Di Leonardo Bacchi
SE IL FASCISMO E’ ANTICOSTITUZIONALE, PERCHE’ NON L’ISLAM?
Come è noto in Italia sono proibite la riorganizzazione del partito fascista e la sua apologia, ai sensi della Legge 20 Giugno 1952, n° 645, contenente le norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, nota anche come “Legge Scelba”.
Tale legge non va contro la libertà di pensiero e di opinione garantita dall’Art. 21 della nostra Costituzione: nel privato ciascuno può anche riempire la propria casa di ritratti del Duce, ascoltare i suoi discorsi o invitare a cena altri simpatizzanti e nostalgici e niente glielo può impedire. Ma, nella sfera pubblica, è tutta un’altra cosa: giustamente la Costituzione accoglie quel principio di tutela delle democrazie, magistralmente espresso da Popper, per cui la società aperta, per definizione tollerante, non può esserlo con chi tollerante non è.
Ebbene, se tanto mi dà tanto, mi sono sempre chiesto come mai non solo l’Italia, ma l’Europa intera sia così tollerante, anzi arrendevole, con le organizzazioni musulmane, con coloro che chiedono moschee nelle quali spesso si inneggia alla distruzione dell’Occidente, alla violenza fisica come metodo di intimidazione e alla Jihad contro gli infedeli, cioè verso di noi che li ospitiamo. Ma anche se nelle moschee non si predicasse l’odio antioccidentale, io avrei seri dubbi a permettere l’organizzazione di comunità musulmane. Perché una religione che impone la disuguaglianza giuridica tra uomo e donna, che prevede il reato di apostasia, che non riconosce la reciprocità religiosa in termini di edificazione di luoghi di culto, che non tollera la separazione tra stato e chiesa, che tende a denunciare come “islamofobico” o razzista chiunque si permetta, sia pure civilmente, di criticarla, béh non so come la chiamate voi, ma io la chiamo fascista! E di un fascismo ben peggiore di quello politico, poiché si ammanta di pretesti religiosi ed etici, che dietro la vernice di spiritualità lasciano apparire una delle ideologie politiche più intolleranti del mondo. Certo, perché l’Islam è anche, e forse soprattutto, un’ideologia, come ha precisato uno dei più autorevoli pensatori musulmani, l’Ayatollah Khomeini, in una delle sue più famose sentenze:
“L’Islam o è politico, o non è”
Un’ideologia politica, aggiungo, che ancora oggi si serve della religione come strumento di potere; o, al contrario, una religione che sfrutta l’anelito spirituale dell’uomo per espandere il proprio potere politico, come è stato anche in passato per la nostra Chiesa Cattolica.
Come possiamo dunque permettere che nella civile e democratica Europa si predichi l’odio religioso, l’intolleranza e la disuguaglianza tra i sessi o tra gli appartenenti a diverse religioni?
Perché allora proibire solo la riorganizzazione del partito fascista e non le organizzazioni islamiche, che si ispirano ad una dottrina di gran lunga più totalitaria e intollerante?
Qualcuno potrà dire che una tale proibizione lederebbe il diritto alla libertà religiosa garantita dalla nostra Costituzione, ma qui mi permetto di dissentire, e proprio sulla base delle norme che ho citato poc’anzi in merito al fascismo: tali norme infatti, e lo ripeto, non proibiscono l’esercizio della libertà d’opinione dei fascisti, ma solo la sua organizzazione o strutturazione di carattere pubblico. Similmente, una legge che proibisse l’organizzazione di una religione o ideologia totalitaria, garantendo però la pratica di tale fede nel privato, non lederebbe alcuna libertà religiosa. Che invece, è bene precisarlo, viene costantemente calpestata proprio in alcune nazioni islamiche dove è proibito, anche nella sfera privata, detenere Bibbie o Vangeli, portare crocifissi o altri simboli religiosi non islamici al collo, pregare nella propria abitazione, ecc. Sto parlando di nazioni fondamentaliste, Afghanistan e Arabia Saudita in testa, ma anche in altri stati più “tolleranti” non si scherza: in Algeria e Marocco pochi anni fa è stata approvata una legge che punisce con tre anni di carcere chi fa proselitismo di religioni diverse dall’Islam, sia pure nella sfera privata e non in quella pubblica. Sarebbe come se da noi si mettesse in galera non chi fa pubblica apologia di fascismo, ma chi, durante una conversazione, cerchi di persuadere l’interlocutore della validità delle sue idee di destra.
Dunque, e lo ripeto a chiare lettere, che aspettiamo a proibire la costruzione di moschee, l’organizzazione di partiti e associazioni musulmane, l’apertura di “centri culturali islamici” e via proliferando?
A questo punto qualcuno, con un sorrisetto di superiorità e commiserazione, potrebbe dire che ciò sarebbe pazzesco, in un’Europa dove vivono già più di venti milioni di musulmani, molti nati qui e ormai di seconda generazione. Ma si dà il caso che Geert Wilders, a rischio della propria vita, da anni porta avanti una piattaforma politica che ha come obiettivo quello di proibire la costruzione di moschee e di bloccare l’immigrazione dai paesi islamici. Se dunque Geert Wilders è pazzo, allora “…c’è del metodo in questa pazzia”(Shakespeare, “Amleto”), poiché il suo PPV, partito di recentissima creazione, è letteralmente esploso in Olanda, posizionandosi al terzo posto, quasi bissando il successo della nostra Lega Nord, anch’essa su posizioni identiche a quelle del PPV olandese. E politici come Wilders o Bossi, d’ora in avanti, dovranno essere presi molto ma molto sul serio, sia a livello nazionale che europeo.
Perché bisognerebbe essere imbecilli per non accorgersi che qualcosa, nella percezione dell’Islam che hanno gli europei, sta cambiando in maniera irreversibile: forse non è lontano il giorno in cui questa “reliologia” (religione + ideologia) totalitaria sarà avvertita come un corpo estraneo e ripudiata dalla nostra Europa, così libera, così bella, ma ancora così fragile ed ingenua.
SEGNALAZIONE PER I LETTORI:
Pochi giorni fa mi è arrivato via mail, come il classico cacio sui maccheroni, un articolo di un lettore di area Lega Nord che tratta, in maniera forse più tecnica, le tematiche che ho appena sviluppato, elencando alcuni articoli della nostra Costituzione che fanno a pugni con la religione islamica. Si tratta di un pezzo molto interessante che invita alla riflessione e che vi propongo volentieri, certo di fare cosa gradita. Colgo anche l ‘occasione per ringraziare l’autore, congratulandomi con lui per la chiarezza con la quale è riuscito ad andare al nocciolo della questione.
Quanto ai rapporti storici tra Islam, Fascismo e Nazismo, consiglio ai lettori di leggere i seguenti libri, assolutamente indispensabili per chiunque voglia aprire gli occhi sulla spada di Damocle sospesa sulle nostre teste:
“Fascismo islamico” di Carlo Panella (Rizzoli)
“Islam Nazismo Fascismo” di Alberto Rosselli (Edizioni Solfanelli)