale, e governi in grado di reggersi in piedi, ha la medesima origine di allontanamento dalla verità. Ma l’impreparazione culturale, la stessa laica lezione storica e umanistica appresa fumosamente, il prendere in prestito idee altrui, le idee di una pseudofilosofia che compiace le debolezze umane, la perduta formazione conferita dal latino e dalle scienze esatte, ha talmente logorato l’attitudine logica che si spiega ad usura l’attuale incapacità di tenuta e di manovra. E si capisce ampiamente come la guida effettiva stia altrove. Ma anche assumere una guida altrui, specie nella nostra Italia (dai muscoli flosci, ma dall’ossa civili), non fornisce la quadratura indispensabile.
Ed ecco che si è smarrito, con il senso della misura, quello della serietà.
Non più tardi di due mesi or sono, il cosiddetto Pesce Lesso affermava con sicurezza e sorriso sulle labbra che il suo governo avrebbe mangiato il panettone l’hanno successivo, prediceva con sicurezza (leggi sicumera) il tempo minimo della sua durata, che sarebbe scaduta nel 2015. E non ha smesso di comportarsi come se stesse in una botte di ferro e potesse mettere con le spalle al muro il segretario del Pd. Qualche ora prima del suo siluramento esibiva in una conferenza stampa un programma oltremodo ambizioso. Ora tutto questo castello-fortezza è crollato – fatto probabilissimo – come un castello di carte. Persino il suo massimo sostegno, re Giorgio, aveva dato carta bianca al Pd, cioè al suo avversario Renzi.
Esaminando la situazione precedente e attuale, ormai delineata, ce n’è anche per il Sindaco fiorentino. Molti hanno fatto notare le sue reiterate dichiarazioni di non intendere assumere in alcun modo la direzione del governo. E all’indomani di ciò, egli si vede costretto a salire a Palazzo Chigi, ammesso che prima fosse sinceramente contrario a compiere questo passo. Ma l’evoluzione delle mosse sulla scacchiera era prevedibile. Inoltre, ha ringraziato il presidente del consiglio per il suo lavoro, che ci ha lasciato nella “palude”. Diplomazia da operetta.
E quanto hanno fanno male i conti i massimi osservatori, redattori, politologi, che o escludevano tale evenienza o la consideravano catastrofica. Certo, si vedranno gli effetti, Ma fare i profeti è squalificante per chi non ne abbia le doti soprannaturali. Anche re Giorgio sembrava un monumento. Chissà se l’abbandono del suo pupillo Letta abbia a che fare con l’avere detto all’assemblea di Bruxelles che l’austerity non faceva bene? O era anche quella una recita prefabbricata?
Sicché, i protagonisti sulla scena dei poteri civili sono fantocci, sono alberi di brutte figure per difetto di nervatura culturale. Tutto sommato, occupano i loro posti reggendo colpi e spintoni, ma è loro mancata la scuola, quella elementare d’una volta e quella specifica, per reggere davvero.
Lo spettacolo continua. Disgraziatamente, ci sono i presupposti perché sia ancora un triste spettacolo.
4 commenti su “Con chi mangerà Letta il panettone? – di Piero Nicola”
È inaccettabile che negli ultimi 20 anni gli italiani abbiano avuto soltanto 2 presidenti del consiglio legittimamente votati tramite elezioni. I vari D’Alema, Dini, Amato, Monti, Letta e fra poco Renzi chi li ha chiamati? Chi li vuole? Chi ce li ha imposti? Questi utili idioti si sono rivelati solo servi delle lobby finanziarie che con gli interessi passivi dei nostri debiti ci stanno spolpando. Ma vi sembra logico che la BCE, una banca privata, debba prestarci i nostri soldi ad interesse? Questa è una presa per il c**o bella e buona! E noi poveri stupidi ancora qui a credere alle favole dell’Europa unita…
Come diceva Totò: ma mi faccia il piacere!
mi auguro che Letta mangi il panettone con gentiluomini come lui e non con dei ciarlatani pagliacciotti. A parte le capacita’ di governo, soggettive
Si, i rischi ci sono, purtroppo! Il guaio è che vedo troppa gente che, non credendo al fatto che l’unico Salvatore è Cristo, finiscono col credere a ogni nuovo arrivato, accumulando delusione a delusione! Cari miei, i politici alla Tommaso Moro sono molto rari, anche se ne avremmo estremo bisogno. Succede però che quando arrivano – capitò anche al beato Carlo d’asburgo – vengono emarginati o uccisi, come succede sempre ai profeti!
Non so con chi mangerà il panettone il nostro “carissimo” Letta, però qualcosa mi dice che lo mangerà a nostre spese…