Di Peppino Orlando
Siamo tutti nella chiesa cattolica in fase di revisioni. Vedo solo poche ri-trattazioni per correggere errori lampanti .Mentre continuano le lodi agli anticipatori del cosiddetto “spirito conciliare”,fregiati persino del titolo di profeti. Tra i profeti forieri di quello spirito molto pensano di collocare cultura -fede -opere di Giuseppe Dossetti. Una vegetazione lussureggiante vien attribuita alla semina della veggenza dossettiana.Si consumano golosamente frutti monastici, teologici , politici .La” nuova pentecoste” di quello spirito fu preconizzata da Giovanni XXIII con fiera rampogna verso verso i “profeti di sventura”,che vedevano serpeggiare spiritelli modernisti da ogni anfratto della roccia petrina. Stante la consonanza tra dossettismo e “bontà” giovannea,è più corretto ,in tale contesto semantico,chiamare Dossetti profeta di “ventura”.
Questo titolo cavalleresco piacerebbe anche a lui,che nelle memorie si è vantato di aver applicato nelle manovre e nelle formulazioni dei “padri” conciliari,il metodo di guerriglia partigiana. Così,si è scoperto che di notte egli convinse Palmiro Togliatti a imporre la disciplina stalinista al partito comunista per accogliere l’articolo 7 .Promessa deleteria di un patto costituzionale che avrebbe reso irreversibile lo spirito dei comitati di liberazione.Si aggirava così la volontà di Pio XII,dei popolari di Gasperi contrari alla continuità Concordato-Iri, dei cattolici comunisti di Franco Rodano e Felice Balbo che avrebbero preferito un piena laicità (non ideologica atea e marxista)dello statuto del Pci piuttosto che un coinvolgimento costituzionale ibrido della chiesa cattolica . Legge naturale universale e chiesa soprannaturale dovevano essere l’orizzonte ideale in cui la politica e la vita della chiesa dovevano ricercare un’armonica e pacifica distinzione senza miscele…Ma il disegno dossettiano,, era ben altro:la vera sinistra era quella cristiana,di stampo pauperista preborghesche avrebbe trascinato con sé la sinistra atea comunista .
Dossetti nulla riteneva di apprendere dalla dottrina sociale della chiesa e dell’elaborazione del partito popolare di Sturzo e De Gasperi nel rigore antimodernista da Pio X a Pio XII,all’altezza della rivoluzione borghese e la questione operaia capitalistica..Ma l’illusione pauperista antoiborghese ristagna ancora dall’Ulivo di Babele e dell’Unione plurisinistra.
Ma per questa via Dossetti,sconfitto da De Gasperi e Pio XII e dalla realtà della guerra fredda,si ritirò in convento in attesa di tempi propizi .Una reviviscenza perversa si ebbe con la politica fanfaniana e morotea che sconfissero la libera democrazia degsperiana..Comincio l’uso del carrierismo manageriale che trasfromo l’Iri in stanza di bottoni di partito e leva ideologica antiborghese.Invece che garanzia di bene pubblico nei confronti dei fini dell’impresa privata di rischio ,l’IRI divenne greppia elettorale ,cursus honorum di raccomandati che non avevano vincolo di rischio.La genia dossettiana divenne razza padrona, pseudocattolica e condusse la politica economica all’indebitamento e la promozione dell’imprenditore assistito, fuori merito e concorrenza. Dopo la politica di De Gasperi si combatteva così l’impreditoria cattolica di rischio e di vero spirito solidale,sin dalla ricostruzione guidata da Angelo Costa..Si preparò l’infausta politica del centro-sinistra dirigista,che inficiò poi anche qualche sana idea di Berlinguer e Rodano,conducendoli alla rovinosa sconfitta nel PCI. Nell’ondata travolgente delle carriere ,Dossetti promosse promozioni accademiche e centri culturali che profittarono delle illusioni di giovannee.Le vaste cricche accademiche e manageriali inventarono la “chiesa dei poveri”nella grassa staliniana Bologna,travolgendo anche un cardinale fin allora spirituale e prudente come Giacomo Lercaro di sobria scuola genovese E cosi zampillò tra gli appennini la guerriglia di un nuovo monachesimo gioachimita che doveva costituire un’alternativa alla chiesa del Papa e dei vescovi del clero secolare che da lui ricevono potere di ordine ma sopratutto di giurisdizione. Oltre al fascino occulto dell’Urss staliniana, si introduceva nella chiesa la visione scismatica ortodossa con i patriarcati autocefali,fuori dal primato papale.I monaci erano come “vergini” gli unici degni dell’episcopato che cosi veniva sognato monastico e autocefalo.Le vergini stolte squalificavano anche la famiglia naturale ,il laicato fedele rivalutato dal Concilio,come poi avvenne con il diritto di famiglia plurisessuale e precario delle famiglie di fatto .Questo è il dossettismo teologico che ha rotto l’unità della chiesa italiana,ha attenuato la consapevolezza petrina e ha diffuso sui vecchi ceppi benedettini,camaldolesi ,serviti,e anche altri,illusori orizzonti gioachimiti di chiesa” spirituale” .Oltre sinistra opulenta del carrierismo politico si formava la deriva orientalistica e gli ordini religiosi. Si instaurava un illusorio orientalismo scismatico ,anticattolico e antioccidentale,presto raggiunto nel 68 dal nichilismo psichedelico erotico polimorfo tra prolisse liurgie e meditazione orientali e procaci boss di pauperismo di sinistra.. Eccolo lo spirito della “profezia di ventura,” di cui vediamo i frutti amari tra chiesa e politica..E’ l’intreccio tra integralismo gnostico premoderno che il dossettismo ha alimentato nella storia italiana.A questo va aggiunto anche il radicarsi delle organizzazione feudali signorili delle varie mafie,che si parassitarono partiti e Iri..La dottrina sociale dei pensatori cattolici e dei papi era all’altezza della rivoluzione borghese e avrebbe garantito un sano sviluppo,sulla linea dirittto naturale-Chiesa soprannaturale,, se non avesse trovato davanti a sé l’ottusità gnostica “cattolica “aggregata a quella dei capi massoni. Ingorghi istituzionali,, tra federalismo e unità , europesimo anticristiano,attenuazione dell’unità tra episcopato e papa,crisi irreversibile Dc-Pci, impropria politicizzazione della conferenza episcopale(né chiesa locale né partito cattolico-nésegretreia di stato vaticana),crisi della famiglia e della legalità.-e che altro..? -sono li mostrare i frutti amari di una profezia di ventura del tutto aliena dallo spirito cattolico della viva , progressiva e perenne tradizione nella quale troviamo la Grazia per la crescita delle virtù naturali e teologali.